Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo visto Harry ti presento Sally, Insonnia d’Amore e C’è Posta per te. Dietro questi tre film ci sono i copioni scritti da Nora Ephron, la giornalista, scrittrice e regista che il 19 maggio di quest’anno avrebbe compiuto 80 anni.
Per i cinefili d’essai e per gli intellettuali, Nora Ephron era la regista delle commedie romantiche dai prevedibili happy end, ma, in realtà, è stata tra quelle autrici che con leggerezza ha precorso i tempi riuscendo a cogliere quei fenomeni che sono diventati dei ‘must’ della quotidianità. Se si guardano attentamente i suoi film, Nora ha scritto su pellicola dei veri trattati di antropologia densi di humour in cui il cibo ha un ruolo rilevante, talvolta, anche funzionale all’interno delle storie che ha creato.
Dai primi articoli sull’Esquire al biscotto The Nora Ephron
Noi ragazze, anche quelle dalla crosta più cinica che sarebbero riluttanti ad ammetterlo in pubblico, abbiamo sperato di vivere situazioni simili a quelle che vivono le protagoniste dei film della creatrice di Harry ti presento Sally.
Chi di noi non ha immaginato che nel bel mezzo di una festa arrivasse un Harry pronto a convincerci a stare con lui?
Chi non ha sognato a occhi aperti che un Joe Fox, durante una semplice passeggiata primaverile, ci proponesse di sposarlo?
Non sarebbe perfetto incontrare in cima a un grattacielo un Sam che resti folgorato da noi?
E ballare in una cucina con il compagno di una vita Time after time?
Ai più, Nora Ephron è stata celebre per aver dato vita a queste scena, non tutti sanno, però, che è stata anche una grande appassionata di cucina e un’eccezionale cuoca, tanto che durante la sua carriera di giornalista – è così che ha iniziato nel 1966 – i suoi ironici editoriali pubblicati sull’Esquire erano spesso basati su New York e sul cibo.
Quando il 26 giugno del 2012 è morta di leucemia, le riviste enogastronomiche e i food blogger di tutto il mondo si sono scatenati scrivendo di lei e citando le battute più famose dei suoi film. Non è un caso che il mensile Travel Carnet, abbia voluto ricordarla con un virtuale tour gourmet, elencando alcuni dei piatti e dei ristoranti che prediligeva dell’Upper East Side di Manhattan. Del resto, la regista è stata una zelante ambasciatrice dello stile di vita newyorkese, facendo delle argute e dettagliate istantanee sugli usi e costumi della città e dei vezzi dei suoi abitanti.
Inoltre, Tom Douglas, uno dei più importanti ristoratori e panettieri di Seattle, nel suo libro di cucina The Dahlia Bakery, ha chiamato il biscotto preferito della regista, in suo onore, The Nora Ephron.
Il cibo per descrivere manie e abitudini
Se fosse ancora viva, probabilmente, avrebbe scelto di raccontare il lockdown globale puntando sulla cucina e su come avrebbe aiutato a far decollare i rapporti a distanza, d’altronde, nel suo cinema ha trasformato il cibo in un elemento per caratterizzare i suoi personaggi e le loro relazioni. Attraverso le abitudini e, anche, le manie alimentari degli uomini e delle donne che lei ha descritto vengono fuori le loro personalità complicate, rendendoli unici.
Chiunque stia leggendo questo articolo sta pensando a Harry ti presento Sally di Rob Reiner, film che lei ha sceneggiato. Oltre alla celebre scena del ristorante dove Sally (Meg Ryan) tra un panino e un purè di patate, simula l’orgasmo, ci sono i momenti in cui Sally ordina una pietanza accompagnata dall’immancabile “ma a parte”.
Prima che arrivassero Tinder e tutte le dating app, C’è posta per te ha reso l’amore nato nell’etere tra due sconosciuti come qualcosa di straordinariamente romantico: Tom Hanks, cyber corteggiatore della sua rivale in affari Meg Ryan, disserta via mail la sua filosofia sulla scelta legata alla variegata selezione di caffè e cappuccini di Starbucks. In fondo, nella vita è così, il nostro modo di mangiare è uno dei tanti mezzi per esprimere ciò che siamo. Ci identifica.
Piatti da preparare quando si è innamorati e ricette da cucinare quando si è depressi sono i punti chiave di Heartburn – Affari di cuore, il romanzo scritto da Nora Ephron nel 1983 dove ha raccontato la fine del suo secondo matrimonio con il giornalista Carl Bernestein. Proprio lui, il Carl Bernstein che, assieme al collega Bob Woodward, ha portato alla luce sul Washington Post lo scandalo Watergate. Dopo cinque anni di unione, il matrimonio con Bernstein finisce quando la Ephron scopre che il marito l’ha tradita con un’amica comune. Partendo dalla sua storia personale scrive Heartburn, che nel 1986 diventa un film interpretato da Jack Nicholson e Meryl Streep diretto da Mike Nichols.
