Christian Bale è uno degli interpreti più meticolosi e instancabili sugli schermi di tutto il mondo, oltre che un veterano del cinema. Il suo esordio da protagonista avvenne all’età di 13 anni sul set de L’impero del sole per la regia di Steven Spielberg. Negli anni successivi la sua carriera è andata avanti, inizialmente più con ruoli da comprimario. Soltanto in un secondo momento è tornato al centro della scena ed è stato Batman in una trilogia che è semplicemente grandiosa.
La sua filmografia è piena di grandi interpretazioni in progetti spesso rischiosi. Vediamo quindi i 10 migliori film con Christian Bale, dalle pellicole che lo hanno reso celebre ai lungometraggi più recenti.
1. Il cavaliere oscuro (2008)
Al primo posto non poteva non esserci Il cavaliere oscuro, il migliore della trilogia su Batman realizzato da Christopher Nolan. In un certo senso, è stato Il padrino della nostra epoca. Anche in quel caso il secondo capitolo era il migliore dei tre e il terzo quello più in discesa. Rispetto a Batman Begins, che aveva realmente gli elementi del cinecomic, Il cavaliere oscuro è a tutti gli effetti un noir. Batman viene messo in crisi, la sua donna sacrificata, il suo rivale in amore diventa cattivo e la guerra con il villain di turno diventa metafora della battaglia interiore che vive il nostro protagonista. Il cavaliere oscuro poi ha una dimensione fortemente filosofica. Ruota attorno alla domanda: che cos’è un eroe? Ecco perché quel monologo finale, quel titolo e quella conclusione.
In questo film la recitazione di Bale tira fuori le tenebre dal suo personaggio e parla con una voce più gutturale. Pur avendo già interpretato questo ruolo nel precedente Batman Begins, che ha richiesto una trasformazione sicuramente più coinvolgente, con Il cavaliere oscuro Bale scava ancora più a fondo al suo personaggio. Sebbene sia stato un po’ oscurato dalla performance, ancora più straordinaria di Heath Ledger, non sono certo mancate le lodi per Bale. La scena dell’interrogatorio, così incalzante tra voci e silenzi e piena di contatto fisico, poi è una lezione di recitazione da parte di entrambi.
Gotham City è sotto la protezione di Batman, ma nel frattempo una nuova minaccia si abbatte sulla città: Joker, un rapinatore completamente fuori di testa e in grado di impugnare perfino la criminalità organizzata. Nel frattempo, Bruce Wayne rivede Rachel, oramai felicemente fidanzata con Harvey Dent, il nuovo irreprensibile procuratore distrettuale. Il rimpianto per averla lasciata andare lo assale, ma gli eventi precipitano e i protagonisti cambieranno radicalmente.
2. The Prestige (2006)
Al secondo posto tra i migliori film con Bale c’è un altro lavoro di Christopher Nolan, ed era inevitabile, considerando che il sodalizio tra i due funziona alla grande, anche al di fuori del mondo di Bruce Wayne. Curiosamente anche The Prestige ha venature noir, pur essendo a tutti gli effetti un thriller. Ed è un film sulla magia, che è qualcosa che ha da sempre affascinato il regista inglese. Il prodotto finale è molto complesso e, nonostante la durata di soli 125 minuti, c’è un rallentamento di ritmo nell’ultima parte, che però è essenziale alla comprensione dell’intreccio.
In questo film Bale ha un doppio ruolo: l’illusionista Alfred Borden e il suo assistente Fallon. Il primo è sicuro di sé e ostenta una padronanza incredibile dei trucchi di magia e, più in generale, degli oggetti che lo circondano (e qui va notato il modo in cui Bale posa il suo sguardo sugli altri personaggi); il secondo è taciturno e solitario e con un’aura più misteriosa. Un lavoro tutt’altro che semplice.
The Prestige è adattato da un omonimo romanzo di Christopher Priest, tra l’altro vincitore del James Tait Black Memorial Prize. Sullo sfondo della Londra ottocentesca, immersa in atmosfere molto cupe, si consuma la rivalità tra due illusionisti che illuminano i palcoscenici della città: Alfred Borden noto come “Il professore” e Robert Angier alias “il Grande Danton”. All’origine c’è un incidente in cui sono rimasti coinvolti entrambi, quando erano ancora allievi e aiutanti di John Cutter.
