La comicità napoletana ha sempre lasciato un’impronta riconoscibile non solo in Italia, ma anche all’estero. Probabilmente questo lo si deve a due elementi: un dialetto che è in realtà una lingua riconosciuta dall’UNESCO e che vanta una lunga tradizione letteraria; un secondo importante elemento ha a che fare con la lunga storia teatrale a cui Napoli è molto legata, che è insieme una scuola e una fucina di talenti. Tra i comici napoletani attuali si segnalano Alessandro Siani, lo stand up comedian Vincenzo Comunale, il gruppo di YouTuber The Jackal e il programma TV Made in Sud. Gli esempi appena citati sono tutte declinazioni delle diverse facce che può avere la comicità napoletana. Quest’ultima è però soggetta a paragoni spesso ingombranti, soprattutto in vista di illustri predecessori.
Quali sono quindi i più grandi comici napoletani? Ne abbiamo selezionati 14 assolutamente immancabili. Scopriamoli uno per uno.
1. Totò
Il primo nome che viene in mente è indubbiamente quello di Totò, all’anagrafe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, anche conosciuto come “principe del sorriso”. La sua importanza non risiede molto banalmente nell’essere la figura più popolare, ma proprio nel suo tipo di comicità. Prima di tutto, interpretando sempre lo stesso personaggio stilizzato, Totò è definibile come maschera. Il suo modo di recitare è chiaramente figlio della Commedia dell’Arte, quindi fortemente influenzato dal teatro. Una sua particolarità è sicuramente da rintracciare in un corpo malleabile e in una mimica potente che rendeva possibile la sua comicità a partire dalla sua fisicità. Tutte queste caratteristiche lo hanno portato ad essere accostato a Charlie Chaplin, Buster Keaton, Ettore Petrolini o ai fratelli Marx.
Del resto, ha avuto anche una filmografia prolifica dal 1937 al 1968. I suoi lavori non furono tutti riusciti, anzi erano a volte girati in tempi brevissimi e in un modo quasi arrangiato. Per questa ragione fu oggetto di non poche stroncature da parte della critica, ma in fin dei conti gli spettatori andavano al cinema per vedere lui, non i suoi film. Inoltre, fu scelto da registi come Christian-Jaque, De Sica, Blasetti, Monicelli, Risi, Lattuada, Loy e Pasolini. Il suo talento andava oltre le sue indubbie qualità di comico e nell’ultima parte della sua carriera si cimentò anche in qualche ruolo drammatico.
2. Eduardo De Filippo
Sebbene non aderisca esattamente al concetto contemporaneo di attore comico e di fatto fu più un drammaturgo, il grande Eduardo fu capace anche di memorabili momenti di comicità. Cresciuto come figlio illegittimo e mai riconosciuto di Eduardo Scarpetta, l’uomo che dominò la scena napoletana tra ‘800 e ‘900 con il suo Felice Scioccamoscia, Eduardo De Filippo respirò aria di teatro già nella sua più tenera età. Il film di Mario Martone, Qui rido io, pur incentrato sulla figura di Scarpetta, omaggia anche un giovanissimo De Filippo e racconta parte della sua storia. In particolare, qui il drammaturgo viene dipinto come un genio che emerge fin dall’adolescenza.
Eduardo De Filippo si impose come uno degli autori più importanti del teatro italiano e internazionale. Le sue opere più famose, Natale in casa Cupiello e Napoli milionaria, presentano sicuramente più dramma che commedia. Altri titoli sembrano invece puntare con maggiore decisione verso quest’ultimo genere. Ne è un esempio Uomo e galantuomo con la sua comicità irresistibile e i suoi echi pirandelliani. La sua comicità venne presto notata da registi e produttori e passò al grande schermo, pur senza mai abbandonare il teatro e partecipando sia in veste di attore che di sceneggiatore.
