Vincent Lindon negli ultimi anni è diventato sempre più presente sui nostri schermi e nel cinema in generale. L’anno scorso sono usciti due film abbastanza importanti che lo vedevano protagonista, Titane e Un altro mondo. In più, è stato presidente della Giuria di Cannes 2022, la stessa che ha assegnato la Palma d’oro a Triangle of Sadness di Ruben Ostlund.
Abbiamo pensato di selezionare i sei migliori film con Vincent Lindon. Vediamoli insieme.
1. In guerra (2018)
Il miglior lavoro di Lindon è sicuramente con Brizé, con il quale ha girato ben cinque film. La loro è una coppia ben assortita e il sodalizio tra attore e regista ha sicuramente prodotto materiale notevole. Il miglior risultato di questa collaborazione è In guerra, un film un po’ snobbato alla sua prima a Cannes 2018, ma che per fortuna è arrivato presto sui nostri schermi. Lindon, unica star in un cast composto da volti sconosciuti, è Laurent Amédéo, in testa ad una lotta operaia piena di colpi di scena.
In guerra racconta infatti quello che succede ai dipendenti di un’azienda ogni volta che questa fallisce. A causa di una situazione finanziara sfavorevole, i dirigenti della Perrin decidono di procedere alla chiusura anticipata dell’azienda, mettendo a rischio la vita di ben 1100 dipendenti. La notizia non può che essere accolta con diverse proteste. A farsi portavoce di questa lotta è soprattutto Laurent Amédéo.
2. Titane (2021)
Al secondo posto troviamo la controversa e divisiva Palma d’oro di Cannes 2021. Titane è diretto dalla regista francese Julia Ducournau, al suo secondo lungometraggio dopo Raw – Una cruda verità. Si tratta di un’autrice che sembra avere già una visione molto chiara del suo approccio cinematografico. Titane è nello stesso tempo un body-horror e una favola moderna. L’aspetto che più ci colpisce è sicuramente il fatto che dietro la patina di una sfrontata crudezza, soprattutto nel modo freddo in cui la Ducournau mostra i corpi, si cela invece un film pieno di tenerezza. In Titane Vincent Lindon è Vincent, un pompiere di mezza età affetto da vigoressia e schiavo degli steroidi, che cerca disperatamente Adrien, il figlio scomparso anni prima.
Fin dalla sua infanzia, Alexa ha sempre avuto una passione morbosa per i motori. A causa di un incidente automobilistico che è stata lei stessa a provocare, vive oggi grazie ad una placca di titanio impiantata sotto pelle. L’operazione l’ha però meccanizzata rendendola una macchina fredda e pronta ad uccidere. Alexa lavora oggi in uno show-room in cui si esibisce in una sinuosa lap dance con una Cadillac. Quando però il suo istinto omicida la porta a compiere una strage, è costretta a nascondersi. Alexa taglia quindi i suoi capelli, cambia il proprio corpo e diventa Alex, il figlio scomparso anni prima del pompiere Vincent. La convivenza forzata tra i due non è semplice e Alexa deve inoltre nascondere una misteriosa creatura che cresce nel proprio grembo.
3. Un altro mondo (2021)
Proprio così: sia Titane che Un altro mondo sono sicuramente due dei migliori titoli che vedono coinvolto Vincent Lindon. Qui, tra l’altro, l’attore francese viene nuovamente diretto da Stéphane Brizé. L’aspetto più interessante è che anche qui parliamo di un film che racconta il dramma della disoccupazione, ma da una prospettiva opposta. Lindon è infatti Philippe Lemesle, un dirigente d’azienda che attraversa una crisi su più piani: di coscienza, professionale, coniugale e di mezza età. Nell’ottica di Brizé, dirigente e dipendente sono entrambi vittime di un sistema più grande.
Philippe Lemesle è a capo di un’azienda di elettrodomestici che appartiene ad un gruppo internazionale. Stressato dai suoi superiori, che gli ricordano costantemente la presenza di un’agguerrita concorrenza, Philippe cerca in tutti modi di far sopravvivere la sua attività per preservare i posti di lavoro. Una situazione che lo porta ad un totale assorbimento della sfera professionale. Per questo, sua moglie Anne, da tempo trascurata, è decisa ad ottenere il divorzio. Nel frattempo, anche la situazione aziendale entra in crisi e Philippe si ritroverà sospeso tra incudine e martello.
