Pochi gruppi, nella storia della musica, possono vantare una parabola lunga, sorprendente e travagliata come quella dei Fleetwood Mac: una parabola caratterizzata da rivoluzioni stilistiche e cambiamenti di formazione, successi giganteschi e inquietudini interne, che non di rado si sono riversate nelle canzoni del loro repertorio. Nati nell’estate del 1967 a Londra, per volontà del chitarrista blues Peter Green e del batterista Mick Fleetwood, ai quali presto si sarebbe aggiunto il bassista John McVie (da qui la scelta del nome della band), i Fleetwood Mac pubblicano il loro primo album qualche mese più tardi, imponendosi in particolare sulla scena britannica. Nel 1970, però, l’addio di Peter Green darà inizio a una lunga fase di transizione, segnata dall’ingresso nel gruppo della moglie di John, la cantante e tastierista Christine McVie, dalla ricerca di nuove direzioni musicali e da una serie di conflitti privati e sentimentali fra i membri della band.
Nel 1973, insomma, la carriera dei Fleetwood Mac sembra avviata verso un rapido crepuscolo; ma un paio d’anni più tardi l’inizio della collaborazione con una coppia di giovani cantautori americani, Lindsey Buckingham e Stevie Nicks, segnerà la clamorosa rinascita del gruppo, nonché l’apertura del loro periodo più glorioso, che culminerà nel 1977 con la pubblicazione di quell’album monumentale intitolato Rumours. Questi nuovi Fleetwood Mac si imporranno insomma come una delle band più amate di sempre, con centoventi milioni di dischi venduti e una notevole quantità di canzoni entrate di diritto nell’immaginario della musica pop/rock degli anni Settanta e Ottanta (e prestate più volte alle colonne sonore di film e serie TV). Una fama che, fra tournée, progetti solisti e reunion, perdura ancora oggi, per quanto in Italia non abbia mai toccato picchi paragonabili a quelli raggiunti in altri paesi del mondo. E proprio per coloro che volessero approfondire la loro ricchissima discografia, vi proponiamo una selezione di alcune fra le più famose canzoni dei Fleetwood Mac, classici che hanno superato brillantemente la prova del tempo.
1. Albatross
Delicata ballata strumentale dal ritmo dolce ed ipnotico, Albatross si attesta fra i principali contributi di Peter Green alla prima fase della carriera dei Fleetwood Mac. Pubblicato nel novembre 1968, un paio di mesi dopo il 45 giri conquista il primo posto in classifica nel Regno Unito, mentre una riedizione del 1973 lo riporterà al secondo posto, e cattura l’attenzione di John Lennon, che ispirandosi al brano di Green comporrà Sun King per i Beatles.
2. Rihannon
A sancire la metamorfosi dei Fleetwood Mac nella formazione composta da Mick Fleetwood, i coniugi McVie, Lindsey Buckingham e Stevie Nicks è un album dato alle stampe nell’estate del 1975 e intitolato, emblematicamente, solo Fleetwood Mac. Il compito di trainarlo nelle classifiche è affidato a Christine McVie con la sua ballata Over My Head, ma è nel febbraio 1976 che un nuovo singolo, Rihannon, segnerà l’autentica ‘esplosione’ della band sul mercato nord-americano. Scritta e interpretata da Stevie Nicks recuperando suggestioni del folklore britannico (il personaggio eponimo è una divinità della mitologia celtica), Rihannon diventa uno dei cavalli di battaglia del gruppo e sarà inclusa da Rolling Stone nella classifica delle cinquecento migliori canzoni di tutti i tempi.
3. Landslide
Altro frutto dello straordinario talento di Stevie Nicks è Landslide, malinconica canzone dalle venature folk inclusa nel 1975 nell’album Fleetwood Mac e che, nonostante non sia scelta come singolo, si attesterà comunque fra i brani più conosciuti nel repertorio del gruppo. La performance della Nicks carica di pathos i versi di Landslide, cronaca di una separazione e della forza necessaria a ricostruire la propria vita dopo la fine di un rapporto, mentre la “frana” del titolo si accompagna all’immagine struggente del riflesso della persona amata su una collina ricoperta di neve.
4. Go Your Own Way
È il dicembre 1977, i Fleetwood Mac sono in procinto di pubblicare un nuovo LP, Rumours, e come anticipazione dell’album nei negozi approda il 45 giri Go Your Own Way. È il prologo della leggenda: un primo assaggio della grandezza di un disco che avrebbe scritto un capitolo di storia della cultura popolare, arrivando a vincere il Grammy Award come album dell’anno e a vendere trentacinque milioni di copie, una delle cifre più alte mai registrate. Primo singolo dei Fleetwood Mac a raggiungere la Top 10 negli Stati Uniti, Go Your Own Way è un’amara invettiva composta e interpretata da Lindsey Buckingham sulla scia della sua rottura con Stevie Nicks, e costituisce uno dei loro brani più energici; nel 2010 e poi ancora nel 2021, Rolling Stone la inserirà nella lista delle canzoni più belle nella storia del rock.
