Vivere o morire! Con questa semplice frase si può riassumere tutto un filone di film incentrati sulla sopravvivenza. La maggior parte di questi titoli ricadono sotto l’adventure movie, un genere che è da sempre strettamente legato ad una scelta estrema. In molti di questi film ci troviamo sperduti nella giungla o nel deserto, o addirittura in mare aperto, uno scenario che quindi ben si presta a raccontare quello che è il nostro istinto primordiale. Accanto ai film d’avventura, talvolta troviamo horror, war movie, sci-fi, western, disaster movie e tanti altri generi che presentano la stessa identica caratteristica: una trama di sopravvivenza.
Si tratta di un filone molto vasto e ricco di titoli esemplari, molti dei quali sono notoriamente stati campioni di incassi alla loro uscita. Il successo di questi film lo si deve soprattutto al meccanismo di identificazione che scatta nello spettatore: vedere un protagonista che lotta disperatamente per salvarsi la vita ci ricorda cosa siamo, e dunque la nostra natura umana.
Vediamo quindi i 25 migliori film sulla sopravvivenza, i più estremi e avventurosi.
1. Jurassic Park (1993)
Il primo titolo che vi presentiamo è Jurassic Park di Steven Spielberg, un grande classico di cui abbiamo già parlato a proposito di film ambientati in un metaverso o in una realtà alternativa.
La trama di sopravvivenza è centrale e riguarda un gruppo di scienziati che deve cavarsela in un ambiente estremo: un parco artificiale in cui si trovano alcuni dinosauri. L’iniziativa è di John Hammond, un miliardario che con l’aiuto del Henry Wu è riuscito a riportare in vita delle creature estinte grazie al progresso scientifico. La prima reazione degli scienziati ospiti è ovviamente un misto di stupore e meraviglia. Pian piano però iniziano a maturare l’idea che una convivenza tra dinosauri e umani sarebbe ai giorni nostri impossibile. Le loro impressioni si rivelano giuste nel momento in cui la situazione sfugge di mano e il gruppo dovrà sfuggire ad un pericolosissimo Tirannosauro Rex.
2. Lo squalo (1975)
Ai film sugli squali abbiamo dedicato un intero articolo e abbiamo quindi avuto modo di osservare come questo genere sia strettamente legato ad una questione di vita o morte. Lo squalo di Steven Spielberg è un cult e può essere considerato il capostipite di questo filone. Siamo già al secondo film di Spielberg e la cosa non dovrebbe stupire, avendo il regista di Cincinnati esordito proprio nel cinema di genere arrivando perfino a consolidarlo a cavallo tra gli anni ’70 e ’90.
Ne Lo squalo la minaccia è rappresentata da una creatura di otto metri avvistata nelle acque che bagnano l’isola di Amity. La popolazione locale è nel panico e il capo della polizia, Martin Brody, decide di dargli la caccia. Lo squalo però è pronto a combattere e la lotta non sarà semplice.
3. 1917 (2019)
Anche la guerra è una questione di sopravvivenza. Lo sa bene Sam Mendes, che ha realizzato 1917, un war movie che si svolge interamente in trincea. L’approccio adottato dal regista è quello di una serie di piani-sequenza che montati insieme simulano una sola lunga inquadratura, il che crea nello spettatore una sensazione di presenza all’interno nella scena.
La trama segue due giovani soldati che devono portare un messaggio al colonnello MacKenzie, che si trova dall’altra parte del fronte, per avvertirlo di un tranello dell’esercito nemico. I due ufficiali attraversano la trincea e sfuggono a bombe e sparatorie rischiando ad ogni passo la vita. Il film mostra quindi quanto possa essere insidioso il campo di battaglia, perfino per chi non è impegnato nella guerra.
4. Into the Wild – Nelle terre selvagge (2007)
Un caso più particolare è rappresentato da Into the Wild – Nelle terre selvagge, diretto da Sean Penn e con protagonista Emile Hirsch. Si tratta di un film ispirato alla vera storia di Christopher McCandless. In questa trama la sopravvivenza diventa una scelta di vita.
