Dall’uscita de La vita di Adele, Léa Seydoux è diventata una delle interpreti più richieste sia in Francia che in produzioni internazionali. All’epoca del film di Abdellatif Kechiche non era affatto un’esordiente, anzi aveva partecipato a diverse produzioni importanti. Qualcuno probabilmente la ricorderà come una delle figlie di Monsieur Lapadite in Bastardi senza gloria, o nel ruolo della principessa Isabella nel Robin Hood di Ridley Scott o in quello della volontaria in Lourdes di Jessica Hausner. La sua angelica bellezza è stata sicuramente notata in Midnight in Paris di Woody Allen, ma è proprio a partire da La vita di Adele che ha iniziato ad imporsi come una delle interpreti più valide dei nostri tempi. Fino ad ora è stata l’unica Bond-girl a comparire in due film di 007, Skyfall e No Time To Die (con la sola eccezione di Maud Adams, che però non interpretava lo stesso ruolo in L’uomo dalla pistola d’oro e in Octopussy – Operazione piovra).
In pochi anni, la Seydoux è riuscita a costruirsi una carriera di tutto rispetto, ricca di titoli ambiziosi e ruoli sempre ben costruiti. Ecco quindi i dieci migliori film con Léa Seydoux da vedere assolutamente.
1. La vita di Adele (2013)
Al primo posto tra i migliori film interpretati da Léa Seydoux c’è sicuramente La vita di Adele di Abdellatif Kechiche (Cous cous e La schivata). Chi ha letto il graphic novel da cui è tratto, Il blu è un colore caldo, non poteva che nutrire grosse aspettative dall’interprete di Emma. Se per la protagonista si è giocata un’identificazione completa (da Clémentine è divenuta Adele come la Exarchopoulos, la sua interprete), Emma ha invece richiesto un lavoro del personaggio più sofisticato. La Seydoux la interpreta con un misto di dolcezza e durezza. Il ritratto che ne esce è quello di un’amante passionale, sia nei momenti erotici che in quelli di rabbia e delusione.
Il film racconta l’adolescenza e la scoperta della sessualità della giovane Adele e della sua crescente infatuazione per una sconosciuta dai capelli blu. Le due presto si ritrovano e sarà l’inizio di una storia d’amore appassionata e dolorosa. La vita di Adele ha vinto la Palma d’0ro a Cannes.
2. France (2021)
Al secondo posto troviamo uno degli ultimi lavori dell’attrice francese, probabilmente il suo ruolo migliore in assoluto. France è diretto da Bruno Dumont (Ma Loute e L’umanità) ed è interamente incentrato sulla sua interpretazione: è di fatto l’unica star del film. La sceneggiatura è molto ambiziosa, a tratti persino bislacca, e attraverso la chiave della commedia racconta invece una tragedia emotiva.
Nel film di Dumont Léa Seydoux interpreta France de Meurs, bionda cronista d’assalto che conduce un programma TV con pochi scrupoli e a metà strada tra Otto e mezzo e Pomeriggio 5. Le sue interviste sono chiaramente studiate per compiacere lo spettatore e destare scalpore. Dietro una carriera sempre più in ascesa, si cela però un’esistenza senza stimoli che precipita sempre di più fino alla distruzione totale. La crisi del suo personaggio è resa perfettamente dalla tensione con cui l’attrice la arricchisce e dall’emotività trattenuta.
3. Grand Budapest Hotel (2014)
Al terzo posto troviamo Grand Budapest Hotel, un film corale in cui Léa ha in realtà un ruolo secondario. Tuttavia, il lungometraggio segna l’inizio della sua collaborazione con Wes Anderson, un autore con cui si ritroverà poi a lavorare anche in The French Dispatch.
In Grand Budapest Hotel interpreta Clotilde, una cameriera in divisa che parla solo francese e al servizio di Mr. Gustave, lo strambo protagonista che ha il volto di Ralph Fiennes. È un piccolo ruolo, ma la sua postura e il suo portamento servono a sostenere il complesso immaginario di Anderson e la scelta dell’attrice per il ruolo di Clotilde tradisce una certa cura dei dettagli da parte del regista. L’albergo di lusso citato nel titolo deve essere credibile nella sua eleganza e ogni personaggio, nel suo piccolo, deve fare la sua parte.
4. Midnight in Paris (2011)
Un altro grande autore di commedie ha coinvolto Léa Seydoux nel cast di uno dei suoi lavori più noti. Si tratta di Woody Allen e del suo Midnight in Paris, premiato con l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Il film arriva subito dopo Robin Hood e siamo quindi agli inizi della carriera dell’attrice e prima del successo de La vita di Adele. Tuttavia, sono anche i titoli con cui la presenza scenica della Seydoux inizia ad essere portata in primo piano.
In Midnight in Paris l’attrice francese interpreta Gabrielle, una giovane e avvenente ragazza che con la sua semplicità subito attrae Gil Pender (Owen Wilson), sentimentalmente legato ad una donna che non lo comprende. I due personaggi si ritroveranno alla fine del film con un finale romantico che sembra preannunciare quello che diverrà poi uno dei prossimi progetti del regista: Un giorno di pioggia a New York.
5. The French Dispatch (2020)
Come sopra accennato, la collaborazione con Wes Anderson iniziata sul set di Grand Budapest Hotel prosegue in un altro film del regista, The French Dispatch. Anche questa è una commedia edulcorata con tutti gli stilemi che caratterizzano la filmografia di Anderson. Pur essendo un altro racconto corale, qui la Seydoux passa ad un ruolo di primo piano.
