Un genere che riscuote spesso e volentieri successo al botteghino è sicuramente la commedia all’italiana. Si tratta di un filone molto vasto e che nel nostro paese ha una tradizione antichissima. Anzi, abbiamo conosciuto anche un nostro lungo periodo d’oro, soprattutto negli anni del boom economico. Certo il genere si è evoluto ed è diventato meno ambizioso, salvo rari casi. Tuttavia, non ha perso quella sua capacità di fondersi anche col dramma o con altri generi e non ha certo smesso di cercare di modernizzarsi. Occorre però distinguere la commedia all’italiana dalla commedia italiana, intendendo con quest’ultima definizione quel filone di film usa e getta che suscitano un’ilarità istantanea, ma che non riescono ad essere memorabili per il pubblico. Proprio questi sono diventati negli ultimi anni una presenza ingombrante, tanto da essere più facilmente prodotti rispetto ai titoli appartenenti alla commedia all’italiana propriamente detta. Questo però non implica che non ci siano esempi degni di attenzione.
Abbiamo qui sotto selezionato le venti migliori commedie italiane recenti. Si tratta di titoli usciti più o meno dal 2018 ad oggi, quindi proprio recentissimi. Troverete quelli che hanno riscosso maggior successo e in generale i più interessanti. Ai primi posti gli esempi più alti e quindi più vicini alla commedia all’italiana, seguiti poi da pellicole commerciali degne di nota.
1. Troppa grazia (2018)
Tra le pellicole più riuscite degli ultimi anni, ricordiamo Troppa grazia, passato un po’ in sordina al suo debutto nelle nostre sale. Eppure aveva dalla sua un premio a Cannes, il Label Europa Cinema, dove era stato presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. La regia è di Gianni Zanasi, noto per Non pensarci e La felicità è un sistema complesso. Protagonista assoluta di Troppa grazia è un’insolita Alba Rohrwacher, che qui duetta con l’attrice israeliana Hadas Yaron (La sposa promessa). Completano il cast Elio Germano, Giuseppe Battiston, Teco Celio e Carlotta Natoli. Ai più attenti a questo genere la pellicola di Zanasi potrà aver ricordato Sono un fenomeno paranormale di Sergio Corbucci e con Alberto Sordi, peraltro con una scena madre che sembra richiamarlo apertamente.
Lucia è una geometra che si occupa di mappature e indagini catastali. L’ultimo incarico affidatole riguarda un territorio destinato ad ospitare una prestigiosa opera edilizia, che rischia però di distruggere il paesaggio con cui è cresciuta. Proprio durante i suoi sopralluoghi, le appare la Vergine Maria che le chiede di bloccare i lavori per far costruire una chiesa.
2. Cosa sarà (2020)
Andiamo ad ora ad uno dei film più trascinanti tra quelli recentemente usciti, e avrebbe sicuramente meritato ancora più attenzione. Cosa sarà è diretto da Francesco Bruni, sceneggiatore di fiducia di Virzì e regista di Scialla! (Stai sereno). Protagonista della pellicola è un intensissimo Kim Rossi Stuart, in una delle sue prove più riuscite. Accanto a lui figurano Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri, Ninni Bruschetta, Raffaella Lebboroni e Nicola Nocella. Il titolo originale del film era Andrà tutto bene, ma essendo uscito più o meno in concomitanza con la pandemia COVID-19, conseguente lockdown e striscioni con questo slogan, la produzione lo ha cambiato in Cosa sarà.
Il regista Bruno Salvati scopre di avere una grave forma di leucemia. I suoi due figli Adele, una ventenne modello, e Tito, nel pieno dell’adolescenza, non sono idonei per un trapianto di midollo osseo. Non lo è nemmeno suo padre Umberto, il quale decide però di rivelargli l’esistenza di una sua figlia illegittima. Per Bruno è l’ultima speranza. Decide quindi di mettersi in viaggio alla ricerca di Fiorella, la sorella che non ha mai conosciuto.
3. Tutto quello che vuoi (2017)
In terza posizione troviamo un altro film di Francesco Bruni, questo uscito però in epoca pre Covid, quindi in un contesto più fortunato. Tutto quello che vuoi è vincitore di due David di Donatello: miglior attore non protagonista a Giuliano Montaldo e e il Premio David giovani. La sceneggiatura è un libero adattamento del romanzo di Cosimo Calamini Poco più di niente.
