Drusilla Foer è un personaggio femminile creato dall’attore Gianluca Gori. Non è una transessuale, quindi, o un “travestito” come è stato scritto sui giornali, ma un personaggio di finzione, quello di una signora aristocratica ed elegante, che ormai ha vita propria, anche al di fuori del palcoscenico, della tv e dei social. Drusilla infatti recita in spettacoli teatrali e musicali, scrive e pubblica libri, viene fotografata e rilascia interviste sempre nelle vesti della signora che è stata invitata come co-conduttrice a Sanremo 2022. Molto amata dal pubblico LGBT, è un personaggio che incuriosisce proprio a causa della sua natura. Di seguito rileggiamo le più belle frasi di Drusilla Foer, su tematiche gay, su Madonna, Lady Gaga e altre star, su se stessa, e su altri temi come l’eleganza, i social e l’amore.
“Io, Drusilla Foer, cosa sono?
Non lo so del tutto. Attrice, cantante, autrice, icona di stile. Mah…
Io tendo a qualificarmi come “anziana soubrette”.
Questa definizione occhieggiante, anche se incompleta, ha in sé una croccantezza un po’ d’antan e una nuance malinconica in cui mi riconosco con profonda convinzione. Vivace ma tormentata. Questi sono i tratti principali della mia natura, tuttavia in questo scritto voi ne scoprirete anche altri, che io stessa ignoravo.”
“Devo dire che da bambina non mi sono mai interrogata sul mio nome. Lo trovavo speciale, nessuno si chiamava come me e, tutto sommato, da adolescente lo consideravo segno di “unicità”. Mia madre lo trovava un nome “distinto”. La prima volta che lo sentii definire in questo modo ero così piccola che fraintesi pensando che distinto significasse “scialbo”, “privo di tinte”. Non capii che si riferiva alla signorilità del suo suono. Più tardi mi sono tuttavia convinta che la signorilità è un valore, nella sua visione borghese, poco convincente.”
“Credo di non aver capito la domanda e non conosco questo signore. Lui mi conosce?” (La sua risposta ad una domanda su Gianluca Gori, il suo vero nome)
“Mi basterebbe essere definita “non male”. Sempre meglio che “normale”
“Quelli che lavorano con me pensano che io sia Beyoncé, ma io sono vecchia! Non ne posso più. Però farei volentieri la valletta a Sanremo, adorerei. Ma forse sono troppo alta – 2017”
(ndr Drusilla Foer è stata chiamata a Sanremo 2022 nelle vesti di co-conduttrice e la sua presenza, così come quella di Rettore, che come Drusilla è una delle icone gay italiane più famose, è stata accolta con entusiasmo dalla comunità LGBT).
“Confesserò la mia età solo quando la mia idea di quell’età coinciderà con la visione di me in quel momento. Non manca molto”
“Ho avuto come amante un affettatore di prosciutti, un certo Manuel. So che è inverosimile ma a tutt’oggi i cordatores de jamònes sono quotati come delle vere star. E le assicuro che aveva tutte le carte in regola ed era ricchissimo!”
“Magari ci sarà sempre un padre di famiglia che pensa: quel finocchio-quella tr..a, quel travestito di me..a. Conta, però, che non lo dica. Conta ci sia una legge che obbliga, o consiglia, o ispira gli adulti, a fare attenzione al linguaggio che usano coi bambini e gli adolescenti nel momento in cui questi iniziano a percepire la sessualità e la fisicità. Io per prima, da piccola, mi sono sentita autorizzata ad avere dei pensieri perché venivano verbalizzati.”
“I ragazzi oggi sono sottoposti a tantissime informazioni, buone e cattive (…) e le prendono come ciliegie da un albero. Sono veloci nel dire sono fluido, sono omosessuale, ma purtroppo ci vuole tempo per capire quale sia la quantità di ciliegie che non ti farà stare male, puoi persino arrivare a scoprire che le ciliegie ti fanno schifo. Guardi, succedeva qualcosa di simile negli anni ’80: c’erano Grace Jones, David Bowie, Boy George e tutta quella visione molto confusa della sessualità. Molti, lo ricordo bene, fingevano di essere omosessuali per piacere alle donne. E non è poi tanto diverso quel che è accaduto negli anni ’90. All’improvviso c’erano la cucina cinese, il cinema coreano, la letteratura giapponese e i vestiti di Yohji Yamamoto, così abbiamo svuotato le case dai mobili della nonna e messo dei vasi coi rami pensando di essere orientali.”
