“Il sesso è un argomento di cui non si parla. O meglio: se ne parla, se ne parla tanto – sui giornali, in TV, la sera con gli amici – ma sempre in termini che mascherano, nascondono e ignorano qualsiasi concetto complesso e inconsueto”. Inizia così un libro abbastanza recente intitolato Club Godo – Una cartografia del piacere di June Pla (per altro super consigliato) che cerca di spiegare il sesso in tutte le sue forme. Prendiamo in prestito questo breve incipit per sottolineare quanto ancora sia un tabù parlare di erotismo, desiderio, fantasie e le mille e oltre sfaccettature del piacere. Il cinema esplicito o che segue un principio gestaltico consentendo alla nostra mente di chiudere come meglio preferiamo una scena, porta il sesso alla ribalta, sdoganando diktat, stimolando i nostri piaceri sinaptici e magari solleticando anche il piano comportamentale. Dunque con cinema erotico si rappresentano tutti colori del caleidoscopio sessuale, dall’atto romantico a quello adolescenziale della prima volta, passando per la trasgressione e il BDSM per poi arrivare talvolta anche al rapporto parafilico. Per tale ragione abbiamo deciso di listare i migliori film sul sesso, pellicole consigliate dove si vedrà fare sesso ma anche baciarsi, abbracciarsi, emozionarsi, che insomma varrà la pena guardare.
1. Nymphomaniac Vol. I e II di Lars von Trier
Iniziamo questa scoperta del piacere attraverso il cinema con i due tomi di Lars von Trier, Nymphomaniac, acme della ricerca erotica del regista danese iniziata ben prima di questo momento. Un dialogo a due voci continuo che racconta la vita attraverso il sesso. Da una parte Joe (Charlotte Gainsbourg), raccolta sotto la pioggia dopo un’aggressione e dall’altra il salvatore, Seligman (Stellan Skarsgard), uomo di cultura, in grado di cogliere le sfaccettature dell’animo umano, ma di fornire solo un punto di vista. Mentre lei, difatti, ha incentrato la sua esistenza alla ricerca del piacere, lui non conosce la carnalità, ma solo i legami d’intelletto. Due corpi, due menti, due vissuti apparentemente distanti che portano a una duplice chiave di lettura parallela circa il vissuto di Joe, la cui sofferenza, felicità, tristezza, appagamento si poggiano sull’atto sessuale. Tutto è sesso, una vita devota all’eros. E mentre lei racconta il suo vissuto come se fosse seduta davanti a un analista, lui la ascolta e le restituisce una lettura pregna di metafore legate alla letteratura, musica, regno animale, tipiche del cinema del regista. La ricerca di nuovi stimoli e di nuove avventure, continuando a mantenere uno stretto controllo sulla sua persona e sull’altro diverso da sé, sono la punta dell’iceberg di una rosa di sintomi depressivi che rimangono nascosti. Due voci che commentano e discutono sui fatti sessuali più rilevanti della donna a partire dalla sua infanzia fino al momento della narrazione. Ma alla fine sono mondi così inconciliabili?
2. La pianista di Michael Haneke
Nella Vienna degli anni Ottanta, Erika Kohut è un’insegnante di pianoforte al Conservatorio. La sua esistenza dipende in maniera incondizionata dal volere della madre, una donna austera, intransigente, controllante. Il loro appartamento è un luogo inviolabile, entro cui si consuma una relazione madre-figlia malata, un rapporto simbiotico di amore e odio, che costringe Erika a non entrare in contatto con il mondo oggettuale. Esiste poi un’altra parte della giovane donna, un’area privata fatta da peep-show, sexy shop, fantasie non verbalizzate, mutilazioni, tagli e rituali come orinare in prossimità delle macchine con dentro ragazzi che consumano il loro amore. Sono i fazzoletti sporchi di sperma a farla evadere dalla prigione, seppur mantenendo sempre l’espressione algida e il nucleo gelido che la contraddistinguono. Le note di Schumann, Schubert e Mozart scandiscono il tono della sua sofferenza relegata al nido familiare, mentre la borghesia ignorante non comprende e solo l’incontro con lo studente di ingegneria Walter Klemmer le darà modo di esprimere i suoi desideri. Quella lettera in cui Erika mette nero su bianco il suo volere di masochismo, in un crescendo che lega sempre più amore e bisogno di affetto alla musica e alla passione, per poi arrivare a riconoscere l’impossibilità. La pianista rappresenta un buon viaggio in una parte del mondo del sesso, cui si affaccia la trasgressione disfunzionale.
