Un genere che ha sempre attratto gli spettatori al cinema è sicuramente il peplum. Si tratta di un gruppo di film ambientati nella Grecia antica o nella civiltà romana. La sua definizione non è così marcata perché sotto questa dicitura possono ricadere titoli che abbracciano generi come il fantastico, il biblico, lo storico, ecc…
C’è stato perfino un periodo nella storia del cinema, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, in cui il peplum era molto gettonato. Se ne producevano diversi e spesso si piegava al peplum film che andavano in tutt’altre direzioni, come ad esempio il comico Totò contro Maciste. Chiaramente non tutti gli esempi usciti da questo filone raggiungevano risultati degni di nota o possedevano un appeal duraturo, però erano sicuramente molto richiesti, ottenevano sempre ottimi incassi al botteghino e facevano molto parlare di sé. Alcuni venivano realizzati in Italia, se non addirittura da produzioni nostrane, impiegando attori di fama internazionale, perfino bodybuilder professionisti.
Oggi sembra che il peplum sia parecchio caduto in disuso, ma ha comunque lasciato un ricordo indelebile nel pubblico di tutto il mondo e non è da escludere un suo possibile ritorno. Al momento di scrivere questo articolo, è in lavorazione un sequel de Il gladiatore con protagonista Paul Mescal. La storia romana è troppo affascinante per non essere rappresentata sul grande schermo!
Vediamo quindi i 10 migliori film peplum da vedere assolutamente:
1. Ben-Hur (1959)
Al primo posto non può che esserci Ben-Hur, uno dei più grandi film mai realizzati e il peplum ad oggi più riuscito e memorabile, capace di mettere d’accordo intere generazioni di spettatori. A livello di produzione è un kolossal e per molto tempo è rimasto uno dei più sontuosi e magnifici. Basti pensare che fu il primo film a vincere ben 11 premi Oscar, un record eguagliato soltanto da Titanic e Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re. La versione diretta da William Wyler nel 1959 ed interpretata da un gigantesco Charlton Heston è indubbiamente la più famosa. Tuttavia, non è il primo adattamento dell’omonimo romanzo di Lew Wallace: ben due lavori sono stati realizzati durante il periodo del cinema muto.
Giudea, I secolo d. C., il Cristianesimo è ormai parte della comunità romana e i giudei che fanno opposizione rappresentano un problema per l’imperatore Tiberio. Tra questi c’è Giuda Ben-Hur, un ricco mercante da anni legato da una profonda amicizia a Messala, comandante della guarnigione del governatore Valerio Grato. Quando scorta quest’ultimo in Giudea, Messala fa visita a Giuda. Si aspetta infatti che lo aiuti a fare carriera nell’esercito tradendo il suo popolo. Di fronte al rifiuto di Giuda, qualcosa comincia ad incrinarsi nel rapporto tra i due uomini.
Quando a causa di Tirzah, la sorella di Giuda, una tegola cade accidentalmente rischiando di colpire il governatore, i Ben Hur vengono accusati di alto tradimento. Giuda finisce in prigione e poi su una nave come vogatore. A tenerlo in vita è la voglia di riabbracciare Tirzah, sua madre Miriam ed Ester, la schiava di cui è innamorato, e un desiderio di vendetta nei confronti di Messala.
2. Il gladiatore (2000)
Il secondo grande kolossal risale a moltissimi anni dopo l’epoca d’oro del peplum. In effetti, questo ritorno, unito all’ottima qualità del film, rappresenta un nuovo modo coniugare questo genere. Il gladiatore lo si deve a Ridley Scott, autore di titoli come Alien e Thelma & Louise. Il film ha inoltre consolidato la fama di Russell Crowe, che è per tutti diventato l’instancabile Massimo Decimo Meridio, complice anche l’ottimo doppiaggio di Luca Ward. Rispetto a Ben-Hur, ci sono dei personaggi meglio sviluppati, come quello del villain Commodo, interpretato da Joaquin Phoenix. Ad oggi Il gladiatore è ancora l’ultimo peplum ad aver vinto l’Oscar per il miglior film.