La trama racconta l’insolito incontro tra Alessandro, un ragazzo di soli 22 anni, e Giorgio, un anziano poeta a cui fa da “badante”. Il carattere vivace e allegro di Giorgio finirà per contagiare il giovane, molto diverso dal primo. Tra i due nascerà una strana amicizia, che va oltre la differenza d’età e da cui entrambi finiranno per imparare qualcosa. Proprio questo rapporto si rivelerà fondamentale per Alessandro, che, ispirato da Giorgio, tenterà di riavvicinarsi al padre.
4. Tolo Tolo (2020)
Arriviamo ora ad uno dei maggiori successi di box-office degli ultimi anni. E da questa dichiarazione già è intuibile che si tratti di un film di Checco Zalone, un comico che viene sempre ripagato dal pubblico in sala. Parte di questo successo la si deve al suo proporsi come maschera. Checco Zalone è infatti il personaggio interpretato già ai tempi di Zelig da Luca Medici e incarna il classico meridionale rozzo, ignorante e incapace di comprendere il mondo attorno a lui. Con Tolo Tolo Medici gioca però una carta ambiziosa esordendo alla regia. Il film tenta di coniugare il cinema commerciale con la commedia nella sua forma più alta, guardando al meta-cinema e nella sequenza finale perfino al musical della Hollywood classica. Il risultato non è dei migliori perché lo porta a perdere in termini di comicità, ma resta comunque un ottimo progetto.
Dopo diversi tentativi falliti di sbarcare il lunario, per sfuggire ai suoi creditori, Checco Zalone è costretto a riparare in Africa. Qui trova lavoro come guida turistica in un villaggio in Kenya. Checco fa inoltre la conoscenza di Idjaba, da cui è subito attratto, e di suo figlio Doudou. Quando però nel paese scoppia una guerra civile, gli eventi precipitano e Checco scoprirà un sorprendente segreto di Idjaba.
5. I predatori (2020)
Altro film molto apprezzato è I predatori, lungometraggio d’esordio di Pietro Castellitto, attore conosciuto per Venuto al mondo e Freaks Out. Presentato nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia, I predatori si è aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura e in seguito i David di Donatello come miglior regista esordiente. Si tratta di una commedia abbastanza atipica nel nostro panorama, che sfocia spesso nel grottesco e con una scrittura che può ricordare Storie pazzesche, film argentino candidato all’Oscar nel 2015. Castellitto figlio compare qui anche come attore, tentando forse di replicare il debutto di Nanni Moretti in Ecce Bombo.
Ad Ostia si intrecciano le storie di diversi personaggi: un venditore di orologi esperto in truffe e raggiri, un fervente fascista amante delle armi, una regista intransigente con la sua famiglia di estrazione alto-borghese e un giovane intellettuale appassionato di Nietzsche. Le volontà di ciascuno finiscono per scontrarsi con quelle di uno degli altri personaggi, ma tutti inseguono ciecamente i loro bisogni. Proprio come dei predatori.
6. Lontano lontano (2019)
Con Lontano lontano entriamo forse più nel terreno della commedia drammatica, ma è diretto da Gianni Di Gregorio e c’è da dire che tutti i suoi film si muovono in bilico proprio tra questi due generi. Per l’occasione Di Gregorio, che è anche tra i protagonisti della pellicola, lavora con un cast eccezionale formato dallo scomparso Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Roberto Herlitzka e Daphne Scoccia. Il film ha ricevuto la candidatura ai David di Donatello per la migliore sceneggiatura adattata ed è l’ultima apparizione di Fantastichini.
Giorgetto è un anziano pensionato che fatica ad arrivare a fine mese e, in generale, insoddisfatto. Insieme a Il Professore, Giorgetto ha un’idea: trasferirsi in un paese con un costo della vita basso. Inseguendo il suo sogno, finisce per chiedere aiuto all’uomo sbagliato, tale Attilio, il cui fratello vive a Terracina. Il piano di Giorgetto inizia ad essere di tutti e tre e il gruppo individua una meta possibile nelle isole Azzorre. È l’inizio di una serie di avventure.
7. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose (2020)
Al settimo posto troviamo un film distribuito direttamente su Netflix e uno dei rari casi in cui un lungometraggio italiano in streaming riesce ad arrivare addirittura ai David di Donatello. Su ben undici candidature, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose si aggiudica tre statuette: migliori effetti speciali, miglior attore non protagonista a Fabrizio Bentivoglio e migliore attrice non protagonista a Matilda De Angelis. Il film è diretto da Sidney Sibilia ed è ispirato ad una storia vera, sebbene qui venga raccontata in una chiave più romanzata.
Siamo a Bologna nel 1968 e Giorgio Rosa è un giovane neolaureato in ingegneria. Il suo primo pensiero è cercare di recuperare il rapporto con Gabriella, la sua ex fidanzata, ma il tentativo fallisce. Da emarginato, Giorgio tenta in tutti i modi di adattarsi alla società, senza però riuscirci. La frustrazione lo porta ad isolarsi e decide quindi di costruire una piattaforma in mezzo al mare in cui rifugiarsi. Nasce così l’Isola delle Rose, al di fuori delle acque territoriali, dove tutto è possibile. Gli ospiti iniziano a venire e ne sembrano attratti, ma qualcuno inizia a pensare che l’isola artificiale rappresenti un problema.
8. Smetto quando voglio – Ad honorem (2017)
All’ottavo e al nono posto ci sono altri due film di Sidney Sibilia. La scelta non è casuale: si tratta in entrambi casi dei due sequel di Smetto quando voglio, fortunato e sorprendente esordio del regista, che può essere considerato un po’ il nostro Full Monty. Smetto quando voglio – Ad honorem è l’ultimo capitolo della trilogia e ci sono praticamente gli stessi personaggi. La particolarità dei due sequel è quella di presentare un’incursione tra la commedia e un altro genere, in questo caso l’action.
Mentre si trova recluso nel carcere di Regina Coeli, Pietro Zinni scopre che qualcuno ha sintetizzato il gas nervino e che intende usarlo per fare una strage. Informa quindi il magistrato, ma non viene ascoltato. Grazie alla visita in parlatorio della giornalista Alice Gentili, Pietro viene a sapere di un possibile coinvolgimento di Murena, sua vecchia conoscenza, e si fa quindi trasferire a Rebibbia. Avvicinarlo e ottenere maggiori informazioni però non sarà semplice.
9. Smetto quando voglio – Masterclass (2017)
Smetto quando voglio – Masterclass è invece il midquel della trilogia ed arriva tre anni dopo il successo del primo capitolo. C’è da dire che nessuno dei due film seguenti riesce nel non semplice intento di ricevere la stessa accoglienza dell’originale del 2014, candidato a ben 12 David di Donatello, pur senza alcuna vittoria. Tuttavia, entrambi i sequel sono ottimi e possono contare su un pubblico di fedeli affezionati. Se Ad honorem si incontrava con l’action, Masterclass ha una regia ispirata al poliziesco e al cinema di Jean-Pierre Melville.
Per Pietro Zinni, dietro le sbarre dopo gli eventi del primo film, la situazione economica non sembra migliorata. Ed è proprio questo che lo porta ad ideare trovate estreme: l’ultima consiste nello scatenare una rissa per prolungare la detenzione continuando così a percepire il suo stipendio da insegnante del carcere. Il destino di Pietro cambia con l’incontro con la giovane e intrepida ispettrice Paola Coletti, determinata ad identificare un nuovo traffico di smart drugs. Per farlo ha bisogno dell’aiuto di Pietro e della sua banda.
10. Easy – Un viaggio facile facile (2017)
Altro buon esordio alla regia con una commedia è quello di Andrea Magnani e il suo Easy – Un viaggio facile facile. Si tratta di un film accolto con in migliori entusiasmi, anche grazie all’ottimo Nicola Nocella. Nel cast figurano inoltre Libero De Rienzo (in una delle sue ultime apparizioni) e Barbara Bouchet. Dopo l’anteprima internazionale a Locarno, Easy ha ottenuto una candidatura ai David come miglior regista esordiente e come miglior attore protagonista.
Easy è il soprannome di Isidoro, un ex pilota di go-kart ormai in sovrappeso e quindi lontano dalle gare. Le sue giornate si svolgono in uno stile di vita nerd e all’insegna della depressione cronica. L’unico che riesce a tirarlo fuori dalla sua comfort zone è suo fratello Filo. Quest’ultimo gli propone il trasporto del corpo di un muratore ucraino morto sul lavoro. La destinazione è al confine con l’Ungheria e il viaggio dovrà essere effettuato nel minor tempo possibile per evitare che vengano fatte indagini sulla salma.