Stanco dell’ambiente benestante da cui proviene, Christopher decide di donare tutti i suoi risparmi e di vivere lontano dalla società dei consumi. Inizia quindi per lui un periodo nomade che lo porta a viaggiare in realtà estreme, come ad esempio l’Alaska. Ben presto Christopher dovrà fare i conti con la fame e i suoi istinti vitali. Saranno proprio questi a portarlo ad una serie di decisioni sbagliate.
5. Revenant – Redivivo (2015)
Altro film di sopravvivenza che si deve ad una storia vera è Revenant – Redivivo, forse il lavoro più divisivo tra i film di Alejandro González Iñárritu. La vicenda che si cela dietro a questo lungometraggio è quella di Hugh Glass, figura precedentemente interpretata sul grande schermo da Richard Harris nel 1971 in Uomo bianco, va’ col tuo Dio. Revenant – Redivivo è un esempio abbastanza interessante perché è insieme una storia di sopravvivenza e di vendetta.
L’azione è ambientata nel 1823 in North Dakota. Siamo in pieno inverno e l’esploratore e cacciatore di pelli Hugh Glass è alla guida di una spedizione. Quando viene mortalmente assalito da un orso, il crudele Fitzgerald convince i compagni ad abbandonarlo e uccide sotto gli occhi impotenti di Hugh suo figlio Hawk. Hugh Glass riesce miracolosamente a rialzarsi, spinto dal desiderio di vendetta, ma dovrà prima sopravvivere ad uno scenario deserto e innevato.
6. I figli degli uomini (2006)
Ci spostiamo adesso al genere di fantascienza con I figli degli uomini, diretto dal messicano Alfonso Cuarón. Dietro questo lungometraggio c’è un romanzo omonimo di P.D. James. Questo film distopico descrive uno scenario in cui la sopravvivenza è tutto.
La storia è ambientata nell’anno 2027, quando l’umanità si sta ormai lentamente estinguendo. Il calo demografico ha raggiunto livelli vertiginosi e sono ormai anni che non ci sono più nascite. In questo clima una donna incinta è un bene prezioso e va protetta ad ogni costo. Ed è proprio questa la missione che viene affidata a Theolonius Faron, un ex attivista politico. L’uomo deve infatti scortare l’ultima donna rimasta incinta e trasferirla in un luogo sicuro. Il viaggio sarà ricco di imprevisti ed ostacoli.
7. Vita di Pi (2012)
La sopravvivenza è al centro anche di uno dei lavori più famosi del taiwanese Ang Lee, Vita di Pi, vincitore di quattro premi Oscar. Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo di Yann Martel, insignito del prestigioso Booker Prize. Vita di Pi rientra in quel filone di film d’avventura in cui c’è effettivamente un protagonista solo in uno spazio aperto e pieno di pericoli. Il campo però è qui ancora più ristretto: siamo infatti su una barca in compagnia di alcuni animali selvatici.
La trama racconta l’incredibile storia di Piscine Molitor Patel detto Pi, un giovane indiano che si trova in viaggio verso l’America con la sua famiglia. Quando la nave affonda, Pi sopravvive miracolosamente grazie ad una scialuppa. Su quest’ultima trovano rifugio anche un orango, una iena e la tigre Richard Parker, tutti animali che si trovavano sulla stessa nave. In mare aperto, Pi dovrà affrontare un sacco di prove molto dure prima di poter toccare terra.
8. Cast Away (2000)
Un grande classico del genere sopravvivenza è Cast Away, che può essere considerato una moderna rilettura di Robinson Crusoe. Il film è diretto dal grande Robert Zemeckis e ne è protagonista un impeccabile Tom Hanks, qui impegnato in una delle sue interpretazioni più memorabili. Il lungometraggio si regge interamente sul corpo e sul volto di Hanks, che si ritrova solo in un’isola remota. A differenza di Pi, lui non è in compagnia di animali selvaggi, ma proprio la solitudine costituisce una delle prove più difficili da affrontare.
La storia è quella di Chuck Noland, un uomo dal successo professionale e con una relazione appagante. Durante uno dei suoi viaggi, l’aereo su cui si trova a bordo precipita e lui è l’unico sopravvissuto. Si ritrova quindi in un’isola disabitata e dovrà imparare a procacciarsi il cibo e a tenersi disperatamente in vita, prima dell’arrivo dei soccorsi.
