Ogni anno, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è uno degli appuntamenti cinefili imprescindibili per spettatori e addetti ai lavori provenienti dal mondo intero. L’edizione 2023, l’ottantesima del festival di cinema più longevo di sempre, ha regalato tanti bei momenti, smentendo i timori di chi pensava che i recenti scioperi hollywoodiani avrebbero influito sulla selezione (solo Challengers, annunciato come film d’apertura prima che iniziasse lo sciopero degli attori, è stato ritirato dal programma per volere della produzione). E come da consuetudine, abbiamo deciso di tornare su alcuni di quei momenti con la nostra classifica dei 10 migliori film di Venezia 80.
1. La bête (Concorso)
Dopo anni di fedeltà a Cannes, il cineasta francese Bertrand Bonello si è aperto maggiormente agli altri festival, prima a Berlino nel 2022 con Coma e poi a Venezia quest’anno con La bête, folgorante esplorazione di un mondo dove tutto è talmente artificiale che le persone si sottopongono a un intervento per farsi rimuovere completamente le emozioni. Elegante e passionale, la fantascienza di Bonello si avvale soprattutto di una grandissima performance di Léa Seydoux, e il discorso che porta avanti continua anche dopo la fine del film stesso, poiché i titoli di coda sono accessibili solo tramite un apposito QR code sullo schermo. Inspiegabilmente ignorato dalla giuria ufficiale.
2. Povere creature! (Concorso)
Leone d’Oro meritatissimo per Povere creature!, il quarto e migliore dei lungometraggi in lingua inglese del regista greco Yorgos Lanthimos, il cui appetito per le stramberie ha incontrato il materiale giusto nella forma del romanzo del compianto autore scozzese Alasdair Gray. Folle e intelligentissimo, un racconto di liberazione tramite l’esperienza di un bislacco esperimento scientifico incarnato da una sublime Emma Stone, che regala la sua performance migliore con il sostegno di comprimari di lusso come Willem Dafoe e Mark Ruffalo. Sorprendente, irriverente ed esilarante dall’inizio alla fine.
3. Hit Man (Fuori Concorso)
Dopo anni di assenza, Richard Linklater è tornato al Lido con Hit Man, esilarante decostruzione della figura tipicamente cinematografica del killer a pagamento. Scritto in tandem con Glen Powell, che interpreta anche il protagonista – un finto sicario coinvolto in un vero complotto – e gioca in modo divertito e divertente con la propria immagine da macho. Calibrato al millimetro, un pezzo di entertainment che continua a sorprendere tra una battuta brillante e l’altra.
4. Stolen (Orizzonti Extra)
Deliziosa sorpresa proveniente dall’India, Stolen trae ispirazione da un fatto di cronaca per mettere in scena un thriller che nel corso dei suoi 90 minuti non si ferma neanche un secondo, passando da una situazione all’altra con un gusto per l’escalation eguagliato da una notevole coerenza strutturale. L’inseguimento in macchina, tra malintesi e brutalità, è già cult.
5. The Killer (Fuori Concorso)
David Fincher mancava all’appello a Venezia dai tempi della memorabile proiezione di Fight Club (“Il pubblico era inorridito, mentre io e Brad Pitt ridevamo”, ama ricordare Edward Norton), e il suo grande ritorno non ha deluso le aspettative. Tra i migliori film di Venezia 80 il film è basato sul fumetto francese edito in Italia da Rizzoli Lizard, The Killer è un preciso meccanismo di intrattenimento a base di sangue e vendetta, con un glaciale Michael Fassbender nei panni dello stoico, in apparenza impassibile assassino a pagamento. Realizzato per Netflix, riesce comunque a mantenere intatta la verve creativa di Fincher.
6. Menus Plaisirs – Les Troisgros (Fuori Concorso)
Frederick Wiseman è da anni una presenza fissa al Lido, questa volta fuori concorso con il suo nuovo documentario fluviale (quattro ore esatte) girato in Francia. Menus Plaisirs – Les Troisgros – entra nella nostra personale classifica dei migliori film di Venezia 80 – segue la routine quotidiana della famiglia Troisgros, che gestisce un prestigioso ristorante stellato nella regione della Loira, e l’interazione con la natura circostante e i clienti. Wiseman li accompagna mantenendosi, come sempre, alla giusta distanza, firmando un accattivante ritratto di un’istituzione culinaria transalpina. Si sconsiglia la visione a stomaco vuoto.
7. Housekeeping for Beginners (Orizzonti)
Da poco scelto per rappresentare la Macedonia del Nord agli Oscar nella categoria del miglior lungometraggio internazionale, Housekeeping for Beginners è un appassionante ritratto di una famiglia atipica, quella di cui si occupa Dita crescendo le figlie della compagna e dando un tetto anche ad altri giovani della zona. Drammatico e spassoso in egual misura, il film di Goran Stolevski mette in scena un’insolita routine con dinamiche la cui specificità regionale (si parla molto della discriminazione nei confronti dei Rom) dà alla storia un sapore ancora più universale.
8. The Promised Land (Concorso)
Undici anni dopo A Royal Affair, il regista danese Nikolaj Arcel – scottato dalla delusione hollywoodiana de La torre nera – è tornato in patria e ha ritrovato Mads Mikkelsen, e con lui ha creato The Promised Land, vero e proprio western nordico dove l’amore per la terra si scontra con le ambizioni di un brutale latifondista convinto di poter controllare tutto e tutti. Un altro bel pezzo di Storia danese a firma di Arcel, che per l’occasione unisce in modo efficace i suoi gusti di genere con la passione per il passato del suo paese.
9. Paradise Is Burning (Orizzonti)
Vincitore del premio per la regia della sezione Orizzonti, Paradise Is Burning è l’esordio nel lungometraggio della cineasta svedese Mika Gustafson, la storia caustica, divertente e a tratti straziante di tre sorelle minorenni che devono cavarsela da sole a causa delle periodiche assenze prolungate della madre. Un bel ritratto di gioventù non ancora bruciata, con la libertà tipica del cinema scandinavo (il linguaggio usato dalla sorella più piccola, età sette anni, ha sconvolto parte del pubblico veneziano) e tre attrici in grande forma e perfetta sintonia sin dalla prima scena.
10. Daaaaaali! (Fuori Concorso)
Appena un mese dopo aver portato a Locarno Yannick, il suo film più maturo e “normale”, il surrealista francese Quentin Dupieux è sbarcato al Lido con un’altra delle sue splendide stramberie: Daaaaaali!, un “vero finto biopic” secondo la definizione dello stesso regista, mette in scena l’impossibilità di catturare pienamente l’essenza delle celebrità con un esilarante tentativo, all’interno del film, di realizzare un documentario su Salvador Dalì, un genio la cui personalità è talmente debordante che per incarnarla servono cinque attori. Semplicemente daaaaaalizioso.