Oggigiorno la Corea del Sud è ormai nota anche ai cinefili occasionali come una delle industrie cinematografiche più interessanti del mondo (confermato tra l’altro dallo storico successo agli Oscar di Parasite di Bing Joon-ho). Ad ogni modo la Corea non ha iniziato improvvisamente a sfornare film di alta qualità negli ultimi anni. In realtà, sono decenni che la Corea produce film che superano i confini e i generi. E non si tratta solo di ultraviolenza e di commenti sociopolitici, anche se questi temi ricorrono spesso. Se vi addentrate nella storia del cinema coreano, troverete melodrammi durissimi, commedie ironiche, horror atmosferici e viscerali e film d’azione lirici in grado di competere con Hong Kong. Di seguito vi presentiamo i 21 migliori film coreani da vedere assolutamente.
1. The Wailing (2016)
Iniziamo consigliandovi subito un capolavoro dell’horror d’atmosfera, firmato dal geniale Na Hong-jin. The Wailing è lungo, intenso ed altamente ambizioso ma mai banale o pedante. Un film che prende in prestito elementi da tutto il panorama del genere orrorifico – dagli zombie ai demoni ai bambini inquietanti – ma non diventa mai un patchwork disordinato bensì i vari elementi si amalgamano alla perfezione. La storia, incentrata su un agente di polizia intento a salvare un villaggio da una misteriosa entità, si svolge in modo abbastanza graduale da far sembrare tutto naturale, permettendo al senso di terrore di avvolgerci come una nebbia tenendoci pertanto incollati alla poltrona. Imperdibile.
2. A Tale of Two Sisters (2003)
Questa suggestiva favola dell’orrore del maestro Kim Jee-woon, adattata da una storia popolare locale, riecheggia Shining sia per l’intricata ambientazione (una villa gotica piena di corridoi incombenti e carta da parati alla William Morris) che per l’atmosfera agghiacciante. Ma il tutto è ulteriormente elevato dalla regia esperta di Kim Jee-woon e dalla colonna sonora hitchcockiana di Lee Byung-woo; il risultato finale è un capolavoro, laddove orrore e psicologia la fanno da padrone.
3. Peppermint Candy (2000)
L’esordio alla regia dello sceneggiatore Lee Chang-dong inizia con un uomo scarmigliato che si getta sotto un treno. Ripercorrendo a ritroso la sua vita, il film mostra cosa lo ha portato a quel punto, ripercorrendo 20 anni di storia politica coreana, dalla crisi finanziaria asiatica della fine degli anni ’90 allo scontro del 1980 tra cittadini e polizia noto come il Massacro di Gwangju. Peppermint Candy è un melodramma potente con un tono elegiaco e una nota finale straziante. Dramma tanto politico quanto intimista, distinto da una regia sopraffina, elegante ed altamente stratificata.
4. Memories of Murder (2003)
Ruotando intorno a una serie di omicidi realmente accaduti che hanno sconvolto una piccola cittadina di campagna negli anni ’80, Memories of Murder di Bing Joan-ho trasforma il procedurale poliziesco in un potente atto d’accusa nei confronti di una società incapace di affrontare una simile violenza e morte. Come è sua abitudine, il regista inietta una sana dose di umorismo nero nelle vicende, mentre una coppia di poliziotti di campagna mal preparati fa squadra con un investigatore della grande Seul (Kim Sang-kyung) per assicurare l’assassino alla giustizia. Ma mentre il numero dei morti continua a salire e la pista degli indizi si fa follemente indistinta, la nube di malinconia che incombe sul film diventa sempre più cupa e intensa. Ogni colpo di scena è realizzato con un tocco da maestro al punto da rimanere impresso nel cuore e nella mente dello spettatore. Pietra miliare.