3. Massimo Troisi
Se Totò era inimitabile, Massimo Troisi è invece quello che sembrerebbe essere più imitato dai comici contemporanei. Il percorso cabarettista e poi attore e regista di cinema è oggi praticamente un must di molti comici italiani. In effetti Troisi iniziò con La Smorfia, un trio comico di varietà di cui facevano parte anche Lello Arena e Enzo Decaro. Con Totò ha in comune il fatto che anche a lui vennero affibbiati dei soprannomi per definire la sua figura. I più famosi sono “il Pulcinella senza maschera” (sebbene lo interpretò nei suoi primi spettacoli con tanto di maschera nera!) e “il comico dei sentimenti”. Considerato l’erede di Eduardo De Filippo e Totò, fu talvolta accostato a Woody Allen, e in effetti nel suo caso la comicità si trova mescolata con la drammaturgia.
Troisi aveva in più una mimica tutta sua, ed era proprio questa la particolarità lo rendeva sempre riconoscibile. Il suo passaggio al grande schermo fu un momento felice, a partire dal suo esordio con Ricomincio da tre, premiato con due David di Donatello (miglior film e miglior attore). I suoi film sono soprattutto in grado di fotografare la generazione degli anni ’80 e di interpretarne i cambiamenti socio-culturali. Sarà proprio questo aspetto che farà la sua fortuna. Dopo la sua scomparsa, Jennifer Beals, protagonista del cult Flashdance e grande amica di Troisi, si è impegnata a far conoscere la sua arte anche negli Stati Uniti.
4. Tina Pica
Dopo tre uomini, arriva una donna. La più grande comica napoletana è sicuramente Tina Pica, anch’ella interprete di una serie di personaggi stilizzati, quindi a suo modo una maschera. Come Eduardo De Filippo, nacque in una famiglia di attori interpretando ancora bambina alcuni ruoli a teatro. Lei stessa fondò in una sua compagnia, Teatro Italia, finché non incontrò Eduardo De Filippo, con il quale iniziò a collaborare già negli anni trenta. Le sue doti performative erano in precedenza state notate dalla regista Elvira Notari, che la volle in due suoi lungometraggi muti, Carmela, la sartina di Montesanto e Ciccio, il pizzaiolo del Carmine.
Il ruolo che l’ha resa famosa è sicuramente quello di Caramella, la governante del maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) in Pane, amore e fantasia. Ha inoltre recitato accanto a Totò in Destinazione Piovarolo e Totò e Carolina. Un film che la vede protagonista assoluta in un ruolo super-comico e irresistibile è sicuramente La nonna Sabella di Dino Risi, premiato con la Concha de Oro al Festival di San Sebastián e seguito da La nipote Sabella.
4. Peppino De Filippo
Un altro grande comico napoletano che non ha certo bisogno di presentazioni è Peppino De Filippo, fratello di Eduardo e Titina. Proprio come i suoi consanguinei, crebbe calcando le scene già in tenera età, essendo il figlio non riconosciuto di Eduardo Scarpetta, con il quale pare avesse un pessimo rapporto. Il suo avvicinamento alla recitazione arrivò quasi controvoglia, aspetto anche questo ripreso da Mario Martone in Qui rido io. Crescendo Peppino riuscì ad arricchire il proprio repertorio e finì con l’imporsi come uno dei più apprezzati comici italiani.
Particolare importanza ebbe per la sua carriera il sodalizio con Totò, del quale fu ottima spalla in molti dei film completamente costruiti sulle incredibili qualità del “principe del sorriso”. Questa collaborazione funzionò a tal punto che presto il suo nome venne affiancato a quello di Totò in titoli come Totò, Peppino e la malafemmina (il più memorabile del duo) o Toto, Peppino e i fuorilegge. Fu inoltre autore di numerose commedie e farse scritte per il teatro, sebbene in questo lavoro pesasse su di lui il nome troppo ingombrante del suo geniale fratello maggiore.
5. Lello Arena
Non poteva mancare in questa classifica il mitico Lello Arena, altro volto del trio comico La Smorfia. Con Troisi e Decaro si impose a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 come esponente della nuova comicità napoletana. Inizialmente i tre erano parte di un gruppo più ampio, si facevano chiamare Rh-Negativo e si fecero notare portando avanti una comicità che affondava le sue radici nel teatro e nel cabaret.
