Parigi apre le danze per la sua Settimana della Moda ricca di eventi, all’insegna di tante sfilate dal vivo e molte altre in digitale, sistema ancora inesplorato che potrebbe portare a nuovi grandi traguardi nella moda, come afferma Pascal Morand, presidente della FHCM, che è deciso a mantenere “questa dualità di spettacoli fisici e virtuali per sempre. L’aspetto digitale non è solo una fase passeggera”, ma rappresenta una buona fetta del futuro. Inoltre permette a chiunque, da ogni parte del mondo, di fruire in tempo reale delle novità presentate in spazi dove normalmente solo una fortunata élite può accedere, rendendo così l’esperienza moda universale.
In questi giorni, ritroveremo i grandi nomi della scena modaiola parigina, come Christian Dior, Saint Laurent, Chanel ed altre maison, d’oltralpe e non solo, che hanno scelto Parigi come unica e sola location per mostrare in anteprima le loro creazioni. Come Valentino, Miu Miu, Paul Smith, Issey Miyake, Rick Owens, Dries Van Noten e tanti altri che andremo a scoprire in una carrellata di immagini piene di vitalità, energia e poesia. Quelle emozioni che solo una scena multiculturale come quella di Parigi sa regalare.
Ed ecco allora le migliori creazioni per la primavera/estate 2022 dalla settimana della moda di Parigi 2021, .
Christian Dior
[ngg src=”galleries” ids=”120″ display=”basic_slideshow”]Maria Grazia Chiuri, direttore creativo della maison Dior, recupera le forme essenziali e pulite degli anni Sessanta, decennio e palcoscenico di grandi rivoluzioni, creando un parallelismo con il nostro momento storico, segnato anch’esso da grandi cambiamenti. Si ispira al Dior di Marc Bohan, stimatissimo designer al timone del brand fino al 1989, e al suo Slim Look, che ha rivoluzionato le forme della silhouette, rendendole fluide e comode, e dove la donna si è sentita finalmente liberata dalle costrizioni di una moda troppo costruita.
Maria Grazia Chiuri mette in scena abiti corti a trapezio. Della stessa forma le minigonne sotto alle piccole giacche dal fit boxy, il tutto mosso dal color block in un ventaglio cromatico che spazia dall’arancio al verde, dal giallo al celeste. Combattivo ed energico lo spirito per i completi da “boxeuse”, in tessuti lucidi e dai colori vivaci, corredati da bomber con le maniche a contrasto, camicie corte e spolverini dalle linee morbide. L’animalier, caro a tanti in questa P/E 2022, è stilizzato nei disegni e viene piazzato su capi dai colori forti, o su un più delicato caki. Si seduce con la trasparenza delle camicie e degli abiti lunghi che incedono fluttuanti su una passerella che strizza l’occhio al passato ma che è pienamente immersa nell’attualità del suo tempo.
Saint Laurent
[ngg src=”galleries” ids=”121″ display=”basic_slideshow”]Anthony Vaccarello, direttore artistico di Saint Laurent, firma una collezione che si ispira a Paloma Picasso e all’amicizia che la legò ad Yves Saint Laurent, che, nel 1971, la celebrò con una sfilata che divenne iconica e che oggi Vaccarello ripropone in chiave moderna, utilizzando i tratti distintivi di Paloma, come il rossetto rosso, i gioielli bold, le spalle larghe e le scarpe con il platform.
La sfilata si compone di tute che diventano una seconda pelle, di giacche con spalline costruite dalla linea sapientemente sartoriale. Il bianco ed il nero sono spezzati dall’arancio, il viola ed il rosso, tanto amato da Paloma da diventare il suo marchio di fabbrica. Gli accessori sono appariscenti: guanti in pelle colorata, bracciali dorati, maxi collier e pochette piatte indossate dentro ai pantaloni. Le calzature catturano l’attenzione, come la décolletté con il platform in vernice che slancia ancor di più la figura e le sling back in pvc con il tacco a spillo, che completano i look smilzi e couture, in un mix tra passato e futuro, che disegna un presente anticonformista, seppur rigoroso.
Dries Van Noten
[ngg src=”galleries” ids=”122″ display=”basic_slideshow”]Seppur in video, la primavera/estate 2022 di Dries Van Noten è un inno alla vita, potente e pieno di joie de vivre. Il filmato è diretto da Alber Moya e le musiche sono quelle di Grace Jones. Lo spettacolo è tutta opera del genio di Dries, che celebra una sintesi armoniosa tra colori e forme, con quest’ultime ritratte in pose plastiche ad esaltare le linee delle sue creazioni.
