Buon compleanno, Master of Puppets! Sono passati ben 35 anni da quella pietra miliare della musica metal che ha lanciato definitivamente i Metallica nell’olimpo. Non che i precedenti dischi fossero passati inosservati, ma con quelle otto tracce, il quartetto americano iniziò una vera e propria scia di record. Otto brani a loro modo tutti diventati dei classici a partire da Battery e la title track, fino ad arrivare alla strumentale Orion, quasi un brano testamento del compianto bassista Cliff Burton. Ed è proprio con Master of Puppets che si chiude una prima era nella storia dei Metallica, quella della formazione originale, quella composta da una trilogia di album praticamente perfetti, pietre di paragone per tutto il resto della loro carriera.
Con l’occasione di festeggiare un traguardo così importante, perché non ripercorrere tutta la discografia in studio dei nostri thrasher preferiti? Ecco quali sono i migliori album dei Metallicada ascoltare assolutamente.
14. St. Anger (2003)
Nasce sotto una cattiva stella, St. Anger, con l’abbandono definitivo di Jason Newsted, il bassista che li accompagnava dal 1988, e il frontman James Hetfield costretto a lasciare le attività della band per iniziare un percorso di riabilitazione dall’alcol. Dalla situazione di un gruppo frantumato e nel più completo caos nasce questo disco dalla durata importante (quasi 80 minuti di musica), che riflette perfettamente lo status quo della band. Non uno dei dischi più memorabili, ma un passo necessario per la band per rimettersi insieme e affrontare il momento con rabbia e immediatezza. Perché dopo aver raggiunto il punto più basso, si può solo cominciare a risalire.
13. ReLoad (1997)
Settimo album e seconda parte di un progetto più orientato verso l’hard rock e il blues, ReLoad prosegue il ciclo dei Metallica alla ricerca di un sound più commerciale e distante dal thrash degli esordi. Il risultato è un insieme di brani che, presi singolarmente, funzionano (ricordiamo, tra gli altri, Fuel e The Unforgiven II) ma nella sua interezza l’album non scorre veloce e senza problemi come vorrebbe. Da menzionare la partecipazione di Marianne Faithfull alla voce nel singolo The Memory Remains.
12. S&M2
Nel settembre 2019, i Metallica decidono di dedicare due serate alla celebrazione dei vent’anni di uno dei loro live più sperimentali. Nasce così S&M2, allo stesso tempo nuova versione e commemorazione di quel concerto che univa metal elettrico e orchestra. I brani più famosi del quartetto, nonché alcune canzoni tratte dall’ultimo album (vero motivo di interesse di questa nuova uscita) vengono di nuovo riarrangiati presentandosi con una nuova veste. Una sperimentazione che funziona a seconda dei brani, ma che permette un nuovo punto di vista sulla band metal più famosa di sempre.
11. Load (1996)
Dopo un album dal successo clamoroso, i Metallica decisero di dare una svolta al loro sound abbracciando sempre di più uno stile musicale più vicino al rock più radio-friendly. Il risultato è un doppio album che ha inizio nel 1996 con Load. Un disco che, per quanto a volte un po’ prolisso, nasce comunque da un’esigenza di cambiamento e da un tentativo di fare qualcosa di diverso. Non a caso, uno dei brani più atipici, ma da menzionare è Mama Said che mostra un Hetfield più intimo e blues, come anche in Hero of the day (di cui vogliamo ricordare una splendida versione con orchestra presente nell’album dal vivo S&M).
10. Helping Hands… Live & Acoustic at the Masonic
A proposito di nuova veste, questo disco dal vivo che documenta un concerto al Masonic Auditorium di San Francisco presenta i Metallica in una versione spoglia e acustica. Da anni i Metallica sono attenti alle raccolte di beneficienza e questo concerto atipico nasce proprio per una raccolta fondi. Oltre ad alcune cover, i Metallica presentano alcuni dei loro più brani più famosi che ben si sposano con la dimensione più intima e rarefatta delle chitarre acustiche. Da segnalare la versione di The Four Horsemen, un pezzo che si trasforma in una cavalcata country.
9. Death Magnetic (2008)
Con Robert Trujillo ufficialmente diventato il nuovo quarto membro del gruppo, il 2008 vede il gran ritorno dei Metallica dopo anni di silenzio. Per Death Magnetic l’obiettivo sembra essere uno solo: ritorno alle origini. E, in effetti, erano quasi vent’anni che i Metallica non tornavano a suonare in maniera così dura e legata alla loro prima fase di carriera. Death Magnetic è riuscito a far ritrovare un po’ di amore a tutti quei fan storici un po’ delusi dalla svolta degli anni Novanta, anche se, pure in questo caso, la produzione non ha aiutato a definire al meglio il sound del disco. Ad ogni modo, la sensazione maggiore è quella di risentire finalmente i ragazzi tornati nel loro garage.
