Nel 2022, La stranezza è stata una delle pellicole italiane di maggior successo. Non è la prima volta però che il cinema italiano si confronta con Pirandello, un autore non facile da maneggiare: è stato a suo tempo drammaturgo, scrittore, poeta e persino Premio Nobel.
Non è un segreto che il nostro sia un paese fortemente legato ad una proficua e vasta letteratura, e questo incide particolarmente sul nostro cinema, da sempre tendente all’adattamento dei grandi classici. Di recente uscita sono due film fortemente ispirati a due grandi autori della nostra tradizione letteraria: Dante di Pupi Avati e La stranezza di Roberto Andò, due titoli che probabilmente ritroveremo tra i principali contendenti ai prossimi David di Donatello 2023 (al momento però le candidature ancora non sono uscite). Anche nel 2021 una delle pellicole di maggior successo, Qui rido io di Mario Martone, vedeva opposti altri due nostri grandi autori: Eduardo Scarpetta e Gabriele D’Annunzio. In quel caso però il territorio dello scontro era il teatro, che è pur sempre una branca della letteratura.
Proprio a partire da queste premesse, abbiamo deciso di selezionare i dieci migliori film ispirati alle opere di Pirandello, da L’attesa al già citato La stranezza.
1. Kaos (1984)
Il primo film che viene in mente è Kaos, realizzato nel 1984 dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani. I registi pisani sono sempre stati affascinati dall’autore e drammaturgo siciliano. Non per niente l’ultimo lavoro realizzato da Paolo Taviani si intitola Leonora addio ed è ispirato ad un’omonima novella di Pirandello.
Con Kaos i Taviani compiono un’operazione abbastanza difficoltosa. Il film lo si deve infatti a quattro racconti contenuti in Novelle per un anno, una raccolta che conta di ben 15 volumi, più un altro liberamente ispirato a due novelle contenute nell’ultimo tomo della raccolta. Il cast di Kaos è molto ricco e compaiono un sacco di nomi noti più per il teatro che per il cinema, oltre che il duo comico formato da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Essendo ispirato a racconti diversi dello scrittore agrigentino, il film ha ovviamente una struttura ad episodi e Franco e Ciccio sono i protagonisti dell’adattamento di uno dei suoi lavori più noti: La giara.
2. La stranezza (2022)
Al secondo posto di questa classifica troviamo La stranezza di Roberto Andò, un film passato nelle nostre sale proprio in questo 2022 ormai prossimo alla fine. Un elemento lo accomuna a Kaos: la presenza di un duo comico nei ruoli più centrali. Questa volta ad essere protagonisti sono Salvo Ficarra e Valentino Picone, che si mostrano all’altezza della situazione e per di più in veste drammatica. Che le doti di Ficarra e Picone vadano ben oltre gli sketch comici non è certo una novità: li avevamo già visti recitare in questi panni in Baarìa di Giuseppe Tornatore. Tuttavia, La stranezza rappresenta un’importante conferma di questa prima impressione. Sulla scena compare anche Luigi Pirandello in carne e ossa, interpretato da uno straordinario Toni Servillo.
La fonte di ispirazione de La stranezza è da ricercarsi in uno dei più grandi successi di Pirandello, ovvero i Sei personaggi in cerca d’autore. Il film però non è un adattamento in senso stretto del dramma, ma piuttosto una ricostruzione delle sue origini. In primo piano ci sono le avventure tragicomiche di Bastiano e Nofrio, due improbabili becchini che aspirano a diventare attori di teatro. Il loro destino si intreccia con Luigi Pirandello, tornato in Sicilia proprio in quel momento, e con la prima dei Sei personaggi in cerca d’autore.
3. Enrico IV (1984)
Al terzo posto troviamo un film probabilmente meno conosciuto di Marco Bellocchio. Nonostante il titolo vagamente shakespeariano, anche Enrico IV è in realtà un adattamento di un’omonima tragedia di Luigi Pirandello. Il cast è molto interessante e comprende Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Leopoldo Trieste, Paolo Bonacelli e Gianfelice Imparato. Si tratta di un film in cui ricorrono alcuni dei temi tanto cari al drammaturgo siciliano: le maschere, la pazzia, la finzione, ecc… La versione di Bellocchio opera però anche una revisione della scrittura lavorando soprattutto in sottrazione.