3. Batman Begins (2005)
Il primo capitolo della trilogia di Batman girata da Nolan è stata sicuramente una tappa importante nella carriera di Bale. Non solo perché da quel momento lui è stato per tutti Bruce Wayne, ma anche per il fatto che il successo riscosso ha fatto sì che ci fosse una trilogia, senza la quale la poetica di Nolan sarebbe rimasta incompleta. Se il terzo capitolo racconta la ricerca di un equilibrio da parte dell’eroe mascherato, il secondo la sua crisi di coscienza, il primo ne racconta le origini. Anche qui c’è un tema di natura filosofica: il conflitto tra necessità e volontà.
Il lavoro di Bale sul personaggio è in questo caso soprattutto fisico. All’epoca l’attore veniva da L’uomo senza sonno, un thriller per il quale aveva dovuto perdere diversi chili praticamente astenendosi dal cibo, un ruolo che – come lui stesso affermerà più tardi – lo mandava “fuori di testa”. Per interpretare l’eroe di Gotham ha invece dovuto mettere su massa muscolare, soprattutto per avere la giusta agilità nelle numerose sequenze di azione in cui il suo personaggio si allena come in guerriero ninja. C’è un lavoro meno approfondito rispetto al successivo Il cavaliere oscuro, ma questo perché in Batman Begins Bruce Wayne è un uomo ancora giovane e immaturo e difatti questo è il racconto della sua crescita.
A Gotham City Bruce Wayne è un miliardario ozioso e amante della vita notturna e delle belle donne, ma la sua infanzia è stata segnata dalla tragica morte dei suoi genitori. Le uniche persone che lo hanno a cuore sono il suo fido maggiordomo Alfred e Rachel Dawes, un’amica d’infanzia di cui è da sempre innamorato ma che si sente troppo distante da lui. Spinto dall’idealismo di Rachel, dalla fine dei suoi genitori e da una città sempre più nel caos, Bruce inizia a maturare l’idea di combattere il crimine organizzato introducendosi al suo interno. Il suo progetto lo porta a viaggiare in giro per il mondo finendo infine in una prigione Bhutan. Proprio qui incontra Henri Ducard, un cavaliere della Setta delle Ombre molto vicino al suo leader, Ra’s al Ghul. Sarà l’inizio di un sanguinario apprendistato che lo porterà infine ad essere l’eroe che vigila su Gotham City.
4. Le Mans ’66 – La grande sfida (2019)
Anche uno dei film più recenti a cui ha partecipato il nostro attore merita un posto in questa classifica, anzi addirittura la quarta posizione. Le Mans ’66 – La grande sfida è una produzione semplicemente magnifica. Avrebbe anche avuto tutte le carte in regola per fare incetta di Oscar, ma negli anni la competizione si è ampliata e il film è stato penalizzato dalle poche candidature. Tuttavia, è riuscito a portare a casa due premi strameritati, per il miglior montaggio e per il miglior montaggio sonoro. Sorprende invece la mancata considerazione per i due interpreti principali.
Curiosamente anche alla regia di Le Mans ’66 c’è un autore che ha rivoluzionato il cinecomic: James Mangold, a cui si deve Logan – The Wolverine. Qui Bale si confronta con una figura realmente esistita e, per di più, dalla personalità affascinante: il pilota Ken Miles, che ha gareggiato nelle corse più importanti della storia e con altrettanti marchi. Bale fa un grande lavoro sulla fisicità e sulla voce del suo personaggio e riesce a rimanerci a lungo. A livello performativo non è certo tra i suoi lavori più rivoluzionari ed estremi, ma la credibilità nel ruolo di Miles è alle stelle.
Il film racconta i retroscena della fatidica corsa che si tenne durante la prestigiosa 24 ore di Le Mans nel 1966 e che vide coinvolte due storiche automobili: la Ford e la Ferrari. Tutto inizia quando proprio a Le Mans nel 1959 ad aggiudicarsi la vittoria è Carroll Shelby, un pilota molto amato dal pubblico la cui carriera si ferma prematuramente a causa di un problema ad una valvola cardiaca. Un valido rimpiazzo potrebbe essere Ken Miles, un uomo dal carattere difficile, ma in quel momento l’unico pilota in grado di competere con il marchio dell’italiano Enzo Ferrari.
5. American Psycho (2006)
Questa invece è indubbiamente una delle performance più memorabili di Bale, nonché la più rischiosa. Il lungometraggio diretto da Mary Harron arriva subito dopo il successo di Batman Begins e l’attore, in un’intervista, attribuisce il merito di questa opportunità proprio al sodalizio con Nolan. Sicuramente è stato uno dei ruoli che più lo ha appassionato, ma American Psycho si è posto fin da subito come divisivo.
