L’Italia, per via del suo particolare incastro tra le placche euroasiatica e africana (le “megaisole” di roccia fluttuanti sul fluido mantello terrestre) è il paese dell’Europa continentale col più alto numero di vulcani. Tra questi l’Etna, il più alto e potente, che in questi mesi sta dando nuovamente spettacolo, illuminando i cieli della Sicilia orientale con fontane di lava alte centinaia di metri e colate ardenti – fortunatamente innocue – lungo le pendici. Non per niente Etna deriva dalla parola greca che significa bruciare. Ma oltre al “Mongibello”, come lo chiamano i catanesi, il nostro pianeta offre una meravigliosa rassegna di oltre duemila montagne di fuoco, attive o in riposo, da amare e rispettare, e che nonostante il giusto timore, ci affascinano dagli albori della nostra civiltà. Quali i più belli? Eccovi una incompletissima classifica dell’Etna e i suoi fratelli: i 15 vulcani più famosi del mondo. Tre sono nel nostro Paese, iniziamo da loro!
1. Etna, Italia
Etna, gigante d’Europa, il vulcano più grande del continente (il fratello ancora più alto, il Teide è geopoliticamente spagnolo, ma la sua piattaforma continentale è quella africana), il Mongibello, che con i suoi frequenti parossismi (singoli eventi eruttivi all’interno di un periodo eruttivo più ampio) regala magiche notti a turisti e siciliani, e qualche problema a coltivazioni (ma la fertilità del suolo è merito suo) e all’aeroporto di Catania.
Visitato da migliaia di visitatori ogni anno, la montagna che domina la piana catanese è uno stratovulcano che ha letteralmente disegnato il profilo della Sicilia orientale: dai faraglioni di Aci Trezza dove si aggiravano i Malavoglia, fino alla colossale Valle del Bove riempita di lava e rocce impervie, fino all’attuale edificio che è tra i più attivi al di fuori della Cintura di Fuoco del Pacifico.
Oggi, le sue lave viscose escono tranquillamente e lentamente dai crateri sommitali e scendono nella disabitata valle del Bove, ma nella storia innumerevoli volte la potenza del vulcano si è fatta sentire fino ai paesi circostanti (l’ultima nel 1992) e addirittura, nel 1669, una immensa colata penetrò le mura di Catania stessa e ne modificò il territorio circostante.
Posizione: Sicilia, Italia
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 2021
Altitudine: 3350 mslm
2. Stromboli, Italia
Gli antichi greci lo chiamavano il Faro del Mediterraneo e vi avevano posto la fucina di Efesto, fabbro degli dèi. Lo Stromboli, uno dei vulcani (stratovulcani, ossia vulcani a cono) più attivi sulla Terra, emerge dalle acque del Mar Tirreno vicino agli addormentati Lipari e Vulcano, e borbotta con costanti piccole fontane di lava ogni poche ore, senza riposare mai da oltre 2mila anni. Solo questo sarebbe sufficiente a inserirlo nella nostra piccola classifica, ma le sue caratteristiche sono talmente peculiari che “stromboliano” è anche il termine scelto dalla vulcanologia per identificare le eruzioni simili a quelle prodotte dalla piccola e romantica isola siciliana. Salute, o Efesto!
Posizione: Italia, Isole Eolie (Sicilia)
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: in eruzione continua da oltre 2mila anni.
Altitudine: 924 mslm. 2400 m dal fondale
3. Vesuvio, Italia
Poteva mancare? Prima di un drammatico giorno di fine agosto del 79 d.c., gli antichi romani che abitavano intorno alle sue fertili pendici e nelle ricche ville di Pompei ed Ercolano – già allora rinomate località turistiche – sapevano che il Vesuvio era un vulcano quiescente, ma non immaginavano si sarebbe destato praticamente senza preavviso da un sonno durato secoli, provocando il più grave e documentato disastro naturale dell’epoca antica. Da quel momento, per nostra fortuna, ha deciso di sfogarsi più di frequente evitando di dar di matto tutto in una volta, variando in intensità e tipologia di eruzioni, e ricordando ai campani che la bellezza della loro terra è inestricabilmente legata alle potenze ctonie. Oggi il Vesuvio (per altre vie, anche questa parola significa bruciare…magie dell’etimologia) disegna col golfo di Napoli uno dei paesaggi da cartolina più ammirati al mondo. Che voglia di pizza!