“I diritti sono come la lasagna, a strati, ma discendono tutti dal rispetto, e quello sì dev’essere paritario. Se si riconduce ciascun diritto al rispetto, allora è più facile capirsi. Poi, non è che ogni disagio debba avere una prevalenza, altrimenti va a finire come in certi pranzi con la mamma, che è un attimo passare dal cambio di stagione al tu m’hai rovinato la vita”
“Ognuno si veste come vuole, bacia chi vuole, si sente come vuole, è molto semplice. Dove nasce allora il problema? Dal fatto che ogni libertà presuppone una responsabilità, e più le libertà sono ampie, più c’è il rischio dell’inciampo su chi non ha le stesse consapevolezze. Provo a farla facile: è bellissimo fare il ciclismo, perché è uno sport che fa bene ai polmoni e allena i muscoli, ma bisogna stare attenti alle auto che passano accanto; e gli automobilisti devono stare attenti alla logica del ciclismo, e anche rispettare le tutine orrende che si mettono i ciclisti naturalmente. Ci vorrebbe una tale chiarezza su cos’è la discriminazione sul genere…”
“L’eleganza è incanto, è qualcosa di non definibile per quello che si indossa. È naturalezza, conoscenza di sé e di quello che ci si addice. Nessun brand può definire cosa sia elegante in generale, anzi molto spesso una cosa bellissima addosso a un fisico sbagliato stona.”
“Essere troppo firmate è peggio di essere troppo ingioiellate. Troppi gioielli fanno ridere; troppe firme fanno tristezza.”
“Penso che tutto ciò che viene indossato per camuffare un presunto difetto, svilisca chi lo porta. Il modo in cui ti vesti deve essere coerente con chi sei. Se penso alle tante madri vestite come le figlie, mi pare che spesso l’abbigliamento sia nemico della verità e dell’auto-accettazione. Detto ciò, io non metterei mai le ballerine e nutro un vero orrore per i piumini rosa mortadella o i calzini tortora”
“Credo che lo stile sia il risultato di una serie di informazioni che raccogliamo nel nostro intimo e che poi si traducano nella scelta di un taglio di capelli, di una borsetta, insieme a una valutazione onesta di se stessi. Il mio stile è personale, perché ho individuato dentro di me cosa mi piace. Ma questo lo devo a tutta la mia esperienza. Lo stile è il risultato, un effetto della personalità che ne è la causa.”
“Madonna? ho avuto modo di incontrarla tre volte ed è carina, sa? Tutte e tre le volte mi ha dato una sensazione fortissima di tenerezza. La prima volta l’ho vista agli inizi della sua carriera a New York, a cena da amici, c’era anche Boy George e poi c’era lei, una starlette nuova. E lei si agitava, azzardava degli argomenti scabrosi, con un linguaggio un po’ aggressivo faceva un po’ così la moderna, faceva quella “di rottura” e non le dico come la trattarono gli altri. E io la protessi perché mi sembrava molto fragile. (…) Ma parlare di talento con Madonna è un po’ come parlare di etica col Trota. Guardi, non sa l’imbarazzo! Eravamo tutti in grande imbarazzo.
Poi l’ho rivista anni dopo, quando uscì quel singolo che mi pare si chiamasse Frozen, un video bellissimo, di un regista giapponese, un pezzo molto molto bello. Lei lì era tutta spirituale, tutti cibi biologici, tutte cose che andavano di moda e quindi lei aderì.
E poi l’ho rivista sei mesi fa a Colonia in Germania, e ci siamo viste per caso a casa di amici. E insomma è ancora una bella donnetta… sgambetta, un fisichino. Ha la faccia un po’ strana sembra un po’ una vespa parcheggiata vista da dietro. Però insomma è sempre molto carina e ci ha funestato con l’educazione dei figli.
Mi fa sempre tenerezza perché mi è sempre sembrata una persona in cerca di approvazione, di colpire e di sedurre e questa è una cosa che mi intenerisce molto. E sa chi mi ricorda? Wanda Osiris, che era un’amica carissima di mamma. Ecco, Wanda Osiris non sapeva fare niente, non sapeva cantare, non sapeva ballare, non sapeva recitare, e diciamolo: era anche bruttina. Però… è così anche Madonna, non sa fare niente, è un prodotto di marketing, sa organizzarsi lavora con gente molto brava.”[ndr Frozen è una delle migliori canzoni anni ’90 di Madonna e il video non è diretto da un giapponese, ma dall’inglese Chris Cunnigham]
“Essere trasgressivi mostrando una tetta o il culo… L’ha fatto Clara Calamai qui da noi, no? Paola Borbone… mostrare una tetta rifatta quale trasgressione è? Madonna cavalca un’ondata di qualcosa che c’è già. A cominciare dal nome, no? Già, che botta di marketing pazzesco prendere il nome della donna più famosa del mondo. Anche se anche quella è una scelta coraggiosa, secondo me il coraggio nell’arte è ben altro.”
“Lady Gaga? Lei ha personalità, non si fa vestire da Jean Paul Gaultier o Dolce e Gabbana. È una vera musicista, poi non sponsorizza le collezioni di nessuno ma si mette dei bei cappottini di braciole. È una grandissima pianista sa stare sul palco. Sono stata ad un suo concerto ed ero pazza dalla gioia.”
“Credo che Lady Gaga abbia fatto una parodia di Madonna, ha fatto un lavoro di marketing. Come dire guarda, hai fatto un lavoro fatto a tavolino ed è facile copiarti come tutti i lavori fatti a tavolino”
“Madonna in concerto? Ma certo che ci vado, Madonna va vista. Lei va vista come va vista la regina Elisabetta, come va visto il Papa. Anche perché non so Madonna quanto durerà a sgambettare. A quell’età ci si rompe un femore sa?”