Come rivela lo stesso Bale nell’intervista qui sotto riportata (in cui emergono dettagli di altre performance qui menzionate), grazie ad un provino fortunato, la Harron ha fatto di tutto per avere lui sul set, nonostante lo scetticismo dei produttori.
Con Patrick Bateman Bale si è immerso totalmente nell’universo malato di questa personalità narcisistica, che comincia le sue giornate con estenuanti allenamenti e una meticolosa skincare. In più, ha dovuto tirare fuori un black humour oltre i limiti dell’ordinario e ha sempre detto di essersi ispirato a Tom Cruise perché, vedendolo agire in un’intervista, riteneva che ci fosse qualcosa di sinistro nel suo sguardo.
Tratto da un omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, il film è una riflessione sul self-made man che, dietro giacca, cravatta e senso degli affari, nasconde una personalità piena di pulsioni represse. Siamo nella New York finanziaria del 1987 e Patrick Bateman è un giovane che ha tutto: bellezza, ricchezza, un appartamento lussuoso, sicurezza di sé e successo con l’altro sesso. L’ambiente che frequenta è però per lui stressante e lo porta a vedere, complice una personalità disturbata, chiunque come una minaccia o un avversario. Il suo autocontrollo diventa sempre più fragile fino a trasformarsi in un feroce assassino.
6. The Fighter (2010)
Con The Fighter arriviamo all’unico Oscar vinto dal nostro poliedrico attore, per di più come non protagonista. Dal punto di vista produttivo è un buon piazzamento, essendo il personaggio di Mark Wahlberg quello su cui è effettivamente incentrata la storia, ma c’è da dire che la presenza di Bale in questo film risulta parecchio ingombrante. Questo effetto è tutt’altro che scontato: gli interpreti risultano praticamente tutti calati nel loro ruolo (del cast fanno parte anche Amy Adams e Melissa Leo, anche quest’ultima premiata con l’Oscar com e migliore attrice non protagonista). David O. Russell è sicuramente un regista che sa lavorare con gli attori e, in generale, The Fighter è soprattutto un film di attori in vecchio stile.
Anche in questo caso Bale interpreta un personaggio reale, l’ex pugile Dicky Eklund. Per prepararsi a questo ruolo, ha seguito per mesi il vero Dicky per imitarne la voce e le movenze ed è rimasto per anni in contatto con lui, segno che è stato un personaggio che gli ha davvero lasciato qualcosa.
The Fighter racconta la storia di Micky Ward e Dicky Eklund, entrambi pugili e fratelli figli della stessa madre ma nati da padri diversi. Dicky si è ritirato dall’agonismo a causa della sua dipendenza da crack, mentre Micky è un giovane pugile in ascesa. Supportato dalla madre manager e dal fratello allenatore, Micky capisce che per farsi strada avrà bisogno di trovare la propria vera personalità, troppo schiacciata dagli ingombranti e rumorosi parenti. La trova grazie all’incontro con Charlene, un’avvenente e dolce barista da cui è subito attratto, ma la ragazza è vista con diffidenza dai suoi familiari.
7. L’impero del sole (1987)
Questo risale al 1987 ed è praticamente storia. Come sopra accennato, all’epoca de L’impero del sole Bale era un ragazzino di soli tredici anni e venne scelto per un ruolo da protagonista in un film di Spielberg. Bale aveva però un solido bagaglio come bambino attore e aveva già collaborato con Amy Irving, attrice e moglie di Spielberg. Fu soprattutto grazie a questo lungometraggio che la futura carriera di Bale prese una strada diversa.
Il ruolo che Spielberg gli affidò fu tutt’altro che semplice. Non solo perché la produzione era grandiosa, ma anche per il fatto che si trattava di impersonare un ragazzino educato e benestante e con le doti del leader.
Tratto da un romanzo in parte autobiografico dell’inglese James Graham Ballard, L’impero del sole è ambientato nella Shanghai degli anni ’30. Qui vive Jamie Graham, figlio di inglesi benestanti, un giovane pieno di passioni. Quando i giapponesi invadono la Cina, per Jamie e la sua famiglia inizierà una difficile fuga e il giovane protagonista dovrà imparare a cavarsela da solo in molte situazioni.
8. Io non sono qui (2007)
All’ottavo posto troviamo un film in cui la coralità è l’elemento fondante. Non solo perché è interpretato da un cast stellare, ma anche perché Bale condivide praticamente lo stesso personaggio con altri attori. Io non sono qui è infatti uno straordinario esperimento cinematografico. La biografia di Bob Dylan viene raccontata attraverso diversi personaggi vissuti in epoche tra loro lontane.
