Archiviate ormai definitivamente le festività natalizie, non si può non pensare ai festeggiamenti che caratterizzeranno gran parte del mese di febbraio: stiamo ovviamente parlando del Carnevale. E, quando si parla di questo periodo dell’anno, non possono non venire in mente le sue celebri maschere.
In Italia ce ne sono davvero tantissime che hanno fatto la storia e che sono un vero e proprio simbolo di molte realtà locali. Ma quali sono le migliori e le più famose maschere di Carnevale della tradizione italiana? Non ci resta che fare un viaggio lungo la penisola alla scoperta di questi meravigliosi travestimenti.
1. Arlecchino
Questo viaggio non può non partire da quella che è molto probabilmente la maschera più famosa. Arlecchino fa parte della tradizione lombarda, essendo nato a Bergamo. Ad attirare l’attenzione è il suo vestito colorato. Questo, stando alla leggenda, sarebbe motivato dal fatto che, essendo povero, i suoi amici gli avrebbero regalato dei pezzi di stoffa avanzati dai lori costumi. E sarebbe grazie ciò che sua madre avrebbe deciso di cucirgli addosso questo abito dai mille colori. Un’altra versione, però, farebbe discendere questa maschera da un avarissimo speziale che avrebbe dato ad Arlecchino, per vestirsi, solo le toppe dei propri abiti, per di più scuciti. Ma, al di là di quale sia la storia, si sta parlando di una delle maschere di Carnevale della tradizione italiana più indossate durante le sfilate.
2. Dottor Balanzone
Spostiamoci ora in Emilia, più precisamente a Bologna. In questo caso il costume riguarda un personaggio un po’ brontolone, ma anche molto saggio e colto. Il costume del Dottor Balanzone è rappresentato da un cappello e da una toga lunga e nera, accompagnati da un paio di pantaloni dello stesso colore. A colpire però sono le scarpe, che si caratterizzano per la presenza del tacco. Senza ovviamente dimenticarsi dei baffetti all’insù e dei suoi discorsi, molto spesso insensati, ma che lo rendono facilmente riconoscibile e individuabile.
3. Colombina
Ovviamente, tra le maschere di Carnevale italiane, non potevamo non citare una figura femminile. Pensate che il personaggio di Colombina era presente già nelle commedie di Plauto. In quest’ultime il suo ruolo era quello dell’ancella, sempre pronta ad aiutare e a consigliare la sua padrona. Pian piano, però, Colombina si è ritrovata a diventare un simbolo dell’opera buffa e della commedia. Nata a Venezia, è una delle poche maschere femminili a imporsi in un contesto prettamente maschile. Vivace, graziosa, allegra, ma allo stesso furba e scaltra: queste le sue principali caratteristiche. Il suo abito è abbastanza semplice, a fiori bianchi e blu, caratterizzato dalla presenza di una cuffia, di una gonna blu e di un paio di calze rosse.
4. Pantalone
Rimaniamo in quel di Venezia, sicuramente una delle città più importanti quando si parla di maschere di Carnevale italiane. Molto simile al Dottor Balanzone, Pantalone si differenzia per il suo vestito a piuttosto semplice: camicione e calzamaglia rossi, con un colletto bianco. A renderlo facilmente riconoscibile sono poi il suo mantello nero e la maschera, sempre nera, sul volto. Molto spesso avaro, brontolone e sputasentenze, Pantalone è in realtà un mercante veneziano che si trova molto spesso in mezzo a dispute, nelle quali finisce puntualmente per avere la peggio.
5. Pulcinella
Ed ecco quella che è la maschera più antica del nostro Paese. Pulcinella, infatti, era già apparso al tempo degli antichi Romani, per poi riapparire nel ‘5oo e diventare, pian piano, un vero e proprio simbolo di questa festività. A esser rappresentati da questa maschera sono i vizi e le virtù del borghese napoletano, ma il personaggio finisce poi per adattarsi a ogni ruolo: padrone, servo, domestico, magistrato, l’importante è che non gli si chieda atleticità. Infatti, la sua caratteristica principale è il fatto di essere lento e goffo nei movimenti. Di poche parole, quando Pulcinella parla è sempre schietto e mordente.
