A Napoli si mangia tanto e si mangia molto bene, tanto che è difficile non cadere in tentazione quando si gira per la città, ma è altrettanto facile mangiare qualcosa per strada, al volo, se si ha fame. Vi porteremo in questo articolo a fare un piccolo viaggio per le strade di Napoli, per farci prendere da quello che è il vero canto della sirena Partenope: il profumo del pomodoro, del basilico e dei fritti appena fatti. Ecco dunque i migliori street food di Napoli, tra indirizzi e proposte da non perdere, taralli, pizze e pizze fritte, ma anche tra gli innumerevoli sfizi fritti da provare assolutamente.
Crocchè
Con la sua crosticina dorata e croccante e il ripieno morbido, il crocchè di patate è la superstar dello street food partenopeo. Diffuso un po’ in tutto il Sud Italia e di origini antiche – secondo diverse teorie risalirebbe al periodo delle dominazioni francesi o spagnole – il crocchè, che in dialetto viene chiamato anche affettuosamente panzarotto (da non confondersi con i panzerotti pugliesi, che sono tutt’altra cosa) differisce dalla banale crocchetta di patate per le sue dimensioni e per la ricchezza degli ingredienti. Un signor crocchè che si definisce tale misura almeno 11 cm di lunghezza per 6 di spessore e può arrivare anche a 15. Non raggiungerà le misure di Rocco Siffredi, ma l’intensità degli orgasmi che può procurare è superiore. Con il suo ripieno di patate, arricchito con prezzemolo tritato, pepe, formaggio, uova, spesso farcito con del fiordilatte o prosciutto, il crocchè è un classico cibo da street food, ma può essere anche servito come antipasto in pizzeria o alle cene in famiglia e tra amici.
Ingredienti
- Patate
- Parmigiano
- Uova
- Pangrattato
- Pepe
- Prezzemolo
- Può essere farcito con fiordilatte o salumi
Dove mangiarli
- Pizzeria Di Matteo – Via dei Tribunali, 94 – Napoli
Sito ufficiale: pizzeriadimatteo.com - Fiorenzano
Via Pignasecca, 48 – Napoli
Frittatina di pasta
La frittatina di pasta è molto diversa dalla frittata di maccheroni di cui parleremo più avanti. Se la frittata di maccheroni è gustosa e pratica (adatta per un pranzo al sacco), la frittatina di pasta, più precisamente di bucatini, ne è la sua versione tascabile, ma più seducente e diabolica. Dopo averne mangiata una infatti, ne vorrete sicuramente un’altra e poi un’altra ancora. E se la offrite alla persona che vi interessa, potreste conquistarla. Quindi, attenzione, è anche un’arma di seduzione. Il “segreto” della frittatina è il condimento: i bucatini vengono conditi con besciamella, formaggio, piselli e pepe (ma esistono anche versioni con il ragù) e poi, gli si dà la classica forma tondeggiante con un coppapasta. Questi “dischi” di pasta infine, vengono impanati o pastellati, per poi essere fritti nell’olio caldo. La crosticina croccante racchiude un ripieno di pasta con un condimento cremoso irresistibile che rischia di far impazzire chi la assaggia.
Anche la frittatina può essere servita come antipasto, o nei classici cuoppi (in versione mini) oppure mangiata al volo, per strada. La trovate nelle rosticcerie, oppure nei banconi esterni delle pizzerie. Da questo punto di vista la frittatina di pasta di Di Matteo è un’istituzione che è stata lanciata con grande successo negli anni ’90.
Ingredienti
- Pasta (Bucatini)
- Besciamella
- Parmigiano
- Piselli
- Pepe
- Pangrattato (o pastella)
- Può essere farcito con ragù di carne
Dove mangiarle
- Pizzeria Di Matteo
Via dei Tribunali, 94 – Napoli - Golocious Burger&Wine Napoli
Via Domenico Cimarosa, 26 – Napoli - Rosticceria La Padella
Piazzetta Arenella, 21 – Napoli
Sito ufficiale: la padella.it
Taralli ‘nzogna e pepe
Tra i migliori cibi dello street food di Napoli, i taralli ‘nzogna e pepe sono anche tra i più antichi. L’origine di questi taralli, fatti con farina, sugna, pepe e mandorle, risale alla fine del ‘700, quando i fornai utilizzavano la pasta avanzata dalla lavorazione del pane per sfornare questi biscotti salati, che oggi sono una delle specialità napoletane più amate.
