Tinto Brass, classe 1933, nato a Milano, ma profondamente legato a Venezia, è considerato il regista più famoso, in Italia, per quanto riguarda il genere erotico. Nel corso della sua carriera, Brass si è affermato come l’autore che più di tutti ha saputo accendere le fantasie degli italiani, promuovendo un erotismo gioioso e libero, ma anche come un personaggio sopra le righe, schietto, soprattutto su tutto ciò che riguarda il sesso.
Il regista, che ha avuto sempre un rapporto tumultuoso con la critica e la censura, ha avuto anche il merito di lanciare sex symbol e attrici come Serena Grandi, Claudia Koll o Anna Ammirati. Nell’articolo che segue parliamo dei film di Tinto Brass più bollenti, da quelli più scandalosi a quelli senza pudore, con qualche divertente curiosità su di lui e le sue protagoniste.
1. La chiave (1983)
La chiave, film tratto da un romanzo di Jun’ichirō Tanizaki, è il film erotico più famoso di Tinto Brass e anche uno di quelli che ha avuto maggior successo, a dispetto dei problemi con la censura.
Ambientato nella Venezia degli anni ‘40, prima dell’entrata dell’Italia in guerra, La Chiave è tra i migliori film sul sesso e vede protagonista Stefania Sandrelli nel ruolo di Teresa Rolfe, una donna sposata che legge il diario di suo marito e scopre le sue fantasie più lussuriose. Lei fa in modo che anche il consorte legga il suo diario, per condividere con lui i suoi desideri più intimi. La passione tra i due coniugi si riaccende, tra foto erotiche e confessioni su relazioni extraconiugali. Lei si concede molto volentieri a Laszlo, il fidanzato di sua figlia, e Brass fotografa i loro amplessi senza risparmiare alcun dettaglio allo spettatore, aiutandosi anche con degli specchi collocati in posizioni strategiche. Nel cast del film, accanto alla Sandrelli, figurano Frank Finlay nel ruolo di suo marito Nino Rolfe, poi Franco Branciaroli, Barbara Cupisti e, in brevi apparizioni, anche Ugo Tognazzi e suo figlio Ricky.
Il poster de La Chiave, con l’immagine di Stefania Sandrelli seduta su un prato, con il tailleur rosso e le gambe scoperte a mostrare il reggicalze, è una delle immagini più iconiche del cinema erotico italiano. Alla soglia dei 40 anni l’attrice si mette in gioco con ruolo impegnativo, in scene di nudo integrale e senza controfigura, oltre che in sequenze che, fino ad allora, non si erano mai viste nel cinema mainstream. In una delle scene più audaci fa pipì in una calle veneziana e, anche in quel caso, l’obiettivo di Brass indugia sui dettagli, senza alcun pudore.
Una curiosità sul film: Stefania Sandrelli non ha mai rinnegato il suo ruolo ne La Chiave e ha sempre difeso la sua partecipazione al film dalle critiche. Tuttavia, come ha raccontato Brass, quando si vide sullo schermo per la prima volta, rimase talmente scioccata che non disse nulla e andò via senza salutare. Quando Brass le propose il ruolo della protagonista di Miranda, lei, intimorita da una sceneggiatura ancora più audace della precedente, chiese una cifra altissima e il regista la mandò affettuosamente a quel paese.
2. Miranda (1985)
Liberamente tratto da La locandiera di Carlo Goldoni, Miranda è il film che lanciò la carriera di Serena Grandi, che divenne uno dei sex symbol più caldi degli anni ‘80.
Ambientato nei primi anni ‘50 nella bassa Pianura Padana, il film vede protagonista Miranda, una bella e prosperosa locandiera che aspetta notizie su suo marito Gino, disperso al fronte. Nell’attesa, la donna si concede molte avventure sessuali con diversi uomini, tra cui Berto, un autotrasportatore, Carlo, un ex fascista benestante che le fa regali costosi e Norman, un americano che lavora al metanodotto. E poi c’è Toni, un suo dipendente, che è innamorato di lei.
Miranda è uno dei film più spinti di Tinto Brass, tanto che la censura impose dei tagli e il divieto ai minori di 18 anni. Serena Grandi riempie lo schermo con le sue curve e la sua sensualità straripante, sfrontata. Tra scene di nudo audacissime e inquadrature dettagliate (ovviamente non mancano i nudi maschili), il film consegna al genere erotico la sua star più iconica, che col suo celebre seno mise in ombra le colleghe meno disinibite.
