Dopo Alien, quella di Predator è senza dubbio la serie cinematografica horror/sci-fi più famosa di sempre. Composta da cinque titoli ufficiali più due crossover proprio con la saga degli xenomorfi, è incentrata sugli Yautja, una razza extraterrestre ipertecnologica ma dalla cultura fortemente tribale, la cui principale ragione di vita è cacciare qualsiasi specie aliena rappresenti una degna sfida, esseri umani compresi. Di aspetto umanoide, con dreadlocks al posto dei capelli, armati di artigli retrattili, lance e cannoni al plasma e con un visore a raggi ultravioletti a coprire le mostruose zanne, i Predator sono diventati in poco tempo tra le creature più amate della fantascienza e hanno incrociato le loro strade con attori del calibro di Arnold Schwarzenegger, Danny Glover, Adrien Brody e Raoul Bova.
A seguire abbiamo deciso di stilare una classifica di tutti i film di Predator dal peggiore al migliore, dal capostipite del 1987 al più recente Prey, tenendo in considerazione anche gli spin-off Alien vs Predator.
7. Aliens vs Predator 2 (2007)
Considerato all’unanimità il capitolo peggiore di entrambe le saghe, il secondo crossover tra Alien e Predator inizia poco dopo il precedente e segue le vicende di una cittadina che deve affrontare un’invasione di xenomorfi; nel mentre uno Yautja giunge sulla Terra per risolvere la situazione e cancellare tutte le tracce. I fratelli Strause, responsabili degli effetti speciali qui al loro esordio alla regia, hanno senz’altro il cuore dal lato giusto e si approcciano alla materia trattata con il rispetto tipico dei fan. Peccato che tutti gli omaggi e gli easter egg non riescono a nascondere una trama piena di cliché, dei personaggi tremendamente dimenticabili, una violenza eccessiva al limite della gratuità e una fotografia talmente scura da rendere impossibile capire cosa sta accadendo in scena. Tra i pochi pregi di Aliens vs Predator 2, la prima apparizione in live action del Predalien (incrocio tra le due specie) e la presenza di uno dei Predator più tosti di sempre (soprannominato Wolf appunto perché “risolve i problemi”).
6. Alien vs Predator (2004)
Sul primo Alien vs Predator graverà per sempre l’infamia di essere l’unico film della saga classificato PG-13 (ovvero vietato solo ai minori di 13 anni non accompagnati) invece di R. Un primato imbarazzante, che però non è la parte peggiore dell’opera. Diretto dal regista di Resident Evil e Punto di non ritorno Paul W.S. Anderson, questo spin-off della serie ha come protagonisti alcuni studiosi (tra cui il nostro Raoul Bova!) inviati in Antartide per indagare sul ritrovamento di un’antica piramide; una volta sul posto però, scopriranno di essere nel terreno di caccia di tre giovani Predator, mandati a uccidere orde di xenomorfi come rito di iniziazione. Per quanto la storia non manchi di originalità e risvolti interessanti (tanto che molti elementi verranno ripresi nel Prometheus di Ridley Scott), Alien vs Predator fallisce nel restituire un’atmosfera veramente orrorifica. Al contrario predilige un’azione esagerata e fumettistica, con una sovrabbondanza di CGI estranea al genere, che avvicina la pellicola più ai blockbuster hollywoodiani che al B-movie fantascientifico.
5. The Predator (2018)
Shane Black è uno degli autori più geniali di Hollywood, avendo firmato le sceneggiature (talvolta anche la regia) di cult come Arma Letale, L’ultimo boyscout e The Nice Guys. Non tutti sanno inoltre che lavorò anche al primo Predator, sia come script doctor che come attore. Affidargli il quarto capitolo ufficiale del franchise sembrava pertanto la scelta più giusta, peccato che la Fox gli abbia sabotato la pellicola in corso d’opera. Incentrato su un gruppo di stravaganti soldati, ritrovatisi nel mezzo dello scontro tra uno Yautja disertore e un super-Predator geneticamente modificato, The Predator è stato vittima di numerosi tagli e rimaneggiamenti in fase di post-produzione, che hanno coinvolto in particolare il terzo atto, modificato quasi del tutto. Ciò ha compromesso il risultato finale, creando diversi buchi di trama e portando a un epilogo totalmente privo di senso. Al di là di questo, sono stati anche criticati sia il tono troppo ironico della pellicola sia la discutibile rappresentazione dell’autismo di uno dei personaggi. Peccato, perché di base il film di Shane Black resta un gradevole B-movie, che rimanda al cinema d’azione degli anni ’90 e di John Carpenter.