Molto diversi dai classici tarallini pugliesi, i taralli sugna e pepe napoletani si caratterizzano per la loro consistenza friabile (e grassa) e per il sapore speziato che si sposa a perfezione con quello delle mandorle tostate. Grandi circa 9 cm di diametro, e formati da una treccia disposta in forma circolare, questi taralli sono venduti tradizionalmente nei chioschi che costeggiano via Caracciolo e il lungomare di Napoli e si mangiano accompagnati da una birra fresca.
Fino a qualche anno fa i taralli ‘nzogna e pepe erano venduti anche dai tarallari, venditori ambulanti che giravano per i quartieri con le loro carrette stracolme e tra questi il più famoso era Fortunato Bisaccia, al quale Pino Daniele dedicò una canzone inclusa nel suo primo album, Terra Mia. Oggi uno dei nomi più conosciuti, parlando di taralli, è quello del tarallificio Leopoldo Infante, oppure della Taralleria Napoletana (sempre di Infante) a via Foria, che li propone anche in diverse varianti sfiziose da provare e da regalare, da quelli al formaggio a quelli curcuma e rosmarino.
Ingredienti
- Farina
- Sugna
- Mandorle
- Pepe
- Lievito di birra
Dove mangiarli:
- Taralleria Napoletana
Via San Biagio Dei Librai, 3 – Napoli
Sito ufficiale: tarallerianapoletana.it -
Tarallificio Leopoldo
Via Foria, 212 – Napoli
Sito ufficiale: leopoldoinfante.it - Tarallificio Esposito
Via Sanità, 129 – Napoli
Pizza a portafoglio
Una pizza capace di risvegliare i sensi, a cominciare dal profumo che si spande dalla pizzeria e cattura i passanti come il canto di una sirena. Se parliamo di street food a Napoli, la pizza a portafoglio è un’icona. Il senso più pieno di cibo da mangiare per strada, al volo, è racchiuso nelle quattro metà di questa pizza, chiusa “a portafoglio” o anche a libretto, come dice qualcuno. Più piccola della pizza tonda tradizionale, anche questa pizza viene cotta nel forno a legna e servita fumante, avvolta in un foglio di carta e piegata in quattro parti. La trovate presso i banchetti esterni di molte pizzerie e non è raro, verso ora di pranzo, vedere un gruppetto di clienti riuniti davanti al locale mentre addentano la loro pizza a portafoglio, leggermente chinati in avanti per non sporcarsi con il sugo che gocciola.
Va sottolineato che questa pizza “da strada” viene condita esclusivamente alla marinara (con pomodoro, origano e aglio) oppure alla margherita, con pomodoro e fiordilatte.
Ingredienti
- Farina
- Acqua
- Lievito
- Sugo di pomodoro
- Fiordilatte (per la margherita)
- Origano, aglio (per la marinara)
- Olio
Dove mangiarla:
- Antica Pizzeria Port’Alba
Via Port’Alba, 18 – Napoli
Sito ufficiale: anticapizzeriaportalba.com - Pizzeria Di Matteo
Via dei Tribunali, 94 – Napoli
Sciurilli
I fiori di zucca sono bellissimi da vedere e il loro giallo intenso è il colore dell’estate… ma fritti sono anche buoni oltre che belli! Un classico delle friggitorie, gli sciurilli, o meglio i fiori di zucca fritti si lasciano mangiare uno dietro l’altro. Va specificato che queste frittelle vengono preparate in diverse versioni. C’è chi frigge il fiore intero dopo averlo passato in pastella e chi invece prepara delle frittelle di pastella simili a quelle di pasta cresciuta (di cui parleremo più avanti) nelle quali sono mescolate striscioline di fiori di zucca. La prima versione può essere semplice, senza ripieno, oppure farcita con ricotta, mozzarella o acciughe.
