La magia del cinema è sempre stata quella di saper raccontare meglio di altri mezzi e forme artistiche storie reali o immaginarie, racconti legati al nostro passato, il nostro presente ed anche il futuro di tutti noi. Non soltanto la Storia con la esse maiuscola, ma anche le storie di vite straordinarie, di personaggi realmente esistiti di grandissimo spessore, nel bene o nel male.
Li chiamano film biografici perché raccontano le tappe fondamentali della vita di alcune delle personalità più importanti della storia umana del passato e del presente, in tantissimi ambiti: dall’arte alla musica, dalla politica alla letteratura fino alla tecnologia, questi personaggi reali hanno saputi distinguersi così come i film che li hanno portati sul grande schermo. Per celebrare il cosiddetto genere biopic, abbiamo raccolto quelli che secondo noi sono i migliori film biografici di sempre, 21 titoli imprescindibili e più riusciti.
1. Toro scatenato (1980)
Il podio assoluto di questa lunga classifica di film biografici spetta senza se e senza ma ad uno dei capolavori massimi di Martin Scorsese. Toro scatenato ha debuttato nei cinema statunitensi nel lontano 1980 ed ha vinto 2 premi Oscar, tra cui quello sacrosanto a Robert De Niro come attore protagonista. Girato interamente in un elegante bianco e nero, Toro scatenato è il film biografico perfetto, senza sbavature, ancora oggi considerato una pietra miliare della storia del cinema.
Il film, ispirato all’autobiografia di Jake La Motta, racconta l’ascesa e il declino del famoso pugile italoamericano, tra straordinari successi nel mondo del pugilato americano fino ai moltissimi problemi pubblici e privati, tra cui quelli con la famiglia e quello con il peso corporeo. Nel cast del film, oltre a De Niro, anche Joe Pesci e Cathy Moriarty.
2. The Social Network (2010)
Non sarà una biografia nel senso più classico del termine, eppure il secondo posto di questa nostra lista è tutta nelle le mani di The Social Network, capolavoro diretto da David Fincher e scritto da Aaron Sorkin. Tratto dal libro “Miliardari per caso” di Ben Mezrich, il pluripremiato film uscito nelle sale di tutto il mondo nel corso del 2010 è da tutti considerato come uno dei lungometraggi più importanti del XXI secolo. E a buona ragione.
Non un biopic classico, ma il racconto dinamico e provocatorio di come lo studente di Harvard Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) abbia creato Facebook dal nulla nel lontano 2004 e di come con il tempo si sia creato un vero e proprio impero nelle sue mani. Con non pochi problemi e tradimenti. Tre Oscar vinti, tra cui miglior sceneggiatura non originale.
3. Schindler’s List (1993)
Siamo ancora nel territorio dei capolavori assoluti anche con il film che in questa classifica detiene la medaglia di bronzo. Nel 1993 Steven Spielberg supera se stesso e realizza dietro la macchina da presa uno dei film più commoventi ed importanti della storia del cinema. Per i suo pluripremiato Schindler’s List il regista trae ispirazione dal libro “La lista di Schindler” di Thomas Keneally, a sua volta versione romanzesca di parte della vita dell’industriale tedesco Oskar Schindler (Liam Neeson), uomo che nel pieno della Seconda Guerra Mondiale ha risparmiato dall’orrore dei campi di concentramento centinaia di lavoratori ebrei e le loro famiglie.
Un capolavoro cinematografico senza tempo ed entrato di diritto nel pantheon dei più grandi mai realizzati, pietra miliare del cinema dedicato alla sensibilizzazione dell’Olocausto e vincitore di ben sette premi Oscar, tra cui quelli al miglior film e alla miglior regia. Visione essenziale.
4. Quei bravi ragazzi (1990)
Lo sapevate che il dinamico ed indiavolato capolavoro gangster di Martin Scorsese è ispirato ad una storia vera? Quei bravi ragazzi è diametralmente opposto al Toro scatenato che svetta sul podio di questa classifica; se il primo era realizzato interamente in bianco e nero e usava arie di musica operistica nella sua colonna sonora, il secondo usa invece un montaggio moderno ed assolutamente frenetico, accompagnato da una trascinante colonna sonora rock, per raccontare le vicissitudini del pentito di mafia Henry Hill.