Una curiosità sul film: in occasione dell’uscita di Miranda, si parlò del fatto che Serena Grandi avesse fatto sesso con due pugili, che erano usciti “sfiancati” dal match con l’attrice. In alcune interviste Serena ha detto era “tutto vero”, mentre in altre ha spiegato che era stata una trovata della moglie di Brass per fare pubblicità al film.
In una intervista del 2011, Brass ha definito il sedere di Serena Grandi “il più terapeutico” tra quelli delle attrici con cui aveva lavorato.
3. Capriccio (1987)
Capriccio è il film di Tinto Brass che ha lanciato Francesca Dellera, ai tempi giovanissima attrice di Latina destinata a diventare, in breve tempo, un sex symbol degli anni ‘80 e ‘90. In seguito, sarà protagonista dei film Roba da ricchi, La romana e La carne di Ferreri, ma anche di celebri spot pubblicitari, come quello di Super Ip Oil in cui fa il verso a Jessica Rabbit.
Nel film Capriccio, ambientato nel primo dopoguerra, una coppia di americani, Fred e Jennifer (Andy J. Forest e la bionda Nicola Warren) tornano a Capri, dove erano già stati durante la guerra. Sull’isola riprendono i contatti con i loro amanti di un tempo, Rosalba (Francesca Dellera) e il focoso e rozzo playboy Ciro (Luigi Laezza).
Anche questo film fu sequestrato a causa delle numerose scene hot (poi tornò in sala, sempre col divieto ai minori).
Dellera buca lo schermo col suo abito rosso, il corpo statuario e la pelle diafana, mentre l’inglese Warren ha una sensualità più trattenuta, ma pronta ad esplodere, come nella scena in barca. Non mancano le scene scabrose e visivamente curate ma, rispetto a Miranda, qui l’erotismo è più elegante, meno esplicito.
Una curiosità sul film: in un’intervista del 1987, Francesca Dellera raccontò qual era stata la cosa più imbarazzante che aveva fatto sul set del film: “La cosa più difficoltosa era non inciampare. Perché Tinto voleva che corressi con questi tacchi a spillo. Per cui quella è stata la cosa che forse più mi ha messo in imbarazzo.”
4. Paprika (1991)
Paprika, nel film di Tinto Brass uscito nel 1991, è il soprannome che viene dato alla giovanissima Mimma nel momento in cui decide di entrare in una casa di tolleranza di Trieste per iniziare a lavorare come prostituta, inizialmente per quindici giorni, il tempo necessario a racimolare i soldi per aiutare il fidanzato.
Debora Caprioglio è la sensuale protagonista del film che celebra il mito delle case chiuse e racconta le avventure erotiche (e non) di una giovane prostituta nella seconda metà degli anni ‘50, alla vigilia della Legge Merlin, che impose la chiusura delle case di tolleranza. Passando da un cliente all’altro, Paprika finisce per fare un incontro fortunato che darà una svolta al suo futuro.
Accanto all’attrice veneta, nel cast della pellicola erotica troviamo l’ex pugile francese Stephane Ferrara, quindi Martine Brochard (nel ruolo della maîtresse) e, in un ruolo secondario, anche Nina Soldano (la Marina di Un posto al sole).
Anche la Caprioglio, come le altre attrici di Brass, ebbe il suo momento di popolarità, anche per via della sua chiacchierata relazione con l’attore Klaus Kinski.
Una curiosità sul film: Tinto Brass ha raccontato che, ai tempi di Paprika, ebbe una relazione con la Caprioglio.
5. Così fan tutte (1992)
Tra i film erotici di Tinto Brass, Così fan tutte è quello che inizia ad introdurre scene hard nella filmografia del regista. Un’altra novità è l’ambientazione temporale: non siamo nel dopoguerra o negli anni ‘50, ma negli anni ‘90, a Roma.
Claudia Koll è la protagonista del film, celebrata da un manifesto che mostra il suo fondoschiena. Del resto, Brass ha sempre celebrato il sedere delle sue attrici, e la Koll – il cui vero nome è Claudia Colacione, a dispetto delle misteriose origini straniere che le vengono attribuite – non fa eccezione.
Per quanto riguarda il co-protagonista dei suoi film, ovvero il sedere, Tinto Brass ha dichiarato:
Per scegliere le attrici dei miei film facevo il provino ai loro culi. Nove volte su dieci, risultavano più espressivi dei volti, permettevano di valutare in modo più attendibile il temperamento artistico. Osservo, tocco e filmo i rotondi glutei delle mie attrici perché vedo in essi una gratificante panacea degli orrori e delle brutture dell’esistenza.
