Da domenica sera l’Italia è in preda ad un’euforia collettiva dopo la storica vittoria nella finale dei campionati europei di calcio ai rigori contro l’Inghilterra.
Proprio in virtù di un inizio scoppiettante (soprattutto all’estero) del mercato trasferimenti, ecco i 5 movimenti maggiormente meritevoli di menzione nel calciomercato internazionale nell’ultima settimana.
Era il sacrificio a cui accennava Marotta. Sin dall’inizio del mercato dell’Inter campione d’Italia, la dirigenza aveva messo in chiaro che, per poter proseguire serenamente il percorso iniziato due anni fa da Antonio Conte e in procinto di essere proseguito da Simone Inzaghi, sarebbe servita una cessione eccellente. Non Lautaro, per il quale Marotta ha speso parole di stima, confermando la sua permanenza. Certamente non Lukaku, sempre più uomo immagine del club nerazzurro, soprattutto dopo la partenza dell’ex allenatore di Juventus e Chelsea.
L’ultimo indiziato era proprio l’esterno marocchino, arrivato appena una stagione fa dal Borussia Dortmund dopo esser stato lasciato andare un po’ troppo frettolosamente dal Real Madrid.
Dopo un’annata condita da 37 presenze, 7 reti e ben 8 assist, coronata con la vittoria del 19° scudetto nerazzurro a undici anni dall’ultimo trionfo nostrano, Hakimi entra presto nelle mire di Chelsea e PSG.
Sono proprio i parigini ad aggiudicarselo, scavalcando i Blues e pagando la cifra monstre di 60 milioni di euro più 11 di bonus. Hakimi sarà la freccia destra nel temibile arco costruito da Leonardo e guidato da Pochettino.
Leggere la formazione del Paris Saint-Germain nella prossima stagione potrà sembrare la conta delle figurine All Star o la declamazione di una lista di campioni riuniti per una partita di beneficenza. In realtà, molto probabilmente, sarà un’abitudine che si ripeterà ogni 3/4 giorni. Senza badare a spese -e tra qualche ora potrebbe toccare ad un estremo difensore di nostra conoscenza- il direttore sportivo Leonardo sta conducendo una campagna acquisti faraonica per cercare di raggiungere l’agognata Champions League, sfuggita soltanto in finale nel 2020 per colpa del Bayern.
L’ultimo tassello, in ordine di ufficialità, è un vero e proprio strappo alla storia recente del calcio mondiale. Dopo sedici gloriose stagioni nelle fila dei Blancos, Sergio Ramos non rinnova il contratto con il club più titolato al mondo e saluta Madrid da capitano e con 22 titoli all’attivo, che ne fanno il calciatore maggiormente titolato nella storia delle merengues (insieme a Marcelo).
Sin dall’ufficialità dell’addio al Real, Ramos è stato accostato all’unica squadra che avrebbe potuto conferirgli il mostruoso ingaggio richiesto. L’avventura in Francia sarà anche la prima all’estero per Ramos, dopo la crescita al Siviglia e l’approdo al Bernabéu.
Il nome Nuno nell’Italia calcistica non riporta alla mente chissà quali ricordi. L’ultimo Nuno degno di nota a calcare i nostri è ovviamente un altro portoghese; Nuno Gomes venne giunse in Italia proprio dal Benfica per sostituire un certo Gabriel Batistuta. Le cose non andarono benissimo ma lasciò in ogni caso il segno su una Coppa Italia vinta in finale contro il Parma, grazie ad una rete decisiva per conquistare il trofeo.
Nuno Tavares di mestiere è invece un terzino e seppur provenga anch’egli dalle Aquile recentemente passate nelle mani dell’ex Fiorentina e Milan, Manuel Rui Costa, non proseguirà la sua carriera nel Belpaese.
Aspettava questo momento da tanto tempo. Rodrigo de Paul ha fatto in tempo a conquistare la Copa América con l’Argentina di Leo Messi, a distanza di quasi trent’anni dall’ultimo successo, per scoprire che finalmente la sua carriera ha preso una di quelle svolte che l’argentino non vedeva l’ora di poter vivere.
Inseguito dal Milan alla ricerca di un nuovo 10 dopo l’addio di Çalhanoğlu, de Paul è stato strappato con forza alla Serie A da Simeone, dopo il rinnovo sempre legato alla panchina dei Colchoneros e condottò per mano nella Liga.
I campionati da metà classifica della squadra friulana da tempo stavano un po’ troppo stretti al centrocampista sudamericano. Saranno (presumibilmente) cinque anni in rojiblanco dopo cinque anni in terra friulana; è il momento giusto per tornare in Spagna, dopo la precedente brevissima esperienza a Valencia dal 2014 al 2016.
Un argentino dotato di enorme talento in terra spagnola; la combo potrebbe essere devastante e nel frattempo sarà interessante sapere in che modo il Cholo ha intenzione di inserirlo negli schemi tattici di una squadra che dell’agonismo ha fatto un marchio di fabbrica.
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