Tratto dal romanzo “Il delitto paga bene” di Nicholas Pileggi (qui anche sceneggiatore), Quei bravi ragazzi racconta dell’ascesa di Henry Hill, piccolo delinquente di Brooklyn per metà irlandese e metà italo-americano, che parte dal basso per diventare dopo decenni un vero e proprio pentito di mafia. Da antologia il cast intero, su svettano Ray Liotta, Robert De Niro, Lorraine Bracco e Joe Pesci, che nei panni del “buffo” boss Tommy DeVito riceve l’Oscar.
5. Lawrence d’Arabia (1962)
Siamo nel 1962 e il regista britannico David Lean firma la regia di quello che tutt’oggi è considerato come uno dei kolossal più influenti e riveriti di tutti i tempi. Stiamo parlando di Lawrence d’Arabia, capolavoro immortale tratto dal libro autobiografico “I sette pilastri della saggezza” di Thomas Edward Lawrence, protagonista ovviamente dello stesso film ed interpretato da un esordiente ma già talentuoso Peter O’Toole.
Vincitore di ben sette premi Oscar, Lawrence d’Arabia racconta delle esperienze del soldato britannico T.E. Lawrence nel suo ruolo di ufficiale di collegamento con le forze ribelli della cosiddetta “rivolta araba”, che si opponeva al potere amministrativo dell’Impero Ottomano nel corso del biennio 1916-1918. Un film dall’ambizione e dalla realizzazione epica, che ancora oggi fa scuola per la sua regia, per la fotografia mozzafiato e per la colonna sonora che riecheggia il fascino misterioso ed enigmatico del deserto arabo.
6. Amadeus (1984)
Benché il film diretto da Milos Forman non sia esattamente un biopic con tutti i crismi (non è ispirato alla storia vera bensì ad un’opera teatrale di fantasia), ha saputo raccontare con grande potenza narrativa la rivalità tra il compositore italiano del XVIII secolo Antonio Salieri e il giovane talento Wolfgang Amadeus Mozart, genio incomparabile che ruba la scena al primo presso la corte d’Austria. La rivalità tra i due porterà a conseguenze assolutamente tragiche ed inaspettate, benché storicamente inesatte.
Interpretato da un coppia d’attori in stato di grazia (Tom Hulce è Mozart, F. Murray Abraham è Salieri), Amadeus ancora oggi è considerato uno tra i più grandi biopic musicali mia realizzati. E gli otto Oscar vinti nel 1985 ne sono la testimonianza perfetta.
7. Io non sono qui (2007)
In questa lunga classifica, un posto d’onore lo ha senza dubbio l’atipico Io non sono qui di Todd Haynes. Presentato con straordinario successo di critica alla 64° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha vinto il Premio Speciale della Giuria e la Coppa Volpi femminile per Cate Blanchett, il film di Hayens ha l’ardire di omaggiare e raccontare i più grandi traguardi artistici nella carriera musicale di Bob Dylan attraverso sei storie differenti, dove il musicista è interpretato da altrettanti attori diversi.
Ma attenzione: nel film non viene mai fatta menzione del nome Bob Dylan, per questo motivo i sei personaggi sono più reinterpretazioni della sua anima musicale che vere e proprie emanazioni di verisimilitudine storia o fisiognomica, tanto che l’unico interprete del film ad assomigliare in maniera scioccante a Dylan (e il cast è composto anche da Christian Bale, Heath Ledger, Ben Whishaw e Richard Gere) è Cate Blanchett nei panni del misterioso e geniale cantante folk Jude Quinn.
8. Milk (2008)
Un film biografico classico e senza particolari guizzi di audacia artistica, eppure scritto e diretto in maniera così efficace e potente da venire ancora preso come modello tra i migliori lungometraggi a carattere e tematica LGBTQ ispirati ad una storia vera. Milk è il film diretto da Gus Van Sant e scritto da Dustin Lance Black nel 2008 che racconta l’ascesa politica di Harvey Milk, prima personalità apertamente omosessuale a venire eletta regolarmente negli Stati Uniti.