Claudia Koll interpreta Diana, un personaggio che vive situazioni simili a quelle di altre protagoniste dei film di Brass: una moglie irrequieta, determinata a rivitalizzare il rapporto col marito dando voce alle proprie fantasie erotiche e calandosi in una serie di esperienze trasgressive e liberanti.
Una curiosità sul film: dopo il successo di Così fan tutte, Claudia Koll ha vissuto una fase di grande popolarità che l’ha portata sul palco di Sanremo, nelle vesti di co-conduttrice, e poi ancora in tv, con due ruoli in due fiction molto seguite. Poi è arrivata la svolta religiosa e la Koll ha cambiato vita. Oggi continua a lavorare nel mondo dello spettacolo, ma in diverse interviste si è definita “suora laica” e “missionaria”. In un’intervista a Pierluigi Diaco ha raccontato anche di essere stata aggredita fisicamente dal Diavolo e di essere stata aiutata da Dio.
6. Monella (1998)
La protagonista di Monella è la napoletana Anna Ammirati, altra attrice lanciata da Brass che qui vediamo nei panni di una ragazza giovane, sensuale e disinibita, ma ancora illibata.
Il film è ambientato nella provincia veneta nei primi anni ’60 e la locandina del film con la Ammirati in bicicletta, vista da dietro e col lato b generosamente scoperto a favore di camera, anticipa il caratterino irruente della protagonista, Lola, che non vede l’ora di fare sesso ma deve scontrarsi col fidanzato, titolare di un forno, che intende fare in modo che lei arrivi vergine alle nozze. (Lui, però, si sfoga con le prostitute della zona).
Nel cast di Monella, oltre alla Ammirati, troviamo Max Parodi nei panni del suo fidanzato, Masetto, ma anche Serena Grandi nel ruolo della madre della protagonista, Zaira, e Francesca Nunzi in quelli di Wilma, una prostituta. La Serenona nazionale ovviamente è ricordata per essere stata la star di Miranda, e questo all’epoca fu pubblicizzato come una grande – anzi, grandi – reunion col regista. La Nunzi invece ha collaborato diverse volte con Brass (per La Coccinella, episodio dei Corti circuiti erotici selezionati dal regista e in Tra(sgre)dire).
Due curiosità sul film: nella sua autobiografia, Tinto Brass ha raccontato di aver conosciuto Anna Ammirati a causa di un tamponamento stradale. Lei girava in motorino e l’auto su cui viaggiava Brass la tamponò. Il piccolo diverbio che ne seguì si concluse con qualche battuta maliziosa e la promessa di un provino. Alla fine Anna dev’essere stata convincente durante la sua audizione, visto che è stata scelta per il film.
Monella segnò la rottura tra Tinto Brass e Alba Parietti. I due avrebbero dovuto fare un film insieme, poi lui decise di girare il film con la Ammirati e lei accettò il ruolo di protagonista ne Il Macellaio. “Non vorrei sbilanciarmi su Alba come attrice, l’ho vista solo in un film con Jerry Calà” – disse il regista – “Ma come bistecca, visto che ora fa il Macellaio, mi sembra perfetta”.
7. L’uomo che guarda (1994)
L’uomo che guarda è un film di Tinto Brass liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. Il protagonista è Edoardo, detto Dodo (Francesco Casale), un uomo che viene lasciato da sua moglie Silvia (Katarina Vasilissa) perché è troppo introverso e chiuso in se stesso, al contrario di suo padre Alberto (Franco Branciaroli) che, a dispetto dell’età, continua a divertirsi con le sue amanti, tra cui l’infermiera Fausta (Cristina Garavaglia).
Anche stavolta Brass racconta uno scontro e una crisi relazionale, ma con un approccio un po’ diverso rispetto agli altri film. In una scena del film si vede anche una sequenza de La Chiave.
Una curiosità sul film: Tinto Brass propose alla moglie di Alberto Moravia, Carmen Llera, un ruolo nel film, ma lei rifiutò. Nel corso della sua carriera, il regista ha proposto un ruolo nei suoi film a numerose attrici e vip, tra cui Sophia Loren, Cristina Parodi, Manuela Arcuri (per il film Monella), Kasia Smutniak, Barbara D’Urso. La D’Urso, in particolare, ha raccontato che le arrivò un copione negli anni ’90 “quando Brass era uno dei registi top” ma suo marito, il produttore Mauro Berardi, non glielo fece neanche leggere.
8. Senso ’45
Senso ’45 sarà ricordato, più che per le performance di Anna Galiena, per essere il film di Tinto Brass in cui c’è anche Gabriel Garko, in versione biondo platino, anzi biondo ariano, visto che interpreta un tenente tedesco, Helmut Schultz.
