Boris, la serie cult italiana per eccellenza, è finalmente tornata con una quarta stagione che promette di farci ridere e riflettere sulla TV e sull’Italia. Molto si è detto e si è scritto su questa serie che ha pian piano conquistato l’attenzione prima della critica e poi del grande pubblico, regalandoci alcuni tra i momenti più divertenti ma anche più profondi della televisione nostrana recente.
Rivediamo quindi insieme le scene più divertenti di Boris, quelle che, anche a distanza di anni, continuano a farci ridere e che continuiamo a ricordare e citare tra gli amici.
1. La sigla di Elio e le storie tese
Non potevamo che cominciare dalla sigla scritta e cantata da quei geniacci di Elio e le storie tese, una sigla che cambia solo graficamente di stagione in stagione ma rimane fedele alla sua canzone simbolo, quella che, ormai da 15 anni, cantiamo tutti a memoria. Attenzione però, perché con la nuova e quarta stagione il testo cambia e dovremo memorizzare anche questa nuova versione!
2. Cagna maledetta
Primo episodio, prima stagione. Facciamo subito la conoscenza dell’attrice Corinna Negri (interpretata da una favolosa Carolina Crescentini), star della serie, ma definita dallo stesso regista René Ferretti come “cagna maledetta“. Proprio questo nomignolo molto poco politically correct diventerà uno dei tormentoni più noti della serie.
3. La fotografia fa schifo! E lo sai perché fa schifo?
Una grande verità che proviene direttamente dal direttore della fotografia Duccio Patanè (l’attore Ninni Bruschetta), che poi conclude con un’analisi tanto lucida quanto amara: “Nella fiction la fotografia non deve essere più bella di quella della pubblicità, se no la gente cambia canale: hanno pensato a tutto!”
4. Io ho… gli anni che ho.
Sempre primo episodio e sempre Corinna alle prese con la famigerata scena che le è valsa l’epiteto di “cagna maledetta“: la sceneggiatura prevede che il suo personaggio dica di avere 34 anni, ma l’attrice si rifiuta e vorrebbe dire di averne 10 in meno. Segue litigio con il regista (“Anche perché questa tra un po’, tra cinque puntate, risulta che c’ha un figlio di tredici anni. Quando l’ha fatto ‘sto figlio? A undici anni, l’ha fatto? Non mi sembra che questa serie sia ambientata in Cambogia!“) e conseguente riappacificazione, ma solo grazie ad una bella trovata da parte di Corinna stessa.
5. A cazzo di cane
Secondo episodio, prima stagione. Entra in scena il personaggio di Orlando Serpentieri, un attore teatrale di alto livello costretto suo malgrado a recitare nei panni di Nonno Alberto nella fiction Gli occhi del cuore. A rendere indimenticabile questa scena non è solo la presenza della guest star di lusso Roberto Herlitzka ma anche la prima grande lezione del “maestro” René Ferretti e la sua filosofia dell’ “a cazzo di cane”.
6. Un po’ troppo italiano
Sempre il secondo episodio, sempre Herlitzka come ospite, ma il mattatore qui è lo Stanis La Rochelle di Pietro Sermonti, davvero imbattibile quando si tratta di parlare di cultura e italianità.
7. Caprera
Nel terzo episodio scopriamo che c’è anche molto di peggio rispetto a Gli occhi del cuore. Se ne rende conto anche René, che infatti dice un’altra frase che diventerà poi cult: “Mamma mia la monnezza c’ho fatto!”
8. Kubrick
Nel quarto episodio, intitolato Qualità o morte, arriva una dichiarazione fortissima e provocatoria su quell’ “incapace di Kubrick”: una roba che farebbe svenire di colpo ogni cinefilo… ma quando te lo dice Stanis come fai a non volergli bene?
9. Così, de botto, senza senso.
Episodio 6, intitolato Come Lars von Trier. Facciamo la conoscenza dei famigerati sceneggiatori, e si comincia a vedere il loro discutibile metodo di lavoro. Ovviamente, come tutti quelli che li riguarderanno, diventerà uno dei momenti più divertenti e cult della serie.