Protagonista di Heartburn è Rachel Samstat, autrice di libri di cucina.
Amore e Patate: alcune riflessioni in Heartburn
“Ho amici che cominciano con la pasta e altri che cominciano con il riso, ma io, quando mi innamoro, comincio sempre con le patate. A volte patate con la carne, altre volte patate con il pesce, ma comunque sempre patate. Mi è capitato spesso di scegliere gli uomini sbagliati e in molti casi di pentirmene amaramente, ma non ho avuto nessun rimpianto per le patate che hanno fatto da contorno ai miei amori”, è così che Rachel, alter ego della Ephron, introduce le ricette del piatto svizzero dei Russli e delle patate all’Anna, associando a questa pietanza la sua visione sull’innamoramento.
La sua Rachel rientra nella galleria di donne intelligenti, brillanti, nevrotiche e normalmente carine che ha amato tanto raccontare. Pagina dopo pagina, Rachel ripercorre la sua vita e fa riflessioni ironiche scandendo tutto a suon di ricette e di piatti che descrive minuziosamente, cosa che, a tratti, avviene anche nel film in cui il cibo diventa quasi un altro personaggio, tra spaghetti notturni che la Streep/Rachel prepara a Nicholson/Mark dopo la loro prima notte romantica, cosciotti di agnello che Rachel sta per infornare mentre le si rompono le acque e crostata di frutta montata con tanta panna che la nostra eroina tira in faccia al marito come simbolo della loro rottura.
Julie & Julia e i food blogger
Non sarebbe errato dire che Nora Ephron ha aperto la strada ai food blogger e influencer prima ancora che diventassero mestieri alla moda che tutti hanno la presunzione di saper fare. Ha messo in luce un nuovo modo di raccontare il cibo quando in pochi lo facevano.
I suoi articoli caustici, pieni di frasi argute, continuano a essere fonte di ispirazione per i blogger, lei stessa lo era diventata scrivendo sino alla fine, sull’Huffington Post, in cui, di tanto in tanto, si dilettava a parlare del buon cibo.
Curioso, come proprio i blog culinari siano stati la colonna portante di Julie & Julia, il suo ultimo film in cui ha diretto Meryl Streep, la quale è stata il volto della sua Rachel, la scrittrice di libri di cucina, in Heartburn. Un cerchio che sembra chiudersi con la decisione di portare sullo schermo le storie vere di Julia Child e Julie Powell, due donne che hanno fatto della cucina la loro missione.
In Julie & Julia si racconta della famosa cuoca Julia (Lady Oscar Streep che è la perfetta copia carbone della Child, muovendosi e parlando nell’identico modo buffo e singolare), diventata un’icona che ha portato nella TV negli anni ’60 e ‘70 le gioie del saper cucinare armeggiando con gli utensili, disossando anatre e calando aragoste vive nell’acqua bollente. Una leggenda da imitare, infatti al Saturday Night Live c’è un celebre sketch in cui è imitata da Dan Aykroyd e che nel film è riproposto. Julia Child è nota per il suo capolavoro Mastering the Art of French Cooking, una bibbia tra i manuali di cucina, pubblicato nel 1961. È qui che entra in gioco Julie Powell (Amy Adams), aspirante scrittrice newyorkese che nel 2002, per evadere dalla monotonia del suo lavoro in un call center, decide di aprire un blog dall’obiettivo titanico: sperimentare in 365 giorni le 524 ricette contenute in Mastering the Art of French Cooking.
Il film segue parallelamente le vicende di Julia che vive nella Parigi degli anni ’50 accanto all’adorato marito, un diplomatico statunitense che la incoraggia a coltivare la sua passione per la cucina e la porta a iscriversi nella maschilista scuola di Cordon Bleu e della nostra contemporanea Julie, fedele adepta della Child, e del successo che man mano ottiene il blog tanto da attirare l’attenzione del New York Times e di agenti letterari.
La Powell è un’antesignana, contribuendo a diffondere il fenomeno dei blog che in 11 anni ha preso sempre più piede, ottenendo una risonanza mediatica più forte della stampa, soprattutto nell’enogastronomia. Quando si vede Julie dietro ai fornelli che scioglie panelli di burro o che prepara soufflé o il manzo alla borgognona, che racconta ai lettori del suo blog il risultato delle ricette francesi della Child, non si può fare a meno di pensare che ha aperto la strada ai food blog che sono stati creati negli ultimi anni.
La Ephron ha chiuso la sua carriera parlando di cibo e l’ha fatto con tale devozione che alla troupe di Julie & Julia ha regalato un memoriale di ricette scritte da lei.