Il sodalizio con Troisi e Decaro resse per anni e andò avanti grazie a La Smorfia. Quando Troisi girò il suo primo lungometraggio da regista affidò ad Arena il ruolo di Lello, l’amico invadente di Gaetano, il protagonista di Ricomincio da tre. Pur essendo incentrato sulla comicità di Troisi, il film rende comunque giustizia ad Arena, che è protagonista di una serie di animate discussioni con l’attore e regista. Sicuramente l’affinità comica tra i due contribuisce molto perché pubblico e critica si accorgano di Lello Arena. Da quel momento, fioccano le proposte cinematografiche per Arena, tutte commedie, e arriva a lavorare anche per Mario Monicelli e per i fratelli Paolo e Vittorio Taviani.
6. Tosca D’Aquino
Presenza insolita, forse perfino sorprendente, ma immancabile in questa classifica è quella di Tosca D’Aquino. L’attrice partenopea vanta sicuramente un talento poliedrico, che nel corso degli anni si è adeguato ai contesti più disparati. La sua prima apparizione sul grande schermo avviene con Rimini Rimini – Un anno dopo, dove ha proprio una parte comica. Viene notata prima da Lello Arena, che la vuole nel suo esordio alla regia in Chiari di luna, poi da Nanni Loy, per il quale interpreta Scugnizzi.
Raggiunge la sua popolarità grazie a Leonardo Pieraccioni, con il quale inizialmente collabora sul set de I laureati. Il ruolo della consacrazione è però quello ne Il ciclone, diretto dallo stesso Pieraccioni. Qui interpreta un personaggio irresistibile, quello di Carlina, ex compagna di scuola di Levante (Pieraccioni), del quale è da sempre innamorata. Carlina ha un carattere vulcanico ed è l’elemento imbarazzante del cast de Il ciclone. Memorabile è la scena in cui ubriaca al ristorante inventa rapporti sessuali mai avvenuti con Levante e li racconta a tutti i commensali. Pur avendo delle indubbie qualità drammatiche, la D’Aquino sembra più a suo agio nei ruoli comici e ne dà prova anche in Ex – Amici come prima!, nei panni dell’avida moglie di Vincenzo Salemme che lo spinge verso la carriera politica.
7. Vincenzo Salemme
Veniamo ora ad un altro dei più importanti comici e autori del teatro napoletano dei nostri giorni. Vincenzo Salemme debutta a teatro già nel lontano 1976 con la compagnia teatrale di Tato Russo. Dopo questa esperienza esordisce giovanissimo con Eduardo De Filippo, inizialmente come semplice comparsa in Quei figuri di trent’anni fa. Successivamente ottiene il suo primo ruolo importante ne Il cilindro, dove recita accanto a Monica Vitti. Dopo la morte di Eduardo, la sua collaborazione con la compagnia continua grazie a Luca De Filippo. I primi anni di formazione sono importanti per quella che sarà la comicità di Salemme. In seguito fonda infatti la propria compagnia, Chi è di scena, e collabora con Francesco Paolantoni e Giobbe Covatta.
Nel momento in cui ha la sua compagnia, Salemme si scrive anche i propri testi teatrali. La sua comicità interpreta i mutamenti del tempo e si pone a metà strada tra la Commedia dell’Arte e la commedia sexy degli anni ’70, sebbene sia presente anche un elemento farsesco. Tra l’altro, tenta anche un esperimento con Faccio a pezzi il teatro, in cui mette in scena tre momenti di altrettante commedie da lui stesso scritte. Il suo primo film da regista è L’amico del cuore, che pure si basa su una sua opera teatrale, ed è praticamente un successo immediato. Da quel momento il nome di Salemme come comico spopola e fioccano i lavori per il grande schermo.
8. Nino Taranto
Un altro grande collaboratore di Totò è stato Nino Taranto, anch’egli annoverabile tra i grandi comici napoletani. Quest’ultimo esordì già all’inizio del ‘900 nel Teatro Centrale di Napoli. In questa prima fase della sua carriera è soprattutto uno straordinario caratterista e come tale si fa conoscere. Il suo percorso lo porta poi a lavorare con Wanda Osiris e con Titina De Filippo ed interpreta una serie di personaggi-macchiette, il più celebre dei quali è Ciccio Formaggio. In quel momento l’intrattenimento era a teatro o per strada e Taranto vive appieno quest’epoca molto particolare.
