James Bond è senz’altro una delle icone più importanti e celebrate del cinema e della cultura pop in generale. Creata negli anni ’50 dalla mente dello scrittore Ian Fleming, la spia inglese con licenza d’uccidere e nome in codice 007 continua ad essere, ancora oggi, un modello a cui aspirare. Rude ma raffinato, amante dell’avventura, degli abiti firmati, delle belle donne e dell’immancabile Vodka Martini agitato, non mescolato, Bond è stato portato su schermo in una ventina di pellicole di grande successo, che hanno visto susseguirsi nel ruolo diversi interpreti, ciascuno con le proprie caratteristiche e i propri modi di intendere il personaggio.
In occasione del 60esimo anniversario del suo esordio sul grande schermo e in attesa dell’annuncio della prossima persona che erediterà la licenza “doppio zero”, proponiamo una classifica di tutti gli attori che hanno interpretato James Bond nella serie ufficiale (niente film apocrifi quindi), dal peggiore al migliore.
6. Roger Moore
Può sembrare una provocazione, ma secondo noi l’inglese Roger Moore è stato l’attore meno convincente nei panni di James Bond. Prima scelta dello stesso Ian Fleming, Moore fu impossibilitato a partecipare a Licenza di uccidere (1962) per via degli impegni presi con la serie tv Il Santo. Una nuova occasione gli si presentò dopo il definitivo abbandono di Sean Connery, con Vivi e lascia morire (1973), a cui seguirono altri 6 capitoli fino a Bersaglio mobile (1985). Ciò rende Moore l’attore che ha interpretato 007 più volte, nonché uno dei più iconici. Perché allora l’ultimo posto? Be’, rispetto a Connery, Roger Moore è un Bond decisamente più ironico e spiritoso, forse troppo. Tra faccette buffe e battute a ripetizione, ha davvero poco o nulla del freddo agente segreto descritto da Fleming. Non aiuta il fatto che, salvo due o tre eccezioni, sia protagonista dei peggiori film della saga, talmente sopra le righe da sfiorare l’autoparodia.
5. George Lazenby
Il Bond più sfortunato. Unico interprete non originario delle isole britanniche (è australiano), l’ex modello George Lazenby ottenne la parte di 007 quasi per caso, mentendo a destra e a manca sulle sue precedenti esperienze lavorative pur di ereditare lo smoking di Sean Connery in Al servizio segreto di Sua Maestà (1969). Eppure, sulla carta poteva anche rivelarsi una scelta vincente, specie considerato che lui stesso era un po’ James Bond già nella vita reale: bello, fascinoso, atletico (quasi tutti gli stunt li ha fatti di persona) e, soprattutto, inguaribile playboy. Purtroppo, nonostante abbia fornito una prova tutto sommato convincente e non priva di inaspettati picchi emotivi (si veda la scena della morte di Tracy Di Vincenzo), la sua performance fu ostacolata dai produttori, che volevano che imitasse il più possibile Connery e gli impedirono di creare un “suo” Bond. Proprio per via di tali divergenze creative, Lazenby rinunciò a tornare nei capitoli successivi, diventando così l’unico attore ad aver interpretato 007 una sola volta. Considerato però che la sua ultima pellicola è ritenuta all’unanimità uno dei migliori film su 007, tutto sommato gli è andata bene.
4. Timothy Dalton
Timothy Dalton è forse il più sottovalutato tra gli interpreti di James Bond. La sua unica colpa è di essere stato troppo in anticipo sui tempi. Giunto a termine il periodo Moore, i produttori decisero infatti di svecchiare il personaggio e prendere le distanze dalla leggerezza del precedente interprete. Così il gallese Dalton diede vita a uno 007 più duro, serio e violento. Una figura maggiormente vicina alla versione cartacea e in linea con gli action hero degli anni ’80, incline più alle scazzottate e alle sparatorie che alle serate di gala e ai tavoli da gioco (non a caso, Dalton sta meglio in abiti casual che in smoking). Di fatto ha anticipato di un ventennio Daniel Craig, peccato che all’epoca non sia stato capito. Il che si può dire anche dei due film a cui ha partecipato (Zona pericolo del 1987 e Vendetta privata del 1989), tra i più interessanti e coraggiosi della saga, ma bistrattati ai tempi dell’uscita. Nonostante fosse in trattative per una terza pellicola, quando lunghe beghe legali ritardarono l’inizio della produzione Dalton decise di abbandonare la serie, lasciando il campo libero a Pierce Brosnan.
