Divulgatore scientifico, giornalista, saggista e persino musicista, Piero Angela (1928 – 2022) è stato uno dei personaggi televisivi italiani più amati e seguiti dal pubblico. Torinese – e tifoso della Juve – Angela ha iniziato con il telegiornale, tra gli anni ’50 e ’70, ma sarà ricordato soprattutto per Quark e tutte le edizioni e versioni del programma che, dagli anni ’80, ha condotto con passione, garbo e dedizione, facendo appassionare tantissimi italiani.
Negli ultimi anni è stato intervistato in più occasioni e ha sempre offerto punti di vista illuminanti, ironici, saggi. Ne rievochiamo alcuni, attraverso le frasi di Piero Angela che potete leggere di seguito. Dalle frasi sull’Italia a quelle sulla scuola, da quelle sull’amatissima moglie Margherita a quelle sulla televisione.
“È pieno di studenti che dicono di essere stati ispirati da me. Posso dire che il mio lavoro è stato utile.”
“Se uno smette di avere progetti è praticamente morto, bisogna averne sempre e portarli avanti. Quest’anno compirò 94 anni, sono con un piede nella fossa e uno sulla saponetta. Quando sono in piedi ho più di 90 anni, soffro di discopatia. Ma quando sono seduto ne ho 45: non mi trovo diverso, continuo a fare le stesse cose.”
“Credo di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra, per questo difficile paese”.
“Il problema dell’Italia è un problema morale, che non si può risolvere in cinque minuti. Ogni giorno leggiamo di casi di corruzione. Non sono solo politici, palazzinari, delinquenti: sono anche avvocati, giudici, uomini della guardia di finanza, dipendenti pubblici che truffano lo stato per cui lavorano. Non ci sono punizioni per chi sbaglia. E non ci sono premi per chi merita. Un paese così non può funzionare. È un paese morto.”
“Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l’assenza di creatività.”
“Nella scienza ci sono tante donne e sono molto brave. Devono ancora scoprire quella piena fioritura che è stata negata loro per tanto tempo e che oggi finalmente può essere un dato acquisito.”
“A scuola si insegnano le scienze, ma non la scienza e il suo metodo. Quando io l’ho scoperta ho capito meglio tantissime cose e mi sono appassionato.”
“Ho una vita davanti a me e molto tempo dietro di me.”
“Sono torinese e tifoso della Juventus, per ragioni sentimentali. Ma se gioca male lo ammetto.”
“La morte è l’unico mistero che ancora non ho esplorato. Morire è un’avventura nei profondi abissi dell’inconscio e del subconscio, un viaggio verso la più lontana delle supernove e, al contempo, verso il più profondo dei fondali marini. Spero di riuscire a ricavarne del materiale per una nuova trasmissione.”
“Quello che i giovani d’oggi hanno è che hanno perso la speranza che avevamo noi. Quando io avevo la loro età sì, era molto difficile la vita, ma si sapeva che il giorno dopo si stava meglio. Qui l’impressione è che il giorno dopo ci sarà una crisi, e il giorno dopo una ancora peggiore. Credo sia questo che avvelena sia i giovani che gli adulti. Ci sono tante intelligenze, ma manca un’intelligenza di sistema, cioè la capacità di mettere insieme queste intelligenze e farle fruttare.”
“Mia moglie Margherita è una donna meravigliosa, ma riservatissima. Non ha mai voluto essere fotografata. Quando andiamo a teatro entriamo separatamente e ci sediamo sempre in posti diversi. Il nostro è stato un colpo di fulmine. Nel lavoro non mi ha mai seguito, ma il suo appoggio non mi è mai mancato.”
“Ho avuto la fortuna di vivere nel periodo migliore di tutta la storia dell’umanità. Sono nato l’anno dopo che Lindbergh attraversò l’Oceano.”
“Se le cose non sono chiare e non vengono capite, è come se non fossero dette.”
“La morte non mi spaventa, ma mi scoccia tantissimo perché è la fine della vita. Ma Seneca ha detto una cosa interessante. Che noi siamo stati morti per millenni, e continueremo ad esserlo. La vita è solo un attimo in cui si è vinta la lotteria, una mezz’oretta. Per questo bisogna cercare di viverla al meglio..”
“La televisione è uno strumento che arriva alle famiglie e ritengo che ci voglia molta attenzione per evitare che vadano in onda cose che danno fastidio. È importante dire le cose in maniera educata, “in punta di penna”, senza inseguire la volgarità, il sensazionalismo e la ricerca assoluta dell’applauso o dell’emozione..”
