La giustizia al centro della narrazione audiovisiva. È esattamente di questo che parleremo. Si tratta di un tema molto interessante, soprattutto considerando che il cinema è sempre stato un mezzo di espressione e quindi è da molti autori utilizzato per esprimere le proprie idee in tema di giustizia. Ci sono sicuramente diversi film che vanno verso questo gruppo, tra documentari e titoli appartenenti ai generi più disparati. Del resto, perfino il carcerario Sulla mia pelle ha avuto l’effetto di far riaprire il caso di Stefano Cucchi, portando infine alla giustizia.
A riprova di quanto questo sia un tema ampiamente presente nella settima arte, vi abbiamo già elencato le 11 migliori serie legal drama. In questa sede ci concentreremo invece sui film ambientati in un’aula di tribunale o comunque con una trama giudiziaria. Tra gli esempi più recenti, ricorderete sicuramente Saint Omer, pellicola francese di Alice Diop, vincitrice di ben due premi all’ultima Mostra di Venezia. Vediamo quindi i 15 migliori film giudiziari da vedere se siete amanti del genere.
1. La parola ai giurati (1957)
Il primo legal drama che viene in mente è La parola ai giurati, film che nel 1957 ebbe un grandissimo successo. Venne incluso nell’annuale top ten stilata dai Cahiers du cinéma e ricevette tre candidature all’Oscar, tra cui quella per il miglior film. Il lungometraggio è diretto da Sidney Lumet, al suo esordio alla regia e futuro autore di Serpico e Assassinio sull’Orient Express. Del cast fanno parte Martin Balsam, Henry Fonda, Lee J. Cobb, Jack Warden ed Ed Begley. Ciascun attore interpreta un diverso giurato senza nome e sappiamo molto poco dei rispettivi personaggi, poiché l’attenzione è tutta sulla trama giudiziaria.
Un uomo è morto assassinato e suo figlio è accusato dell’omicidio. Seguiamo quindi lo svolgersi del processo. Il verdetto deve essere unanime e, secondo la legislazione degli Stati Uniti, il mancato accordo tra i giurati porterebbe alla ripetizione del processo. La condanna consisterà nell’esecuzione della pena di morte e non è prevista la possibilità che il giudice possa concedere la grazia. Il destino del giovane accusato è dunque interamente nelle mani dei 12 giurati.
2. Testimone d’accusa (1957)
Curiosamente datato allo stesso anno di La parola ai giurati è Testimone d’accusa, che è diretto dal grande Billy Wilder. Il regista americano aveva in quel momento una fama ben consolidata e vantava titoli come La fiamma del peccato, Giorni perduti e Sabrina. Al pari di La parola ai giurati, Testimone d’accusa fu tra i principali contendenti nella notte degli Oscar del 1958. Anche Wilder tornò a casa a mani vuote e quell’anno trionfò il capolavoro di David Lean Il ponte sul fiume Kwai. Dietro la sceneggiatura di Wilder si cela un originale testo teatrale di Agatha Christie, una delle più grandi autrici di narrativa gialla nordamericana. L’adattamento cinematografico vanta inoltre un cast di tutto rispetto con Tyrone Power, Charles Laughton, Marlene Dietritch ed Elsa Lanchester.
Sir Wilfrid Robarts è un avvocato penalista di successo. Dopo una pausa dovuta a ragioni di salute, torna ad occuparsi di un nuovo caso. Si tratta di Leonard Vole, un uomo accusato dell’omicidio della facoltosa vedova Emily French. Ad assumerlo è una donna bellissima e misteriosa, che crede all’innocenza dell’uomo. Tutti gli indizi sembrerebbero però indicare la colpevolezza di Vole. Tuttavia, sua moglie, Christine Helm gli fornisce un alibi di ferro. Il processo contro Leonard Vole sarà ricco di colpi di scena e porterà alla luce una serie di drammi familiari.
