Se c’è un regista contemporaneo che non gode di sufficiente credito, quello è senza dubbio Joseph Kosinski. Classe 1974, laureato in architettura alla Columbia University, il cineasta americano ha esordito nel mondo della Settima Arte appena una decina di anni fa, dopo aver girato corti e spot televisivi in computer grafica sotto l’egida di David Fincher. Da allora ha collezionato una manciata di titoli non sempre accolti bene da pubblico e critica (almeno all’inizio), ma comunque caratterizzati da un ottimo gusto estetico, da colonne sonore straordinarie e da convincenti interpretazioni attoriali. Grazie a queste opere, che spaziano dalla fantascienza al dramma, Kosinski ha dimostrato di essere un abile narratore e un vero esteta dell’immagine, la cui formazione universitaria traspare sia nel rigore formale delle inquadrature che nella particolare cura riposta nell’ideazione delle scenografie. Spiace quindi che rimanga una figura piuttosto sottovalutata, anche se forse l’incredibile successo di Top Gun: Maverick potrebbe avergli finalmente garantito l’attenzione che merita.
In attesa di scoprire se è davvero così, abbiamo deciso di stilare una classifica di tutti i film di Joseph Kosinski, dal peggiore al migliore, per ripercorrere insieme la carriera del regista statunitense.
5. Spiderhead (2022)
Top Gun: Maverick non è stato l’unico film di Joseph Kosinski uscito quest’anno. Per Netflix, infatti, il regista ha firmato Spiderhead, thriller fantascientifico tratto dal racconto “Fuga dall’Aracnotesta” di George Saunders. La storia ruota intorno ad alcuni detenuti, tra cui Jeff (Miles Teller), che in cambio di uno sconto di pena, accettano di fare da cavie per dei farmaci sperimentali che modificano l’umore, creati dal dottor Steve Abnesti (Chris Hemsworth); non tutto, però, andrà come previsto. Spiderhead beneficia indubbiamente dell’ottima messa in scena di Kosinski e, nella prima metà, promette di affrontare temi spinosi quali il senso di colpa, i limiti etici della scienza e l’illusione del libero arbitrio (si può ancora parlare di coscienza quando ciò che proviamo e facciamo è tutta questione di chimica?). Sfortunatamente, causa il discutibile script di Rhett Reese e Paul Wernick, la pellicola non sviluppa a dovere gli spunti messi sul tavolo, adotta un tono ironico-grottesco poco adatto alla materia trattata e si sgonfia terribilmente in un terzo atto frettoloso e anticlimatico. A risollevare la situazione ci pensano le ottime interpretazioni di Miles Teller (alla terza collaborazione con il regista), Jurnee Smollett e, soprattutto, Chris Hemsworth, che gigioneggia nei panni di un villain bello e carismatico, ma disgustosamente subdolo e manipolatore.
4. Oblivion (2013)
In un futuro lontano, la Terra è stata devastata da una guerra tra umani e alieni, al termine della quale i primi, seppur vincitori, sono stati costretti a lasciare il pianeta, ormai morente. Sulla superficie rimangono solo il tecnico Jack Harper (Tom Cruise) e la compagna Vika (Andrea Riseborough), incaricati di proteggere le idro-trivelle usate per produrre energia dagli attacchi degli extraterrestri sopravvissuti; il salvataggio di una donna misteriosa (Olga Kurylenko) innesca, però, una serie di eventi che portano Harper a dubitare del proprio passato e della missione che gli è stata affidata. Con Oblivion, Kosinski decide di adattare sul grande schermo una sua graphic novel mai pubblicata, pensata come omaggio al cinema sci-fi ambientalista degli anni ’70. Il risultato è un’opera eccessivamente intricata e derivativa, ma di cui non si possono non ammirare la qualità degli effetti speciali, l’originale design delle scenografie e degli oggetti di scena, la convincente interpretazione di Tom Cruise e le emozionanti musiche degli M83.
