Checco Zalone nel giro di vent’anni di carriera, iniziata nelle sale di ricevimenti in Puglia e poi proseguita con i primi successi di Zelig, si è imposto come uno degli attori comici più amati e discussi, in grado di inquadrare in maniera efficace l’italiano medio. Luca Medici, questo il vero nome dell’attore e cantante pugliese, dopo il successo delle sue parodie, delle imitazioni in tv e delle sue canzoni dissacranti si è messo in gioco con il cinema riscuotendo un successo che molti comici televisivi non sono riusciti ad ottenere. I suoi film divertono, conquistano il boxoffice e continuano a dividere e far discutere il pubblico e gli intellettuali, ma anche i politici. Come al cinema e in tv, anche nelle interviste l’attore ha rilasciato delle dichiarazioni divertenti e dissacranti. Rileggiamo le migliori frasi di Checco Zalone, le più belle sui temi più disparati: sul cinema e il politicamente corretto, sulle donne e il successo, sugli esordi e la comicità, ma anche alcune battute divertenti dalle sue parodie e dei tempi di Zelig.
“Avete presente il cinema italiano di Fellini, Visconti, Scola, Pasolini? Beh, anche Che bella giornata è un film italiano!”
“Semplice, il concetto chiave è immedesimazione. Che siano piaciuti o no, tutti quelli che hanno visto i nostri film vi hanno trovato qualcosa che gli appartiene. Vi si sono ritrovati. Chi non conosce un venditore di aspirapolvere, berlusconiano anche dopo la caduta di Berlusconi, come il protagonista di Sole a catinelle? Ma mi rendo conto che non è una spiegazione sufficiente. E allora non mi resta che chiamare in causa la squadra e il talento. Basta con ‘sta cazzo di modestia. Noi tre – io, Gennaro Nunziante e Valsecchi – siamo una squadra imbattibile”. (Sul perché i suoi i film hanno successo)
“È difficilissimo che io rida, credimi. Per i miei film non rido proprio. Non li voglio neanche rivedere. Ed è raro che rida anche di fronte al film di un altro attore comico. Di solito mi immedesimo talmente con il collega, con la sua tensione e la sua paura di sbagliare, che preferisco non vedere”
“Siamo messi male. Rivendico il diritto di non piacere e di non risultare divertente. Anche se devo dire che essere difeso da chi avresti voluto attaccare è divertentissimo” (2019)
“Ormai prendere per il culo Salvini e Di Maio, non è più irriverente, già si prendono per il culo da soli! Far ridere prendendo in giro un personaggio in auge ormai è quasi impossibile, più che altro perché i personaggi forti, i leader, si servono dei nostri stessi media e li sentiamo vicini.”
“Quando in famiglia moriva qualcuno e tutti, più di qualcuno anche in maniera ipocrita, si stracciavano le vesti davanti al feretro, mio zio Nino entrava in scena a modo suo. Ti gelava. Diceva delle cose tremende e irripetibili. Indifferente alla bara e al lutto, Zio Nino ribaltava il quadro. Spesso ingiuriava il defunto e io che avevo 10 anni ridevo come un pazzo. Forse il gusto, il senso, direi il dovere di disturbare con una nota dissonante mi è venuto da lì”
“Su Facebook una bufala mi voleva morto, mia madre mi chiamava ogni due ore per chiedermi se fossi sicuro di essere vivo” (2019)
“Oggi ci sono i social. Qualsiasi commento risuona come se avesse un megafono. Spesso le critiche arrivano da un esiguo numero di persone, i giornalisti la prendono e creano la polemica. La cosa alla fine mi ha divertito e, cinicamente, è stato un buon battage pubblicitario” (2019)
“C’è la fila per farmi fare il testimonial: compagnie telefoniche, case automobilistiche… Ti fanno offerte tali che ti senti un po’ coglione a rifiutare. Sarebbe uno schifo. Un tradimento. La gente ti viene a vedere, si diverte, ti vuole bene… e tu prendi la tua faccia di cazzo e la metti a disposizione di un prodotto? Non si fa. E non per afflato idealistico, ma per educazione. Poi c’è anche un problema di convenienza. Se ti vedono tutti i giorni in tv negli spot, quattro volte il pomeriggio e sei la sera, perché poi dovrebbero venire a vederti al cinema?”
“Sono diventato un idolo dei grillini perché avrei dichiarato che non voglio soldi pubblici. Non è proprio così. Io ho detto che non vado a Sanremo perché non ho voglia di tornare sotto i riflettori. E ho aggiunto che se ci andassi, tra l’altro, dovrebbero darmi dei soldi pubblici. Punto. Il che non significa “io non prendo soldi pubblici” in assoluto. I soldi son soldi, pubblici o privati. Non sono un paladino della giustizia e della moralità pubblica.” (2016)
“Le ho provate tutte. E non mi sono arreso. Sono stato fortunato, anzi fortunatissimo perché senza una buonissima dose di culo non vai da nessuna parte, ma quando ho avuto un’occasione ho dimostrato di sapermela meritare. Mi mandavano in onda, funzionavo, facevo ridere.”
“Di sicuro so che a 50 anni non farò il comico. Potrei aprire un ristorante, dedicarmi alla produzione, cinematografica o musicale. Sono anni che tento di scrivere canzoni serie: purtroppo mi scappa sempre la cazzata.”