Posizione: Italia, Campania
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 1944
Altitudine: 1285 mslm
4. Laki, Islanda
Avremmo dovuto scrivere “Islanda”, perché più che un’isola è un una catena di vulcani con un po’ di terra intorno (ben 130 sparsi su una superficie di soli 100mila km quadrati), ed è parte di quella supercatena vulcanica sottomarina chiamata dorsale oceanica che percorre gli oceani del pianeta per 60mila km(!). Alcune delle montagne islandesi più famose sono state citate da Leopardi e Jules Verne, ma il Laki ha qualcosa in più: è un vulcano lineare o fissurale, cioè non erutta dal classico cono, ma come una ferita di coltello nel terreno, da cui sgorgano fontane di lava – spesso con eruzioni di lunga durata. Come nel 1783, quando nella fessura si aprirono 130 crateri, e per otto mesi dalle loro bocche uscirono magma e gas tossici, provocando decine di migliaia di morti in Islanda e in Europa settentrionale: un potenza tale che questa eruzione è considerata tra le cause che portarono alla Rivoluzione Francese. Libertè, Egalitè, Eclatè!
Posizione: Islanda meridionale, Parco Nazionale del Vatnajökull
Tipo: Lineare o Fissurale
Ultima eruzione: 1783
Altitudine: 812 mslm
Ps: la foto è presa in prestito dal vicino Bardarbunga, che ha eruttato nel 2015
5. Erta Ale, Etiopia
Esponente più famoso della catena cui presta il nome, l’Erta Ale è parte di quella grande fossa tettonica che attraversa l’africa orientale chiamata Rift Valley, che sta lentamente “spezzando” in due il continente per dare origine a quello che diventerà il prossimo oceano del pianeta. Nel frattempo, la catena di fratture lunga 6mila km crea spettrali paesaggi lunari, tra i quali spunta questo basso vulcano a scudo (cioè più largo che alto, creato da lave molto fluide), che ospita nel cratere centrale la ragione principale del suo fascino: un lago di magma permanente, il più grande al mondo, dalla crosta nera crepata dal ribollire costante, come una pentola di sugo a sobbollire. Un vulcano che non erutta mai, ma che non si spegne mai, abbastanza facile da raggiungere da stimolare anche la fantasia un po’ infantile di alcuni youtubers, che si sono divertiti negli anni a lanciare gli oggetti più svariati nel sin troppo paziente lago di fuoco.
Posizione: Etiopia, Rift Valley, Triangolo di Afar
Tipo: Vulcano a scudo
Ultima eruzione: non erutta, ma è sempre attivo
Altitudine: 613 mslm
6. Kilimangiaro, Tanzania
Scendiamo più a sud lungo la Rift Valley per incontrare la più alta montagna solitaria dell’Africa e del pianeta, uno dei vulcani più alti al mondo, sede di uno dei rarissimi ghiacciai tropicali (in via di totale scioglimento a causa del riscaldamento globale, sigh): il titanico Kilimangiaro. Questo gigante africano, svettante sulle savane del Re Leone, è uno stratovulcano quiescente, dove la combinazione di altitudine e latitudine crea ben cinque zone climatiche differenti – dal clima tropicale a quello glaciale – che si incontrano durante l’estenuante salita di cinque giorni necessaria per raggiungere il cratere sommitale. Ovviamente, anche questo, uno dei più grandi al mondo. Non sentite anche voi suonare i Toto?
Posizione: Tanzania, Rift Valley, Distretto di Rombo
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 300.000 anni fa
Altitudine: 5895 mslm
7. Yellowstone , USA
Yogi e Bubu sarebbero stupiti della vera natura di Yellowstone, se avessero studiato un po’ di vulcanologia. Questo meraviglioso parco naturale, habitat perfetto per i grandi mammiferi nordamericani, sorge infatti su una caldera (una bocca vulcanica senza vulcano, come un cratere al piano terra) mastodontica, 55 per 72 km, che fa di Yellowstone il più famoso supervulcano del pianeta – anche se non il più esplosivo. Nasce da un cosiddetto Punto Caldo, ossia un condotto da cui si alimenta che resta fisso mentre i continenti ci scivolano sopra, ed erutta a distanza di centinaia di migliaia di anni con una potenza devastante – cui noi sapiens non abbiamo ancora avuto la (s)fortuna di assistere. Per ora la situazione è tranquilla, nonostante gli allarmismi di alcuni “documentari” – e i due simpatici orsi possono continuare a rubare torte e a godersi la natura e le meraviglie che il vulcanismo regala, come i geysers e le fonti termali.
