Se c’è una cosa che non passa mai è la passione per la fantascienza. Ammettiamolo, si tratta del genere più amato da noi nerd, forse perché è stato in grado di produrre ottimi frutti anche al di là della sua versione cinematografica: fumetti, libri, videogiochi…non per niente era una delle passioni di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory.
In effetti non sarebbe nemmeno la prima volta che trattiamo questo argomento, ma diciamo che esistono diversi modi di approcciarlo. Questo perché la fantascienza, più di qualsiasi altro genere, è stata in grado di inglobare diversi sottogeneri, trame, tematiche ed emozioni. Non è un caso che sia uno degli argomenti che più ricorrono nelle monografie dedicate alla settima arte.
Molti titoli che andremo ad analizzare rientrano anche in altri articoli che abbiamo trattato, relativi alla distopia o al metaverso. Quello che va precisato è che il motivo per cui si trovano anche in questa classifica è perché si tratta di 10 film cult di fantascienza, e sono assolutamente da vedere.
1. Blade Runner (1982)
Il primo che troviamo è Blade Runner, uno dei migliori mai realizzati. Uscito nel lontano 1982, Blade Runner è entrato immediatamente nel nostro immaginario. Come dimenticare la celeberrima battuta di Roy Batty “Ho visto cose che voi umani…”?
Liberamente ispirato al romanzo di Philip K. Dick, Il cacciatore di androidi, pubblicato nel 1968, Blade Runner è un film davvero fenomenale e l’adattamento per il grande schermo non è per nulla scontato. La stessa lavorazione andò incontro a diverse difficoltà e nel tempo sono emersi nuovi aneddoti, tanto che oggi la realizzazione di Blade Runner è diventata addirittura qualcosa di leggendario. Non si tratta di meri “rumours”, anche perché molti di questi dettagli sono stati ricostruiti da studiosi di cinema esperti negli innumerevoli saggi dedicati a questo sci-fi.
Oggi è immediato associare Blade Runner a Ridley Scott, eppure prima di lui diversi registi erano stati presi in considerazione o si erano spontaneamente dichiarati interessati al progetto. Per Scott non fu semplice essere scelto proprio lui tra tutti: la pressione era tanta e introdusse un piglio maniacale che creò diversi problemi sul set. Il risultato però è incredibile, niente da dire. Nel 2017 è inoltre arrivato un sequel diretto dal canadese Denis Villeneuve e intitolato Blade Runner 2049.
In una Los Angeles distopica e datata all’anno 2019, l’umanità non è più la sola specie che abita la Terra. Il progresso scientifico e lo sviluppo tecnologico hanno portato alla creazione di individui sintetici simili agli esseri umani. Tali esemplari vengono chiamati androidi o più comunemente replicanti e possiedono un’intelligenza superiore a quella dell’uomo. In più, godono di un’aspettativa di vita molto più lunga. Naturalmente non è tutto rose e fiori e questi individui possono anche rappresentare una minaccia. Quest’ultima si presenta nel momento in cui sei replicanti, appartenenti al modello più evoluto, iniziano a ribellarsi capitanati dal loro leader, Roy Batty. A quel punto entra in azione Rick Deckard, un cacciatore di androidi incaricato di uccidere i replicanti.
2. L’esercito delle 12 scimmie (1995)
Con Blade Runner L’esercito delle 12 scimmie condivide l’ambientazione distopica, ma il lungometraggio diretto da Terry Gilliam rientra anche tra i titoli dedicati ai viaggi nel tempo. Si tratta quindi di un prodotto ancora più complesso, in cui confluiscono diverse tematiche, motivo per cui è considerato un cult. Sempre come nel caso di Blade Runner, L’esercito delle 12 scimmie nacque come progetto partito direttamente dalla produzione, in questo caso individuabile nella figura di Charles Roven. Soltanto in un secondo momento venne ingaggiato Terry Gilliam che per la prima volta non firma la sceneggiatura di un suo lavoro da regista, per la quale sono invece accreditati David Webb Peoples e Janet Peoples.
Il film è un adattamento di un celebre cortometraggio realizzato nel 1962 sotto il segno dell’allora nascente Nouvelle Vague, La jétée, diretto dal regista francese Chris Marker. In effetti Roven ne era un grande estimatore, ragione per cui si interessò ad una versione più estesa e moderna. Uno dei motivi di popolarità de L’esercito delle 12 scimmie risiede sicuramente nelle splendide interpretazioni di Bruce Willis e Brad Pitt, che si dimostrano capaci di reggere l’intero gioco narrativo di Gilliam.