3. Vincitori e vinti (1961)
Di qualche anno più tardi è invece Vincitori e vinti, che vanta anche una tematica importante. Il titolo originale è infatti Judgment a Nuremberg e il film è una ricostruzione del processo di Norimberga, che si concentrò sui crimini di guerra commessi durante gli anni del Terzo Reich. Rispetto ai due titoli sopra visti è stato più fortunato in linea Oscar. ha infatti vinto come migliore sceneggiatura non originale e miglior attore protagonista per Maximilian Schell. Alla regia c’è Stanley Kramer, autore che ritroveremo qualche posizione più sotto con …e l’uomo creò Satana, altro grande film giudiziario. Il cast è stellare ed include: Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Montgomery Clift, Marlene Dietrich, Judy Garland e il già citato Maximilian Schell.
Siamo a Norimberga ed il 1948, anno in cui una corte penale è chiamata a giudicare quattro gerarchi tedeschi accusati di crimini nazisti. Gli imputati affrontano il processo ciascuno in modo diverso, tra chi rivendica i propri ideali e chi rifiuta di proferire parola. Tra questi figura anche Ernest Janning, che in un secondo momento decide di ammettere le proprie colpe. A difenderlo è il brillante avvocato Hans Rolfe.
4. Il buio oltre la siepe (1962)
Altro titolo importante è Il buio oltre la siepe, che oltre ad essere un film di avvocati e tribunali è anche una pietra miliare tra i titoli a tematica razziale. La sua portata è molto vasta e l’adattamento di Robert Mulligan è tratto da un omonimo romanzo di Harper Lee (il cui titolo orignale è To Kill a Mockingbird). Il libro è sicuramente uno dei più famosi della letteratura americana e ha il merito di aver ideato una figura eroica, quella dell’avvocato Atticus Finch, nel film interpretato da un intenso Gregory Peck.
Alabama, 1932. Un giovane ragazzo afroamericano, Tim Robinson, è ingiustamente accusato di aver violentato una minorenne. È innocente, ma la comunità americana implicitamente razzista sembra averlo già condannato e dà libero sfogo al pubblico linciaggio. A difenderlo è l’avvocato Atticus Finch, un uomo di sani principi che intuisce che il motivo per cui il ragazzo è finito invischiato in questa storia ha a che fare con il colore della sua pelle.
5. Il caso Spotlight (2015)
Tra i recentemente visti e più noti c’è Il caso Spotlight, che può essere annoverato anche tra i film inchiesta e incluso nel cinema di denuncia. In effetti non è un dramma giudiziario in senso stretto, ma si parla comunque di questioni di giustizia e l’effetto che fa è lo stesso di un lungometraggio girato in un’aula del tribunale. La storia narrata è vera e la sceneggiatura scritta da Josh Singer insieme al regista Tom McCarthy si ispira all’indagine di The Boston Globe. Quest’ultimo ha portato alla luce una drammatica storia di pedofilia e abusi di minori avvenuta all’interno della comunità religiosa. L’indagine di The Boston Globe valse il premio Pulitzer di pubblico servizio e Il caso Spotlight vinse invece due Oscar: come miglior film e migliore sceneggiatura originale. Il cast è formato da Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery e Stanley Tucci.
Nel 2001 il The Boston Globe viene a conoscenza di alcuni abusi sessuali compiuti dai sacerdoti dell’arcidiocesi locale. A condurre le indagini è la squadra Spotlight, guidata da Marty Baron. Consapevoli dei rischi a cui vanno incontro, i giornalisti decidono di incontrare privatamente le vittime e raccogliere quante più testimonianze possibile. Man mano che le investigazioni proseguono, viene fuori una verità sempre più scottante.
6. …e l’uomo creò Satana! (1960)
Come abbiamo anticipato, c’è un secondo film diretto da Stanley Kramer ed è …e l’uomo creò Satana! Anche qui il cast è stellare e prevede Spencer Tracy, Fredric March e Gene Kelly. Nonostante il successo di critica, il lungometraggio si rivelò un fiasco al box-office. Particolarmente apprezzata fu la performance di Spencer Tracy, che ricevette l’Orso d’argento come miglior attore al Festival di Berlino e la candidatura all’Oscar. Il film è basato sull’opera teatrale intitolata Inherit the Wind e scritta da Jerome Lawrence e Robert E. Lee. Dietro la finzione si cela il processo della scimmia di Scopes, che nel 1925 sconvolse l’America. L’occasione si verificò con l’approvazione di una legge nel Tenessee, che vietava l’insegnamento di qualsiasi teoria negasse la Divina Creazione dell’uomo, compreso l’evoluzionismo di Darwin.