3. Tron: Legacy (2010)
L’esordio al cinema di Joseph Kosinski (preceduto da un corto in CGI con cui ha convinto la Disney a dare luce verde al progetto) avviene con il seguito di uno dei cult di fantascienza più amati degli anni ’80: Tron. Ambientato più di vent’anni dopo il film originale, Tron: Legacy segue le avventure di Sam Flynn (Garrett Hedlund), figlio del vecchio protagonista Kevin Flynn (Jeff Bridges), il quale è scomparso misteriosamente nel nulla da tempo; un inaspettato messaggio, inviato all’apparenza dal padre, spingerà il ragazzo ad addentrarsi nel mondo virtuale della Rete, dove dovrà combattere contro il programma dittatore CLU con l’aiuto della coraggiosa Quorra (Olivia Wilde). Malgrado una sceneggiatura non originalissima, il primo lungometraggio di Kosinski è una vera e propria opera d’arte audiovisiva. Il regista porta su schermo un tripudio di scenari spettacolari e suggestivi, una fotografia al neon, incredibili effetti speciali (tra cui uno dei primi casi di de-aging) e movimentate scene d’azione, il tutto impreziosito da una trascinante colonna sonora elettronica dei Daft Punk, il cui successo ha trasceso quello del film. Ampiamente divisivo ai tempi dell’uscita, con il passare degli anni Tron: Legacy, al pari del suo predecessore, è riuscito meritatamente a guadagnarsi la nomea di titolo di culto.
2. Fire Squad – Incubo di fuoco (2017)
Mettiamo bene in chiaro una cosa: di brutto in questo film c’è solo il titolo italiano. Fire Squad – Incubo di fuoco (Only the Brave, in originale) è stata la pellicola della svolta per Joseph Kosinski, quella con cui il cineasta ha dimostrato di essere più di un autore di blockbuster e di saper maneggiare con abilità anche il registro drammatico. Il film narra la tragica storia vera dei Granite Mountain Hotshots, un gruppo di vigili del fuoco di stanza in Arizona, 19 membri dei quali morirono nell’incendio di Yarnell Hill, nel 2013. Kosinski mette in scena un’opera “proletaria” alla Peter Berg dall’anima western, una storia di coraggio e sacrificio dove i pompieri protagonisti sono sia cowboy che soldati mandati a combattere un nemico implacabile e pericoloso. Il gusto per la spettacolarità del regista si manifesta nelle scene degli incendi (forse le più impressionanti da Fuoco assassino), tuttavia a colpire è la sensibilità con cui vengono descritte la vita quotidiana e le relazioni dei personaggi principali, a cui ci si affeziona a tal punto da sperare fino all’ultimo in un finale diverso da quello inevitabile. Merito anche di un grande cast che comprende Jeff Bridges, Jennifer Connelly, Andie MacDowell, James Badge Dale, Taylor Kitsch e, soprattutto, Josh Brolin e Miles Teller.
1. Top Gun: Maverick (2022)
Nonostante sia da molti considerato uno spudorato spot dell’esercito statunitense, Top Gun è un cult indiscutibile. Farne un seguito a 30 anni di distanza poteva sembrare un azzardo, invece Top Gun: Maverick non solo è uno dei migliori “legacy sequel” mai fatti, ma è addirittura superiore all’originale. La penultima opera di Kosinski è di fatto un grande omaggio agli anni ’80 e al classico di Tony Scott, di cui riprende struttura, musiche e intere sequenze, senza però rimanerne schiavo. C’è molta nostalgia nel primo atto, così come parecchia enfasi sul fatto che la “vecchia scuola” è sempre la migliore. Da metà in poi, però, Top Gun: Maverick esce dal solco tracciato dal predecessore e acquista una propria identità, rivelandosi per quello che è davvero: una toccante storia di padri e figli surrogati e seconde occasioni, che ha il suo nucleo centrale nel rapporto tra il ritrovato Maverick (Tom Cruise) e Rooster (Miles Teller), unico erede del compianto Goose. Nel mentre si susseguono sequenze aeree girate come Dio comanda, rese ancora più incredibili dal fatto di essere realizzate dal vero, senza ausilio di CGI e con gli attori veramente a bordo dei jet. Il culmine si raggiunge negli ultimi 40 minuti, un concentrato di adrenalina e spettacolarità che Kosinski dirige con mano sicura, garantendo immagini limpide e chiare malgrado la concitazione del momento. Con Top Gun: Maverick il regista firma il suo capolavoro, affiancato nell’impresa dall’inossidabile Tom Cruise, che alla soglia dei 60 anni non dà segni di voler rallentare, anzi continua a fare di persona gli stunt più pericolosi, obbligando le nuove leve a stargli dietro. Ma guai a passare il testimone: la Danger Zone appartiene solo a Tom.