5. Save The Green Planet (2003)
In questa commedia-fantasy stravagante e di genere del poliedrico Jang Joon-hwan, un apicoltore paranoico (Shin Ha-kyun di Sympathy for Mr Vengeance) ha rapito l’amministratore delegato di una società farmaceutica (Baek Yoon-sik, The President’s Last Bang), convinto che sia un alieno proveniente dal pianeta Andromeda. Ispirato in parte a Misery (1990) di Rob Reiner, questo cult anticonformista ricorda anche le opere fantascientifiche di Terry Gilliam. Tra le opere più folli del cosiddetto New Korean Cinema.
6. Joint Security Area (2000)
Questo avvincente mistero della DMZ – il film che ha incassato di più in tutto il paese quando è uscito- è uno dei primi film a ritrarre i personaggi nordcoreani in una luce simpatica. L’opera di Park Chan-wook presenta echi de Il silenzio degli innocenti nella sua avvincente narrazione procedurale, mentre un maggiore dell’esercito (Lee Young-ae di Lady Vengeance) indaga su un incidente mortale che coinvolge guardie opposte al confine. Le guardie sono interpretate dai pesi massimi dell’industria come Song Kang-ho (il padre di Parasite), Lee Byung-hun di I Saw The Devil e Shin Ha-kyun, che danno un vero senso di profondità e umanità ai loro ruoli militanti.
7. Burning (2018)
Lee Chang-dong, un abile e fine artigiano la cui regia è sostenuta da una totale padronanza dello stato d’animo, dà il meglio di sé in un thriller a fuoco lento basato su un racconto di Haruki Murakami, che presenta una miscela murakamiana di donne scomparse, uomini innamorati, gatti affamati e jazz. L’alchimia tra Lee e l’opera dell’autore giapponese sembra ovvia a posteriori: entrambi amano piegare le loro storie in direzioni imprevedibili e ambigue. Ma Lee aggiunge preoccupazioni coreane molto specifiche sulle divisioni di classe e sul divario tra nord e sud, mentre un ragazzo di campagna, diventato aspirante scrittore, si imbatte in un misterioso playboy dai sinistri passatempi.
8. Whispering Corridors (1998)
Negli anni ’70 i film sudcoreani erano soggetti a una pesante censura, a causa del regime autoritario del Paese. Quando il regime è caduto, per i registi innovativi come Park Ki-hyung è iniziato il gioco. Park Ki-hyung ha quindi potuto cavalcare una nuova ondata di creatività che ha dato un nuovo impulso al cinema coreano. Questo horror, il primo della serie Whispering Corridors (composta da cinque episodi collegati tra loro), è esattamente il tipo di film che sarebbe stato vietato in precedenza: un’accusa potente al sistema educativo del paese, spesso ingiusto e autoritario. Sistema punito dall’industria cinematografica attraverso una forza soprannaturale. Cult movie.
9. The Gangster, The Cop, The Devil (2019)
Un poliziotto violento e un boss criminale – quest’ultimo interpretato da Ma Dong-seok di Eternals – uniscono le forze per catturare un serial killer a piede libero a Seul. Come nei migliori film di genere coreani, il regista Won-Tae Lee (veterano dell’industria) prende una storia di stampo popolare e ne innalza lo stile a livelli così alti che i cliché si trasformano in qualcosa di irriconoscibile. Pieno di folli inseguimenti in auto, brutali scazzottate e un sacco da box riempito da un salaryman corrotto sono tutti ingredienti perfetti per questo favoloso action-thriller.
10. Right Now, Wrong Then (2013)
Autore prolifico, specializzato in drammi pacati e autoriflessivi su registi cinematografici o letterati che imparano lezioni di vita imbarazzanti, Hong Sang-soo può sembrare sulla carta un Woody Allen coreano, ma ha una vena formalmente molto più giocosa. Lo dimostra questa storia divertente e radicalmente strutturata di un regista maschile che si innamora di una pittrice incontrata durante un festival cinematografico a Suwon. Vediamo la loro giornata insieme una volta; poi la rivediamo di nuovo, solo con lievi differenze. Questo espediente cinematografico serve per individuare le differenze e non solo attirerà la vostra attenzione, ma vi farà riflettere sull’effetto farfalla dei piccoli dettagli; dettagli che possono rivelare e costellare i momenti più importanti della vita.