3. Secretary di Steven Shainberg
In una lista come questa, una nota di simpatia è necessaria. D’altra parte il sesso è anche gioco, divertimento e Secretary, nonostante celi un significato importante, narra con quella leggerezza necessaria fantasie e comportamenti erotici. Tratto da un racconto di Mary Gaitskill, Secretary mette in scena la storia di Lee Holloway (Maggie Gyllenhall qui perfetta), una ragazza che ha bisogno di evadere da una famiglia schiacciante. Il padre alcolista e la madre repressiva, la ragazza si nasconde nella sua cameretta dove racchiude segreti e punti di fuga dalla realtà insopportabile. Cambio di rotta quando entra nello studio dell’avvocato Edward Grey (James Spader), uomo in carriera, che abbatte tutti gli stereotipi legati al sesso più esplicito. Con un tono elegante ma sbarazzino, Secretary avanza il tema del BDSM, del sadomaso che si insinua fra una macchina da scrivere e l’altra. Qui amore e trasgressione si incastrano alla grande lasciando al pubblico una sensazione di piacere e di leggerezza una volta arrivati alla fine, incuriosendo e tagliando le gambe a parte di quei tabù tanto discutibili.
4. Ecco l’impero dei sensi di Nagisa Oshima
Parlando di film a tema sesso, difficile dimenticarsi di Ecco l’impero dei sensi del 1976. Discusso, odiato, amato, rigettato, la pellicola di Oshima non ha censure, non ha blocchi, non lascia spazio a quel principio gestaltico cui accennavamo nell’introduzione di questo pezzo. La storia è ripresa da un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 1936, quando in Giappone Sada Abe, una giovane prostituta, inizia a lavorare per Kichizo Ishida. Ecco l’impero dei sensi non è un film pornografico, è una centrifuga di passione, ossessione, gelosia, legami, voyeurismo, cui si aggiunge una sana dose di ribellione del regista con uno scopo politico rivolto contro il governo giapponese. Il lungometraggio incontra la pulsione erotica consumata costantemente in un susseguirsi di immagini senza veli a quella di morte, che per definizione si abbracciano e vanno di pari passo. Un’esplosione cinestetica in cui i sensi toccano le vette dell’Olimpo, fino all’annullamento e la distruzione.
5. Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci
Masterpiece di Bernando Bertolucci del 1972, pilastro del cinema erotico e della Settima Arte in generale, immancabile in un articolo dedicato al tema. Ultimo tango a Parigi sprigiona desiderio da ogni angolo studiato dalla fotografia di Vittorio Storaro. La pellicola rimane ancora oggi uno dei più grandi tabù dell’immaginario collettivo, ribattezzata come “un’offesa al pudore” con la scena del burro, dibattuta per il monologo sulla famiglia pronunciato da Marlon Brando e condannata al rogo (1976). Il capolavoro di Bertolucci rimane ancora oggi un turbinio di eros senza freni, sensuale, affascinante cui convoglia la disperazione più profonda. Paul e Jeanne sono corpi che si uniscono in un’esplorazione, un tango in cui domina l’istinto che esce fuori da ogni rigida visione.
6. Love di Gaspar Noé
In una carrellata di film con focus puntato sulla libido, non poteva di certo mancare Love di Gaspar Noé. Il film, presentato in 3D al Festival di Cannes del 2015, mira a sdoganare tabù, con la storia di un sentimento che muove i passi fondendo passato e presente. Murphy (Karl Glusman) viene infatti catapultato nei ricordi del suo più grande e indimenticabile amore, Electra, dopo che Nora, la madre della ragazza, si mette in contatto con lui a seguito della scomparsa della figlia. Con Love, il regista mette a nudo (in tutti i sensi) passione e sentimento, seguendo l’evoluzione sotto la stella della legge di Murphy e il tramonto di un amore fatto di “sperma, sangue e lacrime”. Una storia tanto impudica quanto incontenibile, che non ha confini, ma si impone nella sua ricerca spasmodica di emozioni forti attraverso i corpi estasiati dei giovani protagonisti.
