Juliette Binoche è un’attrice molto amata dal pubblico italiano e annualmente presente sui nostri schermi. In tempi più recenti l’abbiamo vista in Tra due mondi, La brava moglie e Le verità. Con Incroci sentimentali la ritroviamo invece diretta da Claire Denis, la stessa con cui aveva collaborato per L’amore secondo Isabelle e High Life.
Un’attrice così potente e piacevole da guardare merita di essere celebrata adeguatamente. Ecco quindi gli otto migliori film con Juliette Binoche, da quelli che l’hanno resa celebre ai più recenti.
1. Tre colori: film blu (1993)
Primo capitolo di una trilogia del regista Krzysztof Kieslowski che cade proprio sotto la dicitura di “tre colori”, che sono: blu, bianco e rosso. Non è una scelta casuale, ci si riferisce alla bandiera francese e i tre film trattano altrettante storie ispirate al motto nazionale della Francia: “Liberté, égalité, fraternité”.
Sicuramente è il lungometraggio che più di tutti ha reso popolare la Binoche, complice la doppietta veneziana di Leone d’oro per il miglior film e Coppa Volpi alla migliore interpretazione femminile. Famosa è poi la scena in cui l’attrice sfrega le nocche contro una parete rocciosa, per la quale avrebbe dovuto indossare delle protezioni, ma rinunciò per conferirgli un maggiore realismo. In effetti quella in Film blu è sotto molti punti di vista la prova più estrema della Binoche. Il valore qui trattato è il primo del motto francese: liberté. La libertà viene intesa come assoluta, perfino come distacco emotivo.
In seguito ad un drammatico incidente stradale, Julie perde sia il marito, un famoso compositore, che la figlia. Incapace di esprimere il proprio dolore, decide di fare tabula rasa di tutto ciò che la lega al passato e di liberarsi da qualsiasi cosa possa portarla ad un nuovo legame emotivo. Si trasferisce quindi in un nuovo quartiere. Julie è gentile con tutti, ma evita qualsiasi connessione con l’altro. La scoperta della giovane amante del suo defunto marito la porterà però ad una crisi e ad una nuova presa di coscienza.
2. Niente da nascondere (2005)
Dopo la scelta scontata ma inevitabile di Film blu, troviamo invece un altro grande progetto a cui la Binoche ha preso parte. Il regista è l’austriaco Michael Haneke e qui l’attrice recita a fianco a Daniel Auteuil, altro grandissimo interprete del cinema d’oltralpe. Si tratta di un lungometraggio sfuggente e misterioso in cui lo spettatore è messo in una posizione ambivalente rispetto ai propri personaggi: da un lato, complice del nemico, dall’altro, partecipe della loro situazione di vittime.
Niente da nascondere è sicuramente più un film di sguardo che di personaggi, ma la Binoche è con Auteuil all’altezza della situazione. I due scelgono uno stile attoriale di impronta più teatrale e contribuiscono a rendere Niente da nascondere un prodotto ancora più particolare.
La vita di Georges Laurent, conduttore di un programma televisivo, è turbata da uno strano evento: l’invio di misteriose videocassette contenenti registrazioni di parti della sua vita. Si tratta di riprese effettuate all’esterno della sua abitazione, perlopiù monotone e con nessun contenuto degno di nota. Georges intuisce che qualcuno lo stia spiando e vuole farglielo sapere. Informa quindi anche sua moglie Anne e i due cominciano a ricevere anche telefonate silenziose. La presenza dello stalker si fa sempre più fantasmatica e insistente e Georges decide di venire a capo della vicenda. L’indagine porterà a far emergere un segreto a lungo sepolto dell’uomo.
3. Sils Maria (2014)
Tra i lavori recenti della Binoche e che la vedono protagonista assoluta, Sils Maria è sicuramente il più ambizioso. Del resto è opera del regista Olivier Assayas, un autore che si spinge sempre molto oltre con i suoi film arrivando perfino a mettere in crisi il suo stesso mondo diegetico. In più, Sils Maria segna una prima collaborazione tra il regista francese e Kristen Stewart, spalla della Binoche, che tornerà a dirigere nel futuro Personal Shopper.
In Sils Maria la Binoche fornisce un’interpretazione forse più “da diva”. Entra in scena con una sicurezza da paura e predilige uno stile recitativo che sembra fortemente ispirato alla nostra Anna Magnani.
La protagonista è Maria Enders, un’attrice di fama internazionale alla quale viene offerto di recitare in una nuova versione della commedia che anni prima le aveva regalato tanto successo. Allora Maria interpretava Sigrid, un’affascinante giovane che spinge al suicidio il suo capo Helena, ma ora le viene affidato proprio quest’ultimo ruolo. Per entrare nella parte decide di trascorrere alcuni giorni a Sils Maria, località svizzera e teatro degli ultimi giorni di vita dell’autore della pièce. Con sé Maria porta Valentine, la sua giovane assistente che la aiuterà a ripetere la parte. Il lavoro sul personaggio costringerà Maria a vedersi sotto una luce diversa e a mettersi in discussione.
4. Cosmopolis (2012)
Altro lavoro importante a cui la Binoche ha preso parte è Cosmopolis, opera ambiziosa di David Cronenberg. Si tratta di un film che sulla carta potrebbe apparire così lontano da altri titoli realizzati dal regista canadese, ma Cronenberg riesce a piegare alla propria estetica anche il romanzo originale di Don DeLillo.
Il ruolo della Binoche è qui un po’ meno centrale, ma parliamo in fondo di un film corale che ha come unico filo conduttore il personaggio interpretato da Robert Pattinson. L’attrice è invece Didi Fencher, l’esperta manager personale del giovane protagonista.
