Abbiamo raggiunto Simone Filippone, meglio conosciuto come Sickwolf, giornalista e autore che, di recente, ha pubblicato il libro Ad Maiora (Santelli editore). Scopriamo perché è tra i migliori youtuber italiani.
Raccontaci come è nato Sickwolf.
“Sickwolf nasce molto prima che nasca su Youtube. Sickwolf è, semplicemente, l’idea di un bambino di voler fare giornalismo al di là del fatto che, in Italia, sia necessario il tesserino e che, per ottenerlo, sia previsto sudare tante camicie rispetto a quelle che servono per davvero. Sickwolf nasce a scuola, tra i banchi, quando mi divertivo a parlare con i miei amici, a fare le formazioni, i miei video ‘non video’ in cui racconto le mie impressioni. Successivamente, nasce sul web assumendo importanza. Sono arrivato sul web con l’intenzione di essere un ‘bar sport’, come si chiamano molte delle mie serie su Youtube, quindi una sorta di chiacchierata da bar tra amici, in cui si parla di calcio. Sul mio canale, è possibile parlare a tutti, senza nessun tipo di discriminazione, con rispetto e accettazione dell’altro.”
Cosa ne pensi dell’esperienza su Youtube?
“Credo che l’esperienza su Youtube, almeno per quanto riguarda la mia persona, sia stata davvero molto formativa perché, Youtube, non solo è un punto di partenza che crei autonomamente, raggiungendo obiettivi in base all’impegno e alla costanza che si mette nel contenuto che si porta . Ma l’esperienza su Youtube cambia anche il tuo modo di vivere, il modo di organizzarti e il mio, essendo un canale di notizie, ossia un canale in cui devo pubblicare costantemente, mi ha insegnato ad organizzarmi e a equilibrare la mia vita e il rapporto con l’altro, con la persona che “non esiste” almeno davanti ai miei occhi perché magari ha un falso nome e non ha una faccia ma che, a volte, fa degli insulti gratuiti che possono cambiarti la giornata in negativo. Al tempo stesso, però, questo ti fa capire com’è la vita vera, come un pugno diretto sul setto nasale.”
Cosa ti piacerebbe fare da “grande”?
“Non so dare una risposta precisa perché, da piccolo, se mi avessero fatto questa domanda, io avrei risposto ‘fare il giornalista’, uno di quegli invitati alla UEFA Champions League e magari grazie a ciò incontrare il mio idolo, ossia Francesco Totti. Questo, l’ho fatto in due giorni. Ho avuto la possibilità di ottenere il tesserino da giornalista il giorno in cui sono stato invitato ufficialmente dalla UEFA come ospite nel vedere la finale di Champions tra Liverpool e Tottenham. Due giorni dopo, invece, ero a Roma a condurre l’evento Padel di Totti. Quindi, questa è davvero una domanda a cui non so rispondere. L’unica risposta che posso dare è, come dico sempre, ‘Ad Maiora’ verso cose migliori. Non voglio fermarmi, non voglio chinare la testa, voglio avere sempre idee nuove, sempre nuovi progetti. Ed è ciò che sto facendo e in cui sto riuscendo, e sono contento di poter far questo e di poter implementare tante, tante altre cose che mi porteranno a essere sempre più me stesso.”
Di recente, hai pubblicato il libro Ad Maiora. Ti andrebbe di raccontarci di questo progetto?
“Il progetto nasce grazie all’iniziativa di Santelli editore e grazie alla possibilità datami da Matteo Fantozzi, il mio agente letterario, nello scrivere questo libro che ho sempre avuto in testa, perché ho qualcosa da raccontare. Non qualcosa di puramente autobiografico poiché, un ragazzo di venticinque anni, non ha nulla da raccontare di autobiografico. Il mio libro ha un aspetto più concreto, ossia nel dire ‘non arrenderti, arriva dove pensi di poter arrivare, prova a dare sempre il tutto per tutto. Tutto vale, seppur nei limiti, per raggiungere il tuo sogno perché, arrenderti, non ti servirà per essere soddisfatto del tuo cammino’. Questa è l’idea del libro, il progetto in partenza. Questo è il messaggio che voglio comunicare, ovvero l’esserci arrivato come potrebbe arrivarci qualunque persona, come il lettore che mi legge può assolutamente arrivarci con impegno, dedizione e voglia di fare.”
Come prevedi il futuro delle piattaforme di intrattenimento?
“Lo vediamo già da molti giornalisti che stanno facendo un percorso inverso rispetto a quello che ci si poteva aspettare fino a cinque-sei anni fa. Una volta si diceva ‘io parto dal web e arrivo in TV’. A oggi, chi sta in televisione si sta spostando sul web perché ha compreso le possibilità, le capacità del web, dove si può arrivare direttamente dalle varie piattaforme. Difatti, dalle piattaforme di intrattenimento mi aspetto questo spostamento che è già iniziato. Quest’anno, i diritti televisivi sono passati a DAZN, una piattaforma che non è un canale in chiaro, non è un canale satellitare. Mi aspetto sempre più che il mondo del web, come è successo con Netflix o ancora come è successo per la musica con Spotify, vada verso quella direzione: i programmi che vedevamo in televisione stanno arrivando sul web. Quindi, credo che il futuro dell’intrattenimento sia sulle piattaforme web.”
Hai dei preziosi consigli da dare a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso cammino?
“Con questa domanda si chiude il cerchio. I consigli li ho l’unico davvero fondamentale è quello di non arrendersi. Di base, ci saranno sempre tanti ostacoli, persone o situazioni che rischieranno di metterti i bastoni fra le ruote. Però è giusto così perché, nella vita e in tutte le situazioni della stessa, è normale che ci saranno degli antagonisti, è normale che ci saranno delle difficoltà, è normale che ci saranno delle situazioni particolari e dei momenti in cui faticherai. Tutto però si supera con la continuità, con la voglia di resistere, di arrivare all’obiettivo che ci si è prefissati. Il consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere il mio stesso cammino è quello di non cercare di emulare nessun altro poiché bisogna essere se stessi e deve esserci l’idea di portare qualcosa di nuovo, influente ma, soprattutto, non arrendersi mai e continuare a sognare per ciò che si è sempre voluto fare.”