3. Pierce Brosnan
Dopo la fine della Guerra Fredda e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tutti erano convinti che James Bond non avesse più alcuna ragione di esistere. Invece l’irlandese Pierce Brosnan (insieme al team creativo ovviamente) ha saputo traghettarlo con successo negli anni ’90 e nel mondo moderno. Pur dovendo subire alcune variazioni per adattarsi alle nuove sensibilità (vedasi l’abolizione delle sigarette), il suo 007 è forse quello più simile a Sean Connery, senza però esserne una banale imitazione. A suo agio sia nelle scene d’azione che in contesti più eleganti, Brosnan infonde charme e ironia nell’agente segreto di Sua Maestà, fornendo un’interpretazione convincente e memorabile. Peccato che, a parte Goldeneye (1995), tutti i suoi film (4 in totale) oscillino tra il passabile e il mediocre, con La morte può attendere (2002) a rappresentare uno dei punti più bassi dell’intera saga.
2. Daniel Craig
In un’epoca in cui i personaggi della cultura popolare cambiano etnia come niente, fa quasi ridere ricordare la rabbia dei fan quando l’inglese Daniel Craig fu scelto come nuovo interprete di James Bond. La sua colpa? Essere biondo e con gli occhi azzurri. Eppure, fin dal suo esordio in Casino Royale (2006), la futura star di Knives Out è riuscita a far breccia nel cuore del pubblico, proponendo uno 007 diverso dagli altri. Quello di Craig è il Bond più freddo, violento e scostante di tutti, ma anche il più umano, fallibile ed emotivamente complesso. Nell’arco di 5 film di qualità altalenante (si va dal deludente Quantum of Solace del 2008 allo splendido Skyfall del 2012), la spia britannica viene sviscerata come mai era accaduto prima: ne scopriamo il drammatico background, la vera natura del rapporto con M, la difficoltà nel fidarsi degli altri e il desiderio nascosto di abbandonare il servizio e vivere una vita normale. Il culmine si ha nel capitolo finale, No Time To Die (2021), che non solo dona (brevemente) a 007 una famiglia, ma osa mostrare ciò che fino ad allora era considerato impossibile: la morte dell’agente segreto più famoso della storia del cinema.
1. Sean Connery
L’unico, il solo, l’originale. Per quanto molti ci provino, nessuno riuscirà mai ad eguagliarlo né tantomeno a superarlo. Ex modello e bodybuilder (con tanto di partecipazione a Mister Universo), lo scozzese Sean Connery era ancora semisconosciuto quando fu scelto per interpretare James Bond in Licenza di uccidere (1962), tuttavia si dimostrò subito perfetto per la parte. Atletico, elegante, carismatico e sarcastico, il suo 007 sembra preso di peso dalle pagine di Ian Fleming. Malgrado la calvizie precoce mascherata da un discutibile toupet, Connery seppe imporsi come sex symbol grazie al suo fascino e alla sua fisicità, divenendo un modello di stile per gli uomini di qualunque epoca e imprimendo saldamente Bond nell’immaginario collettivo. Non volendo essere associato per sempre con l’immagine dell’agente segreto, l’attore decise di abbandonare il ruolo dopo Si vive solo due volte (1967), salvo poi tornare ancora una volta, dopo l’esperienza Lazenby, con Una cascata di diamanti (1971). Ciò fa di lui il secondo attore ad aver interpretato Bond più volte dopo Moore, con 6 film all’attivo (7 se si considera anche Mai dire mai, capitolo non canonico del 1983).