Iniziata nel 2014 (in Italia, il primo capitolo è uscito nel 2015), il franchise non ha ancora posto in calce l’ultima parola. Con le riprese del quarto capitolo che dovrebbero avere inizio a giugno e un quinto capitolo annunciato come conclusione delle gesta dell’inarrestabile killer protagonista, John Wick è la migliore saga action degli ultimi anni. In attesa degli ultimi due atti, ri(scopriamo) insieme i primi tre capitoli e i punti forti che ne hanno garantito il successo.
John Wick (2014)
John Wick (Keanu Reeves) è un ex sicario professionista della mafia russa, conosciuto nell’ambiente come Baba Yaga. Ritiratosi a vita privata, John vede il suo sogno di uomo libero disintegrarsi con la morte della cara moglie Helen, sofferente di un male incurabile. Ritrovatosi solo, l’uomo riceve un ultimo regalo dalla defunta coniuge, programmato in vista della sua dipartita: un cucciolo di cane, un simbolo che garantisca, a John, la possibilità di non vivere in solitudine. Un giorno, mentre fa rifornimento alla sua Mustang d’epoca, Wick viene avvicinato da un ragazzo russo, intenzionato ad acquistare l’auto. Ricevuto un diniego come risposta, la notte successiva, insieme al suo gruppo di accoliti, il ragazzo entra in casa di John, lo pesta a sangue, gli uccide il cane e gli ruba l’autovettura. Furente per il torto subito, John si mette sulle tracce del colpevole: egli non è altro che Yosef, il figlio di Viggo Tarasov, ex capoclan di John. Voglioso di giustizia, il letale killer inizia una guerra senza esclusione di colpi. I punti forti di questo primo capitolo risiedono nel recupero stilistico di quell’immaginario legato al noir, mischiandolo a una certa poetica dei balletti di sangue e piombo di johnwooiana memoria e a un pattern di personaggi eclettici (come Winston, il direttore dell’Hotel Continental, terra franca in cui vige la non ostilità tra assassini). John Wick è un coinvolgente e trascinante film ambientato in una cupa, notturna e piovosa New York, un action che si incrocia con il revenge movie.
Emoglobina, furiose shootout e letali combattimenti corpo a corpo si susseguono nei centouno minuti di durata della pellicola, mostrando frame dopo frame la crescita, esponenziale, della sete di vendetta del protagonista, un uomo “arrugginito” da cinque anni di inattività e vita civile ma che, dopo aver incassato il colpo di un grave torto e l’impossibilità di continuare una vita lontana dalla solitudine, tira fuori – nuovamente – il suo spirito di mortale macchina da guerra, lasciando dietro di sé una linea di sangue senza soluzione di continuità. Forte di un impianto scenotecnico impeccabile, un cast azzeccatissimo e una colonna sonora rabbiosa in cui figurano brani di Marilyn Manson e Le Castle Vania, John Wick è il perfetto prototipo di un franchise che ha fatto breccia nel cuore e negli occhi degli aficionados del genere action.
John Wick – Capitolo 2 (2017)
Portata a compimento la sua vendetta e pareggiati i conti, John decide nuovamente di ritornare a vivere un’esistenza lontana dal crimine. Ma alla sua porta bussa Santino D’Antonio, capoclan della Camorra legato all’assassino da un vecchio pegno di sangue. Santino obbliga John a uccidere la sorella Gianna che ha appena preso posto alla Gran Tavola, l’organizzazione che gestisce il crimine a livello mondiale. Al rifiuto di John, il criminale gli fa saltare in aria la casa, distruggendo tutti i ricordi della vita vissuta con Helen. Messo alle strette, l’ex killer accetta la missione, recandosi a Roma e portando a compimento l’incarico. Ma il tutto si rivela una trappola. Con una taglia di sette milioni di dollari sulla testa, John deve sopravvivere ai suoi stessi “colleghi” e, al tempo stesso, trovare e uccidere Santino.
Capitolo 2 con alla regia sempre Chad Stahelski, questo direct sequel alza l’asticella dell’adrenalina e della violenza e, parimenti, amplia il sottobosco criminale che Wick aveva abbandonato. Nuovi personaggi si affiancano a quelli già conosciuti nel primo film, il che rende John Wick – Capitolo 2 un’opera, per certi versi, maggiore rispetto al precedente episodio. Non mancano le sequenze capaci di togliere il fiato, come la fuga attraverso le catacombe che si trasforma in un bagno di sangue o la resa dei conti finali contro Santino e i suoi uomini, consumata all’interno di una galleria d’arte e in una stanza degli specchi. All’aumentare dell’azione aumenta anche il bodycount rendendo, così, John Wick 2 un continuum in cui, il rosso del sangue e il piombo rovente fanno da padrone.
John Wick 3 – Parabellum (2019)
Scomunicato da Winston (Ian McShane) a seguito dell’uccisione di Santino D’Antonio all’interno del Continental, luogo in cui vige la regola di non belligeranza tra assassini e criminali, John ha un’ora di tempo per sfuggire dalla taglia sulla sua testa e da un imponente esercito di assassini che vogliono intascare il compenso. Senza nessun posto in cui ripararsi e ormai senza più alleati, John inizia a lasciare dietro di sé una lunga scia di morti ammazzati. Chiesto l’aiuto della Direttrice (Anjelica Huston) dell’istituto dove è stato cresciuto e addestrato come killer, John riesce a fuggire in Marocco e ad allearsi con Sofia (Halle Berry), sua vecchia conoscenza e direttrice del Continental di Casablanca legata a John da un pegno di sangue. Con l’aiuto della donna, John riesce ad arrivare al cospetto del Reggente, colui che si erge al di sopra della Gran Tavola. Giurata nuovamente la sua fedeltà all’organizzazione criminale, l’ex sicario ritorna a New York dove lo aspetta una Giudicatrice della Gran Tavola, la quale vuole che John uccida Winston, colpevole di aver concesso a Wick un’ora di tempo per la fuga. Al rifiuto di quest’ultimo, la Giudicatrice fa riversare sul Continental numerosi uomini della Gran Tavola. È l’inizio di una lotta per la sopravvivenza tra le mura dell’hotel. Non c’è due senza tre. E anche questa volta, la coppia regista-sceneggiatore composta da Chad Stahelski e Derek Kolstad mette a segno un altro, incredibile colpo.
John Wick 3 – Parabellum è sì un capitolo di transizione verso gli atti finali della saga. Tuttavia, nonostante la carenza di dialoghi, non si può non riconoscere l’imponenza di questo Atto III. Difatti, il terzo lungometraggio del franchise può essere considerato, al pari di Mad Max – Fury Road e The Raid, come un’unica, grande e continua sequenza d’azione. In centotrenta minuti di durata non c’è un attimo di tregua, nessun momento morto. Questo capitolo 3 pigia, fin da quel sottotitolo, Parabellum, sul pedale dell’acceleratore, con una incredibile escalation di adrenalina, iperviolenza brutale e sequenze action talmente massicce da tenere incollato lo sguardo. Allo stesso tempo, John Wick 3 porta alla luce le vere origini del protagonista, mettendo in mostra quell’aura quasi mistica e spaventosa del Baba Yaga, di quel killer tanto temuto quanto impossibile da battere.