Ingredienti:
- Fiori di zucca
- Farina
- Acqua
- Lievito
- Parmigiano e uova (Solo in alcune versioni alternative)
- Ricotta, mozzarella o acciughe (se è col ripieno)
Cozzetiello
Quello che è considerato da sempre il sostanzioso pranzo di muratori e operai, ma anche la scelta ideale per un pranzo al sacco (in spiaggia, allo stadio, in gita) oggi è uno dei simboli dello street food partenopeo. Cos’è il cozzetiello? È un pezzo di pane, più precisamente l’estremità di un filone di pane cafone che viene svuotata della mollica e riempita, come se fosse una tasca, delle cose più buone che si possano immaginare: polpette fritte, polpette al sugo, parmigiana di melanzane, salsicce e friarielli, melanzane a funghetto, peperoni.. tutto ciò che la cucina del Sud offre. Il punto di forza del cozzetiello è che il pane così farcito si insaporisce alla perfezione ma al tempo stesso è più pratico da mangiare di un semplice panino, perché la sua forma “semichiusa” evita maldestre fuoriuscite di sugo e cibo.
Ingredienti:
- Pane
- Farciture: quelle che volete, dalle polpette con il ragù alle melanzane!
Dove mangiarlo:
- ‘O cuzzetiello Panineria Take Away Vomero:
Via Rimini 51 (Piazza Nazionale) – Napoli
Via Bernini 90 (Vomero) – Napoli
Sito ufficiale: ocuzzetiello.eu - Tandem Ragù – Vomero
Via Gian Lorenzo Bernini, 74 B – Napoli
Sito ufficiale: tandemnapoli.it
Panino con salsicce e friarielli
Salsicce e friarielli stanno a Napoli come i wurstel e crauti stanno a Berlino. Sono un accostamento talmente popolare e tradizionale da essere uno dei più rappresentativi e amati della cucina napoletana. Le salsicce rosolate in padella sono accompagnate dai friarielli, anche questi saltati con olio, uno spicchio d’aglio e un po’ di peperoncino. Simili alle cime di rapa e ai broccoletti, i friarielli ne sono una variante più tenera e dal gusto leggermente amarognolo, ma molto saporito. Da non confondersi con i friggitelli, che sono i peperoncini verdi dolci, anche questi molto presenti nella cucina napoletana. Il panino con salsicce e friarielli, più che un cibo da street food è un classico dei pranzi al sacco o delle cene tra amici.
Ingredienti:
- Pane
- Salsicce di maiale
- Friarielli
- Olio, peperoncino, aglio
Dove mangiarlo
- Macelleria e gastronomia Cannato
Via San Biagio Dei Librai, 128
La montanara: la pizza fritta con il pomodoro
“Napoli è mille colori”, cantava Pino Daniele, ma soprattutto è mille pizze fritte! In questo articolo cercheremo di spiegare le differenze tra le pizze fritte che si possono mangiare all’ombra del Vesuvio. La montanara (così come il calzone fritto, di cui parleremo più avanti) è un mito che è stato celebrato anche nel film L’oro di Napoli, con Sophia Loren nei panni di una pizzaiola alle prese con un anello smarrito e le pizze che prepara su un bancone fuori al vascio. Si tratta di un disco di pasta per la pizza di circa 15 cm di diametro che viene fritto nell’olio bollente e poi, dopo essere stato asciugato sulla carta assorbente, viene condito con del sugo di pomodoro fresco, fiordilatte, parmigiano e basilico. Una meraviglia.
La montanara non prevede una farcitura (al contrario del calzone) ma solo un condimento “esterno”. Si chiama così perché le sue origini sono attribuite ai contadini, i “montanari” che abitavano sulle zone montuose della Campania, e che erano soliti cucinare questa prelibatezza.
