Di celebrazioni commemorative ce ne sono tante, ma di alcune abbiamo decisamente più bisogno. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1966, la Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali viene onorata ogni 21 marzo, in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, quando 69 manifestanti vennero uccisi brutalmente mentre protestavano contro l’ennesimo atto cruento che separava i neri dai bianchi. Era il Sudafrica dell’apartheid , ma, purtroppo, il razzismo non ha confini e conosce tanti modi subdoli per ripresentarsi. Ecco 5 libri imperdibili per chiunque voglia riconoscerlo e abbatterlo.
1. Nera – La vita dimenticata di Claudette Colvin
Un graphic perfetto per approcciarsi al tema a partire dalla giovane età. Chi ha sentito parlare di Rosa Parks, spesso pensa erroneamente che sia stata la prima donna a ribellarsi contro un sistema ingiusto. In realtà fu Claudette Colvin, appena sedicenne, a compiere per prima quel gesto clamoroso che, mesi dopo, portò alla nascita del boicottaggio dei bus a Montgomery per dire basta alla segregazione razziale. Quel 2 marzo 1955 Claudette dimostrò che, a volte, basta dire un semplice “no” per fare la differenza. Al tempo stesso, però, fu chiaro che certe persone non sono destinate a diventare dei simboli. Anche se postuma, proviamo a dare a Claudette la gloria che merita. Magari proprio grazie all’accurato lavoro fatto da Émilie Plateau con Nera – La vita dimenticata di Caludette Colvin.
2. Il buio oltre la siepe
A rendere ancora attuale il testo di Harper Lee, Il buio oltre la siepe, è sicuramente il pregiudizio sociale su cui fa luce. Quello che rende Tom Robinson colpevole ancor prima che inizi il processo è proprio il fatto di avere la pelle scura: per la comunità di Maycomb, una cittadina dell’Alabama del Sud negli anni ’30, non serve altro. Le aule dei tribunali, però, servono proprio per dimostrare la realtà dei fatti e Atticus Finch, avvocato coraggioso e onesto, non si farà spaventare da nulla, pur di difendere Tom dall’accusa di aver violentato una ragazza bianca, Mayella Ewell. “La coscienza è l’unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza”, dice Atticus e noi, ancora oggi, lo ringraziamo per il suo esempio.
3. L’estate che sciolse ogni cosa
Caldo torrido. Una cittadina dell’Ohio, Breathed. Gli anni ’80 e la paura del diverso. In questa cornice la storia di un’estate che cambiò ogni cosa, spezzando completamente le vite dei protagonisti. Tutto inizia quando Autopsy Bliss, avvocato, pubblica un annuncio sul giornale locale, invitando Satana in persona nella loro città. A presentarsi, però, è un ragazzino nero di nome Sal, un tredicenne dagli occhi verdi, con lunghe cicatrici sulla schiena. Con una prosa incredibilmente poetica, Tiffany McDaniel trasporta chi legge in un abisso di disperazione e crudeltà. La sensazione finale è amara, ma al tempo stesso si ha la certezza che, con L’estate che sciolse ogni cosa, si ha imparato tanto.
4. La prossima volta il fuoco
La prossima volta il fuoco è un manifesto politico che dovrebbe essere letto a scuola. Due lettere in cui James Baldwin si racconta: l’infanzia e l’adolescenza nel “ghetto” di Harlem, la scoperta degli istinti sessuali, il terrore di cadere nell’abisso della criminalità, la ricerca di pace attraverso la fede religiosa. Il suo approccio pacifista gli causò non pochi problemi all’interno della comunità nera, tanto da costringerlo a vivere più all’estero che in patria, eppure non smise mai di far sentire la sua voce. “Sii consapevole delle tue origini: se sai da dove vieni, potrai arrivare dovunque“. Questo il messaggio che affida al nipote, ma che – ci piace pensare – sembra donare a tutte le persone che leggono le sue parole.
5. La linea del colore
L’ultimo testo di Igiaba Scego e vincitore del Premio Napoli, La linea del colore, è un incastro di storie, un continuo alternarsi tra passato e presente. Da un lato il racconto di Lafanu Brown, pittrice statunitense nera che, nella seconda metà dell’Ottocento, cerca in Europa la sua rivincita. Dall’altro la prorompente attualità rappresentata da Leila, una 40enne musulmana cresciuta a Roma, che assiste con preoccupazione alla fuga di sua cugina Binti dalla Somalia. Donne diverse unite da un unico filo invisibile che attraversa la Storia e lascia tracce su fontane e dipinti, facendo riemergere un passato coloniale che, ormai, troppo spesso viene dimenticato. “Le mie protagoniste, anche se diverse tra loro, ritrovano se stesse grazie alla caparbietà di voler essere qualcuno nonostante tutto”, scrive l’autrice e, in questa giornata, questo è il messaggio migliore da trasmettere.