5. Dreams
E in questa stessa lista, alla posizione numero 9, troviamo un’altra perla tratta da Rumours e uscita come singolo nel marzo 1977: Dreams, ennesimo capolavoro firmato Stevie Nicks. Alla rabbiosa frustrazione di Lindsey Buckingham con il suo «Vattene per la tua strada», Stevie replica offrendo il proprio punto di vista sull’epilogo di una relazione, caratterizzato però da uno sguardo più pacato, consapevole e dotato perfino di una punta d’ironia. «Oh, thunder only happens when it’s raining/ Players only love you when they’re playing», recita la Nicks nel ritornello di una ballad che farà furore: nel giugno 1977 Dreams si aggiudica la vetta della classifica Billboard (un primato che l’album Rumours manterrà per ben trentuno settimane), mentre nel 2020 la sua inclusione in un video virale su TikTok permetterà alla canzone di rientrare in classifica, a distanza di oltre quarant’anni dalla prima volta.
6. Don’t Stop
Mentre Dreams si impone come il maggiore successo dei Fleetwood Mac, un’altra canzone da Rumours si prepara a suscitare gli entusiasmi del pubblico, in virtù di un ritornello dal ritmo irresistibile: Don’t Stop, titolo che riprende l’incipit di quell’invito a non arrendersi e a conservare la fiducia nel domani («Don’t stop thinking about tomorrow/ Don’t stop, it’ll soon be here»). Scritta da Christine McVie, che ne è anche l’interprete principale in coppia con Lindsey Buckingham, nell’autunno 1977 Don’t Stop si piazza al terzo posto della classifica americana, contribuendo a rendere Rumours un fenomeno di massa; a chiudere il poker dei singoli dell’album sarà poi You Make Loving Fun, altro pezzo firmato dalla McVie.
7. Tusk
Come dar seguito a un disco affermatosi come uno dei più importanti eventi musicali di un intero decennio? Senza cercare di ripetere lo stesso miracolo a tutti i costi, ma mettendo in cantiere un lavoro ancora più ambizioso. È così che nell’ottobre 1979 viene presentato al pubblico Tusk, un doppio album molto variegato in cui i membri del gruppo sperimentano diversi stili; e per promuovere il disco viene scelto il brano eponimo, composto da Lindsey Buckingham. Lontano dalla formula che aveva consacrato il successo della band, Tusk si avvale del suono ossessivo dei tamburi per costruire un ritmo tribale che incalza l’ascoltatore in un crescendo di enfasi, e sotto il profilo strumentale rimane uno dei loro pezzi più innovativi.
8. Hold Me
Dopo l’approccio più sperimentale di Tusk, per il loro album seguente i Fleetwood Mac preferiscono puntare sul sicuro, attenendosi a quello stile soft rock che li aveva portati sulla cresta dell’onda. L’operazione funziona: Mirage, pubblicato nel giugno 1982, conquista la vetta della classifica americana, anche grazie a un brano di sicuro appeal quale Hold Me. Vivace duetto fra Lindsey Buckingham e Christine McVie, contrassegnato dal romanticismo del testo, Hold Me si guadagna il quarto posto nella classifica americana; otterrà minor fortuna il secondo singolo dal disco, Gypsy, da ricordare però come uno dei pezzi più belli del canzoniere di Stevie Nicks.
9. Big Love
A quasi cinque anni di distanza da Mirage, nell’aprile 1987 i Fleetwood Mac ritornano sulla scena con un nuovo album, Tango in the Night, che si rivelerà un altro impressionante best-seller, con dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo. Ad esprimere lo stile del disco, in linea con le sonorità tipiche degli anni Ottanta e con l’ampio uso dei sintetizzatori, è il singolo di lancio, Big Love, concepito in origine come un progetto solista di Lindsey Buckingham (che infatti ne è anche l’unico interprete): la canzone arriva al quinto posto negli Stati Uniti e sarà il primo di ben sei singoli tratti dall’LP.
10. Little Lies
E a questo proposito, nel caso di Tango in the Night l’artefice del successo dell’album sarà soprattutto Christine McVie, alla quale si devono altre due grandi hit realizzate dalla band in quel periodo: Little Lies ed Everywhere. Pubblicata nell’estate del 1987, Little Lies si sviluppa su una melodia avvolgente per raccontare l’auto-illusione di una persona innamorata («Tell me lies, tell me sweet little lies», ripete la McVie nel ritornello), aggrappata alla speranza di una relazione che possa durare nel tempo. Il brano si posiziona al quarto posto della classifica Billboard e sarà l’ultimo singolo dei Fleetwood Mac ad occupare la Top 10 americana.