L’Enrico IV del titolo è in realtà un nobile signore che da anni ha perso il lume della ragione e crede di essere il regnante sul Sacro Romano Impero, questo a causa di una caduta durante una cavalcata in costume in cui impersonava Enrico IV. L’azione prende avvio nel momento in cui l’uomo riceve la visita del nipote, di uno psichiatria, dell’amata Matilde e altri personaggi che si aggiungono al gruppo. L’incontro porterà a galla il dramma che si cela dietro la follia di Enrico IV.
4. Leonora addio (2022)
Al quarto posto troviamo un altro titolo uscito quest’anno. Lo avevamo già menzionato ed è diretto da Paolo Taviani, fratello e partner professionale del defunto Vittorio. Il film è tratto da un omonimo racconto contenuto nella raccolta Novelle per un anno. Tuttavia, la trama non è la stessa dell’originale Leonora addio, ma quella de Il chiodo, altra novella dello scrittore siciliano.
Il film è stilisticamente interessante e vede coinvolti attori come Fabrizio Ferracane, Roberto Herlitzka e Claudio Bigagli. Nonostante la presenza di molti personaggi e di una trama principale, lo sguardo di Vittorio Taviani è più attento alla tematica trattata e alla forma impiegata. La particolarità di Leonora addio sta nell’intrecciare una prima parte biografica in cui si assiste ai funerali di Pirandello, scomparso nel 1936, con l’effettivo adattamento de Il chiodo. Il film è stato presentato in concorso al Festival di Berlino, a dieci anni di distanza dall’Orso d’oro a Cesare deve morire, realizzato dai due fratelli registi.
5. Chi lo sa? (2001)
Un altro film ispirato a Pirandello è una produzione di Francia, Italia e Germania. Alla regia c’è il francese Jacques Rivette, uno degli esponenti della Nouvelle Vague e autore di titoli tanto importanti quanto difficili. Protagonisti principali di Chi lo sa? sono Jeanne Balibar e Sergio Castellitto, che tornerà poi a farsi dirigere da Rivette anche nel successivo Questione di punti di vista.
La fonte di ispirazione di questo film è Come tu mi vuoi, un dramma già trasposto da George Fitzmaurice nel 1932 con protagonisti Greta Garbo e Melvyn Douglas. Entrambe le versioni si prendono delle libertà creative rispetto all’opera originale. Nel caso di Rivette, ci troviamo di fronte ad un gioco di rimandi tra cinema e teatro. Protagonisti di Chi lo sa? sono infatti un’attrice francese e il suo compagno italiano. I due vogliono mettere in scena Come tu mi vuoi di Pirandello e lo faranno a Parigi, città dove lei è nata. Delle figure ritornano dal passato e i sentimenti prendono sopravvento sulla messa in scena.
6. Tu ridi (1998)
Ancora un film firmato Taviani, questa volta da entrambi i fratelli. Anche questo è un adattamento ispirato a Novelle per un anno. Il cast di Tu ridi è però diversamente composto rispetto al precedente Kaos. In questo nuovo lungometraggio scorrono i volti di Antonio Albanese, Sabrina Ferilli, Giuseppe Cederna, Luca Zingaretti, Lello Arena e Turi Ferro.
Il film è diviso in due episodi, intitolati rispettivamente Tu ridi e Due sequestri. Il primo racconta una storia tanto bizzarra quanto tragicomica in cui il riso diventa sintomo di sofferenza. Protagonista di questa storia è Felice Trespini, un cantante che deve abbandonare la sua carriera a causa di un problema di salute. Il secondo è invece una storia di mafia in cui l’arte alla fine qualcosa c’entra e segue le vicende di un bambino che viene rapito come avvertimento nei confronti del padre, un pentito di Cosa Nostra deciso a collaborare con la giustizia.
7. La balia (1999)
Al settimo posto troviamo un altro film di Marco Bellocchio, forse tra i suoi più famosi, anche se meno emblematico di altri realizzati dal regista piacentino. La balia è il trampolino di lancio di Maya Sansa, attrice romana che anni dopo presterà il suo volto ad un lungometraggio ancora più importante del regista, Buongiorno, notte. Nel cast figurano inoltre Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi e Michele Placido.