Il film è tratto dal racconto di Camillo Boito che a suo tempo ispirò anche il film Senso di Luchino Visconti. La versione di Brass è ambientata nell’ultimo periodo del regime fascista e vede protagonista la Galiena nel ruolo di Livia Mazzoni, moglie di un alto dirigente del Minculpop che parte da Asolo verso Venezia, per incontrare il suo amante, il tenente Schultz.
Nel film c’è anche una sequenza che cita Roma, città aperta, ovviamente in versione erotica.
Una curiosità sul film: Gabriel Garko ha raccontato che, quando fece il provino per Brass, il regista gli chiese di fargli vedere il sedere. E l’attore si abbassò le mutande. Garko, che nel film ha anche una scena di nudo integrale, ha raccontato anche che sua mamma andò a vedere Senso ’45 al cinema e, a causa di quella scena, non gli parlò per tre mesi.
9. Caligola (1979)
Abbiamo riflettuto un po’ se inserire Caligola in questa classifica sui migliori film erotici di Tinto Brass, per il semplice fatto che la lavorazione del film storico fu talmente travagliata a causa dei disaccordi tra il regista, il produttore Bob Guccione e lo sceneggiatore Gore Vidal, che oggi del film esistono ben sette versioni, due delle quali censurate, e le altre caratterizzate da scene hard o solo erotiche. Come se non bastasse, alla sua uscita, il film fu sequestrato, le copie positive del film furono bruciate e i suoi realizzatori si ritrovarono nelle aule di tribunale.
Caligola, però, resta uno dei film più famosi di Tinto Brass, oltre che uno dei cult più violenti e scandalosi della storia del cinema. Al centro del film, la figura del folle e dispotico imperatore romano Caligola, interpretato da Malcolm McDowell. L’attore di Arancia Meccanica è affiancato da un cast di grande livello, nel quale spiccano Peter O’Toole, Adriana Asti, Paolo Bonacelli ed Helen Mirren.
Proprio Helen Mirren, nel 2020, parlando di Caligola, ha dichiarato:
Oggi ne Il trono di spade vedi tutto quello che vedevi in Caligola. All’epoca il film venne proiettato solo nei cinema porno, ma è stata un’esperienza meravigliosa, ho amato il caos, l’anarchia radicale della pellicola. Rivedendo il film oggi, con le sequenze piccanti ormai normalizzate, lo trovo un ottimo lavoro e una pellicola di grande valore politico.
Nella stessa occasione, l’attrice britannica ha aggiunto: “Non rinnego Caligola. Quando girai il film di Tinto Brass eravamo tutti nudi, il set sembrava un campo di nudisti e sarei stata a disagio se fossi stata vestita”.
Una curiosità sul film: a proposito della lavorazione di Caligola, Malcolm McDowell ha raccontato che Peter O’Toole, sul set, era totalmente dipendente dalla marijuana: “Fumava una canna dietro l’altra, senza fermarsi, ed era sempre incredibilmente fatto.” Questo, ovviamente, rendeva più complicato girare scene e dialoghi.
10. Tra(sgre)dire
Tra(sgre)dire è uno degli ultimi film di Tinto Brass, che si differenzia dai precedenti lavori del regista per per un cospicuo numero di scene hard, un aspetto che ritroviamo anche nel film a episodi Fallo!, del 2003.
Protagonista del film è la bionda Julija Majarčuk nel ruolo di Carla, una ragazza veneziana che vive a Londra e che è innamorata di Matteo (Jarno Berardi), il quale dovrebbe raggiungerla a breve in Inghilterra.
Tra(sgre)dire è un film sul tradimento e la gelosia che accendono il desiderio. Matteo scoprirà che le bugie e le trasgressioni di Carla lo eccitano.
Nel cast del film, oltre alla protagonista, figurano Max Parodi e Francesca Nunzi, che ha collaborato con Brass in diverse occasioni.
Una curiosità sul film: Yuliya Mayarchuk, attrice ucraina che ha lavorato anche nei film di Ceccherini, Salemme e Vanzina, ma anche in numerose fiction televisive (tra cui La squadra e Il commissario Montalbano), oggi vive in Italia, a Napoli, ed è sposata con un imprenditore.
Su Tinto Brass, l’attrice ha ricordato: “Era una persona molto seria, di grande cultura, accompagnato sempre dall’onnipresente moglie. Tra noi c’era complicità, ma io ho messo subito le cose in chiaro. Lui aveva l’abitudine di dare la pacca sul sedere alle attrici, ma io dissi che con me non doveva farlo e lui ha rispettato questo accordo.“