Amanti del death metal, unitevi! Tra le band di metal estremo più importanti degli ultimi anni i Fleshgod Apocalypse sono riusciti, nel giro di poco tempo, a imporsi come uno dei gruppi musicali più importanti del genere. Originari di Perugia, il sestetto italiano è riuscito a trovare il successo internazionale nel giro di cinque album. Il death metal puro degli esordi si è lentamente trasformato in qualcosa di nuovo, dall’effetto sorprendente. Alla brutalità delle chitarre e della batteria si sono aggiunte le orchestrazioni curate dal pianista Francesco Ferrini e la voce della soprano Veronica Bordacchini. Il risultato è qualcosa di estremo e sperimentale, che unisce il gusto per la potenza sonora a quello per la melodia. Fidatevi quando vi diciamo che non avete mai sentito nulla di simile. Spesso considerato una musica “di rumore”, il death metal dei Fleshgod Apocalypse dimostra, invece, non solo una tecnica sopraffina, ma anche una cultura musicale da parte dei componenti della band invidiabile. Un gruppo da scoprire e da amare, mettendo da parte i pregiudizi, perché la musica vive di scoperta e di coraggio. Ecco perché abbiamo deciso di stilare un elenco delle migliori canzoni dei Fleshgod Apocalypse, da riprodurre a tutto volume, in attesa di poterli finalmente rivedere dal vivo.
1 – The Violation
Non potevamo che iniziare da The Violation, brano presente nell’album Agony, il secondo della band, del 2011. In poco meno di un minuto si assiste a una presentazione chiara e senza compromessi della band. Qualche nota di violino che introduce l’atmosfera, il ritmo si fa sempre più veloce finché non esplode definitivamente con l’ingresso delle chitarre e della batteria. Sia l’orchestra che gli strumenti elettrici procedono uniti, senza sovrapporsi, ma creando un muro sonoro pesante, ma sempre comprensibile. Benvenuti nel regno dei Fleshgod Apocalypse!
2 – The Forsaking
Rallentiamo un po’ i battiti per un brano di stampo romantico, che spesso trova spazio come canzone conclusiva dei set live. The Forsaking è un brano lunare che, grazie all’orchestra, riesce a costruire un’immagine cinematografica di abbandono (come da titolo) e decadenza. Nel 2019, con la line-up rinnovata, la stessa band ha pubblicato una versione acustica del brano che vi consigliamo di ascoltare, più rarefatta e romantica.
3 – Minotaur (The Wrath of Poseidon)
Tra gli album dei Fleshgod Apocalypse, Labyrinth è quello più sinfonico e potente. La seconda traccia dal titolo Minotaur (The Wrath of Poseidon) è simbolo di come il sound della band si sta evolvendo. Se nell’album precedente, nonostante l’ottimo mix di influenze, predominava la matrice death metal, qui la parte orchestrale e di stampo classico raggiunge un maggiore livello di importanza. Il risultato è un sound sempre più epico e possente. Nel video sopra, un’esibizione della band che dimostra il loro enorme talento sul palco.
4 – Epilogue
Sempre dall’album Labyrinth, concept che si ispira al mito del Labirinto di Cnosso, troviamo uno dei migliori brani dei Fleshgod Apocalypse. Si tratta di Epilogue, qui riprodotto insieme alla sua lunga intro acustica (Prologue), canzone che mette subito in scena la straordinaria voce di Veronica Bordacchini. Nel ritornello la voce femminile cede spazio al growl maschile creando un’alternanza piacevole. L’atmosfera creata è impagabile e il brano procede a passi decisi, ma cadenzati, senza raggiungere le vette di un metal estremo e veloce.
5 – The Fool
La grande consacrazione dei Fleshgod Apocalypse avviene con l’album King del 2016. In questo disco incredibile, l’unione tra metal e orchestra raggiunge un perfetto equilibrio dando vita a brani già diventati dei classici. È il caso di The Fool, singolo di lancio per il disco che inizia con un semplice clavicembalo per poi esplodere in un tripudio di potenza. Lasciatevi guidare dal groove e dalla forza di questa canzone e non ve la dimenticherete facilmente.
6 – Cold As Perfection
Epica, commovente, struggente: tutto questo è Cold As Perfection, altro brano di punta dell’album King. Anche se la batteria procede rapidissima, il brano contiene un’aura lenta e incessante, come il ticchettio dell’orologio, come la vita che procede per arrivare alla naturale conclusione. Un duetto tra voce maschile e femminile che procede fino a metà del pezzo, quando il tono cambia. Il pianoforte fa il suo ingresso e pretende il suo spazio, fino ad arrivare ad un assolo di chitarra romantico da far venire i brividi.
7 – Sugar
Abbandoniamo le atmosfere più romantiche per impazzire di groove e ritmo. Sugar, brano scelto per presentare il nuovo album Veleno del 2019, è già diventato uno dei pezzi più amati della band. Nessuna pietà uditiva: Sugar colpisce l’ascoltatore con un pugno in piena faccia. Ma una volta preso il ritmo giusto, la canzone non lascia più andare. Da segnalare la complessità musicale del pezzo e di come ormai tutti gli elementi che caratterizzano il sound dei Fleshgod Apocalypse riescono a sposarsi in un perfetto matrimonio: tra chitarre, batteria, orchestra, soprano e growl si raggiunge un equilibrio raro.
8 – Monnalisa
Lo diciamo senza timore: Monnalisa non è solo uno dei brani più belli di Veleno, ma anche uno dei video musicali più affascinanti della band. Anche in questo caso gli elementi che caratterizzano il sound della band si uniscono perfettamente per un brano di stampo più romantico, quasi una ballad “alla Fleshgod”, ideale per poter far conoscere il gruppo di Perugia anche a chi è poco abituato a determinate sonorità estreme. La seconda metà del brano riesce a costruire un climax musicale che non si scorda facilmente.
9 – The Day We’ll Be Gone (Acoustic)
Per The Day We’ll Be Gone, ennesimo brano dell’ultimo album dei Fleshgod Apocalypse, abbiamo optato per la versione acustica, uscita poco tempo fa. Un modo per apprezzare il lato più intimo e, soprattutto, tecnico della band. Tolte la batteria e l’elettricità, questo lento si spoglia del metal estremo per dare spazio alla potenza espressiva. Grazie a questa versione possiamo apprezzare le voci, il pianoforte e gli arrangiamenti che, ad un ascolto più casuale, vengono spesso messi in secondo piano. Per chi volesse, però, ecco anche la versione originale della canzone.
10 – No
Non potevamo che concludere con l’ultimo brano pubblicato dai nostri, un pezzo di rara potenza e uno dei più brutali della band. No è uscito come singolo per un EP omonimo di recente pubblicazione, alla fine del 2020. Le sonorità sono quelle di Veleno, orecchiabili (sempre rispetto al genere d’appartenenza) e con un groove instancabile. Da notare l’omaggio a un classico brano pop di Britney Spears, citato in un punto della canzone. Divertente e cattiva, No è per ora l’ultima canzone scelta per il nostro elenco di brani migliori dei Fleshgod Apocalypse.