Ci sono frange che creano un effetto charleston multicolore su abiti e gonne dalla silhouette fluida. Alcuni volumi, invece, sono enfatizzati su spalle e maniche, conferendo ai look una costruzione estremamente sofisticata. Comunque Dries, oltre alla fantasia che da sempre lo contraddistingue, pensa sempre a vestire le sue donne con capi portabili e di facile accesso, gioca con il colore, creando delle stampe sfocate dagli accostamenti cromatici azzeccati, impreziosendo le forme più pulite di trench, abiti e giacche. Per spezzare la stampa, propone il color block, che regala una geometria più sobria per top e trench oversize. Non manca la tinta unita, ma sempre nei colori forti, a sottolineare una personalità spumeggiante che non si nasconde dietro a nulla.
Balmain
[ngg src=”galleries” ids=”123″ display=”basic_slideshow”]”L’esercito di Balmain ha sempre avuto i suoi ranghi pieni di ribelli appassionati che sono ostinati piantagrane. Sono più a loro agio quando spingono in avanti e nessuno può fermarli quando sentono il bisogno di spingere. La loro tipica disinvoltura è molto evidente sul palcoscenico di oggi e, se abbinata alle silhouette eleganti della prossima stagione, è quella spavalderia sicura che aiuta a creare l’atmosfera straordinariamente potente e seducente di questa passerella“, queste le parole di Olivier Rousteing, direttore creativo della maison Balmain, che proprio con questa sfilata festeggia i suoi dieci anni al comando del team creativo del brand. Quando entrò aveva appena 25 anni e oggi afferma che “quando la porta si è aperta per me nel 2011, non ero il candidato più atteso per diventare direttore creativo. Da allora, sono stato determinato a sfruttare questa opportunità e questa posizione per continuare a spingere verso ulteriori cambiamenti. Ho lavorato per garantire che le presentazioni, gli spazi di lavoro e le campagne di Balmain riflettano la vera bellezza diversificata del mondo di oggi“.
La sua P/E 2022 Uomo/Donna è ricca, con intarsi in oro, lacci e orli non finiti che strascicano l’incedere dei modelli sulla passerella. Gli abiti sono preziosi, sagomati e pieni di pietre, le rotture strategiche impreziosiscono il capo, le giacche sono fluide, le maglie lasciano le spalle scoperte. I colori predominanti sono il bianco e il nero, con punte di rosso, beige e tanto oro a corredare un presente forte e sincero, che celebra la vita e la bellezza.
I festeggiamenti, iniziati nel pomeriggio con tante performance musicali e seimila ospiti esultanti, si concludono in serata con la sfilata e, a sorpresa, uno show nello show, dove Rousteing mette sotto ai riflettori i masterpieces dei suoi dieci anni di gloria, e sceglie le sue amiche top per ridare loro vita. E così Naomi, Carla, Nadége, Natalia e Karen avanzano impavide sulla scena regalandoci un indimenticabile amarcord.
Rick Owens
[ngg src=”galleries” ids=”124″ display=”basic_slideshow”]Per presentare la sua Primavera/Estate 2022, Rick Owens torna a Parigi, traendo ispirazione da Le Corbusier e dal suo “brutalismo”, che in architettura vuol dire costruire con la materia bruta delle relazioni emozionali. Così le sue Fogachine Women, le donne di nebbia, calcano il perimetro del Palais de Tokyo, sfoggiando una bellezza in fase di costruzione. Come il cemento a vista, il béton brut, Rick Owens ci propone una moda in via di definizione, inedita, che non rispecchia le regole della vecchia normalità e che non vuole deludere le promesse più eco-sostenibili fatte in tempo di Covid.
I suoi capi sono avvolgenti, con volumi pieni e drappeggi, le trasparenze di molti abiti si alternano alle giacche over con spalle spaziali che racchiudono la silhouette quasi a proteggerla. Le calzature sono un mix tra un sandalo ed uno stivale dal gambale altissimo fissato da cinturini, che termina con un plateau molto alto che trasforma la donna di Rick in una valchiria post apocalittica, in un mondo nuovo tutto da (ri)costruire.
Chloé
[ngg src=”galleries” ids=”125″ display=”basic_slideshow”]La nuova collezione di Chloé ha un gusto tutto eco-sostenibile ed è frutto della prolifica collaborazione del brand con i piccoli artigiani indipendenti, dando un incremento importante alla produzione locale. I materiali dei capi arrivano da tessuti di vecchie collezioni, gli abiti sono arricchiti da vecchi gioielli, le tinture utilizzate sui pezzi di cashmere sono a base vegetale e tutto questo è sinonimo di un grande rispetto per il nostro pianeta, per le risorse che lo popolano, per coloro che creano capolavori con la cura e la minuzia tipiche di chi ama incondizionatamente il proprio lavoro, senza scendere a compromessi.
