Il 25 giugno esce per Sony Music Istantanee e tabù per celebrare il grande Rino Gaetano a 40 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 2 giugno 1981 a causa di un tragico incidente stradale, quando l’artista aveva solo 30 anni.
Istantanee e tabù non è una semplice raccolta di greatest hits, ma un prestigioso progetto musicale che conta tre formati: un Quadruplo LP nero 180 gr in edizione limitata numerata (contenente 40 brani), un Doppio LP in pasta colorata (contenente 20 brani) e, infine, un doppio CD (contenente 37 brani). Tutte le edizioni sono corredate da un libretto curato da Paolo Maiorino, “l’uomo delle star”, mentre il bravissimo illustratore Nazario Graziano ha realizzato la copertina.
La tracklist (diversa per ogni versione) comprende le canzoni più rappresentative estratte dai sei album in studio pubblicati da Rino Gaetano, ma anche dal Q-Concert, l’EP live del 1981 realizzato con Riccardo Cocciante e il gruppo New Perigeo. La collezione è resa ancora più pregevole dalla presenza di demo mai pubblicati prima e versioni originali di alcune canzoni, che differiscono per testo o arrangiamento, di altre rarità come ad esempio i provini mai pubblicati di E io ci sto e Metà Africa metà Europa, oltre all’inedito Io con lei. Il titolo della raccolta rende l’idea di questi frammenti artistici di inestimabile valore che, come vecchie polaroid, immortalano un talento cui finalmente è stata riconosciuta la grandezza che merita.
Rino Gaetano è stato un vero poeta. Con le sue canzoni ha raccontato magnificamente e senza peli sulla lingua il mondo che lo circondava e un Paese in profonda evoluzione. Le sue canzoni, pervase da un’intelligenza ed un’ironia che non ha eguali, sono gli esempi più limpidi e forti di una denuncia sociale ancora attualissima, spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati, allegri e stralunati.
Ecco quindi le migliori canzoni di Rino Gaetano contenute in Istantanee e tabù.
1. AD ESEMPIO A ME PIACE IL SUD (1974)
Inclusa nell’album Ingresso libero del 1974, il primo 33 giri del cantautore calabrese, il brano fa affiorare i lineamenti di un paesaggio brullo ma poetico: ritroviamo in esso la vegetazione spontanea tipica della macchia mediterranea, i fichi d’India e le spine dei cardi, l’aridità dei campi, le spiagge selvagge e solitarie all’imbrunire. Come in una pellicola cinematografica, incontriamo donne che aspettano i mariti sull’uscio di casa, contadini per cui il vino è ancora un lusso, umili pescatori accompagnati dalle loro lampare, bambini che giocano per strada aiutandosi con la fantasia di chi ha pochi mezzi anche per giocare. Un Sud ancora poco conosciuto. Ma come fare non so/ Sì, devo dirlo, ma a chi/ Se mai qualcuno capirà, sarà senz’altro un altro come me.
2. TU, FORSE NON ESSENZIALMENTE TU (1974)
Tu, forse non essenzialmente tu è un singolo pubblicato nel 1974 ed è anche la prima traccia di Ingresso libero, il primo album firmato da Rino Gaetano con il suo nome. Definirla semplicemente una canzone d’amore non sarebbe corretto, visto che le sue canzoni passano da un argomento all’altro, trattando i temi più disparati. C’è un po’ di tutto in questa ballata, anzi probabilmente c’è già tutta la genialità di questo cantautore, capace come forse nessun altro di fare mille discorsi in una stessa frase, di mischiare brillantemente le carte, di prendere tanti pezzi e creare un puzzle dal significato sempre vario e mai scontato.
3. MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU (1975)
Sua prima grande hit, vendette oltre 100 mila copie, qui in extended version. Summa della poetica di Rino Gaetano, è una lunga lista di comportamenti, abitudini, usi e costumi di un’umanità variegata che abita sotto lo stesso cielo: chi vive in baracca, chi vuole l’aumento, chi gioca a Sanremo, chi va sotto un treno… E’ uno dei suoi brani più famosi, spesso usato, anche a sproposito, come inno allegro e gioioso, fraintendendone la forte componente satirica.
4. MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO (1976)
Vero e proprio inno alla libertà di essere se stessi, il testo è concepito come una lista di luoghi comuni tipici dell’uomo medio degli anni Settanta: infatti lo stereotipo di persona “normale” era quella di chi seguiva determinate mode, vissute come regole del vivere sociale. Il protagonista del brano è un “figlio unico”, dimagrito, declassato, sottomesso, disgregato perché rifiuta il conformismo della massa ipocrita, disposta a fingere per mostrarsi meglio di ciò che è realmente.
5. AIDA (1977)
Aida racconta la storia dell’Italia del ‘900, dal colonialismo alle Brigate Rosse passando per le due guerre mondiali, il fascismo e la nascita della Repubblica. L’Italia è paragonata alla vita di una donna bellissima, per l’appunto l’Aida del titolo, con un chiaro riferimento alla protagonista dell’opera di Giuseppe Verdi, una principessa etiope divisa tra l’amore per la sua patria e quello per un giovane guerriero egiziano (appartenente al popolo che l’ha resa schiava). Un po’ come l’Italia del secondo dopoguerra, divisa tra il mito delle sue origini e il sogno americano, e un po’ come questo brano, diviso tra un sentimento di amore e odio per la propria nazione. Aida a detta dello stesso Rino “non è una donna ma sono tutte le donne che raccontano, ognuna per cinque minuti, la propria storia”.
6. NUNTEREGGAE PIU’ (1978)
Il testo più esplicito e diretto di Rino dà il titolo all’album uscito nel 1978. Nuntereggaepiù non è altro che un brillante catalogo dei personaggi che invadono radio, televisioni e giornali, responsabili chi più chi meno, del degrado culturale della società a lui contemporanea. Come già era accaduto in Mio fratello è figlio unico, il finale è dissonante rispetto al tema trattato, con l’introduzione di una frase d’amore: “E allora amore mio ti amo / che bella sei/ vali per sei/ ci giurerei.”
7. E IO CI STO (1980)
La canzone che diede il titolo al sesto e ultimo album di Rino Gaetano colpì per le sonorità rock e una maggiore serietà riscontrabile nel testo. “Mi dicono alla radio statti calmo statti buono, non esser scalmanato, stai tranquillo e fatti uomo, ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti, e costi quel che costi la vincerò non ci son santi”. La sua è una vera e propria dichiarazione d’impegno civile. La guerra da vincere a tutti i costi era quella per i diritti civili, perché solo la conquista di quei diritti gli avrebbe potuto regalare quella “… bandiera diversa, senza sangue e sempre tersa”.
8. A MANO A MANO (1981)
Fu Riccardo Cocciante il primo a scrivere ed interpretare A mano a mano, uno dei capolavori della canzone italiana nel 1978. Tuttavia, successivamente, Rino Gaetano ebbe il merito di farla diventare una leggenda, reinterpretandola nel Q Concert, l’EP del 1981 realizzato con Riccardo Cocciante e i New Perigeo. Canzone d’amore a tutto tondo, la voce graffiante di Rino Gaetano la rende meno struggente e malinconica rispetto alla versione di Cocciante, ma non per questo meno intensa.