8. S&M
Con un gioco di parole che richiama il sadomasochismo, ma che unisce la Symphony ai Metallica, S&M è a suo modo una pietra miliare della discografia dei nostri. Grazie alla direzione dell’orchestra da parte di Michael Kamen, indimenticabile compositore di colonne sonore, capace di riarrangiare i brani più heavy del gruppo, il risultato è un originale mix che si sposa in maniera incredibile. Più riuscito della celebrazione di qualche anno fa, lo premiamo per l’esperimento senza precedenti. La versione presente in questo live di The Call of Ktulu vincerà un Grammy.
7. Hardwired… to Self-Destruct (2016)
Un doppio disco dopo otto anni e, ammettiamolo, un’altra bella sfilza di brani che fanno la loro degna figura soprattutto in sede live. Da tempo non sentivamo i Metallica così ispirati come in Hardwired… to Self-Destruct, disco del 2016 e, per il momento, l’ultimo della loro carriera. Il primo disco è composto da sei brani uno più riuscito dell’altro, mentre il secondo si basa su un sound un po’ più morbido e meno furioso, salvo concludersi con un gioiello quale Spit Out the Bone. Possiamo dirlo serenamente: era da tempo che non sentivamo i nostri così ispirati.
6. Kill ‘Em All (1983)
Possiamo solo immaginare lo shock nel lontano 1983 quando la puntina del giradischi fece sentire il primo brano di questa nuova band di giovani chiamati Metallica. Un nome che descriveva perfettamente la musica all’interno di quei 50 minuti di puro thrash metal. Kill ‘Em All è un album per certi versi un po’ acerbo, ma straordinario per essere un’opera prima composta da ventenni. Contenente alcuni classici intramontabili come Hit the lights, The Four Horsemen e Seek and destroy, questo classico della storia del metal è anche uno dei più influenti.
5. …And Justice for All (1988)
Un disco che è al contempo il primo vero grande successo della band a livello commerciale, capace finalmente di uscire dai confini underground, ma anche un disco nato dal dolore dopo la scomparsa prematura e accidentale del bassista Cliff Burton, una delle menti compositive più vivaci della band. …And Justice for All è un album iper-tecnico che viene spesso citato a causa del mixaggio dove, per una serie di ragioni, mai del tutto chiarite, il basso scompare. E, in effetti, il sound manca di una certa corposità (ritrovata in sede live), ma ciò non toglie a questo quarto album in studio di essere uno dei dischi più importanti della band.
4. Live Shit: Binge & Purge
Il primo album live dei Metallica è un compendio di violenza, carica, adrenalina e heavy metal. Basterebbe dare uno sguardo alla scaletta per sentirsi ribollire il sangue e voler alzare il volume dello stereo. Con Jason Newsted al basso, capace di dare una carica ritmica, nonché una prestazione vocale, da manuale, questa raccolta di brani appare più come una celebrazione dei Metallica degli inizi degli anni Novanta, all’apice del loro successo dopo l’uscita dell’album omonimo. Un documento che dimostra perché i Metallica dono uno dei gruppi metal più forti di sempre.
3. Metallica (1991)
I fan duri e puri dei Metallica ci perdoneranno, ma Metallica, conosciuto anche come il Black Album per via della copertina (quasi) totalmente nera, non poteva che occupare un posto nel podio. Il disco della svolta per i Metallica, sia a causa del sound più commerciale (Nothing else matters) che dal punto di vista economico. È con questo disco che i quattro entrano di prepotenza tra le band di maggior successo di sempre, vendendo più di 25 milioni di copie. A suo modo, è una pietra miliare del rock e del metal con classici come Enter Sandman e The Unforgiven suonati e riconosciuti ancora oggi.
2. Ride the lightning (1984)
Come migliorare un già ottimo album d’esordio: Ride the lightning lo spiega a meraviglia. Compatto, genuino ed ennesimo classico in una discografia iniziale praticamente perfetta, il disco dalla copertina iconica contiene otto tracce allo stato dell’arte. Discostandosi dai testi più adolescenziali del precedente e abbracciando varie tematiche più mature, tra cui la politica, il secondo album dei Metallica è uno di quei dischi da ascoltare assolutamente almeno una volta nella vita.
1. Master of Puppets (1986)
Al gradino più alto del podio non poteva che esserci l’album con cui abbiamo iniziato questa classifica. Master of Puppets è, forse, il disco più preciso e cult della band. Con una doppietta clamorosa (Battery e la title track), il disco procede inesorabile mettendo in mostra la potenza delle chitarre e sancendo definitivamente il sound a marchio Metallica. Ultimo disco con Cliff Burton, qui al massimo della forma, Master of Puppets è uno dei più importanti e indimenticabili dischi della storia.