Ingredienti:
- Farina
- Acqua
- Lievito
- Sugo di pomodoro
- Fiordilatte
- Basilico fresco
Dove mangiarla
- Pizzeria Starita a Materdei
Via Materdei, 27/28 – Napoli
Sito ufficiale: www.pizzeriestarita.it
Pizza fritta
La ricetta originale della pizza fritta è quella che prevede un ripieno di ricotta e ciccioli (che a Napoli si chiamano cicoli). Quello che altrove chiamano calzone è una pizza ripiena, decisamente grande e farcita con questi ingredienti che nell’immediato dopoguerra erano facilmente reperibili e resero questa specialità popolare. Oggi la pizza fritta si può gustare al tavolo, ma resta tra i migliori cibi dello street food di Napoli. Col tempo, alla farcitura tradizionale se ne sono aggiunte altre che sono diventate a loro volta dei classici: mozzarella e pomodoro, ad esempio, ma anche ricotta e salame napoli, con una generosa tritata di pepe.
Ingredienti:
- Farina
- Acqua
- Lievito
- Per la farcitura: Ricotta e cicoli, Ricotta e salame o Mozzarella e pomodoro
Dove mangiarla:
- Pizza Fritta da Fernanda
Via Speranzella, 180 – Napoli
Zeppole di pasta cresciuta
Le zeppole di pasta cresciuta – dette anche zeppolelle, o pastacrisciute – sono un classico della frittura napoletana. Sono praticamente delle frittelle salate molto semplici, fatte con la stessa pasta della montanara, condite con un pizzico di sale. Vengono servite come antipasto, nelle pizzerie e nei ristoranti, ma le trovate soprattutto nelle friggitorie, vendute da sole, in cartocci, oppure mischiate insieme ad altri sfizi fritti. Si mangiano una tira l’altra, caldissime.
Ingredienti:
- Farina
- Acqua
- Lievito
- Sale
Panino Napoletano
Più che un panino vero e proprio, un rustico. Più che un rustico, è leggenda. Il panino napoletano, che a Napoli viene chiamato anche pagnottiello, viene spesso paragonato al casatiello (rustico della tradizione pasquale) perché gli ingredienti della farcitura sono più o meno gli stessi. Le origini del panino napoletano sono antiche e si attribuiscono alle donne che per non sprecare gli avanzi di cibo del giorno precedente, li integravano nell’impasto del pane. Il pagnottiello, cibo da street food perfetto e irresistibile per chi ama i sapori decisi dei salumi, viene riempito con provolone, parmigiano, uova, salame e altri affettati a pezzetti, ma la farcitura può variare leggermente.
Ingredienti:
- Farina, latte, olio, acqua, lievito
- Farcitura:
- Provolone
- Prosciutto cotto
- Salame napoletano
- Uova sode
- Parmigiano
- Sale e pepe
Arancini
Lo sappiamo, gli arancini appartengono alla tradizione siciliana, ma Napoli li ha adottati con affetto e li ha inseriti tra le proposte di street food più appetitose. A Napoli potrete mangiare arancini di forma sferica e a punta, bianchi o rossi (cioè, con farcitura al ragù) e in altri modi meno convenzionali ma ugualmente sfiziosi. Rispetto agli arancini siciliani, quelli napoletani sono un po’ più piccoli e vengono venduti anche in versione mini.
Per quanto riguarda il dibattito sul genere da attribuire a queste specialità, tra arancina e arancino, Napoli glissa sulla questione chiamandole “palla di riso”. L’arancino continua a dividere sul piano linguistico, ma a tavola mette tutti d’accordo.