7. La vita di Adele di Abdellatif Kechiche
“Le gambe delle donne sono compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia” decantava Truffaut ne L’uomo che amava le donne del 1977. Il suo inno al gentil sesso e alla sua camminata, alle gonne che volteggiano e ballano a ritmo di passi e vento, riprese da dietro o mostrando il loro volto, in un canto di tenerezza, amore e disinteresse. Un’eredità di sensualità che tracciava la linea del mistero insondabile chiamato donna. Ripensando a La vita di Adele, al giovane sguardo della protagonista quindicenne e alle carezze della pittrice Emma sul suo corpo, parte di quella seduzione a tratti consapevole e a tratti involontaria torna a galla. Nato dalla graphic novel di Julie Maroh Le blue est une couleur chaude (Il blu è un colore caldo), La vita di Adele racconta in poco meno di tre ore l’esistenza, la quotidianità, l’amore e i dubbi della giovane Adele (Adèle Exarchopoulos). Il sesso non è mai volgare, ma anzi continua sulla riga della seduzione e desiderio costante che si nutre dell’altra parte. Due archi che formano una melodia mai fuori nota, ma che non omette dettagli e particolari di quell’amore saffico.
8. Shame di Steve McQueen
Shame di Steve McQueen è un film sul sesso nei suoi lineamenti più patologici e clinici. L’obiettivo non è esplorare le sfaccettature della sensualità e cogliere il frutto del piacere, ma riempire il vuoto attraverso la compulsione e la dipendenza da eros. Nella frenesia newyorkese, Brandon (Michael Fassbender) è solo, alienato, immerso nella lussuria e nella voracità bulimica di rapporti estranei che non lasciano tracce, ma che lo appagano nutrendo il suo vuoto e facendolo sentire ancora nel regno nei vivi. Affascinante, forte, con una buona posizione e una bella casa, è il contrario della sorella Sissy, la quale non ha ancora imparato a nascondere la propria fragilità, che viene fuori ad ogni sguardo. Brandon si ciba di sesso, appuntamenti strutturati o trafelati, alcuni reali, altri organizzati davanti a uno schermo o un giornale. Non ha pretese sotto questo profilo, l’unica richiesta è la mancanza di legami affettivi, in primis verso gli altri, ma anche e soprattutto verso se stesso.
9. Antiporno di Sion Sono
Se l’intento è quello di scoprire tutte le sfumature e i significati del sesso, Antiporno è uno dei titoli che consente di ottenere una visione dell’eros come mezzo di riflessione più ampia. Qui non siamo dinanzi a una pellicola costruita sull’accezione di godimento e piacere psicofisico, ma anzi, abbiamo fra le mani una tragedia nipponica che grida caoticamente frasi di provocazione e critica. In Antiporno Sion Sono rappresenta artisticamente la storia di Kyoto, una giovane creativa che desidera lavorare come attrice porno, o per meglio dire esprime apertamente il suo desiderio di essere una puttana. La sua casa, dove si fondono colori e musica, diventa un luogo di immaginazione e realtà che apre le porte alla riflessione socio-politica sul ruolo della donna e della sua libertà identitaria e sessuale, attraverso set hardcore, opere d’arte, servizi fotografici e ricordi di costrizione.
10. 9 Songs di Michael Winterbottom
Il decimo film che vi proponiamo è 9 songs, probabilmente il più esplicito fra i titoli selezionati per questo articolo.
La storia d’amore-sesso del geologo ricercatore Matt e della studentessa americana Lisa è intervallata da concerti (nove appunto) di grandi artisti – quali Franz Ferdinand, Michael Nyman e i Black Rebel Motorcycle Club – , contraddistinta da pochi dialoghi, ma tanta buona musica e soprattutto tanto sesso. Mentre infatti le performance rock presentate vengono mostrate attraverso lo sguardo dello spettatore, a distanza dal palco dove i cantanti si esibiscono, lo scandalo dei due giovani protagonisti coinvolti in questa relazione assume un punto di vista decisamente più intimo. Una trama semplice per un’ora e poco più di film, che in un loop apparentemente senza fine, non filtra alcun particolare, non lascia spazio all’immaginazione tra fellatio, masturbazioni, penetrazioni e tutto quello che una camera da letto con la porta aperta può proporre.