11. L’ora legale (2017)
Un duo molto amato dal pubblico è quello formato da Ficarra e Picone. Sono lontani dagli anni dei loro esordi, ma i loro film riscuotono sempre successo. In più, con Baarìa e il recente La stranezza hanno dimostrato di sapersi calare anche in ruoli più lontani dal loro solito registro, lavorando con registi come Giuseppe Tornatore e Roberto Andò. Dei loro ultimi lavori L’ora legale è quello che è stato accolto meglio.
A Pietrammare, in Sicilia, si avvicinano le elezioni comunali. A vincere è Pierpaolo Natoli, deciso a riabilitare il buon nome di Pietrammare, da troppi anni nelle mani di una politica corrotta. Tuttavia, l’accoglienza non sembra far felici tutti. Coloro che finora hanno approfittato dell’abusivismo imperante per vantaggio personale si vedono infatti minacciati. Proprio Salvatore e Valentino avranno due reazioni opposte: il primo commette l’errore di sottovalutare l’onestà del nuovo sindaco eletto, il secondo, da sempre fedele alle regole, si vede in difficoltà quando gli effetti di questa nuova ondata di legalità si abbattono sulla sua famiglia.
12. Il campione (2019)
Andiamo ora ad una commedia meno popolare di altre sopra viste, ma in generale apprezzabile. Il campione è il primo lungometraggio di Leonardo D’Agostini, regista romano con due cortometraggi alle spalle. Ed è anche il terzo film da protagonista dell’ormai lanciatissimo Andrea Carpenzano, dopo La terra dell’abbastanza e il sopraccitato Tutto quello che vuoi. Accanto a lui troviamo Stefano Accorsi e Ludovica Martino, star di Skam Italia.
Christian Ferro è una giovane stella del calcio, da tutti considerato un fuoriclasse. Il suo contratto milionario lo lega saldamente alla Roma, ma al di fuori del campo da gioco è un ragazzo viziatissimo e irresponsabile. Convinto di poter comprare qualunque cosa, conduce una vita fatta di eccessi e bagordi. Dopo aver commesso un furto in un negozio di abbigliamento, il suo manager riceve pressioni perché il ragazzo si prenda il diploma di maturità mettendo così la testa a posto. Per questo viene assunto Valerio Fioretti, un insegnante senza cattedra ed estraneo al mondo del calcio. La strada verso la maturità sarà lunga e difficile.
13. Il grande passo (2019)
Il grande passo è la commedia che tutti stavamo aspettando. Il suo merito principale consiste nell’affiancare due attori che, a causa della loro fisionomia, vengono spesso confusi, ovvero Giuseppe Battiston e Stefano Freis. Il lungometraggio di Antonio Padovan (Finché c’è prosecco c’è speranza) è stato presentato in concorso al Torino Film Festival, dove i due protagonisti hanno vinto il premio come migliori attori. In Italia è uscito con un anno di ritardo, passando praticamente inosservato. Eppure si tratta di un ottimo esperimento in cui la commedia si fonde con il dramma.
Dario e Mario sono due fratellastri fisicamente molto simili, ma praticamente senza nessun rapporto. I due vivono in due regioni diverse: il primo in Veneto, il secondo nel Lazio. In più sono stati segnati dalla morte del padre, genitore comune ad entrambi, seppur elaborando il lutto in modo completamente diverso. Quando Dario si mette nei guai, Mario rientra nella vita del fratello. I due avranno finalmente l’occasione che non avevano mai avuto, quella di conoscersi veramente e stabilire così un legame.
14. Odio l’estate (2020)
Non poteva mancare il trio di Aldo, Giovanni e Giacomo. Sono lontani dagli anni dei loro esordi, per livelli di comicità, stile e successo, ma i tre mantengono alta la loro energia. Tra i loro ultimi lavori sul grande schermo, quello più degno di attenzione è sicuramente Odio l’estate. Purtroppo ha avuto la sfortuna di essere uscito poco prima che scoppiasse la pandemia COVID-19 e così, dopo il successo in sala, è stato troppo frettolosamente dimenticato. Per fortuna, oggi è tornato alla memoria di molti di coloro che lo hanno amato. Il cast poi è molto interessante e vi recitano anche Maria Di Biase, Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Michele Placido e Davide Calgaro.