“Ma si figuri! sa quanti uomini con lo scotch sui capezzoli ho visto ballare: Damiano ha una bella voce, ma le sue sono cose già viste” – su Damiano David dei Maneskin.
“Ma lei crede che questa signorina così carina non sapesse a cosa andava incontro? Un marito fratello di un erede al trono? Ma su, andiamo, non ce la raccontino.” – su Megan Markle.
“Sì, è una influencer. Una volta era un’accezione negativa, si diceva “non farti influenzare!”, ora il web propone dei soggetti che ci dicono la loro opinione, che sia richiesta oppure no” – Su Chiara Ferragni.
“Yoko Ono pur non avendola mai incontrata. Vi suggerisco la lettura del cap. 16° del mio libro dove parlo di lei e della beffa che realizzò al MoMa… La più stronza di tutti noi!” (sulla star più antipatica da lei mai incontrata)
“Mi sono resa conto che la vergogna assomiglia a quelle sabbie mobili in cui più ci si agita e più si va a fondo. Un fondo che t’inghiotte nel buio di una visione di te e da cui poi è difficile risalire. Per questo nel finale del libro dico: se incontrate la vergogna salutatela velocemente e ditele che avete un appuntamento con il pudore.”
“A volte posso essermi stata antipatica, ma non ho nessun timore di risultare antipatica. Ecco, credo che questa sia la differenza tra il pudore, che è una valutazione di cosa vogliamo tenere per noi stessi, una misura personale, e la vergogna, che è irrorata di paura del giudizio altrui”
“Non sono una fanatica degli applausi, ma dei silenzi, quei tonfi che si creano in teatro e che ti fanno capire che il pubblico ascolta. Gli artisti hanno un unico privilegio: poter esporre la propria visione delle cose a qualcuno che li ascolta.”
“La scrittura è un luogo che mi piace. Poi il teatro è un altro luogo mio, una scatola magica dentro la quale accadono tutte le cose che mi piacciono e accadono in relazione al pubblico. Tendo allo scambio umano, che trovo nel teatro. E poi la musica mi piace infinitamente. Amo moltissimo la musica napoletana.”
“Il peggior errore che può commettere un attore è ascoltarsi troppo: il suono della propria voce è così potente che distrae da ciò che si dice. Amo dire parolacce, ma garbo è la parola con il suono e il significato che più amo”
“L’Italia, politicamente, è come la letteratura coreana nelle librerie: segue il principio del ‘vediamo se va’”
“L’Italia non sarà mai priva di bigottismo, vive il contrasto tra la voglia di mare, sole, baci davanti al Vesuvio… e il Papa. Comunque ora siamo messi meglio rispetto a prima, sì sì.”
Parlando del fatto che ha paragonato i social alla pinzetta per le sopracciglia: “Sì, perché sono tra le armi letali del nostro tempo. Sulle sopracciglia, soprattutto quelle maschili, riconosco di avere delle rigidità. Già il gesto, la pinzetta che modifica… Togli tre peli e sei più in ordine, ti accanisci e fai il disastro. Battute a parte, il web è un luogo di grandissima libertà, come nella storia dell’uomo non c’era mai stata, e ha portato a galla un diffuso problema di rispetto dell’idea altrui. Poi scorre anche tanta bellezza, io sono una grande fan della parte bella del web, per esempio c’è il mio amico di Livorno che posta un quadro bellissimo ogni giorno”
“Come spesso accade, le nostre asprezze hanno a che fare con le ostilità che ci abitano.”
“Affinchè un uomo mi possa piacere deve essere naturale. Non c’è niente di più sexy di un uomo che non sa di esserlo…”
“Sono convinta fermamente che anche il sesso occasionale abbia una sua dignità perché in fondo è un’occasione”
“Ho scoperto che la memoria agisce indisturbata dentro di te, lasciandoti l’illusione di averne il controllo. La memoria mai si riposa, è sempre pronta a restituirti antiche emozioni in modo rinnovato e spesso violento. Essa non è mai sazia di rivelarti il significato delle esperienze senza chiedere il permesso. E senza pietà.”
“Non sempre si può essere sinceri, ma leali sì: posso darti quello che so di me ma non quello che devo ancora scoprire. Non so se le scelte che ho fatto fossero le migliori, ma erano quelle che potevo fare nel momento in cui le ho fatte. Per non essere prigionieri della propria indole si deve integrare ciò che siamo, che non muta, con ciò che vorremmo, che muta”
“Comportarsi in modo naturale e accogliente verso gli altri è un atteggiamento sano verso se stessi e verso gli altri. Se si è privi di pregiudizi nei propri confronti, lo si è anche verso l’esterno.”
“In sei si parla. In quattro, se c’è uno che ti sta sulle scatole è un guaio, otto sono troppi” – Sul perché sei persone è il numero perfetto di invitati a una cena.
“Allenate la capacità di ascolto, del prossimo e di voi stessi. Alimentate il confronto: solo questo vi consentirà di avere delle convinzioni sane e vi proteggerà dall’agire e dal subire il pregiudizio. Provate a chiedere scusa anche quando avete torto”