“Suonavo il piano vestito da Babbo Natale per cinquanta euro e il pubblico inferocito mi chiedeva di fare meno rumore per non disturbare la festa.” (2019)
“È bellissimo vivere da Checco Zalone: lo auguro a tutti. Adoro essere riconosciuto per strada e fare le foto con chi me le chiede: mi viene l’ansia se mi fermo a pensare a quando non sarà più così.” (2015)
“Sono timido, restio a rilasciare interviste, non perché sia snob ma perché penso che il pubblico meriti delle risposte interessanti. Spesso pensano che la mia sia una strategia, che non rilascio mai dichiarazioni o interviste perché sono uno snob, ma non è così. Se non ho cose interessanti da dire, che parlo a fare?” (2019)
“Come vivo questo successo? Sto a casa a pittare. Sto cercando di estraniarmi. Sto in silenzio, perché tanto trovo su internet le dichiarazioni che avrei voluto rilasciare io” (2013)
“La canzone più sconcia l’ho composta a 18 anni, il giorno di Pasquetta. Ecco la scena – ve la descrivo in maniera edulcorata: siamo io, il mio amico di Milano, Ettore e una ragazza dai denti molto sporgenti. C’interrogammo sull’eventualità di un confronto orale con lei. È nato così il mio capolavoro: Bochino rigatu. Che Gino e Michele non mi hanno fatto mai cantare a Zelig” (2011)
“A sei anni interpretavo Adriano Celentano. Ma il mio pezzo forte era il parroco del paese, don Franco. In particolare, una parte della sua omelia al funerale del nostro allenatore di calcio. L’effetto era esilarante ‘Vedete questo? Si muoveva. Si allenava. E adesso? È morto! Non si muove più'” (2011)
“Ho capito di avere un potenziale quando ho inseguito i miei sogni. C’è stata un’epoca abbastanza buia in cui mi sembrava che non esistesse niente di più importante che avere un’indipendenza economica. Volevo qualche euro in tasca, una macchina tutta mia, un orizzonte sereno. Volevo il posto fisso”
“Io piaccio all’italiano terra terra o a De Gregori, all’intellettuale, è al pubblico di mezzo che sto sulle palle.”
“È incapace di guardare oltre i suoi piccoli problemi. Gli esplode una bomba accanto e lui pensa solo alle sue cose, tra ex mogli e tasse. Una scena grottesca che racconta quello che siamo noi oggi. Non lo dico alzando il ditino moralizzante. L’egoismo è congenito nell’uomo, purtroppo.” (sul protagonista di Tolo Tolo)
In Norvegia non mi riconosceva nessuno, anzi non mi facevano entrare nei locali perché secondo loro andavo in giro vestito male. È una realtà completamente diversa dalla nostra: è tutto efficiente, nessuno supera il limite di velocità, praticamente non sanno cosa sia il clacson, tutti fanno la raccolta differenziata. Funziona tutto alla perfezione e sono ricchissimi, hanno tutto, ma nonostante questo si drogano e bevono, l’emergenza alcolismo lì è importante: noi forse non avremo il posto fisso ma siamo più felici.
“Il tamarro è dentro ognuno di noi, come il fanciullino del Pascoli”
“Purtroppo non si può dire più nulla. Se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali”. (2019)
“L’unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C’è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende” (2019)
“Oggi fare una battuta sula donna, con i soliti stereotipi… li abbiamo superati. Ti faccio un esempio. Per venire qui ho preso un taxi e guidava una donna. Mi ha lasciato in aeroporto… sull’aereo c’era una donna pilota, chiacchierando mi ha detto che anche l’assistente della torre di controllo era una donna e anche l’ingegnere di volo era una donna. Questa cosa mi ha fatto riflettere. In treno però: perché da quell’aereo sono sceso” (2021)
“Antonio Cassano sostiene di aver avuto 800 donne? Io otto. Anzi, ora che le riconto, sette. Ma perché non si fa i fatti suoi?”
“Entro in una stanza, e trovo Berlusconi con sette donne: la Pascale e le sue amiche. Tutte vestite. Lui recitava la parte del prete, che ascolta in confessione i peccati. Mi indignai. Berlusconi con sette donne, tutte vestite? E le tradizioni? I valori di una volta?” – raccontando di quando andò a cena da Silvio Berlusconi.
“Henry Ford era esperto di femmine, ha inventato la catena di montaggio, sa le cose. Le donne sono come la auto: uscite dalla chiesa hanno già perso il 30% del valore”
“Grazie, siete un pubblico fantastici!”
“Ho stato accusato di avere copiato questa canzone, ma come dicevano i jazzisti di New Orleans: le note sono sette, chi vuole se le fotte.”
“Ho una doppia personalità, sono come dottor Jack e Peter Pack, il mio è un tipo di comicità anglosassa, sono un artista con la esse maiuscola.”
“Se io non avrei fatto il candande non sarei qui.”
“Voglio parlarvi di rifiuti a Napoli, sono 30 anni che ricevo rifiuti.
Com’è possibile che tutte mi dicono di no?
Com’è possibile che io non fotto?
La “f” a Napoli è gestita dalla camorra”
Parodia di Roberto Saviano
“Mi ha mozzicato un granchio mentre camminavo sulle acque di Misano”
Parodia di Nicky Vendola in versione Gesù