9. Gravity (2013)
Abbiamo visto com’è sopravvivere in guerra, in mare aperto o su un’isola remota. E che dire dello spazio? Una risposta a questa domanda la fornisce Gravity di Alfonso Cuarón, proprio lo stesso regista de I figli degli uomini. Per la prima volta in questa classifica c’è una donna come protagonista, un’atletica Sandra Bullock al centro di un film costruito su misura per lei. L’aspetto più interessante è che Gravity è sia una storia di sopravvivenza che di rinascita.
L’astronauta Ryan Stone è reduce da un trauma familiare lasciato appena intuire. Mentre si trova in missione nello spazio, un incidente la lascia sola in orbita separandola dal suo partner Matt Kowalsky. Di fronte alle poche speranze, decide in un primo momento di lasciarsi andare, poi l’istinto di vita prevale su di lei e lotterà in tutti i modi per tornare a casa.
10. L’orso (1988)
Un film che racconta la sopravvivenza in modo diverso è L’orso del francese Jean-Jacques Annaud. La novità introdotta da questo lungometraggio è che la narrazione procede dal punto di vista di un animale. Il soggetto è preso da un romanzo di James Oliver Curwood e la visione del regista è qualcosa di molto toccante. Pur descrivendo un ambiente ostile, per Annaud sono ancora possibili le relazioni tra uomini e animali e proprio questo lascia nello spettatore un senso di speranza.
L’azione è ambientata nel 1885 e segue un cucciolo d’orso che rimane improvvisamente solo, essendo mamma orsa venuta tragicamente a mancare. Il cucciolo deve quindi già in tenera età imparare a sopravvivere e a procacciarsi il cibo. In più, scoprirà di avere diversi nemici, a cominciare dai cacciatori di trofei.
11. C0rvo rosso non avrai il mio scalpo! (1972)
Diretto da Sydney Pollack, Corvo rosso non avrai il mio scalpo! è un mix di western e avventura. Il film è conosciuto come un grande classico degli anni ’70, noto anche con il titolo originale di Jeremiah Johnson, e il volto di Robert Redford è il simbolo dell’intero lungometraggio. Il soggetto è preso da due romanzi diversi ed entrambi presentano gli elementi essenziali adattati da Pollack.
Nell’800 il veterano di guerra Jeremiah Johnson decide di rifugiarsi sulle Montagne Rocciose e di condurre una vita selvaggia. Gli inizi sono difficili e l’uomo deve imparare praticamente tutto. Un po’ alla volta, Johnson entra in contatto con altri personaggi, che come lui hanno un carattere chiuso e ostile. Superata l’iniziale diffidenza, sarà proprio l’incontro con queste figure ad istruirlo sulla vita da montanaro.
12. A Quiet Place – Un posto tranquillo (2018)
Merita un posto in classifica anche lo sci-horror A Quiet Place – Un posto tranquillo, primo episodio di una trilogia diretta da John Krasinski. L’attore di The Office appare in veste di interprete insieme a sua moglie Emily Blunt, il cui personaggio diverrà più centrale nei sequel. Il film è quasi interamente ASL, la lingua dei segni americana, e questa è una scelta strettamente legata alla trama del film.
La Terra è stata invasa da mostruose creature aliene cieche ma con un udito ipersensibile. L’umanità è stata quasi tutta spazzata via e gli unici sopravvissuti sembrerebbero essere i componenti della famiglia Abbott. I quattro sono infatti riusciti a salvarsi perché, avendo una figlia sorda e segnante, erano in grado di comunicare in ASL. Quando però la madre resta di nuovo incinta, il gruppo dovrà fuggire in un luogo sicuro dove le grida dovute al parto non attirino l’attenzione delle creature.
13. The Impossible (2012)
Altra avventura di sopravvivenza è The Impossible dello spagnolo Juan Antonio Bayona, precedentemente autore di The Orphanage. Il film racconta lo tsunami del 2004 che, partendo dall’Oceano indiano, ha provocato effetti disastrosi sulla placca indo-asiatica. Protagonista di questa storia è una famiglia americana che si trova in vacanza in Tailandia. Il cast comprende Naomi Watts, Ewan McGregor e un giovanissimo Tom Holland.
