Nato a Tokyo nel 1941, Hayao Miyazaki è uno degli autori più conosciuti per quanto riguarda l’animazione giapponese, e nel corso di una carriera cinquantennale – celebrata con un Oscar alla carriera nel 2015 – è riuscito a conquistare anche quegli spettatori che non sono esattamente appassionati di anime. Grazie alla sua poetica e al suo approccio nell’affrontare tematiche complesse come l’ambientalismo, la politica, i sentimenti, l’amore e, soprattutto, grazie ai film del suo Studio Ghibli, l’autore giapponese è tutt’oggi uno dei più amati in tutto il mondo. Nell’articolo che segue, abbiamo raccolto le più significative frasi di Hayao Miyazaki, attraverso le quali il regista parla di se stesso, della sua visione del mondo e dei suoi film, da Porco Rosso a La città incantata.
“Se volete ampliare il vostro pubblico, dovete tradire le sue aspettative.”
“Non guardo la TV, non guardo film. Sono un anziano pensionato che va a buttare la spazzatura.”
“La grandezza di una mente è determinata dalla profondità della sua sofferenza.”
“Continuerò a fare anime fino alla morte. Mi piace creare storie e disegnare.”
“Gli esseri umani hanno l’esigenza di creare e distruggere, al tempo stesso.”
“La vita è una piccola luce che brilla nelle tenebre.”
“I problemi iniziano nel momento in cui veniamo al mondo. Nasciamo con possibilità infinite, solo per poi abbandonarne una dietro l’altra. Scegliere una sola cosa significa abbandonarne un’altra. È inevitabile, ma cosa possiamo farci. Questo è vivere.”
“La creazione di un singolo mondo arriva da un enorme numero di frammenti e caos”
“Il futuro è chiaro: crollerà tutto. Che senso ha preoccuparsi? È inevitabile.”
“L’uso eccessivo della computer grafica rischia di deumanizzare l’animazione, mentre questa ha bisogno dell’intervento umano e dell’uso della matita.”
“L’intelligenza artificiale nell’animazione? Se si vogliono realizzare cose spaventose si può procedere e andare avanti. Non vorrei mai inserire questa tecnologia nel mio lavoro. Sento che sia un insulto nei confronti della vita stessa. Sento che siamo vicini alla fine del mondo. Noi umani stiamo perdendo la fiducia in noi stessi.”
“Quando è finita la guerra avevo quattro anni, e crescendo ho visto molti film americani proiettati in Giappone, ma non ho avuto nessuna influenza particolare. Non mi sento in competizione con altri studios, come Pixar o Dreamworks, siamo amici e colleghi, ma i film che io realizzo sono molto diversi dai loro.”
“Quelli che fanno i film hanno paura del silenzio, quindi vogliono coprirlo in tutti i modi. Hanno paura che gli spettatori possano annoiarsi a andare a prendere dei popcorn. Ma il fatto che un film sia intenso all’80 per cento non vuol dire i ragazzi vi dedicheranno tutte le loro attenzioni. Quello che conta realmente sono le emozioni sottostanti. Di quelle non bisogna mai farne a meno.”
“Sono scettico in merito alla regola non scritta secondo la quale se un ragazzo e una ragazza appaiono nello stesso film, allora deve esserci una storia d’amore tra di loro. Vorrei raccontare relazioni diverse, ad esempio una in cui i due si ispirano a vicenda. Se ci riuscissi, allora mi sarei avvicinato a raccontare una vera espressione dell’amore.”
“Da quando ho letto La Sirenetta, a nove anni, mi sono sempre chiesto la ragione per la quale le sirene non devono possedere un’anima e gli uomini sì. Il senso di rivalsa, molti anni dopo, mi ha spinto a fare un film come Ponyo.”
“Durante la produzione, quando tutto è difficile e lo staff è in difficoltà, c’è una sorta di odore… come un cattivo odore. La gente disegna, fa animazioni, poi tutti vanno a casa e noi apriamo le finestre per cambiare l’aria. Ebbene, quell’odore non va via. C’è questa cattiva sensazione, che riesco a percepire.”
“Quando si trovano ad affrontare delle difficoltà, molte persone collassano emotivamente, e si chiudono in loro stesse. La protagonista di Earwig e la strega non perde la sua luminosità. Lei è forte, ma amichevole. Lei trova un modo per superare le difficoltà. Il nostro mondo è difficile, ma a prescindere da quanto diventi difficile viverci, tu trovi qualcosa per cui valga la pena vivere. Incontri degli amici e vai avanti con la tua vita.”
“Porco Rosso si è rivelato un film più complicato di come era stato pensato inizialmente, è stato un film molto difficile ed ero molto arrabbiato di aver fatto un film per adulti di mezz’età, anche perché dico sempre ai miei collaboratori di fare sempre film per bambini. I bambini però sono venuti a vedere il film e mi hanno dato la possibilità di farne un altro. Quindi, quando ho iniziato il mio film successivo, sono stato finalmente in grado di liberarmi dalla maledizione di Porco Rosso.”
“Nessuno vorrebbe vedere Kiki lavorare per una grossa compagnia di consegne a domicilio e diventarne la presidente. Nessuno vorrebbe vederlo. Forse in Cina… ma non in Giappone!”
“C’erano queste due ragazze che conoscevo da quando erano piccole. Erano le figlie di un mio amico. Quando hanno compiuto 10 e 12 anni dissi: “Posso distanziarmi da loro, adesso, stanno per diventare delle donne e non devo più fare lo zio. E mi chiedevo come avrebbero vissuto da quel momento. Ho concepito La città incantata come un regalo per quelle due ragazze.”
“Charlie Hebdo? Credo che sia un errore fare delle caricature di ciò che venerano le diverse culture. Innanzitutto le vignette dovrebbero essere ispirate dai politici della propria nazione, attaccare i leader politici di altre nazioni sembra sospetto.”
“Il mondo diventa sempre più difficile, pieno di pericoli e a volte è difficile trovare la speranza per realizzare ancora opere oniriche e surreali, capaci di aprire degli spiragli nella realtà più cupa, ma finché nasceranno dei bambini sarà sempre viva la speranza e la forza di andare avanti.”
“Sono contrario al nucleare. Ma quando ho visto la conferenza stampa degli ingegneri che lavorano alla centrale di Fukushima, mentre rispondevano alle domande ho visto in loro la stessa purezza d’animo con la quale ho tratteggiato Jiro Horikoshi nel film Si alza il vento. I problemi della nostra civilizzazione sono così complessi che non possiamo semplicemente mettere una crocetta su Sì o No.”
“Le persone che più detesto sono i fan delle armi. Parlando francamente, credo che siano di basso livello e, tra i fan delle armi da fuoco, quelli che amano le pistole, sono i più immaturi.”
“Quando ero bambino, tutto ciò che potevamo fare era giocare in gruppi formati da altri bambini. C’erano bambini di tutti i tipi, in questi gruppi. Alcuni di loro erano arroganti, altri erano disonesti. Ne succedevano di tutti i colori, ma dovevi giocare con loro. A volte dovevi anche adularli. Ma i bambini di oggi non hanno più quel tipo di esperienze. Gli unici bambini con i quali giocano sono altri bambini della loro stessa età e stesso asilo. Non giocano più per strada. Il loro mondo è cambiato. Non hanno la possibilità di sopravvivere dicendo bugie, mentendo, e facendo molte altre cose. Così finiscono per diventare dei ragazzi delicati e dal cuore puro”.