10. Il fan disabile.
Ancora nell’episodio 6, una delle sottotrame della puntata riguarda un fan de Gli occhi del cuore disabile che è stato invitato sul set dalla Rete ma che si dimostrerà molto scortese con tutti. Il finale della vicenda, però, è un piccolo gioiello.
11. F4 basito
L’episodio 7, vede sempre protagonisti gli sceneggiatori e i segreti della loro “arte”. Poco dopo l’inizio della puntata, scopriamo che se il tasto F4 corrisponde a basito, F5 è preoccupato e F7 fondo in nero. Aspettiamo un tasto per sconcertato.
12. I toscani
Episodio 10: durante un’intervista che è tutta un capolavoro, Stanis firma uno dei suoi pezzi forti, uno di quei momenti che segnerà per sempre il successo di Boris e lo renderanno immortale. Dispiace per gli amici toscani che ci leggono, ricordate che è Stanis a pensarlo così, di certo non noi.
13. Il gioielliere
Stesso episodio, il 10, altro capolavoro: questa volta la protagonista è Corinna, ancora una volta in difficoltà a pronunciare una battuta. E anche questa volta se la cava con astuzia. E noi la ringraziamo per un altro momento cult di Boris che non dimenticheremo mai.
14. Mariano
Nella seconda stagione, arriva in scena anche un altro genio della comicità, Corrado Guzzanti. Quest’ultimo interpreta l’attore Mariano, un tipo a dir poco bizzarro che però ci regalerà tantissime perle. Ad esempio: “Me sembra che l’unico fra noi due che sta facendo uno sforzo per evitare che io ti meni sono sempre io, la stessa persona che poi, prima o poi, ti menerà, ma lo capisci!?”
15. Chi ha ucciso il Conte?
Quasi come fossimo in Twin Peaks, Gli occhi del cuore nella sua seconda stagione pone un inquietante e misterioso interrogativo: chi ha ucciso il Conte? Una domanda a cui nessuno sa rispondere, nemmeno gli sceneggiatori. E quindi ci pensa Karin (Karin Proia) con la sua solita “genuinità”.
16. Troppo frizzante
Siamo all’inizio della terza stagione e sono cambiate tante cose: Ferretti si trova a Milano, a lavorare per la “concorrenza”, e nonostante le prime impressioni molto positive, si rende ben presto conto che questa sit-com comica non fa per lui.
17. La festa del grazie
Terza stagione, episodio 8. Dopo diversi episodi in cui ci avevano stupito per la qualità di alcune scene, scopriamo il segreto dei tre sceneggiatori: stanno plagiando le serie TV americane! Il modo in cui si fanno scoprire, però, è memorabile.
18. Paolo Sorrentino
Tra le tante comparsate della serie, sicuramente la più prestigiosa ma anche la più divertente è quella del regista napoletano nonché premio Oscar Paolo Sorrentino. Siamo verso il finale della terza stagione, nell’episodio 12, e ogni sua battuta è semplicemente perfetta e cult: dallo sfottò a Garrone e Gomorra al finale sul giallo e ocra.
19. Voglio che smarmelli
Nel finale della terza stagione, René torna ad essere quello di una volta e riabbraccia Duccio e la sua fotografia “un tanto al chilo”. La sua richiesta “Voglio che smarmelli!” è tanto commovente quanto esaltante.
20. Viva la merda!
Siamo sempre sul finale della terza stagione, in uno dei momenti più divertenti ma anche più iconici della serie: René ritorna alla origini, con Gli occhi del cuore 3, e si lancia nella sua dichiarazione più cult di tutte.
21. La locura
Quello che però è forse il momento più bello dell’intera serie spetta allo sceneggiatore interpretato da Valerio Aprea: il suo monologo sulla locura è da vedere e rivedere a volontà. È Boris nella sua essenza: divertente e sagace, irriverente ma lucido. È la locura, René.