Perché alcune marche di pasta regalano maggior gusto di altre? E’ innegabile: la pasta non è tutta uguale, pur trattandosi sempre di pasta.
Prendiamo ad esempio una delle tipologie di pasta più amata e apprezzata dagli italiani, quella che è divenuta simbolo della cucina del Bel Paese all’estero: gli spaghetti. Non è possibile asserire che ogni spaghetto sia uguale all’altro. Sapore, resa e consistenza cambiano in base alla marca che si sceglie.

Ecco perché Gambero Rosso ha voluto addentrarsi nell’affascinante mondo della produzione della pasta e mettere a disposizione dei consumatori una classifica dei migliori spaghetti che troviamo sul mercato. Per il test, sono stati scelti 39 campioni e analizzati da esperti del settore.
Classifica dei migliori spaghetti sul mercato, lo dice Gambero Rosso
Per chi non lo sapesse, a partire dal 2010 la pasta è Patrimonio dell’umanità Unesco. Addirittura, è stata dedicata una festa di portata globale al maccherone: il World Pasta Day, che cade il 25 ottobre. Questo accade perché si riconosce l’inestimabile valore della pasta nonché del suo processo di produzione e delle materie prime utilizzate per prepararla.

A distanza di 33 anni dall’ultimo test condotto da Gambero Rosso (nel 1992), ne è stato ripetuto un altro e ha reso omaggio allo spaghetto, uno dei formati di pasta più apprezzati. Non prende in considerazione varianti come spaghettini o spaghettoni, ma si concentra sul vero classico, il versatile “spago”, con un diametro di medio spessore, da un millimetro e mezzo a poco oltre i 2 millimetri, con 25 cm di lunghezza.
L’analisi ha considerato gli spaghetti industriali che troviamo in vendita nel settore della GDO. Sono stati messi in fila 39 campioni acquistati nelle più celebri catene di supermercati dislocate su Roma.
Parla Gambero Rosso: questi sono gli spaghetti migliori
Il test è stato condotto da esperti del settore quali Maria Antonia Argenio (responsabile del controllo qualità del pastificio campano Graziano di Monocalzati) e due chef, Giulia Mauro e Jones Bargoni. Sono stati accompagnati da ulteriori due figure interne a Gambero Rosso: Mara Nocilla ed Eugenio Marini.

L’intero procedimento ha avuto luogo presso la sede di Roma della Gambero Rosso Academy. Gli esperti si sono attenuti ai tempi di cottura riportati sulla confezione e nell’acqua non è stato aggiunto il sale. Significa che lo spaghetto finale è stato assaggiato non salato e senza olio.
Ci si è concentrati su alcuni fondamentali elementi: la prestanza fisica, il buon odore di grano maturo e semola fresca, il sapore pieno e persistente, la precisione del profilo aromatico, la pulizia lasciata a fine bocca, la struttura della pasta, la sua elasticità, la tenacia e lo scatto al morso. Si parla, dunque, di una vera e propria analisi sensoriale avvenuta nel dettaglio: questa ha messo in luce pregi e difetti del prodotto e ha mostrato persino in che modo esso può essere migliorato.
Il podio della classifica di Gambero Rosso
Prendiamo in considerazione il podio della classifica, quei tre primi posti che fanno la differenza e meritano le congratulazioni finali: al terzo, troviamo il Gran Spaghetto n. 105 di Voiello, prodotto con grano duro italiano selezionato. Dal colore giallo paglierino pallido e opaco e la superficie porosa, gli spaghetti mantengono forma, tonalità e ruvidità anche dopo i 13 minuti di cottura. Il profumo è dolce e richiama la semola, in armonia con il gusto delicato e pulito. E’ tenace al morso e l’unico (minuscolo) difetto riscontrato è una minima e pressoché impercettibile collosità al palato.

Al secondo posto ci sono gli Spaghetti Pasta di Gragnano Igp dell’Arte della Specialità del Todis, trafilati al bronzo ed essiccati leggermente. Sono prodotti dal pastificio Liguori a Gragnano e presentano buon diametro, un aspetto curato, la superficie ruvida e porosa, il colore giallo paglierino tenue e opaco, un gusto fresco persistente. Dopo la cottura di 12 minuti, restano tenaci, carnosi e al dente.
Infine, conquistano il primo posto gli amatissimi Spaghetti n. 9 Pasta di Gragnano Igp di Garofalo, preparati con grani selezionati accuratamente. Presentano un colore dorato chiaro, sono porosi e ruvidi e mantengono tutte le loro caratteristiche anche dopo i 10 minuti di cottura. Emanano un dolce profumo di semola fresca e il sapore lieve è aromatico e persistente. Carnosi, tenaci e per nulla gommosi, vincono anche in fatto di struttura.