Anno 2035. Un virus letale ha causato l’estinzione della specie umana. I pochi superstiti sono perciò costretti a vivere nel sottosuolo terrestre. Come è potuto accadere tutto questo? Per scoprirlo bisogna inviare un uomo indietro nel tempo per ricostruire i fatti partendo dal principio, essendo in questo scenario possibile viaggiare nel passato. La scelta ricade su James Cole, un detenuto a cui spetta la grazia in cambio della sua missione. L’obiettivo è arrivare all’anno 1996, ma uno sbaglio lo porta invece più indietro, al 1990. Nel passato Cole fa la conoscenza di Jeffrey Goines, un detenuto da tutti ritenuto pazzo per via delle sue visioni profetiche.
3. Brazil (1985)
Al terzo posto troviamo un altro film diretto da Terry Gilliam, precedente a L’esercito delle 12 scimmie, Brazil. Anche in questo caso è presente il tema della distopia, ma non quello dei viaggi nel tempo. Venne accolto calorosamente dalla critica e ricevette diversi importanti riconoscimenti, mancando tuttavia la corsa all’Oscar.
Il regista ha scritto il soggetto di suo pugno e la sceneggiatura insieme a Charles McKeown e al drammaturgo inglese Tom Stoppard. Purtroppo, come per Blade Runner, ci furono molte pressioni nella sua realizzazione, in particolare per quanto concerne la fase di post-produzione. In realtà, perfino nell’ideazione il regista entrò in conflitto con i produttori della Universal, che a film realizzato tagliarono pesantemente il lavoro di Gilliam. Brazil, per il suo autore, avrebbe dovuto contenere riferimenti al cinema di Kubrick e di Fellin.
In un futuro imaginario la burocrazia ha oramai preso il sopravvento. Il suo potere è così forte che qualsiasi attività umana ne viene automaticamente inglobata. Questa prassi si è trasformata in una vera e propria dittatura e qualsiasi tentativo di ribellione viene istantaneamente sedato. Di conseguenza gli esseri umani sono diventati più cinici e disillusi e ossessionati dal proprio aspetto, come dimostra il personaggio di Ida Lowry, la madre del protagonista. Quest’ultimo, tale Sam Lowry, è un umile impiegato che lavora presso il Ministero dell’Informazione. Quando un insetto si infila nella stampante causando un errore in un importante documento, questo banale incidente avrà conseguenze tragicomiche. Diversi personaggi verranno coinvolti, lo stesso Sam per primo.
4. Inception (2010)
Inception è ambientato nel mondo dei sogni, all’interno dei quali in uno scenario fantascientifico è possibile viaggiare. Diretto dal maestro Christopher Nolan, è un cult molto sottovalutato. A partire da questo film, i sogni tornano protagonisti nella settima arte e qualche anno dopo uscirà la serie The Sandman. La linea narrativa è abbastanza intricata, ma questa è una caratteristica del cinema di Nolan: succedeva in Memento, nel war movie Dunkirk e si ripeterà anche nel successivo Tenet.
Il cast del film è molto interessante e comprende alcuni attori che spesso e volentieri lavorano con Nolan. Protagonisti principali sono Leonardo DiCaprio, Joseph Gordon-Levitt, Elliot Page, Ken Watanabe, Marion Cotillard, Tom Hardy, Cillian Murphy, Tom Berenger, Pete Postlethwaite e Michael Caine.
Dominic Cobb è in grado di rubare importanti informazioni personali accedendo ai sogni delle persone mentre queste dormono. Per farlo si avvale di una macchina che permette anche la modalità del sogno condiviso. La sua ultima missione consiste nell’entrare nella mente di Saito, un importante uomo d’affari giapponese, per effettuare un’estrazione. L’operazione fallisce quando Dom incrocia Mal, la sua defunta moglie. In seguito, Saito in persona gli rivela di averlo messo alla prova e il suo compito è in realtà un altro e ben più rischioso: un innesto. Dom accetta e raduna la sua squadra, ma nei sogni degli altri continua ad incontrare il proprio passato.
5. Matrix (1999)
Matrix non è che il primo episodio di una saga di successo, approdata nei cinema 1999 e il 2003, più un capitolo aggiuntivo realizzato nel 2021. Diretto dalle registe Lily e Lana Wachowski, questo sci-fi è un vero e proprio cult del cinema cyberpunk. Il successo lo si deve anche a diverse trovate tecniche e tecnologiche per l’epoca innovative. Proprio queste ultime hanno caratterizzato lo stile delle Wachowski, rendendolo sempre riconoscibile. Ne è un esempio l’uso del bullet time, ovvero due versioni della stessa sequenza che scorrono ad altrettante velocità differenti: normale e al rallentatore.