Nella Roma di Marco Aurelio, il valoroso generale Massimo Decimo Meridio riporta un’importante vittoria sul campo di battaglia combattendo contro i Marcomanni in Germania. Accolto a Roma con tutti gli onori, si guadagna la stima e la fiducia di Marco Aurelio e alla sua morte l’imperatore intende lasciargli il trono. Il suo inetto figlio Commodo non resta a guardare: prima che possa rendere pubblica la propria decisione, strangola il padre. Intuendo l’omicidio, Massimo rifiuta di sottomettersi a Commodo come nuovo imperatore. Quest’ultimo si vendica facendo trucidare la sua famiglia. Scampato alla condanna a morte, Massimo trova una protezione in Proximo, un mercante di schiavi che lo addestra affinché diventi un gladiatore. Tornato a Roma, Massimo compirà finalmente la sua vendetta.
3. Spartacus (1960)
Terzo titolo molto rappresentativo del genere peplum è Spartaco, diretto dal sommo Stanley Kubrick. Sebbene non sia tra i film più memorabili del maestro, è sicuramente uno dei migliori realizzati in questo filone. Anche di questo grande classico degli anni ’60 ne esiste una versione preesistente e risalente al periodo del cinema muto italiano e un’altra datata al 1953 ed intitolata Spartaco, il gladiatore della Tracia. La figura narrata è sempre la stessa, ma nella versione di Kubrick la sceneggiatura di Dalton Trumbo è basata su un omonimo romanzo di Howard Fast. A livello di trama ci troviamo quindi dalle parti di Ben-Hur e Il gladiatore. L’eroe della situazione ha invece le fattezze dell’erculeo Kirk Douglas, all’epoca molto richiesto.
I secolo a. C., epoca della Repubblica romana. La corruzione che si è insediata nello stato condiziona lo stile di vita del popolo e delle classi più umili. Spartaco è uno schiavo assai poco collaborativo che, dopo il suo ennesimo atto di ribellione, viene condannato a morire di fame. A salvarlo è Lentulo Batiato, un ricco e rispettato signore che decide di comprarlo per addestrarlo nella sua scuola di aspiranti gladiatori. Spartaco fa inoltre la conoscenza della schiava Varinia e i tra i due nasce un profondo legame. Finché non si intromette Marco Licinio Crasso che, per un capriccio, acquista Varinia e manda Spartaco nell’arena dei gladiatori. I due amanti dovranno affrontare una serie di prove di sopravvivenza prima di potersi ricongiungere.
4. I dieci comandamenti (1956)
Come abbiamo detto, il peplum può fondersi anche con il genere biblico. Apprendere quindi che un altro titolo di successo degli anni ’50 è I dieci comandamenti non dovrebbe destare stupore. Ad interpretarlo è sempre Charlton Heston, che solo qualche anno più tardi avrebbe vinto l’Oscar come miglior attore protagonista per Ben-Hur. Sebbene Heston sia in generale un attore appartenente al cinema di genere (tra i suoi lavori spiccano L’infernale Quinlan e Il più grande spettacolo del mondo), con il film in costume sembra particolarmente a proprio agio e si dimostra qui un ottimo Mosé. A dirigerlo è Cecil B. De Mille, uno dei padri fondatori della settima arte. Nel ruolo del faraone troviamo invece l’ottimo Yul Brynner, quell’anno premiato con l’Oscar per Il re ed io.
Nell’antico Egitto il crudele faraone Ramesse I riduce in schiavitù la popolazione ebraica. Turbato da una profezia degli astrologi di corte, secondo i quali un singolo uomo causerà la distruzione dell’intero Egitto, il faraone ordina l’uccisione di tutti i neonati ebrei. Per salvare il proprio figlio, una schiava ebrea lo depone in una cesta che abbandona sulle rive del Nilo. La corrente porta il bambino a corte, dove viene trovato dalla figlia del faraone. Poiché incapace di generare figli, quest’ultima decide di allevarlo come proprio e gli assegna il nome di Mosé, che significa “salvato dalle acque”. Mosé cresce insieme a suo fratello Ramesse II credendo di essere egiziano. Divenuto adulto, scoprirà la sua vera identità e dovrà compiere il suo destino di Liberatore.