Posizione: Stati Uniti d’America, Wyoming
Tipo: Caldera (Supervulcano)
Ultima eruzione: 640.000 anni fa
Altitudine: 2805 mslm
8. Fuji, Giappone
Quando il grande pittore giapponese Hokusai dipinse le Trentasei vedute del monte Fuji, tra cui spicca la famosa Grande Onda, non immaginava il successo mondiale che le sue opere avrebbero avuto, e che la montagna sacra che vigila sul Giappone orientale, a poca distanza da Tokyo, sarebbe diventato sinonimo di vulcano anche in occidente. Raffigurato in centinaia di manga e anime, visitato ogni anno da milioni di turisti e pellegrini che attraversano i suoi sentieri (l’area del Fuji raccoglie 25 siti UNESCO!) e si rilassano nelle decine di fonti termali, Fuji-San è la montagna più alta del Giappone, il suo simbolo più conosciuto e una parte fondamentale dello skyline della sua capitale. Formatosi sull’enorme struttura tettonica chiamata anello di fuoco che circonda il Pacifico, lo stesso che causa terremoti ed eruzioni dal Sol Levante al Cile, riposa dal 1708 lasciandosi ammirare in tutta la sua magnificenza, facilmente riconoscibile grazie alla classica forma conica da stratovulcano e alle nevi che sostano sulla sua cima per dieci mesi l’anno. Konnichiwa, Fuji-San!
Posizione: Giappone, Chubu (Honshu)
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 1708
Altitudine: 3776 mslm
9. Mauna Kea, Hawaii
La Montagna Bianca sacra per gli indigeni delle Hawaii, il vulcano più alto del Pacifico, l’osservatorio astronomico più isolato del pianeta… e la montagna più alta del mondo. Ma non era l’Everest?
Il Mauna Kea fa parte della triade di vulcani a scudo che dà origine all’isola di Hawai’i, la più grande dell’arcipelago omonimo. L’isola sorge sopra un Punto Caldo attivo da quasi 90 milioni di anni, il quale ha dato lentamente origine alla catena Hawaii-Emperor, che arriva fino alla Kamchatka russa in una fila ininterrotta di oltre 6mila km di vulcani più o meno erosi dal tempo, come bolle che emergono via via da un sub in immersione. In riposo da oltre 4mila anni, è stato probabilmente sostituito dal gemello Mauna Loa e dal giovane Kilauea, estremamente attivi. La cosa non lo ha preoccupato, e grazie alla sua altitudine si è reinventato come sede di ricerca scientifica e stazione sciistica. Le sue dimensioni sono impressionanti: è un vulcano a scudo, quindi più esteso che alto, e nonostante questo si innalza per quasi 10 km(!) dal fondo dell’oceano (di cui 6mila m sotto le onde), 1200 metri più alto dell’Everest. Presente il corto Pixar Lava? Ecco, adesso lo vedrete con altri occhi.
Posizione: Arcipelago delle Hawaii, Isola di Hawai’i
Tipo: Vulcano a scudo
Ultima eruzione: 2460 a.c.
Altitudine: 4207 mslm (9968 m dal fondale)
10. Erebus, Antartide
L’ultimo vulcano della classifica ha già un nome sufficiente ad affascinare: Erebo, la dimora dei morti nell’antica Grecia, il monte Olimpo al contrario. Scoperto solo nel 1841 da Sir James Clark Ross nella baia che porta oggi il suo nome, Erebus deriva dalla nave che l’esploratore comandava, la HMS Erebus (insieme alla compagna HMS Terror, giusto per portarsi fortuna). Andare a vedere dove si trova apre scenari lovecraftiani: il vulcano attivo più a sud del pianeta, su un’isola di fuoco tra i ghiacchi sorta su un altro Punto Caldo, affacciato come un mostro solitario sulle coste dell’Antartide, irraggiungibile (sempre meno). Punto di partenza di numerose spedizioni grazie alla sua posizione, è in eruzione continua dal 1972, una sorta di gelido Stromboli, e nel 1992 il suo cratere è stato persino esplorato da un robot, il Dante I: un’inquietante macchina a forma di ragno gigante. Il buon Howard Phillip non sarebbe forse contento di sapere che siamo entrati nelle Montagne della Follia.