11. Silenced (2011)
Prima ancora del grande successo globale di Squid Game, il regista Hwang Dong-hyuk aveva conquistato un certo interesse critico grazia al dolente Silenced: potente dramma giudiziario, interpretato da Gong Yoo (Train to Busan). Il film si basa su fatti realmente accaduti nella scuola per audiolesi Inhwa di Gwangju, dove gli studenti sordi venivano sistematicamente maltrattati dal personale. Nonostante la pesantezza del tema trattato, oltre quattro milioni di sudcoreani sono accorsi a vederlo al cinema. A seguito del film è stata riaperta un’indagine penale che ha portato a modifiche della legge a tutela dei minori. Da recuperare assolutamente.
12. Train to Busan (2016)
Risposta coreana a 28 giorni dopo, questo film ipercinetico sugli zombie, ambientato a bordo di un treno di pendolari, è diretto dal nuovo enfant prodige Yeon Sang-ho. Train to Busan parte come satira sulla schiavitù salariale nello spirito di Shaun of the Dead, per poi evolversi in un folle viaggio emozionante che sfida i suoi personaggi intrappolati ad escogitare nuovi modi inventivi per rimanere in vita mentre i non-morti artigliano le porte delle loro carrozze. Imperdibile.
13. Oldboy (2003)
Nel cinema coreano c’è Prima di Oldboy e un dopo Oldboy. È il film che ha attirato l’attenzione internazionale sulla rivoluzione in atto nell’industria cinematografica del Paese, ed è il capitolo centrale della trilogia della vendetta di Park Chan-wook. All’inizio del film, il protagonista (Choi Min-sik) è tenuto in una piccola stanza contro la sua volontà da rapitori invisibili per motivi poco chiari. La sua situazione peggiora solo quando viene rilasciato 15 anni dopo. Incastrato per l’omicidio della moglie, si mette alla ricerca di chi gli ha rubato l’ultimo decennio della sua vita per vendicarsi. Le macchinazioni della trama sono certamente contorte, ma l’intensità del film fa esplodere ogni briciolo di incredulità. Violenza a tratti eccessiva altamente poetica e contestualizzata. Capolavoro.
14. Midnight (2021)
Il debutto di Kwon Oh-seung potrebbe essere il miglior thriller coreano sui serial killer dopo The Chaser e I Saw The Devil. Questo dramma urbano ed energico incentrato su un diabolico stalker non è un rimaneggiamento, ma un’abile rivisitazione di una formula classica. L’aspirante vittima di Midnight è sorda, il che significa che la sua navigazione nell’ambiente impregnato di neon dipende da una serie di abilità completamente diverse da quelle del suo abile inseguitore (interpretato minacciosamente dall’attore di Squid Game Wi Ha-jun). Da recuperare il prima possibile.
15. The Isle (2000)
In un isolato villaggio di pescatori, una prostituta part-time muta si affeziona a un misterioso visitatore dal passato tormentato. Se questo suona come l’impostazione per un dramma emotivo stagnante, beh, questo è prima che vengano coinvolti gli ami da pesca. The Isle ha provocato svenimenti e fughe quando è stato presentato in anteprima al circuito dei festival, ma l’obiettivo di Kim Ki-Duk non è una vuota provocazione. Girato splendidamente, è poetico e doloroso e, se riuscirete ad arrivare fino in fondo, la sua meditazione sulla gelosia e l’ossessione lascerà il segno. Tanto agghiacciante quanto meraviglioso e riflessivo.