Due Oscar per la miglior sceneggiatura originale e per il miglior attore a Sean Penn, che nei panni del politico di San Francisco degli anni ’70 regala una delle performance più sentite e genuine della sua pure illustre carriera di interprete davanti la macchina da presa. Anche solo per il commovente ritratto che ne fa di Harvey Milk, basterebbe la visione di questo gioiellino di film.
9. Malcolm X (1992)
Nel 1992 il regista di culto Spike Lee firma quello che ad oggi è uno dei suoi film più riusciti in assoluto. Sceglie come suo protagonista lo straordinario Denzel Washington e gli cuce addosso uno dei suoi ruoli più belli e potenti, quelli di Malcolm X. Ispirato all’autobiografia dello stesso leader afroamericano, è stato il primo film di produzione occidentale ad aver girato alcune delle sue scene alla Mecca.
Come intuibile dal titolo, Malcolm X racconta l’adolescenza di Malcolm Little, afroamericano del Michigan che fa di tutto per assomigliare ad un bianco, nel taglio dei capelli, nel modo di vestire e pensare. Quando però viene incarcerato a dieci anni di prigione, lì fa la conoscenza di un predicatore musulmano che gli cambia la vita e il modo di riflettere; quando Malcolm esce di prigione, darà inizio ad una rivoluzione nella comunità afroamericana senza precedenti. Nel ruolo titolare, Denzel Washington è semplicemente imperdibile.
10. La mia Africa (1985)
Finalmente, un biopic al femminile in questa lista. Nel 1985 fa sfracelli al botteghino internazionale La mia Africa film diretto da Sydney Pollack con protagonisti i premi Oscar Meryl Streep e Robert Redford. Ispirato al libro autobiografico omonimo di Karen Blixen, il film racconta l’esperienza della stessa autrice alla vigilia della Grande Guerra; delusa dalle aspettative infrante di un rapporto sentimentale, Karen si trasferisce in Kenya per sposare il barone Bror Blixen, ma lì conosce il fascinoso cacciatore Denys Finch Hatton, risvegliando in lei un sentimento amoroso sopito da troppo tempo.
Candidato a 11 premi Oscar l’anno successivo, ne ha vinti ben sette, tra cui miglior film e miglior regia; indimenticabile la colonna sonora sognante e trascinante di John Barry e le straordinarie riprese a campo lungo delle meraviglie naturali del continente africano.
11. Jackie (2016)
Presentato con grande successo di critica alla 73° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ed esordio dietro la macchina da presa in un film in lingua inglese per il cileno Pablo Larraìn, Jackie è basato su una sceneggiatura originale firmata da Noah Oppenheim (premiato per il suo script proprio a Venezia) che ha l’ambizione di interrogarsi sulla figura enigmatica di Jackie Kennedy, del suo rapporto con l’ex-presidente J.F.K. e del trauma che ha vissuto all’indomani del tragico assassinio del marito. A vestire i panni della ex First Lady americana una straordinaria ed intensa Natalie Portman.
Il film segue i retroscena privati della settimana successiva all’omicidio Kennedy, quando Jacqueline Bouvier rilascia una famosa intervista ad un giornalista di Life in cui ricorda i tempi in cui era nella Casa Bianca assieme a su marito John Fitzgerald Kennedy. Larraìn farà seguito a Jackie con un altro ottimo biopic tutto al femminile che ritroveremo più avanti in questa classifica.
12. Hunger (2008)
Esordio alla regia impressionante e crudo quello di Steve McQueen, che con il suo durissimo Hunger vinse il premio Càmera d’Or al 61° Festival di Cannes. Uscito nelle sale britanniche nel corso del 2008, Hunger è stato anche uno dei primi film ad enfatizzare il grande talento di Michael Fassbender come attore protagonista di un lungometraggio.
Hunger racconta con dovizia di particolari il duro periodo di prigionia nel carcere di Long Kesh nell’Irlanda del Nord di Bobby Sands, membro dell’IRA che, pur di farsi riconoscere come prigioniero politico, mise in atto un impressionante sciopero della fame che lo condusse poi alla morte. Un lungometraggio d’esordio assolutamente meritevole di trovarsi tra le posizioni di questa lunga classifica.
