Dopo un’estate che sembrava non finire mai, finalmente arrivano le feste natalizie, portando con sé gioia, novità, allegria, ma anche tanto cattivo umore. Eh sì, perché è proprio durante le feste che vengono a galla i dissapori fra parenti, amici e conoscenti, dissapori che trovano la scusa per esplodere durante le riunioni di famiglia e non. A quanto pare, molte persone decidono di intraprendere un percorso di psicoterapia proprio in questo periodo dell’anno (e in estate). Come mai? Potremmo dire che il motivo principale è che l’incontro con i parenti che non si vedevano da tempo può causare un riemergere di conflitti sopiti dalla distanza. Attenzione: conflitti accantonati, non risolti.
In questo articolo cercheremo di analizzare e descrivere i dieci modi per evitare conflitti familiari durante le Feste e vivere un’esperienza natalizia (ma anche di altro tipo) rilassata e serena proprio come in Love Actually, commedia con Colin Firth e Hugh Grant.
1. Imparare a scansare le domande invadenti
Solitamente, in queste occasioni, il parente di turno che non vedevate da tanto si sente autorizzato, come per rinfrancare il suo rapporto con voi, a porre domande di tipo personale un po’ troppo invasive. “E la fidanzata? E quando ti sposi? E un figlio quando lo fai?” L’invasione dello spazio personale in queste occasioni è molto frequente, in special modo nelle famiglie della nostra penisola. Rispondere è cortesia, ma dipende: possiamo glissare con frasi minime e chiuse, in modo da non concedere una ribattuta. Ad esempio: “Sto bene, sia il lavoro che per il resto. Mi passi il sale?”, oppure “Abbastanza bene, ma tu che mi dici invece?”. Spostare la conversazione sull’altro inibirà le domande verso di voi ed eviterà spiacevoli provocazioni.
2. Ognuno porta qualcosa da mangiare
Durante le feste, come si fa per i compleanni o in altre occasioni, può essere utile preparare qualcosa da portare, nel caso siate invitati. Dopo Il Pranzo di Babette (1987) di Gabriel Axel e, ad esempio, Chocolat (2000) di Lasse Hallström, abbiamo ormai imparato che il buon cibo mette tutti d’accordo: dissipa conflitti, crea intimità e cordialità. Un rituale antico come l’umanità che mette da parte tutto ciò che può restare al di fuori del tavolo. Certo, sarete esposti al criticone di turno che vi farà notare che c’è qualcosa che non va nel piatto che avete preparato, ma bisogna restare calmi e ricordare: con la bocca piena, non si parla. È maleducazione.
3. Andare al ristorante
Una soluzione a cui molti del sud Italia guardano con sospetto e perplessità. Al nord, invece, a quanto pare è una consuetudine, specialmente a Capodanno e a Pasqua: pranzare fuori è un ottimo modo di evitare i conflitti. Ricordate La cena (1998) di Ettore Scola? In un contesto non familiare e in presenza di sconosciuti, difficilmente chi siede con noi sarà incline ad arrabbiarsi e a “dare spettacolo”. Le buone norme sociali non lo permettono, per cui il rischio sarà ridotto al minimo. Ma attenti a non bere troppo!
4. Sì ai brindisi, ma attenzione a non esagerare
Uno dei modi più semplici di distaccarsi dall’evento anche attraverso i sensi è quello di iniziare a fare diversi brindisi e bere, bere tanto. L’alcol è un ottimo inibitore del nostro contatto con la realtà, ma causa anche un abbassamento delle difese. E se prima le buone norme sociali vi avevano salvato, attenzione ad arrivare al terzo bicchiere. Potremmo dire e sentirci dire cose spiacevoli. Un po’ come in Festen (1998) di Thomas Vinterberg.
5. Proporre un argomento di conversazione
Una tecnica che può essere utile per evitare conflitti familiari durante le Feste è proporre un argomento di conversazione. Ma non deve essere un argomento qualunque. Siate furbi: l’argomento deve toccare temi di interesse generale e sul quale siamo tutti d’accordo, in modo che esprimere rabbia e opinioni divergenti sia solo un modo per arricchire la conversazione. Non ci avete pensato? Ad esempio: la pace, la fame nel mondo, la beneficenza a favore delle malattie genetiche. Difficilmente si presenteranno incomprensioni o discordanze. Tenete a mente che, più questi temi sono vicini a noi, più le nostre componenti emotive tenderanno a prendere il sopravvento: ognuno tenderà a proiettarci dentro tutto ciò che non sopporta di sé. E ci vuole davvero poco per perdere la gioia e lasciare far tutto alla rabbia, come in Inside Out (2015) di Pete Docter e Ronnie del Carmen.
