Autore: Giuseppe Grossi

Le case della follia, tra i migliori giochi da tavolo per due

La pandemia ha fatto la mossa decisiva, ma il turno era in corso da tempo. I giochi da tavolo stavano già riscoprendo una seconda giovinezza molto tempo prima che un virus ci costringesse in casa. Perché l’intrattenimento domestico stava rifiorendo tra serie tv, fumetti e videogiochi, e i boardgame non sono certo rimasti a guardare. Il mercato stava rinascendo grazie a un’offerta sempre più ricca di titoli per tutti i gusti. Il modello “american” con la sua componentistica ammiccante, quello “german” con la profondità dei regolamenti e una marea di succulenti progetti di crowfunding hanno sollevato una nuova ondata ludica.…

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Quella del 26 settembre 1986 era certamente una notte buia a tempestosa. Era il giorno in cui il primo albo di Dylan Dog arrivava nelle edicole italiane. Si chiamava “L’alba dei morti viventi” e no, non sconvolse subito il fumetto italiano. La stramba creatura di Tiziano Sclavi ha avuto bisogno di tempo per sedimentare e radicarsi nell’immaginario collettivo. Perché Dylan Dog non era un personaggio facile e rassicurante. Se Tex era sempre stato il fumetto delle risposte, Dylan Dog iniziava a fare domande. Scomode, destabilizzanti, nauseanti. L’Indagatore dell’Incubo riscriveva i canoni del fumetto popolare italiano, ibridandolo con un approccio autoriale.…

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Una domanda superflua in Star Wars. Potremmo iniziare da qui per celebrare i 40 anni di Natalie Portman. Da quando il piccolo Anakin Skywalker vede per la prima volta la giovane Padme e le chiede: “Tu sei un angelo?”. Dubbio sciocco di un piccolo padawan incapace di notare l’ovvio. O forse, per rendere onore a questa attrice galattica, dovremmo scomodare il dolce stil novo. Nel dubbio, ci limiteremo a raccontare Natalie Portman attraverso i suoi ruoli migliori, quelli in cui ha dimostrato tutto il suo talento duttile. Da pellicole commerciali a progetti di evidente stampo autoriale, Portman si è messa…

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Volano a canestro, dominano la scena con i loro fisici sovrumani, vengono idolatrati come paladini. I giocatori NBA sono supereroi prestati allo sport. Ed è per questo che il basket americano non poteva certo sottrarsi al mitico motto “the show must go on”. Nonostante la pandemia, la scorsa stagione è stata spostata dentro una vera e propria bolla dalla quale nessuno poteva uscire e nessuno poteva entrare. Il tutto ad Orlando. A Disneyland. Ennesima conferma di uno spettacolo strabordante che non può fermarsi davanti a nulla. Certo, l’NBA senza pubblico è come una ciambella senza buco, ma negli ultimi mesi…

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