Ingredienti:
- Riso
- Pangrattato
- Uova
- Formaggio
- Per la farcitura: Ragù di pomodoro, piselli, oppure prosciutto e mozzarella
Frittata di maccheroni
Parlando di frittata di maccheroni è doveroso fare chiarezza sul nome di questa pietanza. Sui siti di cucina viene spesso chiamata “frittata di pasta” o “frittata di spaghetti”, ma a Napoli questa si chiama frittata di maccheroni perché in napoletano, per “maccheroni” – ovvero, ‘e maccarune – ci si riferiva impropriamente alla pasta, sia corta che lunga. La versione tradizionale di questo piatto però prevede l’uso degli spaghetti o dei vermicelli ed è in bianco, con uova e formaggio. La frittata di maccheroni è grande quanto il diametro di una padella media, ed è alta circa 4 centimetri, ma soprattutto è molto più compatta e asciutta rispetto alla frittatina, dalla quale differisce per il fatto che non prevede l’uso della besciamella e la panatura. La troverete in molte rosticcerie, spesso venduta a fette, ma è soprattutto un cibo da “tempo libero”, più che da strada: le sue caratteristiche la rendono infatti un classico delle gite fuori porta, delle domeniche allo stadio e delle giornate in spiaggia. Alla classica frittata di maccheroni in bianco, c’è chi la preferisce rossa, oppure fatta con la pasta corta (penne, ziti, rigatoni). C’è chi la preferisce più alta o più bassa, con la crosticina più croccante, con condimenti più ricchi (salumi, mozzarella ecc.). Messe da parte queste preferenze, la frittata di maccheroni si fa amare da tutti. Da qualche anno a Napoli trovate rosticcerie specializzate solo nelle frittate di maccheroni, in versione ridotta rispetto a quella standard, e con i condimenti più svariati e intriganti.
Ingredienti:
- Spaghetti
- Uova
- Formaggio
- Pepe
Dove mangiarla:
- Giri di Pasta – Tradizione Napulegna
Via dei Tribunali, 73 – Napoli
Panino fritto con wurstel e patatine fritte
Il panino fritto con wurstel e patatine può essere considerato un corpo del reato, più che un panino vero e proprio. Si tratta di un panino (fritto) fatto con la pasta della pizza e farcito con due, tre wurstel (fritti) e patatine fritte. Tutto fritto! Molto gettonato tra gli adolescenti e individui dotati di un metabolismo al fulmicotone, questa specialità è un guilty pleasure più colpevole che piacevole.
Ingredienti:
- Farina
- Wurstel
- Patate
- Sensi di colpa
Dove mangiarlo
- Friggitoria Vomero
Via Domenico Cimarosa, 44 – Napoli
Pizza Parigina
Tra le pizze dello street food partenopeo, la pizza parigina è indubbiamente la più particolare, grazie al gioco di “consistenze” dovuto ai diversi tipi di pasta che racchiudono una farcitura di prosciutto, provola e sugo di pomodoro. La base della parigina infatti è quella della normale pasta per la pizza, mentre lo strato superiore è di pasta sfoglia friabile e dorata. Un altro dettaglio da sottolineare sulla parigina è che si tratta di una pizza in teglia, al contrario delle altre, che sono tonde. La trovate insieme alle altre pizzette da asporto, come la pizza a portafoglio o la montanara, nei banconi esterni delle pizzerie, nelle rosticcerie ma anche nei bar della città.
Le origini del nome sono un po’ incerte: la pizza parigina non avrebbe nessun legame con Parigi ma originariamente il suo nome era inteso come la pizza p’a regina, cioè “per la regina”. La leggenda vuole che questa pizza fosse stata preparata in onore di una sovrana del Regno delle Due Sicilie. Un po’ come la pizza margherita, che secondo il mito sarebbe stata ideata per la Regina Margherita di Savoia. La mitologia gastronomica napoletana è praticamente come una stagione di The Crown, ma con le pizze.
Ingredienti:
- base: pasta per la pizza
- strato superiore: pasta sfoglia spennellata con l’uovo
- farcitura:
- Prosciutto cotto
- Provola (o caciocavallo)
- Sugo di pomodoro
Dove mangiarla:
- Panificio Sbarra
Viale Cavalleggeri D’Aosta 34 (Fuorigrotta) – Napoli
Mozzarella in carrozza
Uno degli antipasti e sfizi più amati, la mozzarella in carrozza è originaria della Campania ma si è diffusa in tutta la penisola perché è facile e veloce da fare ed è versatile: in versione mini è un finger food perfetto per un aperitivo, ma risolve anche una cena o un pranzo e permette anche di recuperare mozzarella o pane avanzati. La ricetta originale infatti prevede l’uso di fette di pane passate nell’uovo, farcite con la mozzarella e poi passate nel pangrattato e fritte nell’olio caldo. Oggi si preferisce utilizzare il pan carrè, più morbido e lavorabile. Viene servita nelle rosticcerie, nelle pizzerie e nelle friggitorie ed è preferibile mangiarla rigorosamente calda e filante.