Posizione: Antartide, Isola di Ross
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: In corso dal 1972
Altitudine: 3794 mslm (circa 5000 m dal fondale)
11. Santorini, Grecia
Santorini, o Thera, è più di un vulcano: il piccolo arcipelago locale all’interno della più ampia costellazione delle Cicladi, al centro del mar Egeo, è infatti formato da 5 isole. Queste, sono in realtà ciò che resta di una singola isola, teatro di una delle più potenti eruzioni della storia europea. Visitato oggi da oltre due milioni di persone l’anno, è una vera e propria mecca del turismo internazionale – soprattutto under 30. I turisti ammirano le spiagge nere, le pendici a strapiombo sul mare, e qualcuno di loro tra una birra e l’altra forse ricorda la potente eruzione del 1600 a.C., che causò il collasso di più di una civiltà, da quella cretese Minoica alla dinastia Xia nella lontana Cina.
L’eruzione esplosiva causò infatti terremoti, tsunami, e un inverno vulcanico che spinse i suoi effetti su tutto l’emisfero boreale. La leggenda del Labirinto di Cnosso e del Minotauro, forse anche il mito di Atlantide, originano da questa piccola isola circondata dal blu profondo.
L’ultima eruzione è solo del 1950, oggi il vulcano vero e proprio è un isolotto nero e fumoso chiamato Nea Kameni, al centro della baia circolare creata dalla geologia dell’isola. Il rischio di un’altra esplosione come quella antica è davvero minimo, e tuttavia, la massa nera attorno cui i villeggianti festeggiano aumenta il fascino di questa isola impervia e rumorosa.
Posizione: Arcipelago delle Cicladi, Mar Egeo, Grecia
Tipo: Vulcano a scudo
Ultima eruzione: 1950
Altitudine: 130 mslm (500m ca dal fondale)
12. Teide, Spagna
Il Teide è stato, nei secoli, un altro candidato per l’origine del mito di Atlantide al pari di Santorini. Questo Stratovulcano che ha formato e domina l’isola di Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie, è la più alta montagna della Spagna e di tutto l’Atlantico. Spesso innevata, è anche il terzo massiccio vulcanico del pianeta, dopo gli hawaiani Mauna Kea e Mauna Loa.
E’ ancora più impressionante pensare che l’attuale edificio è sorto, nell’arco di 170mila anni, al posto di un vulcano ancora più ampio, letteralmente collassato nell’oceano per via delle sue stesse dimensioni. Già noto per le sue dimensioni in epoca romana, oggi è un famosissimo luogo di attrazione turistica, con addirittura ristoranti che cuociono carni e pesci al calore che esce dai suoi crateri: il suo parco nazionale è il secondo più visitato del mondo, e il primo in Europa! Olè!
Posizione: Tenerife, Canarie, Spagna
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 1909
Altitudine: 3715 mslm (7500m dal fondale)
14. Monte Paektu, Cina/Corea del Nord
Il Monte Paektu (letteralmente “Monte Bianco”) è uno stratovulcano posto al confine tra Cina – dove è chiamato Baitou – e Corea del Nord, il più alto picco di tutta la Corea e la montagna sacra per tutti i coreani. Non particolarmente alto rispetto ai suoi fratelli in giro per il mondo, questo vulcano è però talmente importante da essere rappresentato in moltissimi elementi di propaganda nazionale nord e sudcoreana, dalla bandiera alle monete. Meta turistica per i cinesi e di pellegrinaggio per i coreani, è una riserva naturale di pura bellezza, impreziosita da un lago alpino (Il Lago Paradiso) dalle acque profonde che riempie il cratere sommitale. Il confine tra Corea e Cina passa proprio attraverso il lago!