Nel sud degli Stati Uniti un insegnante viene arrestato per una lezione sulla teoria dell’evoluzionismo, in forte contrasto con una legge locale. La sua storia diviene presto un caso mediatico e i giornali degli stati del nord si affrettano a dipingere Hillsboro come una comunità chiusa e retrograda. Dall’arresto si passa al tribunale e a rappresentare l’accusa è l’avvocato Brady, uomo molto vicino alla comunità religiosa, esperto di sacre scritture e tre volte candidato alla presidenza degli Stati Uniti. La sua controparte è il brillante Henry Drummond.
7. Anatomia di un omicidio (1959)
Altro celebre dramma giudiziario è Anatomia di un omicidio di Otto Preminger. Come molti dei titoli finora visti, fu candidato agli Oscar. Una caratteristica non da poco che accomuna diversi film qui presentati e che sembra indice dell’attenzione di cui godono questi drammi. Anatomia di un omicidio fu inoltre in concorso a Venezia, dove vinse la Coppa Volpi per il miglior attore a James Stewart. Del cast fanno parte Ben Gazzara, Lee Remick, George C. Scott, Arthur O’Connell e Eve Arden. La novità più importante di Anatomia di un omicidio è annunciata già dal titolo: l’omicidio per cui si va a processo viene approfondito nei dettagli più scabrosi. Per l’epoca era qualcosa di mai visto e sicuramente contro la morale del tempo, per questo il film venne accusato di oscenità.
Ad Iron City si assite ad un processo per omicidio. Paul Biegler è l’avvocato difensore di Frederick Manion, un tenente reduce dalla Guerra di Corea. Ad assumerlo è la moglie Laura, che sostiene che il marito abbia ucciso l’uomo che l’aveva violentata. L’avvocato ne accetta la difesa e sembra intenzionato ad impostare la sua strategia sulle precarie condizioni mentali del suo assistito. In tribunale finiranno per emergere alcuni dettagli scabrosi e Biegler si renderà conto di quanto questi infastidiscono la mentalità puritana degli americani.
8. Codice d’onore (1992)
A questa posizione troviamo uno dei titoli più memorabili degli anni ’90. Al centro della scena c’è un giovanissimo Tom Cruise, allora in forte a scesa e volto simbolo di quel decennio. Non a caso lo abbiamo inserito tra i migliori film di Tom Cruise. Ancora oggi è un titolo di cui conserviamo un buon ricordo, complice un cast eccezionale con: Jack Nicholson, Demi Moore, Kevin Bacon e Kiefer Sutherland. L’aspetto più interessante consiste nella sua duplice natura: è sia un legal drama che un film in divisa, ed è tra i migliori mai realizzati. E questo ottimo film lo dobbiamo a Rob Reiner, regista di Misery non deve morire e Harry, ti presento Sally.
Il giovane tenente della marina americana Daniel Kaffee, peraltro avvocato, riceve dai suoi superiori un incarico delicato. Deve formare un collegio di difesa per due commilitoni accusati di omicidio. Il crimine è avvenuto a Cuba nella terribile prigione di Guantanamo. La difesa sostenuta da Kaffee esclude l’intenzione di uccidere e si riferisce alla presenza di un “codice rosso”, ovvero di un ordine non ufficiale impartito da un superiore. Indagando Kaffee trova inoltre elementi che scagionano i due imputati, a partire dalla stessa causa del decesso.
9. Il processo ai Chicago 7 (2020)
Un grande dramma giudiziario lo dobbiamo ad Aaron Sorkin, uno dei più apprezzati sceneggiatori di Hollywood. Sorkin è infatti regista de Il processo ai Chicago 7, altro titolo lasciato a bocca asciutta dall’Academy e distribuito direttamente su Netflix. Il film si basa su una storia realmente accaduta, in cui degli attivisti contro la guerra in Vietnam finirono in tribunale con accuse ingiuste. Il cast comprende Yahya Abdul-Mateen II, Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Michael Keaton, Frank Langella, John Carroll Lynch, Eddie Redmayne e Mark Rylance.
