Il rapporto con la figura paterna è una questione secolare, affrontata in ogni ambito artistico e accademico. Il cinema non ha fatto altro che aggiungersi, dando vita a visioni d’autore sull’argomento che variano e spaziano tra i generi, stili, tipologie. I padri sono motori narrativi in opere a dir poco diverse tra loro: pensiamo a Ladri di Biciclette, a saghe come quella de Il padrino o Star Wars, a trasposizioni shakespeariane che variano dal Ran di Kurosawa a Il Re Leone della Disney. Un argomento vasto che non si può certamente esaurire in questo articolo. Oggi ci limiteremo a consigliarvi 5 film da vedere per la Festa del Papà per passare al meglio questa giornata.
1 – Nebraska di Alexander Payne (2013)
Il primo film da vedere per la Festa del Papà che vi consigliamo è Nebraska di Alexander Payne. Woody (Bruce Dern) è un vecchio uomo scorbutico con la certezza di aver vinto un milione di dollari a una lotteria che vuole, a ogni costo, andare a ritirare. Con tutta la famiglia contraria ad assecondarlo è il figlio David (Will Forte) che accompagnerà il padre dalle strade del Montana al Nebraska, in un vero e proprio road movie dal sottofondo folk che abbraccerà il dramma e la commedia. Nel viaggio David scoprirà il passato e le origini del padre, i suoi amori perduti e i sogni non realizzati, tutto un passato che ignorava e che lo porterà a (ri)costruire il suo rapporto con lui. Il film è stato nominato a sei Premi Oscar nel 2014, senza vincerne nessuno. Sempre di Alexander Payne è un altro film in tema con l’argomento di oggi, Paradiso Amaro con George Clooney.
2 – Vi presento Toni Erdmann di Maren Ade (2016)
Un eccentrico insegnate decide, una volta ritiratosi, di partire alla volta di Bucarest per riallacciare i rapporti con la figlia. I due faticano a battere l’imbarazzo iniziale, troppo differenti: lui un sognatore un po’ pazzerello, lei algida e concentrata nel lavoro in una grande azienda. Winifred però non molla e si ripresenta nella vita di lei, con dentiera di plastica e parrucca sintetica, sotto forma di Toni Erdmann. A partire dal suo arrivo inizia una serie di gag assolutamente paradossali al limite del grottesco, portando il film a diventare una commedia eccentrica ma mai banale o superficiale. Vi Presento Toni Erdmann è questo, un lungo sorriso amaro dato dal cercare di riparare un fallimento paterno, un ultimo folle disperato tentativo di risanare un rapporto apparentemente non ricostruibile. Una scelta perfetta e unica nel suo genere come film da vedere per la festa del papà.
3 – Steve Jobs di Danny Boyle (2015)
Basandosi sul titolo Steve Jobs potrebbe sembrare il più classico dei biopic hollywoodiani. Niente di più sbagliato visto che a scrivere c’è Aaron Sorkin, uno dei migliori sceneggiatori degli ultimi trent’anni. Sorkin prima con The Social Network e poi con Moneyball aveva mostrato come piegare una vicenda biografica al fine di dare una propria visione d’autore. Con Steve Jobs riesce nuovamente nel suo intento. Un film biografico su uno degli uomini più influenti degli ultimi trent’anni diventa una sorta di opera meta-teatrale che riflette sul concetto di figlio e sul ruolo di padre. Le tre più importanti presentazioni di Steve Jobs (un fantastico Michael Fassbender) diventano tre atti in cui il personaggio si ritrova a parlare con i medesimi interlocutori, a portare a termine dialoghi simili ma con differenze dettate dal passaggio del tempo e dall’aumento del bagaglio d’esperienza. Un’opera meravigliosa e dall’alta complessità emotiva e concettuale dove Sorkin porta avanti un discorso sulla genitorialità già presente in Moneyball e che continuerà a persistere nel successivo Molly’s Game.
4 – The Road di John Hillcoat (2009)
The Road è la trasposizione cinematografica de La Strada di Cormac McCarthy (a cui si deve anche il romanzo Non è un paese per vecchi, diventato poi un film dei Coen). Il libro, che valse al suo autore il Premio Pulitzer nel 2007, è probabilmente una delle opere più influenti negli anni 2000. Opere come The Last of Us o The Mandalorian devono buona parte del loro successo all’autore del Rhode Island (oltre che al manga The Lone Wolf and Cub). Siamo in un mondo sopravvissuto a una non meglio specificata catastrofe globale, dove un uomo (Viggo Mortensen) e suo figlio (Kodi Smit-McPhee) attraversano a piedi gli Stati Uniti nel tentativo di raggiungere il sud per trovare un clima migliore e una speranza di sopravvivenza. Il viaggio li porterà a trovare insidie di ogni tipo, dalla “semplice” necessità di resistere al freddo a incontri con ladri e cannibali, con l’occasione di approfondire il loro rapporto e la loro così diversa visione del mondo. McCarthy e la trasposizione di Hillcoat ci portano in un mondo spogliato di ogni bellezza e civiltà, un vero tuffo nello stato di natura immaginato da Thomas Hobbes dove a dominare è il concetto di Homo Homini Lupus. Vi invitiamo certamente a vedere il film ma anche a recuperare il capolavoro letterario.
5 – Captain Fantastic di Matt Ross (2016)
Captain Fantastic ha tutte le caratteristiche del tipico film indie da Sundance Film Festival, a partire dall’estetica fino ad arrivare a un registro costantemente alla ricerca di equilibrio tra dramma e commedia. Seguiamo la storia della famiglia Cash dove Ben (un come sempre perfetto Viggo Mortensen) e sua moglie Leslie (Trin Miller) crescono i loro sei figli nelle foreste del nordovest degli Stati Uniti secondo una filosofia hippie: niente elettricità, niente cibo industriale, studio impartito dai genitori, caccia, attività fisica e molta utopia socialista. La madre viene però ricoverata per un disturbo bipolare, l’aggravarsi delle sue condizioni spinge il padre e i sei bambini a compiere un viaggio. Quella di Matt Ross è a tutti gli effetti una commedia esistenziale, assolutamente godibile, soprattutto per due motivi: la contrapposizione tra Ben e suo genero (Frank Langella) e il perfetto rapporto tra i sei ragazzi e il padre. L’ottimo accompagnamento infine rende Captain Fantastic un perfetto film da vedere per la festa del papà, in grado di strapparvi tanti sorrisi e pure qualche lacrima.