Henry e Maria Bennett sono una coppia americana residente in Giappone. Mentre si trovano in vacanza in Tailandia con i loro figli, i due assistono ad un violento tsunami. L’evento divide tutti e quattro che, a partire da quel momento, dovranno singolarmente lottare per evitare di essere sommersi, completamente ignari del destino che è toccato agli altri.
14. 127 ore (2010)
Altro film molto forte è 127 ore del premio Oscar Danny Boyle e con protagonista assoluto un ottimo James Franco. Il lungometraggio è per molti aspetti vicinissimo al sopra citato Into the Wild – Nelle terre selvagge. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una storia vera ed estrema narrata in un omonimo libro autobiografico. La parte più interessante è che questo film si svolge quasi interamente con James Franco attaccato ad una parete rocciosa.
Durante una giornata di trekking, il ventisettenne americano Aaron Ralston rimuove accidentalmente un grosso masso. Il risultato è che il giovane precipita in una gola molto stretta restando con il braccio incastrato. Da quella posizione è impossibile sia scendere che risalire. Grida aiuto ma tutto intorno è deserto e nessuno viene in suo soccorso. Aaron resterà intrappolato per ben 127 ore lottando per una difficile sopravvivenza, prima di compiere una scelta estrema.
15. Triangle of Sadness (2022)
Anche il più recente Triangle of Sadness vanta parte della sua trama dedicata alla sopravvivenza. Il film è diretto dallo svedese Ruben Östlund, per la seconda volta vincitore della Palma d’oro a Cannes dopo The Square. Il racconto è corale e Triangle of Sadness è essenzialmente una satira. L’aspetto più interessante è che la trama si sviluppa in tre ambienti diversi, corrispondenti ad altrettanti microfilm dentro il plot principale. La storia diventa sopravvivenza nella terza parte, ambientata in un’isola deserta e fortemente ispirata a film sulla scia di Cast Away.
Carl e Yaya sono due giovani modelli e influencer che stanno insieme per convenienza, poiché la loro relazione frutta diversi followers sui canali social. Tuttavia, i due non sembrano formare una vera coppia. Carl e Yaya vengono invitati su una lussuosa nave da crociera in mezzo all’alta borghesia svedese. Ad un certo punto, la nave affonda e i pochi superstiti si ritrovano su un’isola deserta. Il gruppo lotterà per la sopravvivenza e si troverà di fronte ad una nuova struttura di potere.
16. Split (2016)
Split è un horror, uno dei più riusciti di M. Night Shyamalan, ma dal punto di vista del personaggio di Anya Taylor-Joy presenta un escaping plot. La minaccia è rappresentata da Kevin Wendell Crumb, il protagonista interpretato da James McAvoy , un eccentrico e pericoloso individuo con un disturbo della personalità. Quest’ultimo personaggio si ispira a Billy Milligan, un criminale statunitense anch’egli affetto da un disturbo dissociativo della personalità.
Casey Cook è una teenager problematica, molestata da un familiare e bullizzata dalle compagne. Mentre si trova insieme ad altre sue coetanee, Casey viene rapita da un uomo misterioso. Le tre si risvegliano in un bunker senza nessuna possibilità di fuga. Presto le ragazze si rendono conto che il loro rapitore, che va regolarmente a visitarle, è un individuo pericoloso e si presenta ogni volta a loro con una personalità diversa. Prima che la situazione precipiti, le tre dovranno architettare un piano di fuga impossibile.
17. La terza parte della notte (1971)
Un grande titolo di cui tener conto sul tema in esame è il capolavoro di un grande autore polacco, Andrzej Zulawski. Il film in questione è La terza parte della notte e, come il già citato 1917 di Sam Mendes, l’azione si svolge in tempo di guerra. La principale novità del lavoro di Zulawski consiste nel trasformare il tutto in un vero e proprio horror e la trama è praticamente un’odissea contemporanea.
Siamo in Polonia e la seconda guerra mondiale è appena agli inizi. Michal assiste impotente al massacro della sua famiglia, di cui lui è l’unico superstite insieme a suo padre. Per sfuggire alla persecuzione, si rifugia in una comunità che sta già organizzando la resistenza. Catturato dai tedeschi, riesce a scampare alla morte grazie ad un incredibile colpo di fortuna: un sosia viene ucciso al suo posto. Michal si rifugia così nell’appartamento dell’uomo scoprendo che la moglie Marta è identica alla sua defunta Helena. Poiché la donna è incinta, decide di portarla in salvo ed inizia per i due una drammatica fuga.