Wall Street. A bordo della sua lussuosa limousine, il miliardario Eric Parker attende che il suo autista raggiunga l’altra parte della città, dove lo aspetta il suo barbiere per un nuovo appuntamento. Mentre si trova ad attraversare Manhattan, sulla vettura di Parker salgono a turno diversi altri personaggi e sullo sfondo scorrono altrettanti eventi collettivi con cui il rampollo non interagisce direttamente.
5. Gli amanti del Pont-Neuf (1991)
Al quinto posto troviamo un film veramente affascinante, nonché uno dei primi lavori della Binoche. È il terzo lungometraggio del regista Leos Carax, lo stesso di Annette e che l’aveva già diretta in Rosso sangue nel 1986. Il titolo è perfino poetico: Gli amanti del Pont-Neuf.
La Binoche accarezza il suo personaggio, Michèle Stalens, trattandolo con una tenerezza infinita e lo definisce anche in relazione all’altro protagonista, Alex, interpretato da un giovanissimo Denis Lavant. Anche la regia di Carax tratta i personaggi e lo sfondo allo stesso modo e di fatto il film funziona soprattutto grazie alla chimica che si crea tra le tre figure coinvolte.
Sul Pont-Neuf di Parigi si incontrano Alex, clochard e artista di strada, e Marie, una studentessa in fuga e con un occhio bendato. I due vivono una travolgente storia d’amore fatta di dolore, sbronze, furti e bravate. Alla coppia si aggiunge Hans, un altro senzatetto che li aiuta procurandogli quello di cui hanno bisogno. Ben presto però i familiari di Marie si mettono sulle sue tracce e la città è tappezzata dei manifesti con la sua foto.
6. Rendez-vous (1985)
Uno dei primissimi film della Binoche, forse il primo che la vede protagonista assoluta. È diretto da André Téchiné, che allora era un astro nascente del cinema francese e che con questo film si aggiudicò il Prix de la mise en scène a Cannes. Accanto all’ancora sconosciuta Binoche troviamo un giovanissimo Lambert Wilson. Nel cast di Rendez-vous figurano inoltre Jean-Louis Trintignant e Wadeck Stanczak.
Si tratta sicuramente di un film che già mette in luce le doti dell’attrice, che in futuro diventerà la diva che oggi conosciamo tutti. Da un punto di vista di performance, è abbastanza impegnativo perché il ruolo è quello di un’insolita femme fatale al centro di uno stile registico molto in vena di sperimentazione.
A Parigi arriva Nina, una giovane ragazza di provincia irrequieta e in cerca di un impiego. Vorrebbe fare l’attrice, ma per mantenersi accetta lavoro come cameriera. Nel frattempo, il suo fascino non passa inosservato e tre uomini mettono occhi su di lei: un giovane meschino e abietto, un regista teatrale e un attore che sbarca il lunario.
7. Il gioco delle coppie (2018)
Tra i film più recenti e riusciti di Juliette Binoche c’è Il gioco delle coppie, titolo abbastanza insoddisfacente per l’originale Doubles vies (tradotto in inglese come Non-Fiction), per quanto narrativamente azzeccato. Anche questo è diretto da Olivier Assayas, ma qui la centralità della Binoche si perde in un cast più corale dove stavolta prevalgono i personaggi maschili. Il risultato è una commedia brillante e leggera in cui il regista fa sfoggio della propria vena autoironica. Il film contiene inoltre diversi dialoghi sulla realtà contemporanea.
Come già in Rendez-vous, la Binoche interpreta il ruolo di una donna libera, soprattutto in campo sentimentale. La Selena de Il gioco delle coppie è però un personaggio più gioioso e divertente rispetto alla Nina di Rendez-vous.
Alain Danielson è editore piacente e appagato che da anni pubblica i romanzi di Léonard Spiegel, suo amico di vecchia data. Léonard è l’opposto di Alain: goffo e insicuro, ha una relazione con Valérie, un’inflessibile politica di sinistra. L’ultimo romanzo di Léonard viene rifiutato da Alain, nonostante il parere contrario di Selena, la sua compagna, che ci vede invece un potenziale bestseller. Quest’ultima è inoltre da anni l’amante di Léonard. Nel quadretto si inserisce anche Laure, una giovane assunta della casa editrice con cui Alain intrattiene una relazione. Un complicato intrigo sentimentale dove tutti tradiscono ma nessuno si fa male.
8. Il paziente inglese (1996)
All’ultimo posto troviamo quello che possiamo ritenere il film della consacrazione. Il paziente inglese è una gigantesca produzione dei fratelli Weinstein e per la regia di Anthony Minghella. Il cast coinvolge attori inglesi, statunitensi, francesi e perfino un italiano: Ralph Fiennes, Kristin Scott-Thomas, Colin Firth, Naveen Andrews, Willem Dafoe e Nino Castelnuovo.
Il film fece incetta di Oscar e anche la Binoche si aggiudicò la statuetta come migliore attrice non protagonista. Per lei arrivò anche l’Orso d’argento come migliore attrice. In questo adattamento dell’omonimo romanzo di Michael Ondaatje la Binoche interpreta Hana, una giovane e sensibile infermiera che sarà sia testimone della storia del protagonista sia coinvolta una sua personale plot line.
Durante la seconda guerra mondiale, un uomo completamente sfigurato e non in grado di parlare viene registrato come inglese. L’uomo viene trasportato in un convento abbandonato a Pienza, in provincia di Siena. Di lui si prende cura Hana, un’infermiera canadese. A lei il ferito racconterà la sua storia: l’uomo è in realtà il conte ungherese László Almásy, rimasto ferito in seguito ad un incidente aereo nel deserto. Proprio in quest’ultimo ha perso la vita Katharine Clifton, la donna che ha segretamente amato e della cui perdita non riesce a darsi pace.