6. Rugantino
Il nostro viaggio tra le maschere di Carnevale della tradizione italiana prosegue con una vera e propria icona del teatro popolare romanesco. Il suo nome deriva dal termine dialettale ruganza, che sta a indicare il parlare con arroganza e strafottenza. Non a caso, Rugantino può essere descritto come una sorta di provocatore, anche se molto spesso viene definito con la classica espressione del cane che abbaia ma non morde. Pantaloni un po’ logori nella zona del ginocchio, fascia intorno alla vita, camicia e fazzoletto intorno al collo: questo il suo abito a dir poco modesto, ma che è per lui, ancora oggi, un vero e proprio marchio di fabbrica.
7. Brighella
Torniamo in quel di Bergamo per parlare di un maschera che fa della scaltrezza e dell’astuzia le sue più importanti caratteristiche. Brighella è un cuoco, un cameriere e un capo della servitù, ma soprattutto è il principale antagonista di Arlecchino. Calzoni larghi, giacca e mantello bianchi a strisce verdi, berretto e maschera sul viso: è con questa livrea che finisce per esercitare il suo potere su quelli che considera solo degli umili servitori, mostrando il suo carattere da vero attaccabrighe imbroglione.
8.Gianduja
Se si parla di maschere di Carnevale italiane non si può di certo non passare per il Piemonte. Qui incontriamo Gianduja, simbolo della cultura torinese, ma che nella tradizione si lega anche al territorio astigiano. Il suo nome sembra derivare dalla locuzione piemontese Gioann dla doja, ovvero Giovanni del boccale. Con essa si vuole rappresentare lo spirito bonario e gioviale dei piemontesi, molto spesso generosi e ospitali. Insomma, Gianduja incarna lo spirito del galantuomo coraggioso e sempre pronto a fare del bene.
9. Stenterello
Ed ecco che il nostro viaggio alla scoperta delle maschere di Carnevale ci porta ad abbracciare la tradizione di Firenze. Stenterello è in particolar modo conosciuto per essere l’unica maschera del Carnevale e del teatro fiorentino ma, secondo alcune testimonianze tra cui quelle di Pellegrino Artusi e Pirro Maria Gabrielli, è stata anche l’ultima maschera della commedia dell’arte antica. Chiacchierone, pauroso e impulsivo ma, allo stesso tempo, saggio, ingegnoso e pronto ad aiutare i più deboli, Stenterello è una maschera che finisce per incarnare quello che è il tipico fiorentino, con i suoi pregi e i suoi difetti.
10. Meneghino
Le maschere di Carnevale delle regioni italiane non potevano non avere un degno rappresentante nella città di Milano. Il suo nome, come è fin troppo facile intuire, è diventato l’aggettivo che, ancora oggi, descrive gli abitati di Milano. In realtà, però, si tratta di una storpiatura dialettale di Domenico. Un’altra versione, invece, riconduce a questo nome al modo in cui venivano chiamati i servizi utilizzati la domenica, per l’appunto i domenighini. Meneghino è comunque il classico servitore intelligente che spesso ha più scaltrezza e intelligenza, ma persino buonsenso, dei propri padroni. Il suo personaggio appare molto spesso negli spettacoli teatrali, dove interpreta, ovviamente, il personaggio del servo.
11. Mamuthones
Se si parla delle maschere di Carnevale delle regioni italiane non si può certo non includere la Sardegna, dove questa festività trova la sua massima rappresentanza nei Mamuthones. Quest’ultimi si caratterizzano per muoversi in gruppo di dodici durante le loro processioni, vestiti completamente scuro. A renderli riconoscibili è però soprattutto la loro maschera facciale, che è in legno di pero nero. Impossibile non notare anche i campanacci che portano sulla schiena.
12. Capitan Spaventa
Il viaggio nostro viaggio tra le più famose maschere di Carnevale della tradizione italiana termina con una maschera dalle origini liguri. Chiamato anche Capitan Fracassa, Capitan Spaventa è una vera e propria caricatura di quello che è il soldato di ventura, tipico dell’epoca medievale e rinascimentale. Questo era spesso fifone, sbruffone e spaccone, pur volendo sempre averla vinta, cercando di fare fortuna. In realtà, però, troppo spesso il suo destino non era quello immaginato. Un vestito a strisce gialle e rosse, cappello largo ornato di piume e una lunga spada da soldato: queste sono le sue principali caratteristiche dal punto di vista estetico.