Volano a canestro, dominano la scena con i loro fisici sovrumani, vengono idolatrati come paladini. I giocatori NBA sono supereroi prestati allo sport. Ed è per questo che il basket americano non poteva certo sottrarsi al mitico motto “the show must go on”. Nonostante la pandemia, la scorsa stagione è stata spostata dentro una vera e propria bolla dalla quale nessuno poteva uscire e nessuno poteva entrare. Il tutto ad Orlando. A Disneyland. Ennesima conferma di uno spettacolo strabordante che non può fermarsi davanti a nulla. Certo, l’NBA senza pubblico è come una ciambella senza buco, ma negli ultimi mesi gli spalti si stanno pian piano ripopolando di tifosi. Ed è proprio dagli spalti che i grandi campioni del basket trovano carica, grinta, la spinta necessaria per dare spettacolo. Questa stagione 2020-2021 è stata, ovviamente, anomala, ma non per questo priva di fascino, mordente e grandi giocate. Con la fase decisiva delle Finals alle porte, ci è venuta voglia di fare il punto della situazione sul meglio della lega, dalla West alla Ovest Coast. Una panoramica su uno dei campionati più belli del mondo, alla scoperta dei migliori 10 giocatori NBA in attività.
Soffia un vento nuovo dall’Est. Un vento implacabile e fortissimo. Lo sloveno Luka Doncic ha avuto lo stesso impatto di meteorite piombato all’improvviso per scuotere gli equilibri e lasciare il segno. Playmaker, guardia, ala piccola. Giocatore di rara completezza, Doncic sta facendo le gioie dei Dallas Maveriks (al momento quinti in classifica a Ovest), trascinati dal talento cristallino di un giocatore che, a soli 22 anni, è già considerato una delle punte di diamante del campionato.
Timido e insicuro da ragazzino, Anthony Davies è sbocciato trasformandosi in una specie di macchina perfetta. Un armadio a quattro ante, un muro invalicabile, capace di difendere e attaccare con la stessa efficacia. Il mono-ciglio è diventato davvero un colosso dell’NBA, un giocatore costante, affidabile, e soprattutto sempre umile. Basso profilo e rendimento altissimo. Il tutto al fianco di un colosso con LeBron James, con il quale è riuscito a integrarsi alla perfezione. Cosa non proprio scontata. Se i Lakers sono i campioni in carica, il merito non è anche suo. È soprattutto suo.
Dalle parti di Los Angeles i Lakers non la fanno più da padroni come un tempo. Se il dominio dei giallo-viola è stato messo in discussione è soprattutto grazie a uno dei giocatori più devastanti e completi dell’NBA. Two way player assoluto, perfetto sia in attacco che in difesa, Kawhi Leonard è un altro giocatore totale. Difficile capire in quale fase di gioco sia più dominante. La certezza è una: con lui (e un certo Paul George al suo fianco) i Clippers sono diventati una temibile contender.
Apertura alare chilometrica, leve lunghissime e altezza vertiginosa. Da quando ha messo su chili di muscoli, l’impronunciabile Giannīs Antetokounmpo è diventato uno dei cestiti più dominanti e decisivi della lega. Da quelle altezze vertiginose è difficile trovare un giocatore con il suo ball handling, la sua agilità e rapidità di movimenti. Atleta formidabile, il colosso greco non si è accontentato delle sue eccezionali dote fisiche, lavorando tanto anche sul tiro da tre e la costruzione dell’azione. E non è un caso che il nostro sia stato eletto MVP per due stagioni consecutive.
Elastico e imprevedibile, Stephen Curry è la prima persona che ti viene in mente quando pensi a un meraviglioso tiro da tre che entra dolcemente nel canestro senza toccare il ferro. Di quelli morbidi e vellutati che fanno innamorare i tifosi. Lo sanno bene dalle parti di San Francisco, dove i Golden States Warriors hanno dato inizio a una dinastia vincente grazie al talentuoso playmaker americano. Onnipresente in campo e sfuggente con i suoi improvvisi cambi di direzione, Curry è un prodigio di coordinazione e precisione. Senza dubbio tra i migliori tiratori visti nella storia dell’NBA. Garantisce un certo Scottie Pippen.