4. Predators (2010)
Prodotto nientemeno che da Robert Rodriguez, Predators segue le vicissitudini di alcuni mercenari e assassini che vengono rapiti e letteralmente gettati su un pianeta alieno; scopriranno di essere in una riserva di caccia e di essere stati scelti come prede da un clan di Yautja più spietato e pericoloso di quelli già conosciuti. Tra i capitoli più sottovalutati della saga, il film di Nimròd Antal è sostanzialmente La pericolosa partita in versione fantascientifica. Non è esente da problemi, in particolare ad ogni visione si ha la costante sensazione che la pellicola sia nata con ambizioni ben più alte, e che poi sia stata ridimensionata per questioni di budget. Inoltre compie l’errore fatale di rifarsi troppo al capostipite invece di tentare una strada più originale, mentre Adrien Brody, per quanto sia un bravo attore, risulta poco credibile nei panni dell’action hero. Al netto di questi difetti, Predators rimane comunque una pellicola solida e avvincente, che meriterebbe più considerazione di quella che le è solitamente rivolta.
3. Prey (2022)
Ultimo arrivato, Prey è stato giudicato da molti come il miglior capitolo della saga dopo il primo. Affermazione forse un po’ esagerata, ma non molto distante dalla verità. Ambientato nell’America del Settecento, la pellicola vede come personaggio principale una giovane Comanche (la rivelazione Amber Midthunder) che, desiderosa di dimostrare il proprio valore, decide di dare la caccia a una misteriosa creatura che minaccia la sua tribù; questa si rivelerà essere un feroce Predator, alla sua prima incursione sulla Terra. Dan Tratchenberg (regista di 10 Cloverfield Lane e vari episodi di The Boys) firma un prequel della serie che, nonostante alcuni problemi di ritmo nella prima parte e l’assenza del tema musicale di Alan Silvestri, non delude le aspettative. Una sorta di Revenant in salsa horror/sci-fi, impreziosito da una buona regia, da spettacolari e violente scene d’azione (la mattanza dei cacciatori francesi è la migliore) e da una riuscitissima protagonista femminile. Il fatto che sia uno dei pochi film hollywoodiani ad avere un cast composto quasi completamente da nativi americani è un valore aggiunto.
2. Predator 2 (1990)
Bistrattato da pubblico e critica ai tempi dell’uscita, Predator 2 è in realtà il miglior sequel della saga. Realizzato nel 1990 ma ambientato in un futuristico (all’epoca) 1997, il secondo film della saga sposta il setting dalla giungla sudamericana alla torrida e caotica Los Angeles. Qui il tenente di polizia Harrigan (Danny Glover), già impegnato a sgominare le bande di narcotrafficanti che devastano la città, dovrà fare i conti con un Predator che inizia a perseguitarlo, lasciando dietro di sé una lunga scia di cadaveri. Se il capostipite era un action movie in piena regola, Predator 2 cambia registro e assume la forma di un torbido thriller investigativo, con lo Yautja a rappresentare il serial killer della situazione. Forte dei suoi esordi nel genere horror, il regista Stephen Hopkins accentua inoltre la violenza e gli elementi scary, regalando alcune delle sequenze più iconiche e spaventose del franchise (come non menzionare la scena della metropolitana?). L’aver ampliato la mitologia della saga e dato l’imbeccata per il crossover con Alien sono gli ulteriori pregi di una pellicola ingiustamente sottovalutata, che solo in tempi recenti sta ricevendo l’apprezzamento che merita.
1. Predator (1987)
Al primo posto non poteva che esserci il primissimo film della saga, l’unico e solo Predator di John McTiernan. Una pietra miliare nella storia del cinema (di fantascienza e non), che vede Arnold Schwarzenegger alla guida di un gruppo di militari tutto d’un pezzo che, nel corso di un’operazione in Sudamerica, si imbatte in un cacciatore alieno intenzionato a ucciderli uno ad uno. Tutto è perfetto in questa pellicola che ha fatto scuola per tanti motivi differenti: il modo in cui cambia genere a metà della trama (inizia come Rambo e finisce come Alien), gli straordinari effetti speciali di Stan Winston, le incalzanti musiche di Alan Silvestri e la sottile satira al machismo americano. E pensare che la lavorazione è stata un vero inferno, tra modifiche al design dell’alieno e l’abbandono di Jean-Claude Van Damme. Ma grazie alla sceneggiatura di ferro di Jim e John Thomas (aggiustata, come già detto, da Shane Black), alla sapiente regia di McTiernan e al carisma di Schwarzy, abbiamo avuto un capolavoro sci-fi che non ha bisogno di presentazioni.