Ingredienti:
- Fette di pane
- Uova
- Mozzarella o Fiordilatte
- Pangrattato
‘O pere e ‘o musso
‘O pere e ‘o musso, che letteralmente significa il piede e il muso, è uno dei cibi di strada più antichi di Napoli. La zampa del maiale e il muso del vitello, insieme ad altre interiora di animali, vengono pulite, lessate a lungo e poi vendute fredde, dopo essere state condite con sale e limone, e talvolta anche lupini, olive e finocchi crudi. Sì, è uno street food un po’ splatter. Si ritiene che il piatto risalga ai tempi in cui i poveri raccoglievano gli scarti delle cucine dei ricchi e cucinavano quelle che vengono chiamate zendraglie (termine che viene utilizzato anche in maniera dispregiativa per definire una donna di bassa lega). Se volete assaggiare ‘o pere e ‘o musso, lo trovate in alcune macellerie e presso alcuni ambulanti, oggi meno diffusi rispetto a qualche anno fa.
Ingredienti:
- Zampe di maiale, vitello, capretto
- Muso di vitello
- Trippa
- Utero di vitella
- Retto di vitella
- Sale e limone
- Lupini e olive
Dove mangiarlo:
- Le Zendraglie
Via Pignasecca, 14 – Napoli
Scagliozzi
La polenta a Napoli? Ebbene sì, ma rigorosamente fritta. Gli scagliozzi sono quadrotti di polenta che viene fatta asciugare per qualche ora prima di essere fritta nell’olio bollente e servita con un pizzico di sale, possibilmente caldissima. Li trovate molto facilmente nelle friggitorie, che li servono da soli, oppure insieme agli altri fritti che compongono il cuoppo di terra, di cui parleremo nel paragrafo successivo.
Ingredienti:
- Polenta
- Olio e sale
Cuoppo di terra
Il cuoppo è un cartoccio di forma conica nel quale vengono serviti diversi tipi di sfizi fritti. Possiamo considerarlo un po’ un “indice” dei migliori cibi dello street food di Napoli di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, perché li contiene quasi tutti, anche se in versione mignon. Il cuoppo di terra di solito contiene scagliozzi, piccoli crocchè, mini arancini, mozzarelline panate, piccole frittatine di pasta o mozzarelle in carrozza, quadrotti di ricotta dorata e fritta, ma anche verdure pastellate come zucchine e melanzane. Per rendere più agevole e sfizioso il cuoppo, in esso sono infilati degli spiedini di legno che vi permetteranno di prendere i vari fritti senza sporcarvi le mani.
Dove mangiarlo
- Friggitoria Vomero
Via Domenico Cimarosa, 44 – Napoli - Passione di Sofì
Via Toledo, 206 – Napoli
La Friggitoria Vomero – impropriamente detta Friggitoria di Piazza Fuga, perché è collocata nei pressi della stazione della funicolare di Piazza Fuga – è una delle più famose di Napoli. Una vera e propria istituzione!
Cuoppo di mare
Il cuoppo di mare, come suggerisce il nome, contiene soprattutto pesce fritto e crostacei. Oltre alle alici fritte e ai moscardini fritti, il cuoppo di mare può contenere anche pezzi di baccalà dorato e fritto, anelli di calamaro, gamberi fritti e le zeppoline di alghe, che non sono altro che semplici paste cresciute alle quali sono state aggiunte delle alghe tritate. Anche il cuoppo di mare, come quello di terra, va servito e mangiato rigorosamente caldo.
Dove mangiarlo
- Pescheria Di Napoli
Via Vicinale S. Donato, 76-78-80-82 – Napoli - Passione di Sofì
Via Toledo, 206 – Napoli - Il Cuoppo
Via San Biagio Dei Librai, 23 – Napoli