Fonti termali, una cascata di quasi 70 metri, il paesaggio maestoso non fanno stupire del profondo amore che un intero popolo nutre verso questo vulcano, tranquillo, ma ancora attivo (e la sua camera magmatica si va lentamente riempiendo).
Qui, secondo una consueta leggenda che vedeva nascere sul monte Paektu i regnanti coreani, nacque anche il dittatore Kim Jong-Il, capostipite della dinastia politica che vede oggi al potere Kim Jong-Un. (In realtà nacque in un campo militare siberiano). Anche il giovane dittatore si è fatto spesso fotografare in pose eroiche sulle sue pendici. Mica male.
Posizione: Confine tra Corea del Nord e Cina
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 1903
Altitudine: 2744 mslm
15. Monte Saint Helens, Stati Uniti
Le Cascade sono una catena montuosa spettacolare affacciata sugli Stati Uniti dell’Estremo Ovest, bagnati dall’Oceano Pacifico. Qui, una piccolissima placca continentale (la Juan de Fuca), molto attiva, spinge contro la placca nordamericana sollevando montagne e creando una serie di vulcani che ammaliano residenti e viaggiatori: veder comparire questi giganti dai finestrini degli aerei emoziona appassionati e non.
Il più imponente e minaccioso della famiglia è il Monte Reiner, che incombe coi suoi ghiacci perenni sulla non lontana Seattle. Più piccolo, isolato, il Saint Helens decise però nel 1980 di prendersi più di un quarto d’ora di celebrità: avvisando con qualche settimana di anticipo della sua imminente eruzione, diede tempo alla sparuta popolazione di evacuare e ai geologi di prepararsi all’evento con telecamere e sensori. Ciò nonostante, nessuno di loro era preparato a ciò che gli strumenti registrarono.
Il video registrato, tuttavia, mostra solo vagamente la potenza dell’eruzione: per provarci, immaginate l’Etna – o un monte alto tre volte il Vesuvio – che davanti ai vostri occhi fa questo:
E pensate che in tutto il periodo pre e post eruzione sono morte “solo” 57 persone.
Curiosità: l’omonima isola di Sant’Elena, dove fu esiliato e morì Napoleone, è anch’essa un antico vulcano, anche se ormai (apparentemente) spento.
Posizione: Washington, Stati Uniti
Tipo: Stratovulcano
Ultima eruzione: 2008
Altitudine: 2549 mslm
16. Trappi del Deccan, India
Oggi, nella cultura popolare, Yellowstone e il Vesuvio sono i padroni quasi incontrastati del cinema, della memoria e delle paure collettive. Ma, proporzionati all’eruzione che costruì i trappi del Deccan, le loro eruzioni hanno la potenza di un petardo.
I Trappi non sono un vulcano, ma una Grande Provincia Ignea, ossia un’eruzione continentale di dimensioni colossali, avvenuta alla fine del Cretaceo e durata circa 30mila anni. Provocata forse dalla caduta dell’asteroide/cometa che annientò i dinosauri, la colata ricoprì lentamente con uno strato di lava alto 2mila metri una superficie complessiva di un milione e mezzo di kmq (pari a Italia, Francia e Spagna messe assieme). Una quantità di basalto inconcepibile ancora oggi, dopo milioni di anni di erosione che hanno ridotto l’ammasso a un terzo delle dimensioni originali.
E non avete ancora visto le dimensioni dei trappi SIBERIANI, vecchi di 250 milioni di anni! Quanto siamo piccoli.
Posizione: Deccan, India
Tipo: Grande Provincia Ignea
Ultima eruzione: 66 milioni di anni fa
Altitudine: 1220 mslm
Ovviamente ci scusiamo con tutte le altre centinaia di magiche montagne di fuoco che non abbiamo citato, ne inseriremo altre nel tempo!
A proposito: non si scherza con le potenze ctonie, neanche se sembrano addormentate… quindi se volete esplorare i vulcani rivolgetevi sempre a guide specializzate!
Extra: volete saperne di più? Il bravo Andrea Moccia con il suo progetto GeoPop ha molte risposte per voi. Seguitelo sul suo Canale Youtube GeoPop!