A guardarlo sembra il classico talento borioso e pieno di sé, perché gioca sempre una certa indolenza. Grinta e fame sembrano non appartenere a James Harden. Eppure, dietro quella folta barba si nasconde uno dei più cristallini talenti dell’NBA. Passato da poco tempo ai Nets di Brooklyn, il nostro prova a fare il salto di qualità puntando direttamente al titolo. A New York ha fatto solo vedere sprazzi del suo immenso potenziale, ma siamo certi che presto la Grande Mela si innamorerà del suo passo felpato, dei suoi movimenti fluidi e del suo tiro da tre con tanto di marchio di fabbrica: la finta disorientante firmata James Harden.
Senza dubbio tra i papabili MVP della stagione. Il gigante serbo è cresciuto diventando più piccolo. Nel senso che da quando ha perso chili, ha messo in bella mostra una condizione fisica smagliante e un’efficacia decisamente migliore in ogni parte del campo. Nonostante la stazza imponente, Jokic conferma di avere nella visione di gioco il suo jolly sempre a portata di mano. Playmaker capace di vedere le cose prima degli altri, il campione dei Nuggets ha dimostrato di saper portare l’intera squadra sulle sue spalle larghissime. Un posto decisamente comodo da cui guardare gli avversari dall’alto in basso.
Quando si parla del miglior giocatore dell’NBA, il suo nome è sempre il primo che viene in mente. Dopo quello di LeBron James, ovviamente. Eppure quell’elegante pantera meglio nota come Kevin Durant non ci sta a essere il secondo violino di qualcuno. Per questo, nonostante i gravi infortuni, il campione dei Nets continua a disegnare grande basket sui parquet. Durant è il classico esempio di classe cristallina, di un talento che valica gli argini del tempo e dei limiti fisici. Per questo è ancora lì, in alto, sull’Olimpo dei grandi del basket. Un giocatore immenso di cui vogliamo ancora goderci ogni singolo step back.
Finalmente anche lui nel firmamento. Il ragazzone camerunense è sempre stato il classico esempio di “genio e sregolatezza”, di enormi doti fisiche e tecniche prestate a una mentalità non proprio solida. Questa stagione, invece, è stata quella della consacrazione. Quella in cui “dare palla ad Embiid” è sinonimo “cassaforte”. Prolifico, sicuro di sé e costante nel rendimento, il buon Joel ha messo da parte quelle fragilità che lo rendevano instabile (soprattutto nei momenti cruciali delle partite), diventando la punta di diamante di quei Sixers che stanno facendo grandi cose sulla East Coast.
Sua maestà non ha ancora deciso di abdicare. Anzi, per adesso ha ancora lo scettro in mano. The King LeBron James è già entrato nella storia del basket, già salito sull’Olimpo assieme ai grandi, al fianco di gente come Jordan e Bryant. Il che non lo ha minimante saziato. LeBron continua a scrivere pagine di una storia sportiva bellissima, non curante dei suoi 35 anni. Come i veri grandi dello sport, il re si è evoluto, adattando il suo gioco al tempo che passa. E così se lo strapotere fisico non poteva più essere la sua arma preferita, il fenomeno dei Lakers ha dimostrato una volta di più di non sapere maneggiare solo la sciabola, ma di gestire bene anche il fioretto. La lettura del gioco illuminante, la capacità di dipingere il campo con assist al bacio e soprattutto tanto carisma con cui rende sempre ingombrante la sua presenza sui rettangoli di gioco. Perché a prescindere da spot, social e cinema (presto lo vedremo nel sequel di Space Jam), il basket è sempre stato il centro del suo mondo. Senza distrazioni. Forse il sommo Michael Jordan la prenderà sul personale, ma LeBron (ne siamo certi) non avrebbe paura del braccio di ferro.
Ovviamente il panorama dell’NBA pullula di talenti. Per questo fermarci solo a 10 stelle non ci ha permesso di guardare l’intera volta celeste. E così permetteteci qualche menzione onorevole per il carisma di Damian Lillard, per la crescita esponenziale di Ben Simmons, per la ritrovata costanza di Russell Westbrook, per l’esuberanza di Jayson Tatum e per le vecchie certezze chiamate Paul George, Chris Paul e Kyrie Irving.
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