13. Il discorso del Re (2010)
Alla cerimonia degli Oscar 2011 questo film biografico fece incetta di candidature e premi. Diretto dal regista britannico Tom Hooper, Il discorso del Re è basato su una sceneggiatura originale di David Seidler che racconta con toni originali e non necessariamente tratti da fatti realmente accaduti, l’insolita amicizia tra Re Giorgio VI e il logopedista Lionel Logue; il sovrano inglese infatti soffriva palesemente di balbuzie e così la moglie Elizabeth si rivolse a Logue per spronare il marito a prendere lezioni private dal logopedista per migliorare le sue performance nei discorsi pubblici ed istituzionali.
Grande successo di pubblico e ben 4 Oscar, tra cui miglior film, regia e attore protagonista a Colin Firth nei panni di Re Giorgio VI. Nel cast del film, anche gli ottimi Geoffrey Rush e Helena Bonham Carter, rispettivamente come Lionel Logue e la Regina Consorte Elizabeth.
14. Spencer (2021)
Rimaniamo ancora una volta alla corte d’Inghilterra ma facciamo un salto cronologico in avanti. Dopo aver diretto con successo Natalie Portman in Jackie nel 2016, cinque anni dopo il cileno Pablo Larraìn torna alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con Spencer, film biografico dedicato ai tre giorni che hanno convinto una fragile Lady Diana a separarsi da Carlo. Nei panni della Principessa del Galles, un’inedita e bravissima Kristen Stewart.
Basato su una sceneggiatura originale di Steven Knight, Spencer racconta con pochi dettagli storici e molta rielaborazione artistica, i tre giorni che Lady D ha trascorso con i figli, il marito e tutta la famiglia reale per festeggiare il Natale del 1991. Tre giorni che le cambieranno per sempre la prospettiva della sua vita e di quello che sarà il suo futuro. Imperdibile, originale e dagli inediti toni da thriller psicologico.
15. Tina – What’s Love Got To Do With It (1993)
La grande attrice statunitense Angela Bassett è attualmente riverita e sulla cresta dell’onda grazie al suo ruolo come la Regina Ramonda nella serie Marvel dedicata a Black Panther, ma negli anni ’90 aveva ottenuto la sua unica candidatura all’Oscar come attrice protagonista nel film biografico Tina – What’s Love Got To Do With It di Brian Gibson.
Il bel film di Gibson racconta con un linguaggio moderno ma allo stesso tempo assolutamente classico la vita e l’ascesa al successo musicale di Tina Turner, fino alla storia di abuso domestico perpetrato su di lei dal manesco marito e performer Ike Turner. Tina è interpretata con energia e dinamismo da una fantastica Angela Bassett, mentre Ike Turner da un sorprendente Laurence Fishburne. Entrambi candidati all’Oscar per il ruolo.
16. Silkwood (1984)
Nel 1984 Meryl Streep diventa il volto protagonista di uno dei film di denuncia sociale più celebri ed influenti degli anni ’80. Diretto da Mike Nichols, scritto da Nora Ephron e tratto da una scioccante storia vera, il film è ispirato alla figura di Karen Gay Silkwood, un’attivista sindacale americana morta in un misterioso incidente d’auto nel lontano 1974 dopo aver denunciato le pericolose condizioni di lavoro dei suoi colleghi nell’impianto di combustibile nucleare dove lei stessa lavorava e dove era stata più volte contaminata dalla radiottività del plutonio.
Nel cast del film d’inchiesta di Nichols non soltanto la sempre straordinaria Meryl Streep, ma anche la cantante Cher in uno dei suoi primi ruoli cinematografici drammatici e un giovane Kurt Russell. Una visione imprescindibile che racconta una storia che ancora oggi emana triste contemporaneità.
17. Dallas Buyers Club (2013)
Altro film d’ìinchiesta molto appladito nel 2013, quando il compianto regista canadese Jean-Marc Vallée presenta al mondo il suo ottimo Dallas Buyers Club. Il film, basato su una sceneggiatura originale, è comunque ispirato ad un’incredibile storia vera ambientata nella metà degli anni ’80 ed impreziosita da un cast capitanato da Matthew McConaughey e Jared Leto, entrambi premiati con l’Oscar proprio per questo lungometraggio.