Dopo aver sfiorato il cinema nel 1924, è soprattutto nel dopoguerra che cresce la sua popolarità, grazie anche ad una serie di pellicole comiche da lui interpretate, a cominciare da Lo sciopero dei milioni. Essendo anche uno straordinario cantante, molti dei suoi primi ruoli includono parti musicali. Nel 1953 è inoltre protagonista della commedia Anni facili di Luigi Zampa. Taranto, che ha alle sue spalle una lunga esperienza in qualsiasi espressione dell’arte performativa, è negli anni del boom economico perfettamente in grado di soddisfare i gusti e le esigenze del pubblico. La sua comicità viene fuori in modo ancora più prepotente con Totòtruffa 62, in cui fa da spalla al “principe del sorriso” ed inizia una collaborazione Taranto-Totò che proseguirà per alcune altre pellicole.
9. Nando Paone
Deve la sua popolarità soprattutto alla collaborazione con Vincenzo Salemme, ma Nando Paone è un altro comico il cui volto è conosciutissimo in tutta Italia. Ad inizio carriera interpreta a teatro una serie di commedie in dialetto collaborando con diverse compagnie. In questo periodo si trova ad affiancare due celebrità della scena partenopea, Ida Di Benedetto e Antonio Casagrande. In seguito verrà scritturato in diverse produzioni cinematografiche di alto livello. Questa esperienza lo porterà sotto la direzione di registi come Dino Risi, Mario Monicelli e Tonino Cervi. In parallelo la sua carriera teatrale procede a gonfie vele ed anche lì sono i grandi nomi a dirigerlo. Il suo percorso trova una nuova tappa nella compagnia di Luca De Filippo, che raccoglie le redini del padre Eduardo.
Nel 1992 inizia il sodalizio con Vincenzo Salemme e con la compagnia Chi è di scena. Il ruolo che lo rende particolarmente popolare è quello di Cico nel film …E fuori nevica!, commedia scritta e diretta dallo stesso Salemme. La mimica impeccabile di Paone contribuisce a renderlo l’elemento disturbante del gruppo, ed è proprio questo il genere di ruoli che gli vengono affidati. La collaborazione con Salemme continua anche nelle trasposizioni cinematografiche delle opere di quest’ultimo, a partire da L’amico del cuore. Negli anni 2000s collabora con Cetty Sommella, attrice e autrice teatrale, che in seguito diverrà sua moglie.
10. Carlo Buccirosso
Altro membro importante della compagnia Chi è di scena è Carlo Buccirosso, oggi da tutti conosciuto per tutta una serie di commedie italiane. Gli affidano spesso il personaggio dell’uomo rozzo e volgarotto o del napoletano medio-borghese. Lui del resto sembra perfettamente in grado di giocare con gli stereotipi, andando molto oltre i facili cliché. Rispetto ai colleghi Paone e Salemme, si hanno meno notizie sui suoi inizi. In molti però lo ricorderanno come membro della compagnia fondata da Salemme, anche perché ha interpretato una serie di personaggi di primo piano nelle commedie scritte e dirette da quest’ultimo. Nei primi anni ha modo di collaborare anche con Maurizio Casagrande e Biagio Izzo, due attori pure molto legati a Salemme.
Dopo aver sfiorato il cinema con un paio di lungometraggi in altrettanti ruoli minori, torna da protagonista nell’esordio di Salemme, L’amico del cuore. Qui interpreta il personaggio citato nel titolo, Michele Seta, marito gelosissimo della bella svedese Frida. La sua performance è così convincente e risulta uno degli elementi che più fanno ridere nell’intero film. Il risultato è che Salemme lo rivorrà anche nei suoi lavori successivi. In seguito, Buccirosso diverrà quasi un caratterista e verrà coinvolto in pellicole drammatiche con l’intento di aggiungere un tocco comico o grottesco. È il caso, ad esempio, de Il divo e La grande bellezza, entrambi diretti da Paolo Sorrentino.