Con Matrix le Wachowski ideano un nuovo immaginario, ma c’è di più: il film rappresenta una metafora sull’esperienza della transizione. In quel periodo le Wachowski erano infatti ancora Larry e Andy e il loro percorso è quindi avvenuto sotto gli occhi dei fan di Matrix e in concomitanza con lo sviluppo del franchise.
Keanu Reeves è il protagonista di questo sci-action datato al 1999. L’attore interpreta un uomo misterioso e con una doppia identità: di giorno è un normale programmatore di software e cittadino modello, di notte entra in un ambiente informatico e si trasforma in un hacker che si fa chiamare “Neo”. Il mondo in cui opera rappresenta una neuro-simulazione della realtà ed esiste qualcosa di ancora più grande e misterioso che prende il nome di Matrix. Neo vuole avvicinarsi a Matrix. Nel suo cammino Neo incontrerà diversi personaggi che lo aiuteranno o lo metteranno in guardia.
6. Interstellar (2014)
In sesta posizione troviamo un altro film diretto da Christopher Nolan. Due per Gilliam e due per Nolan, dunque. Interstellar è sicuramente uno dei film di maggior successo del regista britannico e alla sua uscita ricevette un’accoglienza molto positiva. Ancora oggi è uno dei titoli più indimenticabili per i fan di Nolan, segno distintivo del suo status di cult.
L’aspetto più interessante risiede nell’intrecciare una trama sentimentale con una fantascientifica che tocca tematiche sempre molto attuali. Per un po’, sembrerebbe che il regista lasci in secondo piano la prima per concentrarsi più sulla seconda. In realtà, queste due linee finiscono per riunirsi nel climax finale. Impossibile non pensare al cinema di Steven Spielberg e a titoli come Incontri ravvicinati del terzo tipo e affini.
Nel 2067 la Terra è diventata inabitabile. Povertà estrema e carestia hanno in parte decimato la popolazione umana, ma c’è un problema ancora più grande: l’ossigeno nell’atmosfera si sta esaurendo e la crisi climatica sta accelerando. Joseph Cooper, ex pilota della NASA, si è ritirato a vita privata e trascorre le sue giornate arando i campi e prendendosi cura della sua famiglia. Finché un giorno non viene richiamato in servizio per una nuova missione: pilotare un’astronave esplorativa per raccogliere materiale di studio per la salvezza dell’umanità.
7. La montagna sacra (1973)
Un altro cult sci-fi degli anni ’70 è La montagna sacra. Il film è diretto dal cileno Alejandro Jodorowsky, un intellettuale e un artista poliedrico. È scrittore, drammaturgo, regista, ma anche compositore e attore. La montagna sacra è il suo terzo lungometraggio ed è prodotto da Allen Klein, noto per essere stato il manager dei Beatles. Al film Jodorowsky dà tutto sé stesso partecipando anche in veste di scenografo e costumista, oltre che come attore e compositore.
Rispetto ad altri titoli sopra visti, La montagna sacra è un prodotto meno classico e più influenzato dall’avanguardia e dal cinema underground. In più, è un film che non abbraccia completamente la fantascienza, che qui va più verso il fantasy, ma se ne serve per presentarci una sofisticata allegoria. Nonostante questa ambivalenza, va detto che l’estetica è sicuramente quella di un qualsiasi sci-fi. Tutte queste caratteristiche che rendono La montagna sacra un film così particolare non gli hanno certo impedito di essere anche un cult.
Protagonista è un ladro senza nome e dalle sembianze di un Gesù Cristo alternativo. Come il messia in persona, l’uomo è protagonista di una serie disavventure religiose. Riparatosi in cima ad una torre, scopre che all’interno si cela il laboratorio di un misterioso alchimista. Quest’ultimo gli presenta le sette persone più potenti della Terra. Insieme a loro il ladro dovrà compiere una particolare missione: raggiungere la cosiddetta Montagna Sacra, ove si cela il segreto dell’immortalità.
8. L’uomo che cadde sulla Terra (1976)
Altro sci-fi così sofisticato da essere considerato un cult è L’uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg. Il film è noto soprattutto per il suo insolito protagonista, il rocker David Bowie, accanto al quale recitano Rip Torn, Candy Clark e Buck Henry. Il soggetto è tratto da un omonimo romanzo di Walter Tevis, adattato per il grande schermo dallo sceneggiatore Paul Mayersberg. Tra le tante ragioni che diedero a L’uomo che cadde sulla Terra lo status di cult si annovera sicuramente la sua indimenticabile colonna sonora. All’interno di questa ci sono tracce come True Love, Stardust, Silent Night e Blueberry Hill. Non ci sono brani di Bowie, eccetto forse qualche frammento, cosa che risulta alquanto sorprendente.
