Il termine serial killer indica un pluriomicida di natura compulsiva che uccide persone con tratti in comune come l’età e il sesso, con o senza regolarità temporali. Spesso, le vittime, rappresentano solo dei sostituti di un’altra persona, causante della loro rabbia e ossessione. Spinti da problemi psicologici, traumi infantili o dal semplice piacere provato nel momento dell’assassinio, la maggior parte dei pluriomicida restano impassibili di fronte all’accusa. Nel corso degli anni, in America sono stati riscontrati e arrestati gli assassini più spietati. Da Henry Lee Lucas a Alieen Wuornos, ecco i 12 più efferati serial killer americani di tutti i tempi.
1. Henry Lee Lucas (1936 – 2001)
Accusato di aver commesso ben 214 omicidi, Henry Lee Lucas è considerato il più grande serial killer di tutti i tempi. Dopo essere stato scarcerato per la morte della madre, avvenuta nella notte dell’11 gennaio 1960, l’uomo si trasferì in Pennsylvania dove si sposò. Accusato dalla moglie di aver abusato delle figlie, Herny fu costretto a lasciare la propria casa, iniziando a vivere come un vagabondo per gli Stati Uniti. Nel giugno del 1983, in seguito alla sua carcerazione per il possesso di arma illegale, Henry confessò di aver ucciso oltre all’anziana donna Kathe Rich, anche altre 100 persone. Questa dichiarazione ebbe una forte risonanza sui media nazionali americani e, il 2 aprile 1984, il tribunale lo condannò a morte.
2. Ted Bundy (1946 – 1989)
Nato nel 1946 a Burlington, Theodor Bundy, chiamato Ted, è il serial killer più famoso. Con almeno una trentina di omicidi di giovani donne commessi nel corso di 15 anni, l’assassino viene ricordato per il tuo fascino. Attirando le vittime fingendosi disabile, in difficoltà o impersonando una persona autoritaria per aggredirle e stuprarle, Ted è stato inizialmente incarcerato nel 1975 nello stato dello Utah e poi in Colorado, accusato di omicidio. Dopo aver tentato la fuga ben due volte, l’uomo fu nuovamente catturato nel 1978 in Florida, dove ricevette tre condanne a morte in due processi separati. Se il caso di Ted Bundy ha stimolato il vostro interesse, allora vi consigliamo di guardare Conversazioni con un Killer – Il Caso Bundy, uno dei migliori documentari true crime su Netflix che possiate trovare.
3. Gary Ridgway (1949)
Noto come Green River Killer, Gary Leon è un noto assassino pluriomicida, colui ad aver commesso il maggior numero di vittime. Classe ‘49, l’uomo è cresciuto in Salt Lake City, da una madre da lui definita “sessualmente accattivante” e da un padre infedele. Già all’età adolescenziale, Gary accoltello un bambino di sei anni, per poi nasconderlo nei boschi. Successivamente, commise degli omicidi tra il 1982 e, presumibilmente, il 1998: nascondendosi dietro la facciata del camionista, portava le prostitute in riva al fiume per poi strangolarle ed ucciderle. Con oltre 71 vittime, l’omicida viene identificato solo nel 2001, anno della sua confessione in seguito al trasferimento in penitenziario di massima sicurezza.
4. John Wayne Gacy (1942 – 1994)
Conosciuto come “Killer Clown” l’uomo è nato nel 1942 a Crest Hill. Con oltre 30 vittime, bambini di sesso maschile, oggetti della sua ossessione, l’assassino ha operato dal 1972 fino al 1978, anno della sua cattura. Il soprannome deriva dalla sua modalità di adescamento: travestito da clown durante le feste, l’uomo intratteneva i bambini con l’omonimo Pogo, senza lasciare sospetti, essendo sposato e godendo di una buona reputazione. Durante le perizie psichiatriche risulto essere affetto da disturbi della personalità, ma di essere dotato di una grande intelligenza.
5. Dean Corll (1939 – 1973)
Inizialmente identificato come l’artefice del peggior caso di omicidio nella storia degli Stati Uniti, con il caso “Houston Mass Murder”, Dean Corill è noto come “Candy Mand”. Nato a Fort Wayne nel 1949 da una famiglia di divorziati, Corill si è sempre contraddistinto per la sua timidezza ma anche per il suo interesse nel curarsi degli altri. Successivamente, inizio a simpatizzare con ragazzi, attirandoli in casa con una scusa, per poi drogarli, torturarli, violentarli e ucciderli. Opero dal 1970 al 1973, causando 28 vittime, tra i 13 e i 19 anni. Dopo aver minacciato di morte Henley, diciassettenne complice dei suoi omicidi, se non avesse obbedito ai suoi ordini di violentare e uccidere una ragazza, il giovane si ribellò sparandogli tre colpi.
6. Herb Baumeister (1947 – 1996)
Nato nel 1947 nello stato dell’Indiana, Herb Baumeister è noto con il soprannome Strangolatore della I-70. Vittima di violenze e maltrattamenti da parte del padre, l’uomo venne definito dai suoi compagni di liceo come un tipo “strano” che faceva scherzi di cattivo gusto, come quello di porre un corvo morto sulla cattedra. Dopo essere stato ricoverato nell’ospedale psichiatrico per due mesi, Herb inizio a compiere omicidi, per un totale di 23 sospettati e 11 confermati. Le modalità erano sempre le stesse: prima adescava i ragazzi in alcuni bar gay, poi li portava nella sua tenuta Fox Hallow Farm per strangolarli e, infine, per occultare le prove ne bruciava i resti. Identificato da una potenziale vittima che annoto il numero di targa della macchina che stava guidando, Herb scappo in Ontario e il 3 giugno 1996 si sparò alla testa.