Nel lungometraggio diretto da Todd Haynes Bale ha il ruolo di Jack Rollins, un musicista folk la cui esistenza è caratterizzata fondamentalmente da due incontri: con la musica e con la fede. La sceneggiatura gli dà inoltre la possibilità di mettere in mostra le sue doti canore con l’esecuzione di Pressing On. Accanto a Bale troviamo Cate Blanchett (premiata con la Coppa Volpi a Venezia per la sua interpretazione di Jude Quinn), Markus Carl Franklin (Woodye Guthrie), Richard Gere (Billy McCarty), Heath Ledger (Robbie Clark) e Ben Whishaw (Arthur Rimbaud).
Sei personaggi diversi sono tutti alter ego di Bob Dylan e rappresentano altrettanti momenti della sua biografia: il criptico e fatalista Arthur Rimbaud; il giovane vagabondo afroamericano Woodie Guthrie; Jack Rollins, poi divenuto Padre John e dal folk passato al gospel; Robbie Clark, che perde il suo equilibrio una volta raggiunto il successo; lo scostante e arrogante Jude Quinn, icona politica oramai in conflitto con il suo stesso pubblico; infine c’è Billy McCarty, un bandito in cerca di un’identità e che viene scambiato per Billy the Kid.
9. The New World – Il nuovo mondo (2005)
Questa scelta probabilmente vi sorprenderà perché, in effetti, è un film meno incentrato sul personaggio di Bale. Tuttavia, con The New World – Il nuovo mondo l’attore britannico ha modo di lavorare con Terrence Malick, un regista controverso il cui stile diventa sempre più intricato e visionario. Curiosamente Bale, dopo aver doppiato Thomas nel film Disney su Pocahontas, recita una seconda volta in un film incentrato sull’iconica nativa americana. In più, diversi anni dopo Malick lo chiamerà per Knight of Cups, un prodotto particolare in cui riesce ad improvvisare un personaggio piuttosto interessante in un film praticamente senza sceneggiatura.
In The New World Bale è John Rolfe, un colono che si innamora di Pocahontas, pur a conoscenza del legame ancora molto forte con il suo rivale, John Smith.
Nel 1607 gli inglesi approdano in Virginia fondando la colonia di Jamestown. Tra l’oro c’è il capitano John Smith, che subito viene catturato dalla tribù indigena Powhatan. Viene però salvato in extremis dalla principessa Pocahontas e tra i due nasce un amore che va oltre lo scenario storico-politico e la barriera comunicativa. Tuttavia, la convivenza tra i coloni e gli indigeni non è facile e i suoi amanti vengono separati. Tempo dopo, Pocahontas conosce John Rolfe e accetta di sposarlo, ma nella sua vita riappare il suo antico amore.
10. American Hustle – L’apparenza inganna (2013)
All’ultimo posto c’è invece un film dove Bale si presenta in abiti sgargianti e con un aspetto meno in forma. Perfino i suoi movimenti sono diversi rispetto ai suoi lavori precedenti, più esuberanti e volgari. Il risultato è irresistibile e ancora una volta a dirigerlo è David O. Russell. Non solo il sodalizio tra attore e regista sembra funzionare, ma Bale è perfettamente a suo agio anche con i suoi colleghi: Amy Adams, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence e Jeremy Renner.
Bale è Irving Rosenfield, un personaggio reale la cui storia è raccontata in un film girato in pieno stile scorsesiano. Figlio di un vetraio del New Jersey, maestro dell’arte di “arrangiarsi” e amante della bella vita, ma soprattutto un abile truffatore.
American Hustle racconta infatti dell’operazione denominata Abscam, con cui l’F.B.I. riuscì a far emergere la corruzione di alcune organizzazioni governative presenti in territorio statunitense. In questo quadro si inseriscono Irving Rosenfield e Sydney Prosser, due abili truffatori nonché amanti che vengono a loro volta ingannati dall’agente dell’F.B.I. Richie DiMaso. In cambio del loro rilascio, DiMaso gli propone di aiutarlo ad incastrare altri truffatori ritenuti pesci più grossi. Tuttavia, nessun personaggio si fida veramente dell’altro e i tre si manipolano a vicenda. Nel mezzo si inserisce Rosalyn, l’isterica moglie di Irving, decisa ad allontanarlo da Sydney.