La particolarità di questo adattamento consiste innanzitutto della mancanza di effetti speciali mirabolanti, come invece avveniva in molti degli altri titoli visti sopra. Un altro aspetto pure da considerare va cercato nel suo linguaggio innovativo. L’estetica è molto ricercata e riesce a fondersi con la storia narrata. Sulla lavorazione di questo film e sulle scelte stilistiche si sono susseguite le speculazioni e i “rumours”.
Il misterioso Thomas Newton Jane si presenta in una gioielleria del Kentucky per vendere una fede d’oro. L’uomo ha un passaporto britannico e soggiorna in albergo. Un incidente in ascensore è l’occasione per conoscere Mary-Lou, una dolce cameriera con cui nasce un affetto sempre più sincero. Col tempo i due si avvicinano, ma lei inizia ad intuire che l’uomo nasconde qualcosa. Thomas è infatti tormentato da alcune visioni che sembrano provenire da un altro pianeta. Un po’ alla volta tutti si interessano all’uomo, perfino la CIA. Chi è veramente Thomas Newton Jane?
9. Flash Gordon (1980)
Altro cult indiscusso è Flash Gordon, diretto nel 1980 da Mike Hodges, che si era già cimentato in questo genere con il precedente L’uomo terminale. Il film è tratto da un fumetto ancora più celebre e nato dalla penna di Alex Raymond. In comune con L’uomo che cadde sulla Terra ha una colonna sonora di tutto rispetto, in questo caso opera dei Queen. Si trattava per l’epoca di una novità: Flash Gordon è infatti il primo film ad alto budget ad essere musicato da una rock band. Purtroppo alla sua uscita non ottenne il successo sperato e fu un fiasco totale, venendo perfino stroncato dalla maggior parte della critica e ottenendo una candidatura ai Razzie. Soltanto col passare degli anni è stato rivalutato.
Il cast è formato da Sam J. Jones, Melody Anderson, Max von Sydow, Chaim Topol, Ornella Muti, Mariangela Melato, Timothy Dalton e Brian Blessed.
Ming il Terribile, infido e annoiato Imperatore galattico, individua il pianeta Terra e decide di distruggerlo. Scatena quindi svariati disastri naturali, non ultima una pioggia di meteore. Una di queste colpisce l’aereo su cui viaggia Flash Gordon, un giovane giocatore di football, che precipita. Flash sopravvive miracolosamente insieme alla giornalista Dale Arden e finiscono in una base della NASA. Qui li aspetta il dottor Zarkov, che riesce ad ingannarli perché i due lo accompagnino in missione nello spazio. Lo scopo è individuare l’origine di questa pioggia di meteore aliena.
10. Anno 2000 – La corsa della morte (1975)
Un cult meno conosciuto e forse un po’ dimenticato è invece Anno 2000 – La corsa della morte, diretto da Paul Bartel. Il regista aveva già diretto Bambole di sangue e dopo questo film diventerà ancora più noto con Rollerball. In Anno 2000 – La corsa della morte la fantascienza si fonde con l’action e ci vengono mostrate una serie di sequenze adrenaliniche. L’importanza di questo film è tale che ne L’implacabile e nella saga Hunger Games ne sono ravvisabili le influenze.
Fu il regista Roger Corman a proporre a Bartel di girare Anno 2000 – La corsa della morte. I due avevano già collaborato ne FBI e la banda degli angeli, dove Bartel si era dimostrato molto abile con gli stunt. Tuttavia, durante le riprese emersero già le prime divergenze creative tra loro e per venirsi incontro lasciarono che alcune scene venissero girate dal regista della seconda unità. Nel film compaiono David Carradine e Sylvester Stallone, entrambi ad inizio carriera. Anno 2000 ha avuto un sequel con I gladiatori dell’anno 300 e un reboot con Death Race 2050.
Una grave crisi finanziaria e un colpo di stato hanno sancito la morte geopolitica degli Stati Uniti d’America, sostituite dalle Province Unite, che adottano una forma di governo presidenziale. Le guerre non esistono più ma la violenza è ancora dentro gli esseri umani. Per questo motivo è stata istituita la Corsa Automobilistica Transcontinentale, che si tiene annualmente, in cui i piloti uccidono liberamente i passanti che incrociano sulla carreggiata. Nel 2000 la gara arriva quindi alla sua ventesima edizione. Stanchi di questa barbara usanza, alcuni ribelli mettono in atto un’azione di sabotaggio. A guidarli è Abramina Lincoln, una discendente dell’ex presidente Abraham Lincoln.