16. I Saw the Devil (2010)
L’inutilità della vendetta è un tema comune nel cinema sudcoreano, ma non è mai stato reso in modo più cinetico – o violento – che nel thriller da incubo di Kim Jee-woon. Un agente dei servizi segreti, devastato dal brutale omicidio della moglie incinta, si mette alla ricerca dell’assassino, assicurandosi che non se la cavi con qualcosa di così facile come la prigione. Definirlo “raccapricciante” è un eufemismo, ma tutto ciò che vedrete è tremendamente bellissimo: un balletto di sangue in grado di rivaleggiare con qualsiasi altro film di Nicolas Winding Refn.
17. The President’s Last Bang (2005)
Il regista Im Sang-soo è spesso descritto come la calamita delle polemiche della Corea: i racconti a sfondo erotico sulle devianze sessuali dell’aristocrazia (The Housemaid e The Taste of Money) sono all’origine della sua fama. The President’s Last Bang, tra i film più audaci e provocatori del regista, è un’interpretazione satirica dell’assassinio del presidente coreano Park Chung-hee avvenuta nel 1979. Il film ha suscitato molto clamore ed infatti ha portato il suo regista in tribunale e ha fatto sì che quattro minuti dell’opera venissero eliminati. Opera imperdibile.
18. New World (2013)
La violenta epopea gangsteristica dello sceneggiatore Park Hoon-jung sembra un mix perfetto tra Il Padrino e Infernal Affairs. Ma ciò che manca all’originalità narrativa è compensato da un’esecuzione impeccabile. L’intricata storia di una lotta di potere all’interno di un sindacato criminale è resa viva dalle magnetiche interpretazioni di Lee Jung-jae di Squid Game, Choi Min-sik di Oldboy e Hwang Jung-min di The Wailing. La ricca firma visiva, invece, è fornita dal direttore della fotografia Chung Chung-hoon, che ha recentemente girato Last Night in Soho e la serie Disney Obi-Wan Kenobi.
19. Escape from Mogadishu (2021)
Thriller d’azione tambureggiante del grandissimo Ryoo Seung-wan che racconta la vera storia di un gruppo di diplomatici nord e sudcoreani che si alleano per fuggire dal Mogadiscio mentre quest’ultimo cade in una violenta rivoluzione nel 1991. Il regista Ryoo Seung-wan mette a nudo quanto sia difficile per questi compatrioti attraversare l’abisso ideologico tra nord e sud, soprattutto quando devi fronteggiare bande di guerriglieri armati di AK-47. Action pazzesco, con una camera tonitruante distinta da impossibili movimenti di macchina ed invenzioni stilistiche degne dei migliori action coreani.
20. Tell Me Something (1999)
Un depravato serial killer è a piede libero a Seul in questo neo-noir coreano brillantemente cupo e intriso di sangue. Il bello? Gli arti smembrati trovati su ogni scena del crimine non appartengono tutti alla stessa vittima. Influenzato da Seven di David Fincher, Tell Me Something di Chang Yoon-hyun è stato un grande successo in Corea al momento della sua uscita ed è ancora oggi amatissimo da pubblico e critica. La colonna sonora del lungometraggio, invece, ha aiutato il film a costruirsi una reputazione all’estero grazie ai brani di Enya, Nick Cave e Placebo, che hanno dato vita ad una solida hit nostalgica degli anni ’90.
21. Parasite (2019)
Terminiamo la lista con il film coreano più famoso di sempre: Parasite. Pietra miliare del cinema mondiale, Parasite è il film coreano che ha incassato di più in diversi Paesi, la prima produzione non inglese a vincere l’Oscar per il miglior film, è universalmente considerato uno dei migliori film del XXI secolo. Tutte queste cose vanno bene, ma il vero successo di Bong Joon-ho è stato quello di portare la graffiante critica capitalistica del film a un pubblico globale. Il messaggio non è esattamente sottile: una famiglia indigente che vive nei bassifondi di Seul si lega a una famiglia benestante, al punto da vivere clandestinamente nella loro casa, finché l’ordine sociale non si corregge inevitabilmente. Ma all’interno di questo c’è un’opera d’intrattenimento emozionante, divertente, spesso inquietante laddove tutto si amalgama perfettamente. Imperdibile.