“L’Italia è come il gigante Gulliver, imbrigliata da mille lacci che ne immobilizzano la forza. Nel dopoguerra, ogni giorno vedevi un miglioramento: si tiravano di nuovo su le case, costruivamo le strade, organizzavamo un salone internazionale, nascevano cose nuove. La vita proseguiva. Oggi, invece, ogni giorno scompare qualcosa. Ci impoveriamo. E gli italiani sono assuefatti al degrado. Non vedono via d’uscita. Sono arrabbiati. Nutrono rancore. Sono stanchi di un paese fermo.”
“Gli animali un tempo erano considerati parte della natura ed esseri inferiori, incapaci di intendere e volere. Successivamente si è preso atto del fatto che hanno capacità sorprendenti. Persino i polpi che sembrano esseri così primitivi in realtà sono animali che dimostrano di avere delle abilità incredibili come aprire il coperchio di un vasetto.”
“La tecnologia è importante e straordinaria per quello che riguarda lo studio e l’informazione, ma negativa per la privacy. I social rischiano di diventare uno strumento di distruzione di massa.”
“Durante la guerra avevamo la tessera annonaria, ho fatto veramente la fame. Ricordo nella minestra i pezzetti di carta: mia madre una volta che aveva finito la piccola quantità di burro, per raccogliere quello rimasto faceva bollire anche la carta che lo avvolgeva. Poi il freddo. Durante la guerra non c’era il riscaldamento, si andava letto con la bottiglia d’acqua calda per scaldare i piedi, a scuola stavamo col cappotto e i guanti.”
“Mio padre ricoverava come pazzi ebrei e ricercati politici. Riuscì a metterne in salvo molti. Un giorno, di ritorno dal liceo, vidi davanti alla clinica i cadaveri di tre uomini. Li avevano appena fucilati i fascisti. Il quarto, che era mio padre, si salvò solo perché un gerarca che era da lui in cura riuscì a convincere il capo della squadra di polizia a risparmiarlo.”
“Avevo paura delle bombe, ma da ragazzino incosciente volevo vedere. Una volta sono salito all’ultimo piano per capire cosa succedeva. Da un finestrone delle scale si vedeva Torino, i fasci di luci, i tracciamenti, la contraerea, gli aerei buttavano giù spezzoni incendiari. C’era l’oscuramento poi i bagliori delle bombe. Ero incantato, a un certo punto ne è caduta una vicino a casa e sono corso nel rifugio.”
“L’omosessualità spesso viene vista come un rapporto fisico, contronatura, in realtà le coppie omosessuali fanno esattamente lo stesso percorso: attrazione, innamoramento, gelosia, vita di coppia, figli. Hanno sentimenti, amori, passioni esattamente come le coppie eterosessuali. Bisogna capirlo bene.”
“La morte non piace a nessuno. Nel momento in cui succede di solito le persone entrano in un piccolo letargo e non si rendono conto del momento del trapasso. Dico sempre che la vita è un’avanzata verso le pallottole e le mitragliatrici: quando sei lontano ne senti il fischio, poi, man mano che ti avvicini, è sempre più difficile cavarsela, e prima o poi ti beccano. Dobbiamo rassegnarci, ma anche vivere al meglio perché non saremo mai più giovani come in questo momento. Sono, però, d’accordo con Woody Allen che, a un giornalista che gli chiese cosa ne pensasse della morte, rispose “non ho cambiato idea. Sono decisamente contrario”. Ecco, anch’io la penso come lui.”
“Sono piemontese, anche se levigato da anni all’estero e a Roma. Nel nostro dialetto non esiste il verbo ‘amare’: usiamo il più contegnoso ‘vorej bin’, voler bene. E non esiste neppure la parola bacio: diciamo ‘basin’, bacino. Se vale, se questo mi ‘salva’, a mia moglie ho detto tante volte: ‘T’veuj bin’, ti voglio bene.”
“La cosa che mi colpisce è che sono amato dai giovani di tutte le età e le categorie professionali e culturali. È una gratificazione che mi rende felice perché questi ragazzi vivranno un secolo per niente facile e dobbiamo stare loro vicino affinché arrivino preparati. Non devono vivere alla giornata, ma applicarsi negli studi e conoscere la scienza, perché è in grado di aiutarli. Lasceremo questo mondo non solo ai posteri, ma ai figli e ai nipoti che sono già qua e vanno a scuola.”
“Mi piace, ma non sempre, il Tenente Colombo, un prodotto antichissimo ormai. È un giallo senza cose truci fatto di piccole osservazioni. Colombo ribalta le regole del giallo tradizionale: in genere il poliziotto indaga e piano piano svela i suoi sospetti fino ad arrivare alla ricerca del colpevole. In Colombo si sa subito chi è l’assassino, ma lo si segue per rintracciare i piccoli dettagli, per ricostruire.”