18. Hunger Games (2012)
Hunger Games può essere considerata la saga della sopravvivenza per antonomasia e non ha certo bisogno di presentazioni. In questa sede ci concentreremo sul primo capitolo del franchise, diretto da Gary Ross e tratto dai romanzi di Suzanne Collins. Il film vede protagonista Jennifer Lawrence nel ruolo dell’intrepida Katniss Everdeen. La giovane partecipa ad uno strano reality game dove i partecipanti giocano per la sopravvivenza.
In un America post-apocalittica, sotto dittatura e divisa in distretti, annualmente si svolgono gli Hunger Games. Si tratta di una misura adottata dal governo come punizione di un precedente tentativo di ribellione. Un ragazzo e una ragazza di ogni distretto, i cui nomi sono estratti a sorte, combattono all’ultimo sangue all’interno di un’arena. La giovane Katniss Everdeen si offre volontaria al posto di sua sorella minore Primrose. Il suo compagno di squadra sarà Peeta Mellark, amico di vecchia data. Gli Hunger Games stanno per cominciare e soltanto uno solo dei concorrenti è destinato alla sopravvivenza.
19. The Road (2009)
La fantascienza distopica si fonde con il dramma e con l’avventura in The Road, lungometraggio diretto da John Hillcoat. Protagonista di questo film cupo e violento è un grandissimo Viggo Mortensen, il cui corpo è sottoposto ad una serie di prove sempre più difficili. The Road è l’adattamento di un omonimo romanzo di Cormac McCarthy, autore di Non è un paese per i vecchi e Figlio di Dio, entrambi trasposti per il grande schermo.
Dopo una catastrofe apocalittica, la Terra è diventata un luogo grigio e deserto, peraltro inabitabile. Protagonista è un uomo senza nome che vaga per le strade insieme al suo bambino. I due vanno in cerca di cibo, ma devono vedersela con gli altri simili rimasti in vita. La catastrofe ha infatti reso gli esseri umani avidi e pronti a tutto. Quando l’uomo capisce che la sua ora si avvicina, incoraggia il figlio ad andare avanti insegnandogli come sopravvivere in questa landa desolata.
20. Everest (2015)
Film d’apertura della 72esima Mostra di Venezia, Everest è diretto dall’islandese Baltasar Kormákur e vede protagonista la star di Donnie Darko Jake Gyllenhaal. Si ispira ad un evento realmente accaduto, ossia la disastrosa spedizione sull’Everest avvenuta nel 1996 che portò alla morte di ben otto scalatori. Non è una ricostruzione fedele, ma la sceneggiatura si basa su diversi saggi esistenti sull’argomento.
La trama racconta di un gruppo di diverse persone che intraprendono la scalata dell’Everest, la vetta più alta del mondo. La spedizione inizia con i peggiori auspici, tra disorganizzazione e prime difficoltà. Man mano che il gruppo procede, gli scalatori si renderanno conto delle reali difficoltà dell’impresa. Non tutti riusciranno ad arrivare in cima.
21. Senza lasciare traccia (2018)
Dopo Un gelido inverno, Debra Granik dirige un dramma di sopravvivenza con protagonisti Ben Foster e Thomasin McKenzie. Il suo nuovo lavoro mantiene i toni cupi che avevano caratterizzato il precedente lungometraggio vincitore del Torino Film Festival. Senza lasciare traccia è l’adattamento del romanzo di Peter Rock My Abandonment ed è una storia molto forte. In questo caso la sopravvivenza estrema è una scelta di vita, ma il lungometraggio racconta piuttosto il forzato allontanamento da questo modus vivendi e di come il reinserimento in società possa essere una prova molto dura.
Will è un ex veterano di guerra con un disturbo post-traumatico. Ha scelto di vivere nei boschi insieme a sua figlia Tom, una adolescente. L’isolamento dell’uomo non è solo fisico, ma soprattutto emotivo. Will ha infatti un carattere chiuso e taciturno e soltanto con Tom riesce a comunicare anche senza parole. Quando i due vengono scoperti, i servizi sociali li obbligano a vivere e lavorare in una comunità dell’Oregon. Padre e figlia dovranno quindi imparare ad ambientarsi.