Anche in questo caso all’origine c’è un omonima novella contenuta nella vasta raccolta di Novelle per un anno. Come in molti dei suoi racconti, Pirandello sfida gli stereotipi a cui siamo abituati e immagina un amore impossibile tra una madre e un figlio che avviene già al momento del parto. Il film di Bellocchio ne è una libera trasposizione, ma è molto fedele allo spirito pirandelliano. In casa Mori, una famiglia dell’alta borghesia dove aleggia un’aura molto fredda, arriva un figlio. La madre però non riesce ad affezionarsi a questo bambino e anche il neonato sembra ricambiare, rifiutandosi di attaccarsi al suo seno. Nella famiglia entra così Annetta, la balia incaricata di occuparsi del bambino.
8. L’attesa (2015)
Tra i più recenti adattamenti pirandelliani, c’è sicuramente L’attesa, opera prima di Piero Messina, regista siciliano con alle spalle una lunga esperienza di cortometraggi. Il film viene nel 2015 presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e, nonostante un nome sconosciuto dietro la macchina da presa, è da subito uno dei titoli di punta. Merito di una promozione adeguata, della produzione di Nicola Giuliano (La grande bellezza) e di una splendida Juliette Binoche come protagonista.
L’attesa è liberamente ispirato alla novella La vita che ti diedi ed è ambientato nelle campagne siciliane. Al centro c’è una casa tanto grande e bella quanto vuota e spettrale. È qui che vive Anna, una donna che ha perso il figlio ma che rifiuta questo lutto comportandosi di fatto come se il defunto fosse ancora vivo. Il suo atteggiamento non si ferma neanche davanti all’arrivo di Jeanne, una giovane francese con cui il figlio aveva una relazione.
Il risultato è un prodotto elegante, ma poco convincente nella scrittura, soprattutto per quel che concerne le ragioni dei personaggi.
9. L’uomo, la bestia e la virtù (1953)
In penultima posizione troviamo un film con Totò. Non è tra i suoi più famosi o più consumati dalle masse e certo non è ai livelli de I soliti ignoti o Uccellacci e uccellini, ma ci permette di vedere il più grande attore comico italiano in una veste diversa. La regia è di Steno, ovvero Stefano Vanzina, che fino a quel momento aveva diretto già diversi film con Totò, molti dei quali in co-regia con Mario Monicelli. Accanto a Totò troviamo inoltre Viviane Romance, Orson Welles e Mario Castellani. Un cast che ispira la visione già solo per questo coraggioso accostamento.
L’uomo, la bestia e la virtù è chiaramente un adattamento dell’omonima commedia di Luigi Pirandello, ma anche qui non mancano le libertà creative e ad un certo punto la trama discosta dal modello originale. Protagonista è il maestro Paolino De Vico, amante di Assunta, la moglie del capitano Perella. Assunta aspetta un figlio dal maestro, ma per salvare l’onore della donna i due amanti decidono di dichiararlo figlio del capitano. Perché il piano riesca i due amanti dovranno spingere l’uomo, marito ormai disamorato e concentrato su un’altra donna, a trascorrere una notte d’amore con la moglie.
10. Le due vite di Mattia Pascal (1985)
L’ultimo posto in classifica spetta invece ad un film minore di Mario Monicelli. Il regista romano sarà stato forse ispirato dal lavoro realizzato dal suo ex collaboratore Steno per questa incursione nel mondo pirandelliano. Tuttavia, c’è da dire che la letteratura in qualche modo è spesso appartenuta al suo cinema. Pur essendo a tutti gli effetti retta da una sceneggiatura originale, L’armata Brancaleone è un film che chiaramente deve tantissimo alla letteratura.
Le due vite di Mattia Pascal è tratto dal più famoso romanzo di Pirandello, Il fu Mattia Pascal appunto, e nel cast figurano: Marcello Mastroianni, Laura Morante, Laura del Sol, Andréa Férréol e Bernard Blier. La storia è praticamente la stessa del romanzo: Mattia Pascal simula la propria morte e diventa Adriano Meis e da lì dipartono tutta una serie di problemi legati alla sua non-esistenza. Il risultato è buono, ma troppo legato alla performance dei protagonisti e in una filmografia ricca come quella di Monicelli certo non brilla.