La trama riguarda l’insolito incontro tra tre famiglie, tra loro molto diverse e tutte alle prese con i propri problemi personali. Per un disguido con l’agenzia di viaggi, scoprono di aver affittato la stessa casa vacanze. Il gruppo è quindi costretto ad una convivenza forzata. All’inizio le cose sembrano andare bene, poi degli imprevisti e l’emergere di rispettivi segreti rischia di portare alla luce tutta una serie di difficoltà interne a ciascun nucleo familiare.
15. Croce e delizia (2019)
Altra gradevole commedia è Croce e delizia, che è un film apertamente a tematica gay. L’aspetto più interessante è che quest’ultima viene affrontata con coraggio e onestà, senza scadere in facili luoghi comuni. È diretto da Simone Godano (Moglie e marito e Marilyn ha gli occhi neri) su un’ottima sceneggiatura della brava e poliedrica Giulia Steigerwalt (attrice di Come tu mi vuoi e regista di Settembre). Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio, Jasmine Trinca, Filippo Sicchitano, Rosa Diletta Rossi, Lunetta Savino e Anna Galiena formano un cast affiatato e ben assortito. Ciascuno sembra perfettamente calato nel proprio ruolo e su tutti spicca una bravissima Jasmine Trinca, giustamente premiata con il Globo d’oro.
Il colto e raffinato Tony e l’umile e onesto pescivendolo Carlo sono segretamente amanti. Stanchi di nascondersi, decidono di fare separatamente coming out con le rispettive famiglie. Al dunque però Carlo capisce di non essere pronto ad affrontare la reazione del rozzo figlio Sandro e ci rinuncia. Tony, invece, riesce senza problemi nel suo intento e la notizia viene ben accolta in famiglia. L’unica disorientata di fronte a questa rivelazione è sua figlia Penelope. Quando Carlo e Tony riuniscono i rispettivi parenti nella lussuosa villa del secondo, Penelope cerca a tutti i costi un alleato in Sandro per far naufragare l’imminente matrimonio tra i due uomini.
16. Bangla (2019)
Altra commedia dal successo sorprendente è Bangla, che merita però un discorso a parte. L’esordio alla regia di Phaim Buiyan è arrivato quasi all’improvviso nel nostro mercato e, complice una campagna promozionale ottima e non aggressiva, ha subito destato curiosità. Originario del Bangladesh ma cresciuto a Roma, Buiyan mostra delle buone doti attoriali e sembra pronto ad essere un nuovo volto della commedia italiana. Non a caso il film è stato premiato col David di Donatello come miglior regista esordiente e ha dato poi vita ad un’omonima serie realizzata per RaiPlay.
Bangla è un racconto di formazione di chiara ispirazione autobiografica. Italiano di origine bengalese, il ventiduenne Phaim lavora come steward in un museo. Le sue relazioni sociali sono rappresentate da un gruppo alquanto eterogeneo: un padre moderno e sognatore, una madre molto legata alle tradizioni della terra d’origine, l’amico pusher e i tre componenti della sua band. Quando per la sua famiglia si prospetta l’occasione di un trasferimento a Londra, Phaim non sembra pronto ad allontanarsi da Roma, la città in cui è cresciuto. Le cose si complicano quando il ragazzo fa la conoscenza di Asia, di cui subito si innamora.
17. Sono tornato (2018)
Altra commedia interessante e persino irriverente è Sono tornato, un prodotto confezionato per il sicuro successo al botteghino. Il film è diretto da Luca Miniero ed è un remake del tedesco Lui è tornato, seppur rielaborato in una chiave più vicina alla storia dell’Italia. Il lungometraggio originale vedeva protagonista Oliver Masucci nel ruolo di Adolf Hitler, nella versione di Miniero questo personaggio viene rimpiazzato da Benito Mussolini, interpretato da un impeccabile Massimo Popolizio. Accanto a lui troviamo Frank Matano in uno dei suoi ruoli più riusciti e una straordinaria Stefania Rocca.