The French Dispatch racconta di un omonimo editoriale a partire dal giorno in cui viene a mancare il suo direttore, Arthur Howitzer Jr. Il film rappresenta quindi la ripubblicazione degli articoli più famosi durante la sua direzione. Si susseguono diversi episodi e Léa Seydoux è con Benicio del Toro protagonista del secondo, intitolato Il capolavoro di cemento. Qui si narra di un artista mentalmente disturbato che si trova in prigione per omicidio. La sua routine è interrotta soltanto dalle visite di Simone, la modella che si presta alle sue creazioni.
6. Roubaix, une lumière (2019)
Tra i lavori più intensi di Léa Seydoux c’è Roubaix, une lumière, un film che inizialmente avrebbe dovuto essere distribuito con un titolo italiano (Roubaix, una luce nell’ombra), per poi all’ultimo decidere di mantenere l’originale francese. Il lungometraggio è un poliziesco dalle atmosfere molto cupe e con i personaggi sempre tesi: nessuno sorride e i loro corpi sembrano tutti gusci vuoti che illuminano la scena con i rispettivi drammi interiori.
Roubaix, une lumière è diretto da un Arnaud Desplechin nella sua forma migliore e vede protagonisti, oltre a Léa Seydoux, Sara Forestier e Roschdy Zem (premiato col César per questo ruolo). La Seydoux interpreta Claude, amante e convivente della fragile Marie, le due principali sospettate dell’omicidio di un’anziana vicina. Sul caso indaga il commissario Yacoub Daoud.
7. The Lobster (2015)
Con The Lobster Léa Seydoux partecipa ad un altro film importante nella sua carriera. A dirigerla è il greco Yorgos Lanthimos, che per la prima volta lavora ad un lungometraggio in lingua inglese. Protagonista di questo dramma che incrocia elementi della commedia con quelli propri dello sci-fi è Colin Farrell. Il suo personaggio è centrale, ma il cast può contare su diversi attori straordinari: Rachel Weisz, Olivia Colman, Angeliki Papoulia, Ariane Labed, John C. Reilly e Ben Whishaw.
Il film descrive un futuro distopico in cui gli esseri umani sono obbligati ad accoppiarsi, pena la trasformazione in un animale a loro scelta, e la singletudine è severamente proibita. Il personaggio di Léa Seydoux, come quasi tutti in The Lobster, non ha nome, ma è definita in funzione del suo ruolo: l’attrice è infatti a capo di una banda di ribelli che vivono clandestinamente la loro libertà a tutti i costi.
8. Crimes of the Future (2022)
Con Crimes of the Future arriviamo a quello che è forse il film più controverso in questa classifica. È diretto dal maestro David Cronenberg ed è il remake del suo secondo lungometraggio, realizzato nel 1970. Il registro è chiaramente aggiornato e c’è una riflessione più attenta al mondo contemporaneo, mentre l’estetica sembra il sunto di tutta la filmografia del regista canadese. Il nuovo sci-fi appare però un remake poco necessario di un originale di per sé perfetto.
Fatte queste dovute premesse, Crimes of the Future rimane un film sicuramente interessante dal punto di vista di Léa Seydoux come attrice. Non soltanto si trova a lavorare con un maestro dallo stile sempre riconoscibile, ma perché il lungometraggio nel suo complesso risulta molto ambizioso e la porta a fianco a Viggo Mortensen, Kristen Stewart e Scott Speedman. L’attrice francese interpreta Timlin, una dei due funzionari governativi mandati in uno speciale laboratorio di chirurgia. In questo futuro distopico infatti quest’ultima disciplina è diventata una sorta di performance art. Anzi, come recita una battuta che sentiamo: “la chirurgia è il nuovo sesso”.
9. Saint Laurent (2014)
Un film passato in sordina, ma in realtà molto valido è sicuramente Saint Laurent di Bertrand Bonello. Purtroppo ha avuto un po’ la sfortuna di uscire in concomitanza con un altro biopic sullo stesso personaggio, Yves Saint Laurent, diretto da Jalil Lespert e con Pierre Niney. Quest’ultimo è perfino arrivato nelle sale italiane, mentre il primo risulta ancora inedito, eppure Bonello è un regista ben più noto e acclamato di Lespert: a lui si devono infatti Zombi Child e Nocturama.
Saint Laurent è chiaramente un biopic sull’omonimo stilista francese, qui interpretato da Gaspard Ulliel, scomparso di recente in seguito ad un tragico incidente sugli sci. Léa Seydoux interpreta Loulou de La Falaise, la modella destinata a diventare musa e amica intima di Saint-Laurent.
10. Sister (2012)
Un altro titolo straordinario della Léa Seydoux degli esordi, oggi purtroppo soppiantato da opere ben più impattanti, è sicuramente Sister, diretto dalla svizzera Ursula Meier. Da un punto di vista cronologico, il lungometraggio si colloca in una fase cruciale della carriera dell’attrice: arriva subito dopo Midnight in Paris, quando il volto di Léa inizia ad essere più noto, e poco prima de La vita di Adele, quando il suo lancio si è ormai consolidato. Una particolarità di questo film è quella di essere stato presentato in concorso a Berlino insieme a Addio mia regina, altro lungometraggio con Léa protagonista. Dei due Sister è quello uscito meglio dalla competizione, avendo vinto l’Orso d’argento – Premio speciale.
Nel film l’attrice divide la scena con Kacey Mottet Klein, giovanissimo interprete svizzero sempre più presente nel cinema d’autore (La scelta di Anne e Quando hai 17 anni). I due sono fratello e sorella appartenenti alla classe popolare che vivono espedienti e, talvolta, anche piccoli furti. Li lega un segreto più grande che emergerà nel corso della vicenda.