22. Buried – Sepolto (2010)
Un film sulla sopravvivenza ai limiti del claustrofobico è Buried – Sepolto, diretto da Rodrigo Cortés. Si tratta di un lungometraggio abbastanza particolare in cui c’è solo Ryan Gosling costretto a recitare all’interno di una bara, una condizione che da sola basta per l’inserimento in questa classifica. Alla sua uscita suscitò molto interesse e venne accolto positivamente dalla critica. Ancora oggi diversi attori e registi lo ricordano come uno dei film che più li ha segnati.
In Iraq il camionista Paul Conroy si risveglia improvvisamente in una bara e scopre di essere stato sepolto vivo. Uscire da quella situazione non è semplice e gli unici utensili che ha con sé sono una matita, un accendino e un cellulare. Paul si mette quindi in contatto con la polizia e poi con i rapitori. Scopre così che sono stati i terroristi a metterlo in quella situazione e le condizioni richieste sono proibitive. Il tempo stringe e Paul deve assolutamente trovare un modo per uscire.
23. Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick (2015)
Un film molto difficile è Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, diretto da Ron Howard. Non è esattamente uno dei titoli più famosi nella carriera del regista, ma è un ottimo prodotto in termini di intrattenimento ed è sicuramente uno dei più alti tra i film di Chris Hemsworth. Il lungometraggio è tratto dal romanzo quasi omonimo di Nathaniel Philbrick Nel cuore dell’oceano – La vera storia della baleniera Essex. Il risultato si presenta perfettamente in linea con i canoni del film d’avventura e la sopravvivenza è al centro della trama.
Nel 1820 la baleniera Essex, proveniente dal New England, naviga in alto mare. Ad un certo punto la ciurma si trova di fronte ad un drammatico imprevisto. L’imbarcazione viene infatti aggredita da una gigantesca e misteriosa creatura marina. L’assalto dura diversi giorni e la navigazione si rivela sempre più difficile. Per l’equipaggio la caccia alla balena diventa una questione di principio, ma anche una continua lotta per la sopravvivenza.
24. All Is Lost – Tutto è perduto (2013)
Dopo Margin Call, J.C. Chandor dirige Robert Redford in All Is Lost – Tutto è perduto. L’attore premio Oscar (come regista) per Gente comune è protagonista assoluto e il film si inserisce nello stesso filone di Vita di Pi e Cast Away. E presenta anche un elemento in comune con The Road: il protagonista non ha nome e nei credits viene presentato semplicemente come “l’uomo”.
Un anonimo marinaio si trova disperso nell’Oceano indiano. L’umo si presenta al pubblico dicendo la battuta che dà il titolo al film, poi la narrazione va indietro e scopriamo un po’ alla volta come il protagonista è finito in questa brutta situazione. Nel suo presente c’è soltanto una disperata lotta per la sopravvivenza.
25. Tyler Rake (2020)
Secondo lungometraggio con Chris Hemsworth, ormai universalmente riconosciuto come l’action hero dei giorni nostri, è Tyler Rake. Il film è diretto dallo stuntman e attore Sam Hargrave, al suo esordio alla regia, ed è qualcosa di adrenalinico che culmina in un potente finto piano-sequenza. La sopravvivenza è sia quella del personaggio che dell’attore, dato che Hemsworth ha eseguito personalmente le difficili acrobazie sul set. Tyler Rake è un film d’azione mozzafiato e avrà presto un sequel. Il tema della sopravvivenza è presente già dalla prima inquadratura, in cui il protagonista si tuffa in mare da un’altezza vertiginosa.
Tyler Rake è un freddo mercenario con un difficile passato alle spalle. Amante del pericolo e certo di non aver nulla da perdere, non si tira indietro nemmeno di fronte ad una missione suicida. Per questo viene spesso e volentieri tenuto in considerazione dai suoi superiori. Il suo prossimo compito sarà recuperare il figlio di un potente boss del crimine internazionale, che è stato rapito dai nemici del padre. Tyler trova l’ostaggio e riesce a liberarlo, ma per i due si prospetta una fuga piena di scontri a fuoco.