Benito Mussolini piove dal cielo e si risveglia nell’anno 2017. A trovarlo è Andrea Canaletti, un regista indipendente, da poco licenziato dal suo network e alla perenne ricerca della sua grande occasione. La reazione di Mussolini di fronte alla modernità ovviamente non è delle migliori. Il duce sembra deciso a riportare l’Italia a ventennio e un po’ alla volta diventa popolare sui social. Tutti sembrano sottovalutare il pericolo rappresentato dalle sue parole, convinti che si tratti di un attore perfettamente calato nella parte. Soltanto Andrea inizia a maturare qualche dubbio sulla sua vera identità.
18. Io c’è (2018)
Altra commedia interessante, ma forse più da piattaforma che da sala, è Io c’è. Anche qui la particolarità la merita la tematica trattata. Si parla infatti di religione, sia come credo che come gruppo sociale, e in particolare di una fede alternativa. Io c’è è diretto da Alessandro Aronadio, al suo terzo lungometraggio dopo Due vite per caso e Orecchie. Protagonista del film è il nuovo volto della commedia italiana, Edoardo Leo, il Pietro Zinni della trilogia di Smetto quando voglio. Completano il cast Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Giulia Michelini, Massimiliano Bruno, Lorenzo Gioielli e Gegia.
Massimo Alberti è il gestore di bed & breakfast che economicamente non rende abbastanza da permettergli di fronteggiare le innumerevoli tasse a cui va incontro. Scoperto che gli unici luoghi esentasse sono quelli di culto, decide di fondare la sua chiesa. La nuova fede si chiama ionismo e si basa sul principio che la vita è solo per sé stessi. Simbolo di questo culto è uno specchio e i primi proseliti li trova tra i senzatetto. L’iniziativa sembra avere successo, ma il nuovo “messia” dovrà anche affrontare una serie di difficoltà e impegnarsi a rispettare i propri valori.
19. Lasciati andare (2017)
Lasciati andare è una commedia di ispirazione freudiana che vede protagonista un irresistibile Toni Servillo, perfetto in un ruolo a lui poco consono. Il film è diretto da Francesco Amato, al suo terzo lavoro da regista, che otterrà maggiore attenzione con il successivo 18 regali. Con Servillo recita la giovane Verónica Echegui, attrice spagnola conosciuta per il musical Ballo ballo, che omaggia la nostra Raffaella Carrà. Completano il cast Carla Signoris, Luca Marinelli, Vincenzo Nemolato e Giacomo Poretti.
Elia Venezia è un freddo psicanalista dal carattere difficile e abituato a tenere tutti a distanza. Proprio per questo il matrimonio con la sua ex moglie, Giovanna, non ha funzionato. La sua unica valvola di sfogo è rappresentata dal cibo, in particolare dai dolci. Tuttavia, per problemi di salute è costretto a mettersi a dieta ferrea e a rompere con il suo stile di vita sedentario. Entra così nella sua vita Claudia, una giovane personal trainer dal carattere vivace. Con lei però arrivano anche i guai e altri personaggi finiranno per abbattere quel muro di freddezza che Elia usa come meccanismo difensivo.
20. Ammore e malavita (2017)
Un’altra commedia di successo è in verità principalmente un musical. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia, Ammore e malavita è poi arrivato nelle sale italiane divenendo in breve tempo campione di incassi. Era il 2017 e si trattava di un’annata abbastanza interessante per il cinema “made in Naples” e l’altro grande successo italiano era Gatta Cenerentola, un lungometraggio animato con diversi elementi in comune con Ammore e malavita. Quest’ultimo, diretto dai Manetti Bros., avrebbe poi fatto incetta di David di Donatello, vincendo anche nella categoria più importante: miglior film.
Ciro è un sicario al servizio di Don Vincenzo Strozzalone, boss della camorra napoletana. Quest’ultimo, stanco di condurre una vita al di fuori della legalità, decide di simulare la propria morte, in modo da sparire agli occhi della malavita. Il piano viene messo a punto grazie alla complicità di sua moglie Maria, che fa uccidere un suo sosia e inscena persino un finto funerale. Tuttavia, una giovane infermiera, Fatima, rischia di essere una scomoda testimone e Don Vincenzo ordina che venga eliminata. Ciro la va a trovare per compiere il suo lavoro, ma in lei riconosce la ragazza di cui era innamorato prima della sua carriera criminale. Quel sentimento rinasce e per lei è disposto a tradire la parola data al boss. Per i due amanti inizia quindi una lunga e pericolosa fuga.