7. Robert Berdella (1949 – 1992)
Sospettato di 20 omicidi di cui 6 accertati, Robert Berdella è considerato uno dei peggiori serial killer americani. Nato nello stato dell’Ohio nel 1949 da una famiglia cattolica, l’uomo è conosciuto con i soprannomi “Il macellaio di Kansas City” e “Il collezionista”. Dopo aver vissuto un’infanzia abbastanza tranquilla, nonostante capitasse che subisse violenza fisica dal padre, tra il 1984 e il 1987, rapi, violento, torturo e uccise dei ragazzi, dopo averli tenuti in cattività per oltre sei settimane. Definendo i suoi omicidi come “alcune delle sue fantasie più oscure d’attesi realtà”, l’assassino confessò per l’omicidio di una delle sue vittime, Larry Pearson, nell’agosto 1988, per poi essere ritenuto colpevole di altri cinque omicidi nel dicembre 1988. Condannato all’ergastolo, mori di infarto nel penitenziario del Missouri State, nel 1992.
8. Earle Nelson (1897 – 1928)
Pluriomicida degli anni ‘20, Earle Nelson è conosciuto come “Killer Gorilla” e “lo Strangolatore Oscuro”. Con 25 vittime in un solo anno, dal 1927 al 1928, il serial killer conquistava la fiducia delle donne, sole e affittacamere, fingendosi devoto e leggendo la Bibbia. Abusando di loro e strangolandole a mani nude o con oggetti, l’uomo le violentava dopo la loro morte. Oltre agli omicidi venne anche accusato di atti di necrofilia, di tentato stupro e omicidio, di furto, di effrazione, di abuso di alcol ed evasione. Nonostante le prove di colpevolezza, nel processo che ebbe luogo a Winnipeg, Earle restò impassibile e continuò a dichiararsi innocente. Condannato a morte per almeno 22 omicidi accertati, Nelson fu impiccato il 13 gennaio 1928 nella Vaughan Street Jail (Winnipeg).
9. David Berkowitz (1953)
Conosciuto con i soprannomi “Il figlio di Sam” e “Il killer della calibro 44”, David è tra i serial killer statunitensi più crudeli. Nato con il nome di Richard Falco a Brooklyn nel 1953, non riconosciuto dal nuovo marito di sua madre, il bambino venne affidato in adozione a Nathan e Pearl Berkowitz. Fin dall’età adolescenziale, il ragazzo iniziò a manifestare la sua propensione a diventare un piromane e un ladro. Nel 1975 commise il suo primo omicidio, donna raggiunta da una coltellata che la ferì a morte, e l’anno successivo compì una serie di agguati agguati con un’arma da fuoco che terrorizzarono New York e che la stampa lì definì opera del “The .44 Caliber Killer”. La polizia iniziò a sospettare la connessione tra le sparatorie, rendendosi conto che le vittime avevano tratti fisici simili: giovani donne con i capelli lunghi e scuri o giovani coppie. Il suo caso è ancora aperto perché si sospetta la presenza di complici negli omicidi.
10. Dennis Rader (1945)
Dennis Rader è considerato tra i peggiori serial killer. Nato a Pittsburg nel 1945, Dennis è famoso come il BTK Killer e lo Strangolatore BTK, per il suo modus operandi:”bind, torture and kill” (lega, tortura e uccidi). Con un totale di 10 vittime, l’uomo scrisse lettere anonime alla polizia e ai media locali, nelle quali descriveva dettagliatamente come si svolgevano gli omicidi. Dopo una lunga pausa, nel 2005 condusse la polizia alla sua stessa cattura, con l’invio di un floppy disk che conteneva prove cruciali. Condannato a 10 ergastoli, oggi sta scontando la pena nella prigione di El Dorado Correctional Facility.
11. Jeffrey Dahmer (1960 – 1994)
Tra i serial killer più crudeli non possiamo non citare Jeffrey Dahamer. Noto come il cannibale di Milwaukee o il mostro di Milwaukee, è responsabile di diciassette omicidi, effettuati tra il 1978 e il 1991. Smembrando e mangiando i suoi cadaveri, l’uomo commise anche atti di violenza sessuale e necrofilia. Già in età adolescenziale si verificarono situazioni particolari che segnarono l’inizio della sua deviazione mentale, come quella di collezionare i resti di animali morti. Nel 1990, in seguito all’ottenimento della libertà condizionale, il serial killer intensificò la propria attività, uccidendo in poco più di un anno, undici persone con gli stessi metodi precedentemente utilizzati. Solamente nel 1992, fu condannato all’ergastolo per poi essere ucciso, due anni dopo, da un altro detenuto affetto da schizofrenia. Su questo spietato serial killer è stata recentemente realizzata una serie televisiva – Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer – tra le migliori serie tv del 2022.
12. Aileen Wuornos (1956 – 2002)
Aileen Wuornos è la più famosa serial killer donna. Nata nel 1956 a Rochester, la sua infanzia fu molto travagliata: data in affidamento ai nonni dopo la condanna del padre, affetto da schizofrenia, per l’accusa di violenza su minori, la bambina non riuscì a godere di buone condizioni di vita, vivendo in casa di un alcolizzato. Inoltre, all’età di 14 anni, fu violentata da un amico di famiglia e rimase incinta. Per mantenersi, decise di dedicarsi alla prostituzione e dal 1989 al 1990 commise sette omicidi. Le vittime erano suoi clienti. Dopo la sua cattura, la donna cercò di difendersi dalle accuse affermando di aver agito per sottrarsi dalla loro violenza. Ciononostante, il tribunale non le credette e la condannò a morte. Nel 2002, Aileen Wuornos venne giustiziata tramite iniezione letale.