Di alcune festività c’è sempre tanta più necessità quanto più passano gli anni. Così è per la Festa della Liberazione, che ogni anno si impone prepotentemente come necessaria, niente affatto obsoleta, niente affatto scontata. La memoria storica è ciò che più spesso rischiamo di intaccare e di lasciare da parte, ma basta un documentario, una pagina di un libro, un minuto di silenzio per ricordarci l’importanza degli insegnamenti che la Storia – con la S maiuscola – ci chiede di preservare e tramandare. È doveroso, a questo punto, ricordare alcune delle voci che hanno preservato questa memoria. Ecco 5 libri da recuperare in occasione del 25 Aprile.
1. Una questione privata, Beppe Fenoglio
Fenoglio è uno dei più grandi narratori della Resistenza, e Una questione privata è ormai un classico di questa letteratura, imprescindibile anche tra i banchi di scuola. La storia, ambientata durante la guerra partigiana, ruota attorno alla figura di Milton, giovane studente universitario ed ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Milton, durante un’azione militare, si imbatte nella villa in cui aveva abitato Fulvia, donna che ha amato e ama ancora. Il giovane partigiano scoprirà presto che Fulvia si è innamorata del suo amico Giorgio, catturato dai fascisti. Una questione privata è un breve romanzo che intreccia amore e storia, in una tensione nostalgica, in un inseguimento disperato.
Editore: Einaudi
Pagine: 192
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2. Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani
Ancora sul filo del rasoio tra racconto privato e storia comune, Il giardino dei Finzi-Contini ripercorre i ricordi d’infanzia di un narratore immaginario, attraverso il quale vengono presentati Alberto e Micòl, due ragazzi tanto vicini a lui per età quanto distanti per estrazione sociale. Nonostante il divario che separa il narratore dai due, il loro legame si stringe per via del funesto avvento delle leggi razziali in Italia. Teatro dei loro incontri è il giardino di casa Finzi-Contini, una terra di sogni e pace. Tuttavia, la quiete regnante dietro le mura del giardino verrà indelebilmente sfregiata dall’imminente precipitare della Storia.
Editore: Feltrinelli
Pagine: 224
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3. Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino
Italo Calvino, che non ha mai preso la responsabilità di testimone e di scrittore sotto gamba, ha deciso di affrontare il tema della Resistenza “non di petto ma di scorcio”. È per questo motivo che Il sentiero dei nidi di ragno parla ancora oggi a lettori di tutte le età: raccontando la guerra partigiana dai margini, dagli occhi dei bambini, Calvino ammanta la disillusione della guerra di un velo d’infantile ingenuità. Eroismi e sacrifici, forse, emergono con potenza deflagrante se visti nella maniera più autentica possibile, un rumore di fondo di un’esistenza che perdura in tempi difficili.
Editore: Mondadori
Pagine: 207
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4. 16 ottobre 1943, Giacomo Debenedetti
Ricordare la Liberazione significa ricordare il sopruso, la violenza, il sangue che l’ha preceduta. Non si può dunque non citare, in questa cinquina, il breve ma incisivo 16 ottobre 1943 di Debenedetti, racconto della retata nazista nel Ghetto di Roma, conclusasi con la deportazione di oltre mille ebrei. Non siamo in piena letteratura della resistenza, ma il valore testimoniale di questo testo lo rende un titolo assolutamente necessario.
Editore: Einaudi
Pagine: 90
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5. Il fascismo in tre capitoli, Emilio Gentile
Parafrasando Sun Zu, bisogna conoscere il nemico per combatterlo. Il modo migliore per educare le nuove generazioni alla Libertà è la conoscenza, e a volte per divulgarla basta un volumetto di soli 3 capitoli. Emilio Gentile, storico di fama internazionale, delinea con semplicità e precisione la storia del fascismo e le sue interpretazioni, così da favorire un dibattito critico sull’argomento.
Editore: Laterza
Pagine: 139
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