È l’agosto del 1968 e siamo nel pieno della contestazione giovanile. Fervono i preparativi per il Convegno nazionale del partito democratico e un gruppo di attivisti si prepara ad un’importante protesta. Cinque mesi dopo vengono tutti arrestati con l’accusa di aver cospirato contro la Guardia Nazionale e per incitamento alla violenza. Si apre quindi un processo tra mille difficoltà e il giudice sembra particolarmente propenso alla condanna. L’accusa vuole vincere e inizia a far rimuovere i giurati che sembrano simpatizzare per gli imputati.
10. Il verdetto (1982)
La classe di Paul Newman e il fascino magnetico di Charlotte Rampling sono i due aspetti più indimenticabili de Il verdetto. Quest’ultimo film è diretto da Sidney Lumet, lo stesso autore dell’acclamato La parola ai giurati, che abbiamo messo in testa alla nostra classifica. Dietro la trama narrata si cela un omonimo romanzo scritto da Barry Reed e il film alla sua uscita fu in generale un successo di pubblico e critica. L’American Film Institute lo ha inoltre posizionato tra i migliori lungometraggi giudiziari di sempre.
Frank Galvin è un ex avvocato di successo da tempo in crisi a causa dei suoi problemi con l’alcol. Il suo ultimo lavoro riguarda una causa che vede coinvolto un famoso ospedale. Ad ingaggiarlo è una ex paziente ridotta male a causa di un errore commesso dai medici. Turbato dalla sua storia, Frank rifiuta il patteggiamento e sceglie di andare a processo. Da quel momento per lui inizia un inferno fatto di colpi bassi, nemici e falsi alleati, ma sarà anche l’inizio della sua rinascita.
11. Erin Brockovich – Forte come la verità (2000)
Probabilmente molti troveranno sorprendente la presenza di Erin Brockovich – Forte come la verità. E in effetti il lungometraggio diretto da Steven Soderbergh e con una Julia Roberts da Oscar rappresenta un caso un po’ particolare. Il film inizia come un ritratto di donna, diventa una storia di denuncia e solo all’ultimo si trasforma in un legal drama vero e proprio. Erin Brockovich ha il suo punto di forza nella sua tenace protagonista, un personaggio realmente esistito, che si è trovata a combattere per una causa più grande di lei, pur con poca esperienza in materia. La sua storia merita di essere raccontata perché ha cambiato le sorti di un’intera cittadina.
Erin Brockovich è una madre single che passa da un lavoro all’altro. Per mandare avanti la sua famiglia, accetta un impiego come segretaria di uno studio legale. L’avvocato per cui lavora è Ed Masry, che aveva precedentemente conosciuto, e a causa della sua esuberanza e dei differenti caratteri l’idillio non è facile. Tutto cambia il giorno in cui Erin scopre per caso che un’importante azienda locale ha contaminato le falde acquifere di Hinkley causando tumori ai cittadini residenti. Erin va quindi a conoscere le vittime e decide con l’aiuto di Masry di intentare una causa contro la Pacific Gas and Electric Company.
12. …e giustizia per tutti (1979)
Altro titolo importante è diretto da Norman Jewison (Stregata dalla luna e Jesus Christ Superstar) e si intitola …e giustizia per tutti. Al centro della scena troviamo un intenso Al Pacino, qui impegnato in una delle sue migliori performance, come testimonia la candidatura all’Oscar. Del cast fanno inoltre parte Jack Warden, John Forsythe, Lee Strasberg, Jeffrey Tambor e Christine Lahti. Il film non è un dramma giudiziario tradizionale, ma piuttosto il ritratto di un uomo di legge, eppure è ambientato nell’aula di un tribunale.
Arthur Kirkland è uno dei più famosi avvocati di Baltimora, da tutti conosciuto per la sua estrema onestà. Proprio quest’ultima gli procura numerosi guai, non ultima l’accusa di oltraggio alla corte. Uscito di prigione passa da un caso all’altro. Il più importante di questi riguarda il giudice Fleming, suo eterno avversario, che è stato accusato di stupro. Quest’ultimo intende sfruttare la rivalità con Kirkland come prova della sua innocenza. Arthur si rifiuta di difenderlo, ma di fronte ad un ricatto è costretto a cedere.