Ne esce una collezione raffinata, fluida, portabile, con abiti dalle linee morbide realizzati in seta o in tessuti a rete multicolor. Lacci e frange muovono top e gonne, giacche e pantaloni sono comodi, accoglienti. I colori sono sobri e ben dosati nelle nuance del beige, blu e giallo tenue. Niente esce dal coro, tutto tende verso un’armonia rilassata e una femminilità delicata, dal carattere forte ed indipendente.
Valentino
[ngg src=”galleries” ids=”126″ display=”basic_slideshow”]Pierpaolo Piccioli ci regala una collezione uomo e donna pregiata, maestosa, dai tanti colori e dai ricchi tessuti, ma cambia rotta e trasforma la filosofia della maison con un sapore più quotidiano, attinge dagli archivi del passato per reinterpretare in chiave ultra moderna una nuova realtà, rifiutandosi di credere che tutto sia tornato come prima.
“Sono successe delle cose delle quali occorre essere consapevoli, non credo che ritornare al passato perché ci rassicura sia un gesto che serve per vivere oggi. Credo che l’immagine abbia una potenza molto forte: se l’idea di uguaglianza che guida la mia moda appare ben presente in passerella, è inutile aggiungere le parole perché l’immagine parla da sola. È questo che fa diventare radicale il messaggio che voglio dare“: così Piccioli racconta il suo lavoro per la primavera/estate 2022, con il deep impact che la sua collezione inevitabilmente ha su tutti, nessuno escluso. Sceglie gli abiti corti e fascianti cut out, il taffetà per costruire giacche e vestiti, lo chiffon fluttuante per gli abiti lunghi. I colori sono un’esplosione ordinata di accostamenti inusuali ma bellissimi, come il verde con l’azzurro o il fucsia con il bronzo. Molti dei look sono gender fluid, uomini e donne procedono fieri sulla passerella lasciandosi alle spalle un passato non replicabile e si godono un nuovo presente che speriamo diventi sempre più saldo.
Yohji Yamamoto
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Mr Yamamoto ai suoi primi quarant’anni di sfilate a Parigi, decide di non festeggiare e di non autocelebrarsi, mettendo al centro della scena la sua moda, che si piega alle esigenze nate dal dramma del riscaldamento globale. Proprio per permettere alla sua donna di acclimatarsi a questa sempre più prepotente realtà, Yohji presenta per la prima volta la minigonna, scopre le spalle e le braccia, utilizza fibre naturali come il lino ed il cotone, che, rispetto al solito, rendono più quotidiano il suo lavoro. Le asimmetrie diagonali ed i drappeggi, da sempre la sua cifra stilistica, immortalano i suoi capi, leggeri ed eterei, rigorosamente in nero, spezzato da inserti bianchi sui capospalla che accompagnano dolcemente l’incedere della figura in un eterno avanguardismo che prescinde le tendenze ed i capricci passeggeri.
Issey Miyake
[ngg src=”galleries” ids=”128″ display=”basic_slideshow”]Satoshi Kondo, direttore creativo del brand, punta sul mondo acquatico e intitola il suo nuovo lavoro “A Voyage in descent”, un viaggio in discesa, come metafora del processo creativo, perché la sua intenzione è stata quella di portare sé stesso ed il suo team ad esplorare e scoprire molte cose mai create prima.
Mette in scena, con dei volumi del tutto inediti per l’azienda, delle nuove costruzioni. Come le linee attillate per gli abiti lisci, fluidi e puliti, privi dell’iconico plissé, che invece incontriamo più opulento che mai su dei cerchi di diversi colori, uniti tra loro a formare un collage color block, che disegnano dei vestiti/sculture lunghi o al ginocchio. I tailleur hanno linee austere e sartoriali, così come il trench dalla linea essenziale. Le stampe delle prime uscite sono dipinte a mano in una fusione di atmosfere, che donano pace agli occhi, mentre quelle apparentemente floreali arrivano in realtà dal mondo sottomarino. Dai colori pastello delle prime uscite, si chiude con i colori forti del fucsia, giallo, azzurro e bluette, perché l’esplorazione porta a nuove e diverse consapevolezze. È un percorso dalle mille sorprese, che dalla dolcezza di alcuni momenti ci porta alla forza e alla determinazione di altri, pur restando nello stesso mondo, in questo caso sott’acqua.