Uno degli ultimi titoli usciti in sala è Le otto montagne con protagonisti Alessandro Borghi e Luca Marinelli e distribuito da Vision Distribution. Il film è al cinema dal 22 dicembre ed è tratto da un omonimo romanzo di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017. La regia è invece opera di una coppia di registi belgi, Felix van Groeningen (Alabama Monroe – Una storia d’amore) e Charlotte Vandermeersch (al suo esordio dietro la macchina da presa, dopo esperienze come attrice e sceneggiatrice). Si tratta di un lungometraggio abbastanza importante: è stato presentato in concorso a Cannes 2022, dove ha vinto il Premio della giuria in ex aequo con EO di Jerzy Skolimowski (attualmente in sala).
Uno dei meriti de Le otto montagne è quello di unire i due attori oggi più richiesti del cinema italiano. In particolare, ci soffermeremo su Alessandro Borghi, un interprete che dal suo primo ruolo da protagonista in Non essere cattivo è stato in breve tempo al centro dei riflettori. L’attore romano, dopo gli esordi come stuntman e una lunga serie di apparizioni in TV e sul grande schermo, si è cimentato in ruoli sempre più impegnativi. È stato coinvolto perfino in una serie internazionale come Diavoli, accanto a Patrick Dempsey. Esploriamo quindi la sua filmografia, soffermandoci su quelli che sono i sei migliori film con Alessandro Borghi, da quelli che lo hanno reso famoso ai suoi ultimi lavori.
1. Non essere cattivo (2015)
La punta di diamante della carriera di Alessandro Borghi è sicuramente Non essere cattivo, il film che lo ha consacrato e lo ha fatto conoscere al pubblico. È infatti proprio a partire da questo momento che per lui fioccano i ruoli da protagonista.
Non essere cattivo è l’ultimo lungometraggio diretto da Claudio Caligari, autore di Amore tossico e l’odore della notte, ed è stato distribuito postumo. La produzione di Non essere cattivo non è stata semplice, essendo opera di un regista sempre fedele al cinema indipendente, territorio assai arduo nel nostro paese. Qualcuno probabilmente ricorderà la lettera che Valerio Mastandrea, produttore del film, scrisse a Martin Scorsese nella speranza di avviare il progetto. Non c’è mai stata risposta, ma l’attenzione mediatica ricevuta da quell’episodio ha portato infine alla realizzazione del film.
In Non essere cattivo Borghi è Vittorio, un giovane borgataro che instaura un rapporto d’amicizia quasi fraterno con il coetaneo Cesare. Il film è il racconto di una gioventù ribelle e insicura che si rifugia nel consumo di stupefacenti e rifiuta una massacrante vita operaia. Entrambi gli attori ricevono la candidatura ai David di Donatello.
2. Suburra (2015)
Il secondo film più importante di Alessandro Borghi arriva subito dopo Non essere cattivo ed è Suburra. Si tratta di un gangster che incrocia diversi personaggi ed è tratto da un romanzo scritto a quattro mani da Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, già autore di Romanzo criminale. La regia è di Stefano Sollima, al suo secondo lungometraggio dopo ACAB – All Cops Are Bastards (2012). Da questo film è poi nata una serie spin-off in onda dal 2017 al 2020, a cui anche Borghi ha preso parte.
In Suburra l’attore romano si presenta calvo, barbuto, tatuato e nei panni di Numero 8, un personaggio che emergerà meglio nella serie. Si tratta di un cupo boss criminale operante ad Ostia, molto temuto nel suo ambiente e sentimentalmente legato a Viola.
Suburra esce nello stesso anno di Non essere cattivo e frutta una seconda candidatura ai David di Donatello per Borghi, quella come miglior attore non protagonista.