13. Sotto accusa (1988)
Un film che è un misto di tematiche importanti è Sotto accusa. Si parla di stupro, di giustizia e di victim blaming, e viene da un periodo in cui questi argomenti venivano visti anche con un certo pregiudizio. Eppure col senno di poi potremmo dire che Sotto accusa ha in qualche modo anticipato i tempi. Il lungometraggio è diretto da Jonathan Kaplan e vede due donne protagoniste assolute: Kelly McGillis e Jodie Foster, giustamente premiata con l’Oscar. La sceneggiatura di Tom Topor si ispira ad un fatto realmente avvenuto nel 1983 in un bar di New Bedford.
Sarah Tobias è una giovane e vivace cameriera con una pessima reputazione. Una sera, nel locale dove lavora, invita a ballare un cliente e in men che non si dica viene immobilizzata e poi stuprata da tre ragazzi. Il tutto avviene mentre tutti guardano, incitano e nessuno interviene. Decide quindi di denunciare i suoi aggressori e il caso finisce in tribunale. Il procuratore Kathryn Murphy vorrebbe in un primo momento il patteggiamento per lesioni colpose escludendo così l’accusa di stupro, ma Sarah si oppone. Tra le due donne nasce un po’ alla volta un legame di solidarietà femminile e a processo ci finiscono anche i presenti colpevoli di aver incitato gli stupratori.
14. Oltre la notte (2017)
Altro film “misto” è Oltre la notte, diretto dal tedesco Fatih Akin (Soul Kitchen e La sposa turca). In questo lungometraggio infatti assistiamo ad una narrazione in fieri: da storia di terrorismo e di elaborazione del lutto diviene solo in un secondo momento un dramma giudiziario. Ne è protagonista una straordinaria Diane Kruger, premiata a Cannes per questo ruolo. Il film è interamente cucito su di lei e la sceneggiatura lavora in sottrazione lasciando che sia l’attrice a definire le emozioni in ogni scena. Il racconto si basa su un fatto realmente accaduto, ovvero l’attentato di Colonia del 9 giugno 2004.
Katja è una donna tedesca sposata con il turco Nuri e madre di un bambino di nome Rocco. I tre formano un nucleo familiare molto unito e la coppia ha alle spalle una toccante vicenda romantica. Quando un giorno Katja decide di trascorrere una giornata di relax con sua sorella, affida Rocco a Nuri. Al suo ritorno scopre però che c’è stato un attentato e sia suo marito che suo figlio sono le vittime. Le indagini portano alla luce un passato di droga nella vita della coppia, ma Katja è convinta che l’attentato abbia invece una matrice nazista. Il caso finisce in tribunale e Katja può così guardare negli occhi coloro che hanno assassinato la sua famiglia.
15. Un grido nella notte (1988)
Viene da una storia vera anche la trama di Un grido nella notte, che vede protagonista Meryl Streep in una delle sue performance più famose. Un dettaglio importante riguarda la nazionalità del film: l’attrice statunitense si ritrova infatti qui coinvolta in una produzione australiana. Accanto a lei c’è il neozelandese Sam Neill e la regia è invece opera di Fred Schepisi. La vicenda originale è conosciuta come “caso Azaria Chamberlain” e riguarda la scomparsa di una bambina in un campeggio con la famiglia nel 1980. Il caso giudiziario fu abbastanza complesso e ricco di dettagli scabrosi, ma soprattutto ebbbe un’attenzione mediatica che si riversò sulla famiglia protagonista di questa triste vicenda.
Nel 1980, Lindy e Michael Chamberlain si trovano in campeggio con i loro figli. Una notte la piccola Azaria, di sole 9 settimane, scompare misteriosamente. Nelle vicinanze della tenda viene avvistato un dingo e Lindy si convince che l’animale abbia portato con sé la bambina. Iniziano quindi le ricerche, la notizia si diffonde e l’opinione pubblica si divide. In molti puntano il dito contro gli stessi Chamberlain, che suscitano antipatia a causa di Michael, che è un pastore avventista. Si apre un processo e i due vengono giudicati innocenti. Un paio di anni dopo emergono nuovi elementi e Lindy si trova nuovamente accusata dell’omicidio di Azaria.