5. 300 (2006)
Un discorso a parte lo merita anche 300, che è un film realizzato mediante la tecnica del chroma key e a tutti gli effetti un peplum. Sebbene non abbia goduto di molta considerazione da parte delle commissioni che assegnano gli annuali premi cinematografici, alla sua uscita fu salutato come un’importante novità e risultò tra i film più visti. Si tratta del secondo lungometraggio realizzato da Zack Snyder, oggi uno dei registi più ripagati dal botteghino. La curiosità con cui 300 venne accolto dipendeva anche dal successo dell’opera originale, ovvero un fumetto omonimo scritto da Frank Miller e Lynn Varley. L’eroe è il re Leonida, interpretato da un ottimo Gerard Butler. Nel cast del film figurano inoltre David Wenham, Lena Headey, Dominic West, Rodrigo Santoro e Michael Fassbender.
La storia dell’eroico re Leonida viene raccontata dal soldato spartano Delios nella Grecia del V secolo a. C. La narrazione inizia nel momento in cui Leonida è ancora un valoroso soldato molto stimato dal suo popolo. Uno dei suoi primi gesti è il categorico rifiuto di sottomissione al re persiano Serse, rivendicando la sovranità spartana. Avendo scaraventato in un pozzo due messaggeri persiani, Leonida si prepara ad affrontare una guerra contro il popolo nemico. Poiché négli efori né l’Oracolo gli danno l’approvazione, Leonida decide di radunare 300 uomini per la guerra contro i persiani. L’esercito avversario può contare su ben 100mila soldati, ma Leonida condurrà il suo popolo verso una gloriosa vittoria.
6. Cabiria (1914)
A dimostrazione di quanto il genere peplum vanti radici antichissime nella settima arte, non poteva mancare Cabiria, il più importante kolossal italiano realizzato durante l’epoca del muto. L’importanza di questo lungometraggio è tale che alcuni suoi cimeli, come pure un filmato d’archivio, si trovano tuttora custoditi nel Museo del Cinema presso la Mole Antonelliana a Torino. Il film è diretto da Giovanni Pastrone, anche se nell’immaginario comune viene spesso e volentieri erroneamente attribuito a Gabriele D’Annunzio, che in realtà ne curò soggetto e sceneggiatura. Cabiria apportò inoltre una serie di importanti innovazioni tecniche grazie al direttore della fotografia Segundo de Chomón.
III secolo a. C., Cabiria è una bambina di cinque anni figlia di un ricco catanese di nome Batto. A causa dell’eruzione dell’Etna, la sua famiglia è costretta a lasciare la propria abitazione. Nella fuga, Cabiria e la sua nutrice Croessa vengono fatte prigioniere e infine acquistate da Karthalo, che decide di sacrificare la bambina al dio Moloch. A salvarla è il romano Fulvio Axilla con la complicità di Maciste. Tuttavia, gli eventi storici che attraversano quel secolo si abbattono su Cabiria, che dovrà affrontare un lungo calvario fino all’età adulta.
7. Quo vadis (1951)
Altro famosissimo peplum è Quo vadis, diretto da Mervyn LeRoy. Anche qui parliamo della versione sonora di un film muto, realizzato nel 1913 da Enrico Guazzoni. I due lungometraggi hanno in comune la stessa fonte d’ispirazione, un omonimo romanzo scritto dal polacco Henryk Sienkiewicz, premio Nobel per la letteratura nel 1905. Protagonista di questo adattamento è Robert Taylor, che viene affiancato da Deborah Kerr e Peter Ustinov. Alla sua uscita Quo vadis risultò il film di maggiore incasso e ricevette otto candidature agli Oscar, senza tuttavia riuscirne a vincere una. Quell’anno trionfò invece il musical Un americano a Parigi.
La storia è ambientata a Roma durante il regno dell’imperatore Nerone. Il conflitto tra cristiani e pagani è in quel periodo ancora in corso e la corruzione si è insediata tra le più alte cariche dello stato. Protagonista è il console Marco Vinicio, reduce da tre anni in guerra contro i Britanni e i Galli. Sulla via di ritorno, apprende con orrore di essere stato bandito dalla capitale. Tuttavia, trova ospitalità presso il console Aulo Plauzo e si innamora della figlia di questi, Licia, ormai passata alla fede cristiana. I due viene si trovano però in difficoltà a causa delle divergenze dovute ai rispettivi valori e alla crescente cristianofobia, puntualmente incoraggiata da Nerone. Gli atti dell’imperatore divengono sempre più folli e sua moglie Poppea, rifiutata da Marco, brama vendetta contro di lui.