11. Enzo Decaro
Dopo Chi è di scena, torniamo a parlare de La Smorfia, il gruppo comico fondato da Massimo Troisi. Abbiamo già raccontato di quest’ultimo e del collega Lello Arena, stavolta tocca invece ad Enzo Decaro, altro ex membro del trio. Con i suoi summenzionati colleghi, è anche lui a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 uno degli esponenti della comicità napoletana. In questo primo periodo si fa conoscere soprattutto come cabarettista, collaborando con Troisi e Arena fin dalla formazione della compagnia Rh-Negativo. Con il passare degli anni, il gruppo si assottiglia e rimangono in tre a proseguire un intrattenimento fatto essenzialmente di sketch.
All’inizio degli anni ’80, con il crescente successo de La Smorfia, arriva il debutto al cinema di Massimo Troisi. Al contrario di Lello Arena, Enzo Decaro deciderà di non prendervi parte e di proseguire per conto proprio la carriera di attore. Esordisce quindi come attore e regista di Prima che sia troppo presto, una commedia che esce quasi in contemporanea con Ricomincio da tre. Fin dal suo debutto, Decaro rivendica la propria appartenenza alla nuova comicità napoletana e negli anni successivi proseguirà proprio su questa strada, venendo però coinvolto anche in popolari fiction RAI.
12. The Jackal
La loro presenza in questa classifica potrà stupire, soprattutto per il loro non esserci singolarmente ma come gruppo. Tuttavia, i The Jackal hanno il merito di aver portato la comicità dove era più accessibile, cioè su YouTube, in un momento in cui eravamo tutti dietro ad Internet e distratti da cinema e teatro. La loro comicità consiste proprio in una collisione di idee tra i vari membri del cast, che negli anni si è anche arricchito, motivo per cui si trovano qui tutti insieme. Il gruppo si forma a Napoli nel 2005 e comprende inizialmente Ciro Priello, Francesco Ebbasta, Simone Ruzzo e Alfredo Felco. Sono autori di una serie di sketch comici che vengono diffusi direttamente in rete e prendono coscienza dei cambiamenti culturali in atto nella seconda metà degli anni 2000s.
Un’altra linea adottata dal gruppo è rappresentata dalla parodia e una delle loro prime vittime è Gomorra, popolare serie TV ispirata ad un omonimo best seller di Roberto Saviano. Oggi vantano una fama ben consolidata e diverse collaborazioni alle spalle. Il gruppo non si è mai sciolto, in compenso si sono aggiunti Fru, Aurora Leone e Fabio Balsamo. Nel 2017 sono inoltre approdati sul grande schermo con AFMV – Addio fottuti musi verdi, un lungometraggio in cui la fantascienza viene rivisitata in chiave comica.
14. Titina De Filippo
Nonostante oggi non sia ricordata come comica in senso stretto, Titina De Filippo è stata interprete di numerosi ruoli comici, di commedie e in generale al fianco delle eccellenze della comicità napoletana. D’altra parte, essendo figlia d’arte, la comicità era qualcosa che le scorreva nelle vene. Era infatti la prima dei tre figli mai riconosciuti del commediografo Eduardo Scarpetta. Insieme ai fratelli Eduardo e Peppino, venne avviata fin dall’infanzia alla carriera teatrale e la Commedia dell’Arte era il suo mondo. Tra i suoi primi ruoli ci fu quello di Peppeniello, il figlio di Felice Scioccamoscia in Miseria e nobiltà. Curiosamente nell’adattamento cinematografico della commedia realizzato da Enrico Guazzoni nel 1914, e quindi muto, interpreta la parte di Gemma, essendo ormai troppo grande per quella di Peppeniello.
In seguito venne scritturata nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, suo fratellastro e figlio legittimo del commediografo. In quegli anni la sua carriera teatrale si arricchisce di numerosi titoli, tutte commedie, ma per il fratello Eduardo si cimenterà anche in ruoli drammatici. Tra gli attori con cui collabora spiccano inoltre Nino Taranto e Angela Luce. Interpreta al cinema una serie di pellicole tutte incentrate sulla comicità napoletana e che devono molto alla Commedia nell’arte. Tra i suoi ruoli ricorrenti c’è quello della moglie ricca e avara in diversi film di Totò. A lei è dedicato Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, realizzato dopo la morte dell’attrice, che era stata a teatro la prima interprete di Filumena Marturano.