6. Presentategli il vostro partner
Immaginate: dovete andare a Natale a casa dalla vostra famiglia che non vedete da un po’. Vedrete parenti molesti e altre persone di cui non vi frega nulla. Molto probabilmente vostra madre ha già cucinato di tutto e sta per suggerirvi anche come vestirvi per la cena. Quale miglior occasione di presentare la vostra metà? Come in Ti presento Joe Black di Martin Brest del 1998, con una persona nuova a tavola, non soltanto la conversazione sarà dirottata verso il vostro partner, ma gli altri commensali eviteranno per educazione qualsiasi tipo di discussione, conflitto o situazione che possa mettere in imbarazzo l’ospite.
7. Un ascolto empatico
Quante volte vi sarà capitato di dover ascoltare interminabili monologhi sulla vita e le ultime scelte di qualcuno che, malauguratamente, è seduto proprio accanto a voi. Magari proprio la nonna che vi racconta per l’ennesima volta di quando ha conosciuto il nonno o di come era brutta la guerra. Mettersi in una posizione di ascolto empatico può essere utile sia per noi che per l’altro: ascoltare sì, ma anche intervenire con domande che possono rassicurare chi parla del fatto che lo state ascoltando e capire cosa prova in quel momento. Questo tipo di ascolto permetterà di mantenere i propri spazi in termini di comunicazione senza invadere l’altro e permetterà all’altro di fagocitarci con le sue parole. Come già suggerito nel punto 1.
8. Scegliete e assegnate i posti a tavola in modo strategico
Se siamo noi ad organizzare l’evento, possiamo ricorrere ad un espediente molto semplice: prepariamo dei segnaposto con i nomi degli ospiti e distribuiamoli sapientemente in modo da allontanare tra loro i soggetti più problematici. Nostro cugino con i piercing e tatuaggi sarà seduto lontano dallo zio che parla come un politico conservatore. Nostra zia, credente e devota, sarà sistemata lontana da nostra nipote che proprio in quell’occasione ha deciso di portare alla cena (come nel punto 7) la sua fidanzatǝ. Se ancora vogliamo essere lasciati in pace, scegliamo i posti agli angoli e come vicini i più timidi del gruppo.
9. L’evitamento
Molte persone, ogni anno, passano le festività lontane da amici e parenti. Il punto è che, sembrerà scontato, ma l’evitamento è il mezzo più efficace per evitare situazioni conflittuali: non andare all’evento, con una scusa (tipo il lockdown o il contagio da covid-19) è forse la soluzione più gettonata. Diverse persone ammettono di non aver voglia di passare le festività con altre persone. Questo fenomeno è chiamato Christmas Blues, uno stato depressivo che porta all’isolamento durante le festività. In questi casi, riuscirete a evitare gli incontri con parenti e altri che non volete vedere. Ma in realtà, cosa o chi state evitando davvero?
10. Litighiamo sì, ma con la testa
A pensarci bene, la soluzione vera e propria non è quella di evitare i conflitti, ma di affrontarli in maniera assertiva, spontanea e con molto, molto umorismo. Agendo in questo modo si eviteranno questioni sospese, malumori e tensioni che portano i rapporti fra persone ad essere sempre tesi. Mostriamo i nostri spazi, la nostra individualità, le nostre idee. Abbiamo il coraggio di far vedere chi siamo e che, se gli altri vogliono stare con noi in armonia, devono accettare le nostre differenze. Perché sono quelle che ci rendono uniche. D’altronde si sa, “l’amore (per sé e per gli altri) non è bello se non è litigarello”, anche durante le feste. La risoluzione di un conflitto è il regalo più bello che possiamo farci. E soprattutto, cerchiamo di evitare soluzioni drastiche come in Parenti Serpenti (1992) di Mario Monicelli.
(Francesco Marzano, autore dell’articolo, è psicologo, psicoterapeuta e psicodrammatista, si occupa di rapporti tra psicologia e cinema e dell’impatto sugli spettatori)