8. Cleopatra (1963)
Probabilmente in molti sapranno già che questo divenne più noto per vicende di gossip, che non fecero altro che screditarlo. Fu proprio sul set di Cleopatra infatti che iniziò l’appassionata e allora scandalosa relazione tra i suoi due celeberrimi interpreti, Liz Taylor e Richard Burton. Il film di Joseph L. Mankiewicz è stato però con il tempo riabilitato e visto con uno sguardo più oggettivo. Nonostante i complicati retroscena, alla sua uscita, Cleopatra si aggiudicò quattro premi Oscar per fotografia, scenografia, costumi ed effetti speciali, un risultato che è per troppo tempo passato quasi in silenzio.
Dopo la sconfitta subita da Cesare, Pompeo ripara in Egitto con la speranza di ottenere l’appoggio del faraone Tolomeo XIII. Giunto in Africa sulle tracce di Pompeo, Cesare resta estasiato dalla bellezza di Cleopatra, sorella del faraone. Quest’ultima è in contrasto con Tolomeo XIII e cerca l’appoggio dell’illustre ospite romano. Il piano riesce e Cleopatra viene infine incoronata unica regina d’Egitto. Tornato a Roma, Cesare celebra il suo successo mostrandosi in compagnia di Cleopatra, che viene accolta con tutti gli onori. Presto Cesare trova la morte in una congiura e per Cleopatra inizia un momento difficile per il consolidamento del suo potere. Tuttavia, trova una spalla in Marco Antonio, fidato luogotenente di Cesare.
9. Conan il barbaro (1982)
Un titolo che forse a molti sembrerà un po’ insolito, ma che è in realtà un esempio perfettamente calzante è Conan il barbaro. Sicuramente il lungometraggio diretto da John Milius (Un mercoledì da leoni) va più nella direzione dell’adventure movie o del film epico, ma il peplum è comunque un genere ben presente. Uno dei principali meriti di Conan il barbaro è quello di aver consacrato Arnold Schwarzenegger, bodybuilder e più volte Mr. Olympia, a icona del cinema degli anni ’80. A questo primo titolo seguì un sequel intitolato Conan il distruttore e nel 2011 si è tentato perfino il reboot con risultati a dir poco disastrosi.
Rimasto orfano di entrambi i genitori, il giovane Conan assiste impotente al massacro del suo stesso popolo. Caduto prigioniero, Conan viene costretto ai lavori forzati, sviluppando così una corporatura muscolosa. Il suo destino cambia quando viene acquistato da Ivanhir, che lo avvia come lottatore. Divenuto infine uomo libero, Conan si rifugia sotto una grande roccia e prepara la sua vendetta contro il popolo oppressore.
10. Barabba (1961)
Altro titolo interessante è Barabba, realizzato nel 1961 da Richard Fleischer. Arriva quindi durante l’epoca d’oro del peplum e, pur essendo una produzione italiana, la regia viene affidata ad uno statunitense. Il cast è internazionale e coinvolge Anthony Quinn, Silvana Mangano, Katy Jurado, Arthur Kennedy, Vittorio Gassman, Jack Palance, Valentina Cortese e Ernest Borgnine. La fonte è un omonimo romanzo dello svedese Pär Fabian Lagerkvist, peraltro già adattato nel 1953 dal regista Alf Sjöberg.
Barabba viene liberato da Ponzio Pilato, in seguito ad un’interrogazione diretta al popolo romano, che lo preferisce a Gesù di Nazareth, finito sulla croce. La salvezza della carne non lo redime però nell’anima e, da criminale recidivo, Barabba subisce una nuova condanna che lo porta a lavorare in una miniera in Sicilia. Dopo essere sopravvissuto ad un terremoto, fugge a Roma e viene addestrato come gladiatore. Qui fa la conoscenza di uno schiavo cristiano, il quale lo avvicinerà al lascito dell’uomo che è stato ucciso al suo posto ed alla dottrina dell’apostolo Pietro.