3. Sulla mia pelle (2018)
Con Sulla mia pelle arriviamo a quello che è per Borghi il ruolo della vita. Nel film diretto da Alessio Cremonini, l’attore cambia completamente aspetto apparendo più magro, ridotto quasi all’essenziale, e col volto più scavato. Il ruolo è quello di Stefano Cucchi e il lungometraggio racconta una delle pagine più nere della cronaca italiana. Si tratta infatti di un caso di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine, oggi ufficialmente riconosciuto come tale ma per anni insabbiato dalle istituzioni. Nel cast c’è anche Jasmine Trinca, che interpreta una giovane Ilaria Cucchi, poi divenuta nota per aver chiesto per anni giustizia per Stefano (oggi è una senatrice). La sceneggiatura di Alessio Cremonini e Lisa Nur Sultan è basata sui documenti ufficiali del caso
Il film non mostra il pestaggio che ha portato alla tragica morte del protagonista, ma ha avuto un impatto importante sull’intera vicenda giudiziaria. Per questo ruolo, Borghi ha vinto il suo primo David di Donatello.
4. Il primo re (2019)
Con Il primo re usciamo da ruoli di ispirazione realista come quelli sopra visti ed entriamo in un terreno più eroico. Anche in questo caso troviamo l’attore completamente cambiato, ennesima conferma delle sue doti camaleontiche: capelli lunghi, barba incolta e un aspetto più sporco e selvaggio. Un ruolo un po’ alla Charlton Heston quindi. Il primo re è un mix di azione e avventura che scorrono su uno sfondo storico e una narrazione in chiave epica.
Il film è diretto da Matteo Rovere e, alla sua uscita, è preceduto dalle migliori speranze di pubblico e critica, complice il successo del precedente Veloce come il vento (2016). Il primo re è anche la prima di una lunga serie di produzioni targate Groenlandia che provano ad avviare un cinema di genere nostrano, non sempre con successo. Essendo uno dei titoli di punta del 2019, fioccano le candidature ai David, ma alla fine porta a casa soltanto tre premi: miglior produttore, miglior autore della fotografia e miglior suono.
5. The Place (2017)
Quella in The Place è un’altra prova che si differenzia dalle precedenti. Qui infatti il nostro attore opta per una recitazione con un’impostazione più teatrale, che ben risponde alle esigenze di regia richieste. Il film è; interamente ambientato in un’unica location e mostra soltanto una serie di dialoghi con cui diversi personaggi interagiscono, a turno, con lo stesso misterioso uomo (interpretato da Valerio Mastandrea).
The Place è diretto da Paolo Genovese e, essendo arrivato dopo lo straordinario Perfetti sconosciuti, delude forse le aspettative di quanti sono rimasti ammaliati dal film precedente del regista. Si tratta però di un’operazione ambiziosa: dietro la sceneggiatura di Paolo Genovese e Isabella Aguilar si cela infatti una serie americana, The Booth at the End.
Borghi ha il ruolo di Fulvio, un giovane cieco che sogna di recuperare la vista, ma che per farlo verrà messo di fronte ad una drammatica scelta: compiere un’azione contraria ai suoi principi.
6. Fortunata (2017)
Ultimo film di questa Top Six è Fortunata, in cui in realtà Borghi ha un ruolo comprimario. Protagonista assoluta di questo lungometraggio diretto da Sergio Castellitto è invece un’incredibile Jasmine Trinca, giustamente premiata a Cannes nella sezione Un certain regard e poi con il David di Donatello. La sceneggiatura è opera di Margaret Mazzantini, moglie del regista e autrice di diversi romanzi di successo, e questo si nota soprattutto nella cura con cui vengono definiti i personaggi. La Trinca e Borghi si ritroveranno poi, un anno dopo, sul set del summenzionato Sulla mia pelle.
In Fortunata Alessandro Borghi è Chicano, un tatuatore libero e selvaggio come la protagonista e per questo suo fedele amico, compagno di avventure e l’unico su cui fare affidamento. I due condividono anche la stessa identica umanità e vite difficili alle loro spalle.