Dallas Buyers Club racconta la storia di Ron Woodruff, un uomo del Texas che contrare l’HIV e conseguentemente la sindrome dell’AIDS dopo aver avuto rapporti non protetti. In un’epoca in cui la malattia era molto stigmatizzata e le cure farmacologiche erano latitanti, Ron fa di tutto per curare se stesso, combattere l’ostracismo della Food and Drug Administration e aiutare a ad avere accesso alle terapie adeguate tutti i malati di AIDS che incontra sulla sua strada.
18. Il mio piede sinistro (1989)
Ad oggi, Daniel Day-Lewis è considerato uno dei più grandi interpreti viventi, e di certo la ragione sta nel fatto che con grandissima serietà professionale e talento riesce ad immedesimarsi alla perfezione nel ruolo che cerca di portare sul grande schermo. La prima interpretazione che lo lancia sotto i riflettori internazionali è quella nel film Il mio piede sinistro, scritto e diretto da Jim Sheridan ed uscito nelle sale nel 1989.
Nel commovente film ispirato all’autobiografia omonima di Christy Brown, Day-Lewis veste i panni dello stesso Brown, scrittore e pittore irlandese nato con una grave forma di paralisi cerebrale che lo ha costretto per tutta la vita all’immobilismo (uasi) totale; difatti, con il tempo riesce progressivamente a muovere il suo piede sinistro e a diventare un pittore ed uno scrittore molto apprezzato in Irlanda. Oscar a Daniel Day-Lewis come attore protagonista e a Brenda Fricker come attrice di supporto nel ruolo della madre di Christy Brown.
19. Gandhi (1982)
Il film biografico diretto da Sir Richard Attenborough è considerato come uno dei lungometraggi più rappresentativi degli anni ’80, tanto che nel 1983 vinse ben otto Oscar, tra cui quelli al miglior film, alla regia e al miglior attore protagonista Ben Kingsley. Ovviamente, Gandhi racconta con straordinaria dovizia di particolari ed eventi storici la vita del Mahatma indiano, leader della rivoluzione popolare della non violenza e fautore dell’indipendenza della nazione indiana dall’impero britannico nel 1947.
Un film dalla durata importante (oltre le tre ore) che consegna all’immaginario collettivo un’immagine precisa, rispettosa e definitiva dell’uomo simbolo dell’indipendenza indiana e tra i massimi esponenti della storia del Novecento. Nel bene e nel male, un film che ha fatto scuola.
20. Truman Capote – A sangue freddo (2005)
Truman Capote è considerato da molta parte della critica come uno dei più eminenti esponenti della letteratura americana di sempre, tanto che nel corso dei decenni ha ispirato anche moltissimi film e serie televisive che lo hanno ritratto. Il più riuscito è senza dubbio l’ottimo Truman Capote – A sangue freddo, esordio alla regia cinematografica per Bennett Miller.
A vestire i panni ingombranti di Capote un impressionante Philip Seymour Hoffman nella storia per il grande schermo che racconta gli anni post-Colazione da Tiffany del letterato americano e il lungo periodo che ha intrapreso per documentarsi sul caso di assassinio a sangue freddo che darà vita al romanzo d’inchiesta omonimo, considerato ad un capolavoro nel suo genere. Oscar a Philip Seymour Hoffman nei panni di Truman Capote.
21. Steve Jobs (2015)
Fanalino di coda, ma non per bellezza ed importanza, per il film Steve Jobs diretto da Danny Boyle e scritto da Aaron Sorkin. Ispirato alla biografia omonima scritta da Walter Isaacson, il lungometraggio dedicato alla figura di uno dei più influenti geni dell’informatica degli ultimi decenni è suddiviso in tre fasi cronologiche, quasi come fossero tre atti teatrali.
Ogni atto racconta Steve Jobs in un momento ben preciso della sua carriera ad Apple, così come il trasformarsi della sua personalità e della sua vita in relazione ai rapporti tumultuosi e conflittuali con i suoi coleghi, i suoi amici e la sua famiglia. Nel cast, uno straordinario Michael Fassbender nel ruolo titolare e Kate Winslet in quelli di Joanna Hoffman, sua fida assistente pluridecennale. Un film biografico da ricordare nella preziosa carriera di Danny Boyle.