Questo articolo fa parte di Vita di Api, la rubrica di Chiara Apicella anche su Facebook e Instagram.
C’è chi vive la vita come un’eccitante serie di visite al luna park, dove ogni giorno va provata un’attrazione diversa, e chi la vive come una passeggiata quotidiana al giardino zoologico, in cui fai tappa sempre davanti agli stessi animali, dialoghi con loro, ci instauri una singolare amicizia. Io faccio senz’altro parte della seconda categoria di visitatori: quelli che amano sproloquiare con gli scimpanzé, gli struzzi, le giraffe. Che poi, a voler essere onesti, sarò andata al giardino zoologico sette volte in tutto, perché m’instilla una certa malinconia, ma le metafore per definizione non vanno prese alla lettera. Trovandone una più adatta, c’è chi vive la vita sul go-kart e chi la vive sull’impagabile divano di casa sua. Avrete intuito di quale categoria faccio fieramente parte. In amore, idem. Superata faticosamente la sfilza di “vuoti a perdere”, come li aveva efficacemente ribattezzati una mia amica, ho trovato il mio Marshall, se avete presente la sitcom How I Met Your Mother. O il mio Chandler, augurandomi che abbiate sicuramente visto Friends, la sua diretta antenata. Le coppie Lily-Marshall e Monica-Chandler mi facevano sognare di più di quelle Robin-Ted e Rachel-Ross, con le loro continue giravolte sentimentali. Io sognavo un divano da scaldare in due e freddure davanti alle quali dover ridere per delicatezza. Certo, ognuno ha la sua idea di coppia, e probabilmente c’è chi sospira di più guardando Natural Born Killers (per quanto spero non faccia parte della mia cerchia di amici), ma ecco i motivi per cui secondo me, anche in amore, la routine è un posto meraviglioso.
1. La scelta del film la sera
La scelta del film serale di per sé è un compito difficilissimo, soprattutto da quando si sono moltiplicate le piattaforme streaming, ognuna delle quali prevede per trenta titoli centoventi classificazioni possibili: film con protagoniste forti, film con anti-eroi sbadati, film con orsetti coraggiosi, e così via. In coppia, quello che era già diventato uno sfibrante rompicapo diventa una missione che impiega dai quaranta minuti all’ora e mezza, soprattutto se si hanno gusti molto diversi (per esempio se uno dei due ama i film d’azione con un’esplosione ogni tre scene, mentre l’altro predilige le commedie indipendenti con dialoghi sussurrati e una trama appena abbozzata). Spesso, infatti, dopo un ping-pong di proposte dove non ci sono vincitori ma solo vinti esauriti, si ripiega su una serie televisiva che scontenta entrambi. A quel punto, dopo un’altra mezz’ora di sbadigli e accuse a mezza bocca, si opta per una serie già vista, e spesso già vista addirittura per una seconda volta. Ecco il motivo per cui in tanti la sera accedono a un varco, dove si viene risucchiati in un loop temporale stile “Giorno della marmotta”, in cui oggi si confonde con ieri, e ieri con domani. Detto questo, rivedere per la quinta volta The Big Bang Theory con il proprio partner, e intonare a ogni puntata un coretto a due voci sulla sigla iniziale, spesso coreografato, non ha prezzo.
2. La goduria del cibo da asporto
Nell’immaginario cinematografico, chissà per quale motivo, ordinare cibo cinese da soli corrisponde a una serata all’insegna di un malinconico spleen, mentre ordinarlo in due lo fa sembrare una consuetudine tenerissima e ricca di complicità. In effetti, stabilire una sera dedicata a un particolare menu, per quanto ricco di glutammato e spesso incompleto per colpa di un ordine frettoloso (fonte di altre recriminazioni), introduce la coppia a un rito, e ogni coppia ha i suoi riti. Ma non solo le coppie li hanno: anche i protagonisti di The Big Bang Theory, per l’appunto, onorano ogni settimana la serata thai, la serata pizza, e così via, e vengono visti come irrecuperabili nerd. Si può dire che la coppia nobilita immotivatamente quello che da single viene considerato da sfigati. Un porno visto da soli appare triste, mentre in coppia eccitante. Una serata da soli al cinema viene ingiustamente giudicata dagli altri inquietante, mentre in coppia sembra più che normale (anche se nel buio della sala i due dovessero infilarsi per dispetto i popcorn nelle orecchie). Un karaoke da soli appare come l’ultimo stadio della disperazione, mentre in coppia sembra dal di fuori un passatempo simpaticissimo (anche se i due dovessero aver appena litigato su chi fa il canto e chi il controcanto in Karma Chameleon. Specifico tra l’altro che questa antipatica evenienza mi è successa veramente, con un ragazzotto che mi sovrastò con la voce per dimostrarmi quanto fosse intonato).
3. Stare in tuta è bello
Non so voi di quale squadra facciate parte: se di quella che a casa si rende presentabile per non inorridire il partner, o di quella che a casa ama la soffice comodità di una tuta slabbrata, e se qui e lì ha qualche macchia di pomodoro ancora meglio, almeno quando ci si impatacca a tavola poco male. Avrete subodorato di quale squadra faccio parte io. Mi balocco con la rassicurante convinzione che non è l’abito a fare il monaco, e tantomeno a determinare la sensualità di una persona. Il che può rappresentare anche una teoria valida, almeno fino alla terza macchia di pomodoro: dalla quarta in poi, questa tesi comincia a presentare delle falle.
È piuttosto straniante ricordarsi dei primi tempi, quando si mettevano i tacchi per ricevere il partner sulla soglia di casa e si nascondevano i brufoli col correttore per apparire più a prova di selfie. Adesso i brufoli siamo noi in primis a segnalarli all’altro con una goffa risata, e i tacchi sono stati sostituiti da pantofole che hanno la forma del faccione di Pluto. Va detto che nel frattempo il partner si è rassegnato, ed è lui stesso a regalarci per Natale le pantofole col faccione di Pippo.
4. Se non dormi puoi tenere sveglio l’altro
Vi ricordate quando eravate single, e le notti erano spesso un posto spaventoso, dove la mente si perdeva in labirinti di domande esistenziali o, peggio, di bilanci sulla vostra vita? E rimanevate svegli ore a scandagliare quella selva di frustrazione e obiettivi mai raggiunti? Adesso, se avete un partner, la notte rappresenta ancora il momento del giorno in cui vi fustigate perché non siete immortali, o più prosaicamente perché non avete mai scritto un best seller, formato una band, ottenuto un pulcioso contratto di almeno sei mesi. Ma potete condividere questo fardello angosciante con chi vi è steso accanto nel letto, e che preferirebbe di gran lunga dormire piuttosto che ascoltare per l’ottava volta perché durante l’infanzia avevate la sensazione di rientrare nel club privé dei bambini prodigio, mentre adesso verreste scartati dal circolo bocciofilo della parrocchia.
Ho sempre abitato la routine come se fosse una casetta di legno nel bosco: confortevole, graziosa, arredata a mia immagine e somiglianza. Da quando sono sposata, accetto che in quella casetta la stufa sia un po’ più a sinistra di dove l’avrei messa io, per dire, o che sia aperta anche a cene con gufi e scoiattoli. Non sono brava con le metafore, soprattutto se includono animali. Quello che voglio dire, però, è che una calda routine è sempre stata la mia alcova, dove la sera guardavo sitcom e durante il giorno giravo in tuta e pantofole. Adesso quella routine è abitata anche da un’altra persona e, a dispetto della logica, la sento persino più mia.