4. Welcome (2009)
Altro titolo molto bello nella filmografia di Lindon è Welcome, che alla sua uscita ha avuto un buon successo, alcuni importanti riconoscimenti e dieci candidature ai César 2010. Welcome è diretto da Philippe Lioret, un regista la cui fama è legata praticamente a questo film, pur essendo autore di altri lavori inediti in Italia.
Vincent Lindon è Simon, un maestro di nuoto di mezza età, paterno e sensibile, che si affeziona a Bilal, un diciassettenne di origine curda che entra quasi per caso nella sua vita. Quest’ultimo, vero protagonista del film, appare quasi come un oggetto estraneo e misterioso agli occhi di Simon. Si tratta però di un incontro che segnerà entrambi i personaggi.
Il giovane curdo Bilal giunge a Calais dopo un viaggio lungo tre mesi. Il ragazzo sogna infatti di raggiungere Londra per ricongiungersi a Mina, della quale è innamorato. Tuttavia, la vita da rifugiato in Francia non è semplice, ma Bilal ha un’idea: attraversare la Manica a nuoto. Ed è così che entra in una piscina dove prende lezioni da Simon, un maestro di nuoto che a sua volta sogna di riconquistare la sua ex. Tra i due c’è un’iniziale diffidenza, ma un po’ alla volta sembra instaurarsi un rapporto di umana solidarietà.
5. Tutti i nostri desideri (2011)
Anche il quinto film in questa classifica è diretto da Philippe Lioret, lo stesso di Welcome. In effetti i titoli summenzionati risultano gli unici distribuiti in Italia di questo regista. Sebbene Tutti i nostri desideri non sia al livello del film precedente, si tratta comunque di un buon prodotto e di certo c’è un ottimo Vincent Lindon.
Anche in questo caso l’attore francese è protagonista di una storia che racconta un contatto umano tra due anime sole. Tutti i nostri desideri è forse ancora più strappalacrime di Welcome e Lindon ha sempre un ruolo da co-protagonista. Qui infatti la vicenda narrata in primo piano è quella del personaggio di Marie Gillain, mentre Lindon è Stéphane, un avvocato che sembra essere l’unico a capirla.
Claire Conti è un magistrato operante a Lione. Ha una stabilità professionale, un compagno che la ama e una famiglia felice. Il suo mondo crolla il giorno in cui scopre di avere un tumore non operabile. Poiché non intende curarsi e non è pronta a veder soffrire i suoi cari, decide di tenere nascosta la sua malattia. Nel frattempo, prende sotto la sua ala Céline, una madre single con diversi debiti e un processo in corso. Il tempo di Claire stringe e la burocrazia ha procedure molto lunghe. Per questo, la donna chiede aiuto al collega Stéphane.
6. La legge del mercato (2015)
L’ultimo film in questo elenco è di nuovo una collaborazione Lindon-Brizé. Probabilmente tra i meno riusciti del sodalizio, ma forse quello in cui l’attore dà tutto sé stesso. L’identificazione col personaggio è totale: ha chiesto di non avere un cachet per entrare meglio nella situazione che vive il protagonista e in un’intervista ha detto di averlo sentito profondamente. Una presa di coscienza che porterà Lindon ad affermare: “Thierry sono io” (“Je suis Thierry”). Il ruolo è valso diversi riconoscimenti a Lindon, incluso il Prix d’interprétation masculine a Cannes e il Premio César come miglior attore.
Anche in questo caso entriamo nel mondo degli oppressi da un sistema crudele, in cui tutto dipende dalla professione. Rispetto ai due film futuri di Brizé, La legge del mercato non ha la coralità di In guerra ed è ancora più intimo di Un altro mondo.
Thierry Taugourdeau è un uomo di 51 anni che ha da poco perso il lavoro. A suo carico ha una moglie e un figlio disabile a cui vuole assicurare i migliori studi. Per rimettersi in carreggiata, sostiene imbarazzanti colloqui online e frequenta inutili corsi di formazione. Quando finalmente un’opportunità si apre all’orizzonte, Thierry ignora che il suo nuovo impiego lo porterà ad un difficile dilemma morale: sarà infatti un security incaricato di sorvegliare i lavoratori di un supermercato e comunicare i loro eventuali furti di merce scaduta.